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P1 M 69 13 NO P2 M 37 13 ASTROCITOMA II WHO FRONTALE NO P3 M 34 8 ASTROCITOMA II WHO TEMPORALE NO P4 M 62 8 GLIOBLASTOMA IV

WHO INSULARE FRONTO- NO

P5 M 13 NO P6 F 73 13 GLIOBLASTOMA IV WHO FRONTO- TEMPORALE NO P7 M 77 13 GLIOBLASTOMA IV WHO TEMPORO- INSULARE NO P8 M 74 13 GLIOBLASTOMA IV WHO FRONTALE NO P9 M 18 13 NO P10 M 40 13 GLIOBLASTOMA IV WHO FRONTO- OPERCOLARE NO P11 M 47 16 GLIOBLASTOMA IV WHO FRONTO- INSULARE NO P12 M 41 16 EMANGIOBLASTOMA 1 WHO FRONTALE NO P13 M 46 16 GLIOBLASTOMA IV WHO PARIETALE NO P14 F 75 8 FRONTO- NO

42 OPERCOLO- PARIETALE P15 F 35 13 GLIOBLASTOMA IV

WHO TEMPORALE FRONTO- NO

P16 M 52 13 GLIOBLASTOMA IV WHO NO P17 M 56 13 GLIOBLASTOMA IV WHO NO P18 M 65 19 GLIOBLASTOMA IV WHO FRONTALE NO P19 F 62 13 ASTROCITOMA II WHO NO P20 M 13 GLIOBLASTOMA IV WHO NO P21 M 64 8 GLIOBLASTOMA IV WHO TEMPORO- PARIETALE NO P22 M 68 8 FRONTALE NO P23 M 77 8 NO P24 M 52 19 ASTROCITOMA ANAPLASTICO III WHO FRONTALE NO P25 M 71 8 GLOBLASTOMA IV

WHO PARIETALE TEMPORO- NO

P26 F 68 13 ASTROCITOMA III WHO NO P27 M 42 13 GLIOBLASTOMA IV WHO NO P28 M 13 GLIOBLASTOMA IV WHO NO P29 F 50 13 NO P30 M 48 13 ASTROCITOMA II WHO PARIETALE NO P31 M 62 8 ASTROCITOMA III

WHO TEMPORO-INSULARE NO

P32 M 64 8 GLIOBLASTOMA IV WHO TEMPORO- INSULARE NO P33 F 43 13 ASTROCITOMA II WHO FRONTALE NO P34 F 77 8 ASTROCITOMA II WHO TEMPORALE NO P35 F 56 13 ASTROCITOMA ANAPLASTICO II WHO FRONTALE NO P36 M 42 13 ASTROCITOMA II WHO TEMPORALE NO P37 M 49 13 ASTROCITOMA II WHO NO P38 M 73 13 CARCINOMA A

CELLULE DI MERKEL FRONTALE NO

Tabella 1 dati socio-demografici e clinici dei pazientI

Mapping del linguaggio tramite nTMS ripetuta

I risultati del mapping delle funzioni linguistiche tramite nTMS ripetuta espressi tramite percentuale sul totale delle stimolazioni mostrano, in generale, che le aree corticali dove si osserva maggiore

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elicitazione di errori sono: opIFG (opercolar Inferior Frontal Gyrus), vPrG (ventral Precentral Gyrus), vPoG (ventral post-central Gyrus), aSMG (anterior supra-marginal Gyrus) e aSTG (anterior Superior Temporal Gyrus).

Figura 5 Aree corticali che elicitano un maggior numero di errori linguistici (performance, semantici, fonologici)

Nello specifico, considerando i valori che vanno da <10% a ≥ 10% sul totale per tipologia di errore (performance, semantico, fonologico), si osserva che: per gli errori di performance le aree corticali maggiormente interessate sono: aSMG (0,50%) opIFG (0,82%) vPoG (0,54%) vPrG (0,91%) anG (0,22%) aSTG (0,21%) mPoG (0,22%) mPrG (0,17%) mSTG (0,22%) pMFG (0,16%) pSMG (0,14%) pSTG (0,16%) trIFG (0,25%). Per gli errori semantici sono: aSMG (0,24%) opIFG (0,50%) vPoG (0,22%) vPrG (0,82%) aSTG (0,09%) mPoG (0,11%) mPrG (0,11%) mSTG (0,11%) pMFG (0,16%) pSMG (0,09%) pSTG (0,09%) trIFG (0,12%). Per gli errori fonologici sono: opIFG

