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Se da una parte Internet rappresenta una risorsa preziosa per il governo, dall’altra costituisce una potenziale minaccia alla sua stabilità, tanto da rendere necessarie non solo l’implementazione di un pacchetto normativo ad hoc, ma anche l’istituzione di specifici organi e sistemi di controllo del flusso informativo che circola in rete.

Le autorità centrali cinesi sono riuscite a realizzare una sorta di Internet nazionale, analoga al resto della rete, ma separata da essa, all’interno della quale gli utenti si muovono sotto lo sguardo vigile dei censori che, sotto le direttive del Partito, valutano i temi e gli argomenti di cui è lecito discutere e quali applicazioni o social media si attengono alle regole133

.

“Sovranità della rete” (wangluo zhuquan 网络主权) è la parola d’ordine alla base delle politiche di Internet governance della leadership cinese e si traduce a livello pragmatico

126 Luisa BERGONZONI; Francesco DALLA LIBERA, “Sviluppi dell’e-commerce in Cina”, Università Ca’ Foscari

Venezia, Dipartimento di Informatica (articolo in linea). URL:

http://www.unive.it/media/allegato/dipartimenti/informatica/Ricerca/RapportiTecnici/CS-2005-4.pdf (consultato il 23/06/2016).

127 Zixue TAI, The Internet in China..., cit., p. 138; Marcello MORELLI, Internet: l’impresa in rete. Il marketing, le vendite, la pubblicità e la comunicazione d’impresa nella realtà della rete globale, Milano, Franco Angeli, 1998, pp. 93-94.

128

Luisa BERGONZONI; Francesco DALLA LIBERA, “Sviluppi dell’e-commerce...”, cit., p. 2. 129

Zixue TAI, The Internet in China..., cit., p. 138.

130 Luisa BERGONZONI; Francesco DALLA LIBERA, “Sviluppi dell’e-commerce...”, cit., p. 3. 131 Zixue TAI, The Internet in China..., cit., p. 138.

132

Ibidem.

133 Cecilia ATTANASIO GHEZZI, “Internet in Cina, così il governo controlla e censura. Viaggio nel web di Stato cinese, tra grandi fratelli, protezionismo, e qualcuno che non ne può più”, China Files (articolo in linea). URL:

http://www.linkiesta.it/it/article/2015/03/02/internet-in-cina-cosi-il-governo-controlla-e-censura/24894

sia nella costruzione di una “moderna muraglia digitale”, nota anche come Great Firewall of China, sia nella creazione di due nuovi organi per la gestione del ciberspazio134

.

Il Grande Firewall Cinese, nato nel 1996 con lo scopo di controllare e filtrare tutte le informazioni che entrano nel Paese per impedire l’ingresso di quelle ritenute più pericolose, si è evoluto nel corso degli anni in una moderna e solida infrastruttura capace di bloccare parole chiave, pagine e interi domini web135.

La creazione del Gruppo Dirigente Centrale per il Ciberspazio, presieduto da Xi Jinping, e dell’Ufficio di Informazione per l’Internet dello Stato, diretto da Lu Wei, risponde alla volontà dell’attuale Presidente cinese di centralizzare ulteriormente il controllo sulla rete globale. Il Gruppo Dirigente Centrale per il Ciberspazio si occupa della sovrintendenza e dell’avanzamento delle strategie nazionali, dei piani di sviluppo e delle politiche più rilevanti, mentre l’Ufficio di Informazione per l’Internet dello Stato ha il compito di trasformarli in legge e di imporne l’applicazione136

.

Tali organi di censura operano in stretta collaborazione con quelli che Tanina Zappone definisce i “cinque pilastri della propaganda online” 137

al fine di creare uno spazio virtuale “purificato” 138

, in cui siano messi al bando contenuti offensivi, moralmente deprecabili o politicamente sensibili.

Da giugno 2014 i controlli sui media e sui social sono diventati più frequenti ed efficaci, tanto da portare al blocco di Google e Gmail da un lato, e a ripetuti attacchi contro Yahoo, Google, Microsoft e Apple dall’altro139

.

