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Perdita dei sinonimi meno comun

11. Caratteri e fenomeni del lessico del latino volgare

11.1. Perdita dei sinonimi meno comun

La ricchezza sinonimica che contraddistingue il latino classico si riduce sensibilmente nel latino volgare, come sempre avviene nella lingua parlata rispetto alla lingua scritta. Di una coppia di sinonimi o quasi sinonimi resta in circolazione solo quello più comune: quando due parole del latino classico hanno lo stesso significato o un significato analogo, soltanto una di esse si conserva nel latino volgare e passa all’italiano per tradizione ininterrotta; l’altra viene spesso recuperata più tardi per via libresca ed entra in italiano come prestito dotto.

ĂGER ĂGRI ‘campo’ / CĂMPUS ‘campo’ > campo

In latino i sostantivi ĂGER ĂGRI e CĂMPUS hanno entrambi il significato di ‘campo’. Tra i

due sinonimi prevale il secondo, che ha continuatori popolari in tutte le lingue neolatine (italiano campo, francese champ, spagnolo e portoghese campo, rumeno cîmp, câmp) e passa come prestito nel tedesco Kampf ‘battaglia’. Il latino CĂMPUS, che inizialmente significava ‘campagna, pianura’, si è in seguito specializzato nel senso di ‘campo per le esercitazioni militari’ e quindi ‘campo di battaglia’, a cui si ricollegano molte espressioni presenti in italiano, come mettere in campo, in origine ‘portare soldati in combattimento’ e poi ‘addurre’ (Ruminò pretesti da metter in campo, Manzoni, I promessi sposi, cap. II), o scendere in campo, riferito dapprima ai cavalieri che scendevano in lizza per affrontarsi in duelli, giostre o tornei, successivamente ad atleti o a squadre che scendono sul terreno di gioco per misurarsi con gli avversari e infine a personalità che entrano nell’agone politico. Dall’ambito militare il termine trasmigra dunque in quello sportivo e di lì in quello politico: campo, luogo di scontro d’armi, diventa terreno di competizione agonistica o di confronto ideologico. All’accezione guerresca si riallacciano anche i derivati verbali campare, propriamente ‘restare vivo sul campo di battaglia’, e scampare, letteralmente ‘uscire vivo dal campo di battaglia’ (Nocentini 2010, s.v. campo). Il latino

ĂGER, bandito dall’uso,viene ripreso per via dotta: ĂGRU(M) dà origine al latinismo agro

‘campagna intorno a una città’ (Agro romano) e al prefissoide agro-, che in parole composte fa riferimento ai campi (agroalimentare, agroindustria). Derivano da ĂGER ĂGRI anche il prefissoide agri- (agriturismo) e numerose voci di tradizione dotta: agrario < AGRĀRĬU(M),

AMNIS ‘fiume’ / FLŬVIUS ‘fiume’ / FLŪMEN (neutro) ‘fiume’ > fiume

Per indicare il ‘fiume’ il latino possedeva tre vocaboli: AMNIS, FLŬVIUS, FLŪMEN. Il

primo si riferiva a un corso d’acqua importante che sfocia nel mare, il secondo a un corso d’acqua geograficamente determinato, il terzo a un corso d’acqua in movimento. Il latino AMNIS scompare senza lasciare traccia se non in alcuni toponimi: Teramo e

Terni derivano da INTERAMNA ‘tra (INTER) i fiumi (AMNES)’. Anche FLŬVIUS non riesce a sopravvivere se non nell’aggettivo di relazione di trafila dotta fluviale, tratto dal latino

FLUVIĀLE(M). Della triade rimane in vita soltanto FLŪMEN, che come FLŬVIUS deriva dal

verbo FLUĔRE ‘scorrere’ e che continua in italiano nell’esito popolare fiume.