44 Figura 6 Aree corticali che elicitano il maggior numero di errori di Performance Figura 7 Aree corticali che elicitano maggior numero di errori Semantici Figura 8 Aree corticali che elicitano maggior numero di errori Fonologici

L’analisi della varianza per misure ripetute ha messo in evidenza differenze statisticamente significative tra le varie tipologie di errori (performance, semantico, fonologico)

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Nello specifico l’analisi post-hoc nei confronti semplici attraverso la correzione di Bonferroni ha messo in evidenza che sono più facilmente elicitabili gli errori di tipo performance, rispetto agli errori semantici (p<.01) e fonologici (p<.01) e più errori di tipo semantico rispetto a quelli di tipo fonologico (p<.01).

Rispetto alle porzioni corticali secondo la parcellizzazione introdotta da Corina et al. (2005) in cui si sono elicitati errori sia di tipo performane, sia di tipo semantico e fonologico con una frequenza superiore al 5% rispetto a tutte le altre porzioni corticali, nello specifico: opIFG, vPrG, vPoG, aSMG, l’analisi della varianza per misure ripetute ha messo in evidenza che non esiste una differenza statisticamente significativa fra le aree per i punteggi di performance

F (3,111) = 1.36, p=.26, np2 =.04.

Inoltre non esiste una differenza statisticamente significativa per gli errori fonologici F (2,74) = .74, p=.48, np2 = .02.

L’analisi ANOVA ha, invece, messo in evidenza che esiste una differenza statisticamente significativa tra le porzioni corticali considerate (opIFG, vPrG, vPoG, aSMG) nell’elicitazione degli errori di tipo semantico F (3,111) = 3.52, p = .02, np2 = .09. Nello specifico, l’analisi post-hoc nei confronti semplici ha messo in evidenza che è statisticamente significativo che la stimolazione ripetuta dell’area vPrG eliciti maggiori errori di tipo semantico rispetto all’area aSMG (p=.04) e rispetto all’area vPoG (p=.03).

46 Figura 9 Porzione corticale coinvolta significativamente nell'elicitazione di errori Semantici Denominazione oggetti-viventi vs. oggetti-non viventi

I risultati del mapping delle funzioni linguistiche tramite nTMS ripetuta espressi tramite percentuale sul totale delle stimolazioni mostrano, in generale, che le aree corticali dove si osserva maggiore elicitazione di errori sono: opIFG (opercolar Inferior Frontal Gyrus), vPrG (ventral Precentral Gyrus), vPoG (ventral post-central Gyrus), aSMG (anterior supra-marginal Gyrus) e aSTG (anterior Superior Temporal Gyrus).

Figura 10 Aree corticali coinvolte nell'elicitazione del maggior numero di errori di denominazione per oggetti-viventi e oggetti- non viventi

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Nello specifico, considerando i valori che vanno da <10% a ≥ 10% sul totale per classe semantica (oggetti-viventi vs. oggetti-non viventi) si osserva che: per gli oggetti-viventi le aree che hanno elicitato il maggior numero di errori sono: aSMG (0,09%) aSTG (0,11%) opIFG (0,25%) vPoG (0,18%) vPrG (0,32%) aMTG (0,05%) anG (0,07%) dPrG (0,04%) mPoG (0,04%) mPrG (0,04%) pMTG (0,04%) trIFG (0,04%). Per gli oggetti-non viventi sono: aSMG (0,09%) opIFG (1,34%) vPoG (0,74 %) vPrG (1,38%) anG (0,24%) aSTG (0,25%) mPoG (0,24%) mPrG (0,26%) mSTG (0,29%) pMFG (0,29%) pSMG (0,25%) pSTG (0,25%) trIFG (0,34%) Figura 11 Aree corticali coinvolte nell'elicitazione del maggior numero di errori di denominazione per oggetti-viventi Figura 12 Aree corticali coinvolte nell'elicitazione del maggior numero di errori di denominazione per oggetti-non viventi

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L’analisi della varianza per misure ripeture ha evidenziato che esistono delle differenze statisticamente significative tra gli errori di denominazione per oggetti-viventi ed errori di denominazione per oggetti-non viventi elicitati durante nTMS ripetitiva F (1,37) = 47.92, p<.01, np2 = .56. Nello specifico l’analisi post-hoc nei confronti semplici attraverso la correzione di Bonferroni ha messo in evidenza che sono più facilmente elicitabili gli errori di denominazione per gli oggetti- non viventi (p<.01) rispetto a quelli per gli oggetti viventi.

