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Permanenza ai foraging ground: confronto dati ambientali tra siti estivi ed invernal

Come descritto nel paragrafo 2.5, sono stati confrontati alcuni parametri ambientali presenti nell’area frequentata da una tartaruga in una data stagione con quelli che lo stesso individuo avrebbe trovato se fosse rimasto nell’altra area. Per questa analisi non è stata considerata Harmonia, che ha effettuato un movimento completamente diverso rispetto agli altri individui, né Eracleia, che è stata monitorata soltanto durante la permanenza in uno dei due foraging ground. Inoltre nell’analisi intra-individuale non è stata inclusa Isodia a causa dei pochi dati a disposizione, insufficienti per un’analisi statistica. Per evitare eventuali confusioni tra il sito di foraggiamento e il periodo in cui la tartaruga vi permane, si è scelto di riferirsi ai siti estivi come all’area T1 e ai siti invernali come alla zona T2.

 Temperatura

Generalmente le tartarughe scelgono di permanere nell’area con la temperatura più elevata (Fig.3.18 e 3.19), sia in estate che, soprattutto, durante il periodo invernale. In inverno (Fig. 3.18, 3.20), questa differenza risulta significativa per Ellenia e Kalabria (t-test per dati appaiati, P=0.015 e P=0.05, rispettivamente), ma non per Lacinia (t-test per dati appaiati, P=0.41). In estate (Fig. 3.19), Ellenia e Lacinia soggiornano in siti T1 a temperatura significativamente più elevata del sito T2 (Ellenia: t-test per dati appaiati, P=0.005; Lacinia: Wilcoxon test, P=0.012), mentre nessuna differenza è stata rilevata per Kalabria (t-test per dati appaiati, P=0.97).

0 5 10 15 20 25 30

Ellenia Lacinia Kalabria

T e m pera tura C) Tartarughe

Temperatura inverno T2 reale

T1 fittizio

** N.S.

*

*

Figura 3.18: Temperature medie (± SEM) del periodo invernale nei siti reali (T2) e fittizi (T1) per le

58

Nel caso di Ellenia si rileva che sceglie l’area in cui la temperatura è superiore rispetto all’altro sito in quasi tutti i mesi, sia nel periodo invernale (Fig. 3.20) che estivo. D’inverno la tartaruga sceglie il sito T2, la cui temperatura media è di 16.9 °C, di circa 1.3 °C superiore rispetto al sito T1 (Fig.3.20); mentre nel periodo estivo la differenza media tra i due siti è di 1.2 °C (t-test per dati appaiati, P=0.005). Lo stesso accade per Lacinia in estate (Fig. 3.21). 0 5 10 15 20 25 30

Ellenia Lacinia Kalabria

T e m pera tura ( °C) Tartarughe

Temperatura estate T1 reale

T2 fittizio 0 5 10 15 20 25 30 35 11/11 12/11 01/12 02/12 03/12 11/12 12/12 01/13 02/13 03/13 12/13 T e m pera tura ( °C) Mese/Anno

Temperatura inverno sito T2-T1 T2 reale

T1 fittizio

Figura 3.20: Confronto tra le temperature medie mensili (±DS) del sito T2 e T1 nel periodo invernale

per Ellenia. Per ogni mese è riportata la temperatura nel sito T2, in cui la tartaruga era realmente presente, e nel sito T1.

Figura 3.19: Temperature medie (± SEM) del periodo estivo nei siti reali (T1) e fittizi (T2) per le tre

tartarughe.

59

Dall’analisi di Kalabria, invece, è emerso che non c’è una differenza significativa di temperatura in estate (t-test per dati appaiati, P=0.97) mentre in inverno si rileva una differenza tra i due siti (t-test per dati appaiati, P=0.050), la temperatura è infatti superiore nell’area T2. La temperatura media nel sito T1 in estate è di 25.6 °C, mentre nel sito T2 in inverno è di 16.1 °C.

Dall’analisi interindividuale (Fig.3.22 e 3.23) è emerso che sia d’estate che d’inverno gli individui permangono nell’area con la temperatura più elevata. Nel periodo invernale il confronto tra le temperature del sito T2 e T1 è risultato significativo (GEE, P=0.0023): infatti nel sito T2, in cui le femmine sono effettivamente presenti in inverno, la temperatura media è risultata di 16.5 C° mentre nel sito T1 era di 15.5 C°. Anche nel periodo estivo (Fig. 3.23) la temperatura nei siti reali è risultata significativamente più elevata di quella dei siti fittizi (GEE, P=0.0053). Nel sito T1, realmente frequentato in estate, la temperatura media è di circa 25 C° mentre nel sito fittizio la temperatura media è di 24.2 C°. 0 5 10 15 20 25 30 35 05/11 07/11 09/11 11/11 08/12 10/12 05/13 07/13 T e m pera tura ( °C) Mese/Anno

Temperatura estate sito T1-T2 T1 reale

T2 fittizio

Figura 3.21: Confronto tra le temperature medie mensili (±DS) del sito T1 e T2 nel periodo estivo per

Lacinia. Per ogni mese è rappresentata la temperatura nel sito T1 e nel sito T2, in cui la tartaruga non era presente.

60

Figura 3.22: Confronto delle temperature tra siti reali e fittizi nei mesi invernali per

tutte le tartarughe. Per ogni mese è rappresentata la temperatura nel sito T1, in cui la tartaruga non è presente, e nel sito T2.

Figura 3.23: Confronto delle temperature tra siti reali e fittizi nei mesi estivi per tutte le

tartarughe. Per ogni mese è rappresentata la temperatura nel sito T2, in cui la tartaruga non è presente, e nel sito T1.