ASTRUM ‘stella’ / SĪDUSSĪDERIS (neutro) ‘stella’ / STĒLLA ‘stella’ > stella

Il latino aveva tre parole che significavano ‘stella’: ASTRUM, SĪDUS SĪDERIS (neutro) e STĒLLA. Dei tre sinonimi si conserva soltanto l’ultimo, che dà l’italiano stella e ha una

diffusione panromanza (francese étoile, spagnolo e portoghese estrella, rumeno stea). Gli altri due sinonimi escono di scena e penetreranno in italiano per trasmissione dotta: il latino ASTRUM, dal greco ástron ‘astro, stella’, dà luogo al latinismo astro, usato da Dante nella Commedia in senso metaforico (un astro / de la costellazion, un’anima del gruppo di anime, Paradiso, XV 20-21); il latino SĪDŬS SĪDERIS, che significava anche ‘clima, stagione’ e specialmente ‘clima invernale’, origina nella lingua antica il cultismo sido ‘freddo intenso’, da mettere in relazione con il verbo assiderare (< *ASSIDERĀRE) ‘gelare’98. Altri derivati del latino SĪDŬS SĪDERIS sono all’origine di

diverse voci dotte: gli aggettivi di relazione siderale (<SIDERĀLEM) e sidereo (<SIDĔREUM) ‘che riguarda le stelle’, il primo di uso più comune anche nel senso di

‘gelido, glaciale’ (una temperatura, un freddo siderale) e in quello di ‘enorme, abissale’ (una distanza, una differenza siderale); i verbi considerare (< CONSIDERĀRE), propriamente ‘osservare gli astri per trarne auspici’, e desiderare (< DESIDERĀRE), propriamente ‘cessare di contemplare le stelle a scopo augurale’, quindi ‘sentire la mancanza di segni astrali’ e per estensione ‘volere fortemente qualcosa che manca’.

CRŬOR CRUŌRIS ‘sangue’ / SĂNGUEN (neutro) ‘sangue’ > sangue

Il latino distingueva tra SĂNGUIS SĂNGUĬNIS ‘sangue che scorre nelle vene’ e CRŬOR CRUŌRIS ‘sangue versato dalle ferite’. Da SĂNGUEN neutro, variante di SĂNGUIS, hanno origine gli esiti popolari delle varie lingue romanze (italiano sangue, francese sang, spagnolo sangre, portoghese sangue, rumeno sînge, sânge). Da CRUŌRE(M) si ha il

latinismo cruore, attestato dal XV secolo e usato nella lingua letteraria con il significato originario: il cruore della testa recisa (D’Annunzio, Libro segreto, 1935). Alcuni derivati di CRŬOR hanno invece accesso nella lingua comune: CRŪDU(M) ‘sanguinante’,

riferito originariamente alla carne non cotta, dà per tradizione ininterrotta crudo;

CRUĔNTU(M) ‘sanguinoso’ diventa per via dotta cruento ‘che provoca spargimento di sangue’ (una battaglia cruenta).

TĔLLUSTELLŪRIS ‘terra’ / TĔRRA ‘terra’ > terra

Per indicare la ‘terra’ i Latini usavano TĔRRA, che risale alla stessa radice di TORRĒRE

‘disseccare’ e significa propriamente ‘secca, asciutta’ in contrapposizione ad ĂQUA

‘acqua’. Un sinonimo di registro più elevato, usato specialmente nel linguaggio poetico,

98 Il verbo assiderare è tuttavia suscettibile di diverse ipotesi interpretative: ‘rimanere paralizzato a causa

dell’influsso maligno degli astri’ o, con riferimento alle piante, ‘diventare secche e rigide per l’eccessiva esposizione al sole’, effetto poi esteso agli esseri umani come conseguenza del freddo troppo intenso (Nocentini 2010 s.v.).

era TĔLLUS TELLŪRIS. Tra le due voci s’impone naturalmente quella più popolare, che

presenta continuazioni di trafila ereditaria nell’intera area romanza (italiano terra, francese terre, spagnolo tierra, portoghese terra, rumeno țară). Il sinonimo letterario sopravvive soltanto in poche formazioni dotte: il latinismo arcaico tellure ‘terra, globo terrestre’ (< TELLŪREM), attestato dal XIV secolo; l’aggettivo di relazione tellurico ‘della Terra, sismico’ (scosse telluriche, movimenti tellurici), entrato in italiano nel primo Ottocento; il termine scientifico tellurio, elemento chimico isolato nel 1798 e così chiamato in contrapposizione all’uranio scoperto pochi anni prima.