Non esiste una differenza statisticamente significativa per quanto riguarda le aree che hanno elicitato un numero maggiore al 5% (opIFG, vPrG, vPoG, aSMG, aSTG) di errori di denominazione per oggetti-viventi F (4,148) = 2.31, p = .06, np2 = .06. Allo stesso modo non esiste differenza statisticamente significativa tra le aree che hanno elicitato un numero maggiore al 5% (opIFG, vPrG, vPoG, aSMG) di errori di denominazione per oggetti-non viventi F (3,111) = 1.88, p = .14, np2 = .05.

È stato utilizzato, inoltre, il test ANOVA per valutare la significatività statistica dell’elicitazione di errori di denominazione per gli oggetti-viventi nelle aree corticali frontali e motorie e l’elicitazione di errori di denominazione per gli oggetti-non viventi nelle aree corticali temporoparietali posteriori. Nello specifico, dall’analisi della varianza per misure ripetute per gli errori di denominazione della categoria oggetti-viventi elicitati nelle porzioni corticali anteriori e posteriori (aSTG, dPoG, dPrG, mPoG, mPrG, opIFG, vPoG, vPrG, aMFG, aSFG, mSFG, poIMFG, poISFG, pSFG, SPL, aITG, aMTG, mMTG, mSTG, pITG, pMTG, pSMG, pSTG) si evidenzia una differenza statisticamente significativa per le aree frontali e motorie nell’elicitazione di errori per oggetti-viventi rispetto alle aree temporoparietali posteriori F (1,37) = 16.59, p<.01, np2 = .31.

Per contro, dall’analisi della varianza per misure ripetute per gli errori di denominazione della categoria oggetti-non viventi elicitati nelle porzioni corticali anteriori e posteriori (aSTG, dPoG, dPrG, mPoG, mPrG, opIFG, vPoG, vPrG, aMFG, aSFG, mSFG, poIMFG, poISFG, pSFG, SPL,

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aITG, aMTG, mMTG, mSTG, pITG, pMTG, pSMG, pSTG) si evidenzia una differenza statisticamente significativa per le aree temporoparietali posteriori nell’elicitazione di errori di denominazione di oggetti-non viventi rispetto alle aree frontali e motorie F (1,37) = 39.83, p<.01, np2 = .52.

Figura 13 Aree frontali coinvolte nell'elicitazione di errori di denominazione per oggetti-viventi (in rosa) vs. aree temporo- parietali posteriori coinvolte nell'elicitazione di errori di denominazione per oggetti-non viventi (in verde).

Assessment neuropsicologico pre e post-operatorio

L’ANOVA per i punteggi ottenuti dai pazienti ai test neuropsicologici somministrati

preoperatoriamente e ad 1 mese postoperatorio non ha evidenziato delle differenze statisticamente significative.

Tabella 2 Test neuropsicologici somministrati ai pazienti pre e post-operatorio

Statistiche per campioni appaiati

Media Deviazione std. Coppia 1 MMSE 23,967 4,90 MMSE 21,656 4,68 Coppia 2 STROOP 1 67,17 31,07 STROOP 1 91,33 45,50 Coppia 3 STROOP 2 132,67 96,31

50 STROOP 2 154,17 107,88 Coppia 4 STROOP 3 237,17 142,97 STROOP 3 302,17 208,48

Coppia 5 LISTA PAROLE 21,44 8,00

LISTA PAROLE 21,11 9,36

Coppia 6 MEMORIA PROSA 12,22 6,02

MEMORIA PROSA 11,78 6,32

Coppia 7 COPIA FIG.COMPL RAY 8,38 7,01 COPIA FIG.COMPL RAY 5,00 7,15

Coppia 8 ORIENTAM. LINEE 13,67 6,18

ORIENTAM. LINEE 9,33 5,02

Coppia 9 DENOMINAZIONE 9,56 1,33

DENOMINAZIONE 8,11 2,47

Coppia 10 FLUENZA SEMANTICA 11,22 3,15

FLUENZA SEMANTICA 10,89 5,11

Coppia 11 SPAN CIFRE 8,89 2,47

SPAN CIFRE 8,78 3,11 Coppia 12 ASSOCIAZIONE SIMBOLI/NUMERI 22,22 12,26 ASSOCIAZ. SIMBOLI/NUMERI 14,11 12,58

Coppia 13 RIEV. PAROLE 3,00 2,35

RIEV. PAROLE 3,22 3,15

Coppia 14 RICON. PAROLE 17,78 2,39

RICON. PAROLE 15,78 5,38

Coppia 15 RIEVOCAZ. PROSA 6,33 3,91

RIEVOCAZ. 4,89 3,10 Coppia 16 RIEVOCAZ.FIGURA DI REY 6,50 7,01 RIEVOCAZ.FIGURA DI REY 3,13 6,27

Coppia 17 DEUX BARRAGE 12,33 1,53

DEUX BARRAGE 11,33 3,06

Coppia 18 FAB 11,33 4,55

FAB 9,83 4,58

Tabella 3 Scale WAB somministrate ai pazienti pre e post-operatorio

Statistiche per campioni appaiati

Media Deviazione std.

