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Percezione del volto e ciclo mestruale

5. Volti, aspetto fisico e attrazione: che cosa ci dice la letteratura

5.2. Percezione del volto e ciclo mestruale

Ormai numerosi studi suggeriscono che, osservando volti maschili, le preferenze espresse dalle donne variano a seconda della fase del ciclo mestruale nella quale si trovano: al picco della fertilità le donne tendono a preferire volti ancor più mascolini (Frost, 1994; Penton-Voak et al., 1999; Penton-Voak and Perrett, 2000; Johnston et al., 2001). Altri studi indicano che nel periodo più fertile di una donna anche altri tratti maschili vengono particolarmente preferiti se più mascolini, come, ad esempio, il timbro della voce (Puts, 2005; Feinberg et al., 2006), il comportamento dominante (Gangestad et al., 2004), l’odore dell’uomo dominante (Havlicek et al., 2005) e la forma del corpo maschile (Little et al., 2007).

Anche Little e Jones (2011) hanno condotto uno studio sulle preferenze per i volti maschili in relazione al ciclo mestruale trovando che le donne prediligono, al picco della loro fertilità, le facce degli uomini più mascolini. Altro parametro studiato è stato la simmetria del volto, anch’essa maggiormente ricercata nel volto di un uomo nella fase più fertile del ciclo mestruale. Inoltre, gli Autori ottengono dei risultati che mostrano come la preferenza per volti più mascolini e simmetrici nella fase di maggior fertilità sia correlata con la scelta di un ipotetico partner occasionale. I dati suggeriscono, cioè, che al picco della loro fertilità le donne antepongano gli aspetti genetici (che sottostanno alla presenza di certi tratti), così da trasmettere i migliori geni possibili ai propri figli, dando meno importanza all’investimento genitoriale. Si sceglie pertanto un maschio apparentemente sano e con i tratti del “capobranco” a discapito di un buon compagno.

Altri studi, infatti, non riportano cambiamenti nelle preferenze dei volti in relazione al ciclo mestruale (Oinonen & Mamanian, 2007; Peters et al., 2009; Harris, 2011; Roney et al., 2011), ma perché probabilmente l’attrattiva dei volti è stata fatta valutare in modo generico. Laddove si richieda esplicitamente di valutare i volti in previsione di un compagno

fisso, piuttosto che occasionale, i dati vanno nella direzione suddetta, suggerendo che la donna scelga, appunto, un uomo con un patrimonio genetico migliore se non è interessata ad investire in un rapporto duraturo, nel qual caso sarebbe meglio far ricadere la scelta su un uomo ritenuto affidabile anche come compagno di vita (Johnston et al., 2001; Little & Jones, 2011).

Durante la fase più fertile le donne possono avere fantasie sessuali su altri uomini rispetto al loro partner (Gangestad et al., 2002) ed essere meno impegnate nei loro confronti (Jones et al., 2005), esse potrebbero, cioè, massimizzare le loro opportunità di accoppiarsi con maschi scelti al di fuori della coppia. Le donne, infatti, sono maggiormente portate a fantasticare su altri uomini se il loro attuale partner non è fisicamente molto attraente (Haselton & Gangestad, 2006) o è più asimmetrico (Gangestad et al., 2005). Questo, ancora una volta, per motivi filogenetici: la donna è spinta a ricercare un uomo con i migliori geni possibili, un’alta dominanza ed un sistema immunitario forte, così da trasmettere il meglio alla propria prole (Penton-Voak & Perrett, 2000).

Vi sono anche altre variabili nel contesto della relazione di cui tenere di conto per spiegare eventuali cambiamenti o meno nelle preferenze del tipo di uomo a seconda della fase del ciclo mestruale, quali, ad esempio, i livelli di estrogeni nella donna, il loro sentirsi più o meno attraenti così come l’attrattiva del proprio partner e la soddisfazione generale della relazione (Gangestad et al., 2005; Feinberg et al., 2006; Haselton & Gangestad, 2006).

Indagando sull’influenza di alcuni fattori sulla prima impressione che ci può dare un volto, Macapagal et al. (2011) hanno trovato che osservatori maschi con alti punteggi di mascolinità nell’Hypermasculinity Inventory (HI; Mosher & Sirkin, 1984) trovano più attraenti ed affidabili i volti maschili rispetto alle osservatrici femmine con alti punteggi di femminilità nell’Hyperfemininity Scale (HS; Murnen & Byrne, 1991). Inoltre, lo studio di Macapagal et al. (2011) mette in luce anche come gli osservatori maschi

ritengano i volti di altri uomini più aggressivi di quanto non facciano le osservatrici femmine, questo in accordo con un’ottica evoluzionista per cui un uomo tende a vedere in un altro maschio un ipotetico avversario, mentre una donna vede in lui un ipotetico partner sessuale. Da questo studio emerge, pertanto, che il grado d’identificazione nel ruolo di genere ed il sesso dell’osservatore interagiscono con le caratteristiche del volto osservato nel portare alla formulazione di un giudizio, secondo quelli che sono fattori culturali ed evolutivi.

Così com’è stato indagato per i volti, Little et al. (2007) in un loro studio hanno esplorato le preferenze per i corpi maschili attraverso le diverse fasi del ciclo mestruale, trovando che anch’esse cambiano proprio come per i volti. Un corpo ha tanto più una forma mascolina quanto più il rapporto tra petto e vita è a favore del primo e quanto più il rapporto tra fianchi e vita è a favore della seconda. I risultati dello studio di Little et al. (2007) suggeriscono che: 1) al picco della loro fertilità le donne preferiscono corpi maschili più mascolini, soprattutto per un compagno occasionale; 2) le donne che fanno uso di contraccettivi non riportano tale cambiamento di preferenze durante le varie fasi del loro ciclo mestruale; 3) le donne che si ritengono più attraenti ricercano a loro volta uomini dal corpo più mascolino e attraente; 4) nel complesso, le donne preferiscono i corpi maschili dalla forma più mascolina. Questi risultati sono in linea con quanto affermano anche altri studi sull’effetto del ciclo mestruale sulle preferenze dei volti (Frost, 1994; Penton-Voak et al., 1999; Penton-Voak & Perrett, 2000; Johnston et al., 2001) e dell’altezza (Pawlowski & Jasienska, 2005), mettendo in luce stavolta la forma del corpo. Ancora una volta i tratti più mascolini, mediati dai livelli di testosterone nell’organismo (Rebuffescrive, 1987), rendono il corpo più attraente e garante di buona salute, portatore di un buon patrimonio genetico, e tale corpo appare migliore agli occhi di una donna, soprattutto se in previsione di un compagno occasionale piuttosto che per una relazione stabile (Booth & Dabbs, 1993; Gangestad & Simpson, 2000;

Burnham et al., 2003).

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