Da gennaio 2015 il governo ha colpito i servizi che reindirizzano il traffico Internet fuori dal Grande Firewall bloccando i VPN stranieri e obbligando così gli internauti cinesi ad affidarsi ai servizi offerti dalle aziende nazionali140.

Il governo ha inoltre avanzato un progetto di legge che impone alle aziende IT operanti in Cina non solo di conservare i dati degli utenti in server ubicati entro i confini nazionali, ma anche di garantire al governo l’accesso ai codici sorgente dei loro software. Accedere al codice sorgente di un software significa avere la possibilità di accedere alle sue

134 Ibidem. 135

Ibidem. 136 Ibidem.

137 Si tratta del Renmin ribao, del China Daily (Zhongguo ribao 中国日报), dell’agenzia di stampa Xinhua, del China Internet Information Center (Zhongguo hulianwang xinwen zhongxin 中国互联网新闻中心) e della China Radio International (Zhongguo guoji guangbo diantai 中国国际广播电台).

138

Tanina ZAPPONE, “La comunicazione del governo della Repubblica Popolare cinese sul web 2.0: un approccio duale”, in E. Lupano (a cura di), La Cina dei media: analisi, riflessioni, prospettive, Milano, Unicopli (in stampa), p. 2.

139 Cecilia ATTANASIO GHEZZI, “Internet in Cina...”, cit. 140

backdoor, che permettono di bypassare le normali procedure di sicurezza attivate da un computer o da un sistema informatico e venire così in possesso di dati riservati141

.

Sebbene il web sia visto ancora con sospetto dalle autorità governative, la leadership del Presidente Xi Jinping ne considera anche un altro aspetto fondamentale, ossia quello di “arena pubblica”, dove i quadri di Partito e i maggiori esponenti politici sono chiamati a sfoderare la propria arguzia e abilità oratoria per conquistare il consenso142 di un popolo certo più smaliziato, autonomo, consapevole e aperto che in passato.

A far sentire la propria voce in questa grande arena digitale, che conta oltre 721 milioni di utenti143, sono anche i comuni cittadini, che vedono qui ampliati i propri margini di libertà rispetto a quelli di cui effettivamente godono nel mondo reale. Internet favorisce infatti lo sviluppo di nuove modalità di interazione e di aggregazione sociale, promuove il dialogo e il confronto, stimola un maggiore senso critico e civico, seppure nella continua alternanza tra controllo politico e sua opposizione.

Come osserva David Kurt Herold, il concetto bachtiniano di “carnevale” può rivelarsi utile per spiegare non solo le caratteristiche e le dinamiche che contraddistinguono il ciberspazio cinese, ma anche la relazione che sussiste tra il mondo virtuale online e la realtà socio-politica offline144

.

Nell’ottica del filosofo russo Mikhail Bachtin, il carnevale rappresenta un momento di temporanea sospensione delle rigide regole che disciplinano il mondo reale e di provvisoria abolizione del dogmatismo, dei pregiudizi, dei tabù, delle gerarchie e delle diseguaglianze sociali, che condizionano il pensiero del singolo, limitandolo, e allontanano le persone erigendo tra loro barriere invalicabili. Carnevale significa anche fuga dai vincoli della normalità verso una realtà più viva, caotica, vibrante ed eclettica, dove il singolo può esprimere il proprio punto di vista su svariati argomenti con i quali di solito ha scarsa familiarità, può conoscere persone, culture e luoghi diversi, può interagire con maggiore libertà all’interno di uno spazio avvertito come più democratico ed egualitario145.

141

Ibidem.

142 Tanina ZAPPONE, “La comunicazione del governo...”, cit., pp. 5-6.

143 Il dato esatto equivale a 721.434.547. “Internet Users by Country (2016)”, Internet Live Stats (articolo in linea). URL: http://www.internetlivestats.com/internet-users-by-country/ (consultato il 13/07/2016).