51 spontaneousPOST 11,75 6,82

Coppia 2 auditory verbal comprehension 6,86 3,12

auditoryPOST 6,71 2,59

Coppia 3 Repetition 8,07 3,44

repetitionPOST 6,05 4,39

Coppia 4 naming and word finding 6,73 3,36

namingPOST 4,65 4,39

Coppia 5 aphasia quotient 73,08 32,01

aphasiaPOST 58,31 33,84

Discussione

Sin dal primo stusio condotto da Warrington and Shallice (1984) su solo 4 pazienti si è dimostrato che il deficit di denominazione può interessare specifiche categorie semantiche come poi è stato largamente dimostrato (Critchley, 1965; Geschwind and Fusillo, 1966; Lucchelli and De Renzi, 1992; Oxbury et al., 1969; Papagno and Capitani, 1998; Semenza and Zettin, 1988; Shallice and Kartsounis, 1993). Una delle dissociazioni per categorie semantiche da sempre più descritta è quella tra oggetti-viventi e oggetti-non viventi (Damasio, 1990; Hillis and Caramazza, 1991; Lucchelli and De Renzi, 1992; Sartori et al., 1993; Silveri and Gainotti, 1988; Warrington and McCarthy, 1994; Warrington and Shallice, 1984). Molti di questi studi sono dei single case report con pazienti affetti da differenti lesioni di diverse estensioni.

Molti studi condotti tramite PET e fMRI hanno, inoltre, dimostrato che esistono delle disscociazioni semantiche con rispettivo coinvolgimento di network corticali specifici per la denominazione di persone, animali e artefatti (Chao and Martin, 2000; Chao et al., 2002; Okada et al., 2000; Whatmough et al., 2002). Per contro, molti altri autori hanno evidenziato le incongruenze di questi lavori scientifici sulle dissociazioni semantiche rispetto ai pattern neuronali coinvolti, agli stimoli cognitivi utilizzati, alla consegna del compito, al baseline condotto ed alla frequente inappropriata associazione tra il recupero delle conoscenze semantiche ed il recupero delle conoscenze lessicali (Devlin et al., 2002; Joseph, 2001; Caramazza, 1996). In genereale, dunque, quello che emerge

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dalla letteratura scientifica è che esiste una specializzazione di circuiti neuronali segregati per differenti conoscenze semantiche legate a entità concrete ma che molto ancora è rimasto da approfondire. Recentemente Damasio e collaboratori (Damasio et al., 1996), attraverso una lunga serie di studi condotti, hanno affermato che il corretto recupero del nome di entità concrete appartenenti a diverse categorie concettuali e semantiche dipende dal corretto funzionamento ed integrità di aree corticali e regioni anatomiche separate. Egli, infatti, sostiene che non può esistere un unico sistema semantico preposto al recupero del nome di tutte le entità appartenenti a tutte le categorie, ma esistono diversi sistemi per diverse categorie che coinvolgono diverse aree corticali, nello specifico, la parte anteriore del lobo temporale di sinistra sembrerebbe coinvolta nel recupero del nome di persone conosciute, la parte inferiore del giro medio del lobo temporale sinistro per il recupero del nome degli oggetti-viventi e la parte posteriore del lobo temporale sinistro e la parte inferiore del lobo parietale sinistro per il recupero del nome di oggetti-non viventi (Damasio et al., 2004). Gli studi successivi condotti con diversi metodi di brain imaging sottolineano, però, una significativa variabilità nell’organizzazione dei network per classi semantiche tra soggetti normali e tra pazienti; il dato d’accordo che emerge riguarda il coinvolgimento della parte posteriore del giro medio temporale sinistro per la denominazione di oggetti-non viventi (Martin, 1996; Damasio et al., 1996; Moore and Price, 1999; Perani et al., 1995; Okada et al., 2000). L’attuale filone di ricerca che segue la teoria “dell’embodied semantics” (Buccino et al., 2016) sostiene che la comprensione di parole o frasi che indicano azioni o movimento e la denominazione di oggetti-viventi in grado di compiere movimenti attivano i circuiti neuronali richiesti per l’esecuzione dei movimenti stessi suggerendo un ruolo decisivo per i processi semantici svolto anche dal aIFG e rafforzando il legame tra corteccia motoria e linguaggio e movimento e linguaggio (Mahon BZ, Caramazza A, 2008). Ciò sta a significare che le conoscenze rispetto agli oggetti- viventi e non viventi sono anatomicamente segregati in dei moduli indipendenti che durante lo sviluppo filogenetico ed ontogenetico si

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differenziano attraverso le modalità motorie e sensoriali che di volta in volta servono per apprendere il significato di un oggetto sia esso vivente o non vivente che viene codificato in regioni corticali separate (teoria sensori-funzionale) (Warrington and Shallice, 1984).

In altre parole, tutto ciò che è vivente verebbe elaborato e memorizzato attraverso una modalità che è prevalentemente motoria, dunque coinvolgerebbe di più aree motorie e frontali, tutto ciò che è non vivente verebbe elaborato e memorizzato attraverso modalità prevalentemente sensoriali dunque coinvolgerebbe di più aree temporali e parietali.

Per la prima volta, in questo studio la stimolazione magnetica transcranica navigata (nTMS) è stata utilizzata per descrivere attraverso mapping preoparatorio di pazienti affetti da tumori dell’emisfero sinistro localizzato in aree eloquenti per il linguaggio le aree corticali specifiche per la denominazione di oggetti-viventi e oggetti-non viventi.

L’ipotesi di ricerca è che le aree frontali e motorie siano maggiormente coinvolte nella denominazione di oggetti-viventi, in quanto, la modalità di apprendimento e riconoscimento è prevalentemente motoria (teoria sensori-funzionale) (Warrington and Shallice, 1984) ed “embodied semantic” (Buccino et al., 2016) e che le aree posterolaterali della corteccia temporoparietale dell’emisfero sinistro siano maggiormente coinvolte nella denominazione di oggetti-non viventi, come già dimostrato precedentemente (Giussani et al., 2011), aspettandoci dunque una dissociazione tra aree corticali anteriori e motorie e quelle posteriori e temporali.

I risultati evidenziano che l’ANOVA per gli errori di denominazione della categoria oggetti-viventi elicitati nelle porzioni corticali anteriori e posteriori (aSTG, dPoG, dPrG, mPoG, mPrG, opIFG, vPoG, vPrG, aMFG, aSFG, mSFG, poIMFG, poISFG, pSFG, SPL, aITG, aMTG, mMTG, mSTG, pITG, pMTG, pSMG, pSTG) mostra una differenza statisticamente significativa per le aree frontali e motorie nell’elicitazione di errori per oggetti-viventi rispetto alle aree temporoparietali posteriori F (1,37) = 16.59, p<.01, np2 = .31.

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Per contro, l’ANOVA per gli errori di denominazione della categoria oggetti-non viventi elicitati nelle porzioni corticali anteriori e posteriori (aSTG, dPoG, dPrG, mPoG, mPrG, opIFG, vPoG, vPrG, aMFG, aSFG, mSFG, poIMFG, poISFG, pSFG, SPL, aITG, aMTG, mMTG, mSTG, pITG, pMTG, pSMG, pSTG) mostra una differenza statisticamente significativa per le aree temporoparietali posteriori nell’elicitazione di errori di denominazione di oggetti-non viventi rispetto alle aree frontali e motorie F (1,37) = 39.83, p<.01, np2 = .52.

Parallelemente, i risultati del mapping tramite nTMS ripetuta sono stati analizzati e utilizzati con l’obiettivo clinico (Krieg., 2013) di prevenire deficit linguistici postoperatori attraverso il loro trasferimento in sala operatoria tramite sistema di neuronavigazione. A tal proposito, dall’analisi degli errori linguistici distinti in errori di Performance, Semantici e Fonologici l’analisi ANOVA ha messo in evidenza che esiste una differenza statisticamente significativa tra le porzioni corticali considerate (opIFG, vPrG, vPoG, aSMG) nell’elicitazione degli errori di tipo semantico F (3,111) = 3.52, p = .02, np2 = .09. Nello specifico, è statisticamente significativo che la stimolazione ripetuta dell’area vPrG eliciti maggiori errori di tipo semantico rispetto all’area aSMG (p=.04) e rispetto all’area vPoG (p=.03).