144 David Kurt HEROLD, “Introduction. Noise, Spectacle, Politics: Carnival in Chinese Cyberspace”, in D. K. Herold; P. Marolt (a cura di), Online Society in China. Creating, Celebrating, and Instrumentalising the Online Carnival, London/New York, Routledge, 2011, p. 13.

145 Ivi, p. 11; Gabriella GIUDICI, “Michail Bachtin, il carnevale”, Gabriella Giudici, Une école où la vie s’ennuie n’enseigne que la barbarie (articolo in linea). URL: http://gabriellagiudici.it/michail-bachtin-il-carnevale/

Come sottolinea ancora una volta Herold, nella dimensione carnevalesca bachtiniana è possibile rintracciare alcune chiare analogie con lo spazio virtuale rappresentato da Internet. Come già detto in precedenza, gli utenti della rete godono di un maggior grado di libertà e le autorità sembrano più propense a tollerare le provocazioni e le critiche espresse sul web, malgrado le ripercussioni che queste possono avere sul contesto reale146. Nel mondo online attore e spettatore, emittente e ricevente non sono separati da una netta linea di demarcazione, ma piuttosto convergono nella figura ibrida del prosumer147. Ogni utente partecipa attivamente alla vita online stando alle sue leggi, che risultano certo meno ferree e restrittive di quelle vigenti nella società offline. Come asserisce Bachtin: “In carnival everyone is an active participant, everyone communes in the carnival acts. [...] its participants live in it, they live by its laws as long as those laws are in effect148

”.

Internet è uno spazio mai uguale a se stesso ma in costante divenire, dove una moltitudine di voci e di coscienze indipendenti, interagiscono fra loro senza che nessuna prenda il sopravvento sulle altre, ma contribuendo ciascuna ad arricchire l’orizzonte dell’altra. Il dialogo e l’interazione sono favoriti sia dalla sospensione delle consuete strutture gerarchiche e dei vincoli che esse impongono nel mondo reale sia dall’anonimato che la rete può garantire, nonostante i provvedimenti presi dal governo in tal senso.

Consapevoli di muoversi all’interno di quella che i commentatori stranieri definiscono una “gabbia d’oro”149

, i milioni di utenti cinesi che navigano sul web hanno escogitato validi espedienti per eludere le barriere della censura governativa. Fra questi ricordiamo la parodia, l’ironia, l’umorismo, l’iperbole, la satira, la critica implicita o un esplicito ma cauto criticismo, alcuni dei quali vengono impiegati nella dimensione carnevalesca bachtiniana per scardinare le consolidate gerarchie di potere e la vincolante rigidità della vita reale150.

146 Ivi, p. 12.

147 Espressione nata dalla crasi dei due termini producer e consumer, è stata coniata da Alvin Toffler nel 1980 per descrivere la partecipazione attiva del consumatore nel processo di ideazione e di produzione del prodotto industriale, in un’era in cui la dicotomia tra le due figure di produttore e consumatore si assottiglia fino a dissolversi. Con l’avvento del Web 2.0 questo termine amplia il suo spettro semantico passando a indicare anche il coinvolgimento e la collaborazione degli utenti connessi alla rete per creare, condividere, diffondere e utilizzare prodotti e contenuti multimediali sfruttando le infinite possibilità di Internet e dei social media. Tanina ZAPPONE, “La comunicazione del governo...”, cit., p. 2; Giampaolo FABRIS, “Customer Knowledge Marketing”, Consumatori, diritti e mercato, 1, 2008, pp. 91-98.

148 Mikhail BAKHTIN, Problems of Dostoevsky’s Poetics, Minneapolis/Londra, University of Minnesota Press, 1984 (ed. or. Problemy poetiki Dostoevskogo, 1963), p. 122.

149 Cecilia ATTANASIO GHEZZI, “Internet in Cina...”, cit.

150 David Kurt HEROLD, “Introduction. Noise, Spectacle...”, cit., p. 12; Peter MAROLT, “Grassroots Agency in a Civil Sphere? Rethinking Internet Control in China”, in D. K. Herold; P. Marolt (a cura di), Online Society in China..., cit., pp. 54-55.