In linea con i più recenti dati di letteratura scientifica, i risultati confermano l’ipotesi di ricerca e suggeriscono una segregazione funzionale delle aree corticali nell’elaborazione degli aspetti semantici relativi a diverse entità concrete. Nello specifico, rispetto alle categorie di oggetti-viventi e oggetti-non viventi, prese in considerazione in questo studio, le aree frontali e soprattutto motorie sembrerebbero essere maggiormente coinvolte nell’elaborazione di aspetti semantici degli oggetti- viventi, per contro, le aree temporali posteriori e parietali inferiori sembrerebbero essere maggiormente coinvolte nell’elaborazione di aspetti semantici degli oggetti-non viventi.

Per la prima volta lo studio di aspetti semantici del linguaggio è stato condotto tramite nTMS ripetitiva coinvolgendo pazienti affetti da tumore cerebrale. Ciò suggerisce che la nTMS in ambito

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neurochirurgico oltre che per obiettivi clinici può essere utilizzata per obiettivi conoscitivi nell’ambito delle neuroscienze cognitive.

I risultati di questo studio rappresentano un punto di partenza per lo studio delle funzioni linguistiche e cognitive in pazienti neurochirurgici tramite nTMS, molti altri studi saranno necessari in futuro.

Conclusioni

Il linguaggio rappresenta la funzione cognitiva più complessa ed affascinante che conosciamo; ci permette più di ogni altro strumento di relazionarci con il mondo e con gli altri esseri umani. Gli studi neuroscientifici sul linguaggio sono moltissimi ma ancora molto altro si dovrà fare. Esso si compone di molti aspetti: semantici, fonologici, pragmatici, prosodici, ecc. tutti questi aspetti vanno approfonditi uno ad uno tramite differenti metodi di studio cercando di ovviare all’errore di ridurne la complessità. In ambito neurochirurgico negli ultimi decenni si fa strada sempre di più la necessità di tutelare e preservare questa nobile funzione cognitiva affinando gli strumenti di mapping

preoperatorio ed intraoperatorio. La nTMS rappresenta uno di questi. In questo studio, per la prima volta, abbiamo tramite nTMS studiato degli aspetti semantici del linguaggio ed i risultati

suggeriscono, in linea con la letteratura scientifica e con l’ipotesi di ricerca, che diversi sono i network cortcali preposti all’elaborazione di differenti aspetti semantici. Per la prima volta, inoltre, è stato suggerito un ruolo prevalente della corteccia motoria e frontale nell’elaborazione di aspetti semantici relativi ad oggetti-viventi.

Limiti dello studio

I limiti di questo studio rigurdano principalmente l’assenza di condizioni di controllo durante la nTMS ripetitiva. Ulteriori studi saranno necessari.

56 CONCLUSIONI

Per molti anni abbiamo ritenuto che il cervello avesse aree anatomiche rigidamente deputate ad alcune funzioni motorie, sensitive, visive, del linguaggio (Broca e Wernicke) ecc.

Questa visione topografica o di localizzazione è stata rivoluzionata in favore di una visione di un cervello organizzato come una rete complessa e dinamica. In questa nuova filosofia, una lesione non interessa solo la regione anatomica coinvolta ma influenza la rete delle aggregazioni dei neuroni e della loro variabile ed individuale connettività.

Le funzioni neurocognitive superiori, come il linguaggio, sono il frutto di una differente connettività di aree nel singolo individuo capaci di modificare dinamicamente le loro interconnessioni in condizioni normali, in rapporto a stimoli, e patologiche.

Questo approccio integrato per topografia (studio di epicentri funzionali corticali) ed odologia (studio della connettività fra le aree) è stato di recente sintetizzato nel nuovo concetto di odotopia. Questa complessa e variabile organizzazione anatomo-funzionale porta a conoscere un’altra straordinaria capacità del cervello, la plasticità, cioè la sua continua riorganizzazione nel tempo per adattarsi a modificazioni fisiologiche e patologiche sia a breve sia a lungo termine.

Il linguaggio è sostenuto da una rete di neuroni connessi da fasci cortico-corticali e parallele vie cortico-sottocorticali. Il linguaggio, inoltre, può essere suddiviso in sottocomponenti altrettanto complesse. Utilizzando moderne tecniche come la Stimolazione Magnetica Transcranica navigata (nTMS) è possibile studiarne questi vari aspetti ed incrementare le conoscenze nell’ambito delle neuroscienze cognitive.

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