T1 Fittizio T2 Reale

T2 Fittizio T1 Reale

61  Clorofilla-a

La tendenza generale emersa dall’analisi della clorofilla-a è che nei mesi invernali le tartarughe permangono in aree con livelli di clorofilla-a inferiori rispetto alle aree T1, mentre in estate si spostano verso aree con più alti livelli di clorofilla-a rispetto ai siti invernali (Fig.3.24 e 3.25). 0 5 10 15 20 25

Ellenia Lacinia Kalabria

Clo ro filla -a ( m g /m 3 ) Tartarughe

Clorofilla-a inverno T2 reale

T1 fittizio 0 5 10 15 20 25

Ellenia Lacinia Kalabria

Clo ro filla -a ( m g /m 3 ) Tartarughe

Clorofilla-a estate T1 reale

T2 fittizio

Figura 3.24: Concentrazione di clorofilla-a (mg/m3; media +/- SEM ) nel periodo invernale nei siti reali e fittizi per le tre tartarughe.

Figura 3.25: Concentrazione di clorofilla-a (mg/m3; media +/- DS) nel periodo invernale nei siti reali e fittizi per le tre tartarughe.

***

* N.S.

***

62

Nel caso di Ellenia (Fig.3.26) è molto evidente la differenza tra i due siti; in estate c’è una differenza significativa pari a 14.7 mg/m3

in media (t-test per dati appaiati, P=0.001) a favore del sito T1 in cui si trova la tartaruga, mentre nei mesi invernali la concentrazione di clorofilla-a è significativamente più alta (Wilcoxon test, P=0.001) nell’area in cui la tartaruga non è presente.

Anche per Lacinia (Fig.3.27) si osserva la stessa situazione. In inverno la differenza tra la concentrazione di clorofilla-a dei due siti è significativa (t-test per dati appaiati, P=0.046) con una concentrazione minore nel sito T2 effettivamente frequentato, mentre in estate c’è una concentrazione di clorofilla-a statisticamente maggiore nel sito in cui la tartaruga è presente (t-test per dati appaiati, P=0.01).

0 5 10 15 20 25 30 35 05/12 06/12 07/12 08/12 05/13 06/13 07/13 08/13 09/13 10/13 Clo ro filla -a ( m g /m 3 ) Mese/Anno

Clorofilla-a estate sito T1-T2 T1 reale

T2 fittizio

Figura 3.26: Concentrazione della clorofilla-a (mg/m3; media mensile±DS) nei mesi estivi nei siti T1 e T2 frequentati da Ellenia.

63

Infine per Kalabria non si è rilevata una differenza significativa tra i due siti sia nei mesi invernali (Wilcoxon test, P=0.54) che nei mesi estivi (Wilcoxon test, P=0.047). In entrambi i siti infatti la concentrazione di clorofilla-a è risultata molto bassa (in media inferiore a 1 mg/m3).

Se consideriamo tutte le tartarughe insieme si rileva una differenza significativa tra i siti reali e fittizi nei mesi invernali (GEE, P = 0.046), mentre non c’è differenza significativa nei mesi estivi (GEE, P= 0.15). Nei mesi invernali (Fig.3.28) la clorofilla-a è superiore nei siti T1, in cui la tartaruga non è presente (2.36 mg/m3), rispetto ai luoghi in cui si trova (0.62 mg/m3). Anche durante i mesi estivi (Fig.3.29) la clorofilla-a nei siti T1 è superiore a quella dei siti T2 (4.59 vs. 1.47 mg/m3), ma in maniera non statisticamente significativa.

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 05/11 07/11 09/11 11/11 08/12 10/12 05/13 07/13 Clo ro filla -a ( m g /m 3 ) Mese/Anno

Clorofilla-a estate sito T1-T2 T1 reale T2 fittizio

Figura 3.27:Concentrazione della clorofilla-a (mg/m3; medie mensili ±DS) nei mesi estivi nei siti T1 e T2 nei frequentati da Lacinia.

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Figura 3.28: Confronto tra la concentrazione di clorofilla-a dei siti reali e fittizi in

inverno per tutte le tartarughe. Per ogni mese è rappresentata la clorofilla nel sito T1, in cui la tartaruga non è presente, e nel sito T2.

Figura 3.29: Confronto tra la concentrazione di clorofilla-a dei siti reali e fittizi in

estate per tutte le tartarughe. Per ogni mese è rappresentata la clorofilla nel sito T2, in cui la tartaruga non è presente, e nel sito T1.

T1 Fittizio T2 Reale

T2 Fittizio T1 Reale

65  Carbonio organico

Come per la clorofilla-a, anche nel caso del carbonio organico si osserva che in estate le tartarughe si trovano in aree con livelli di carbonio generalmente superiori rispetto al sito invernale, mentre in inverno in alcuni casi non c’è una differenza significativa tra le due aree, oppure l’area in cui si trova l’individuo presenta livelli di carbonio inferiori rispetto al secondo sito (Fig.3.30 e 3.31).

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800

Ellenia Lacinia Kalabria

Ca rbo no o rg a nico ( m g /m 3 ) Tartarughe

Carbonio organico inverno T2 reale

T1 fittizio 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800

Ellenia Lacinia Kalabria

Ca rbo nio o rg a nico ( m g /m 3 ) Tartarughe

Carbonio organico T1 reale

T2 fittizio

Figura 3.30 Concentrazione di carbonio organico (mg/m3; media ± SEM) durante il periodo

invernale nei siti reali e fittizi per le tre tartarughe

Figura 3.31: Concentrazione di carbonio organico (mg/m3; media ± SEM) nel periodo estivo nei siti reali e fittizi per le tre tartarughe

***

* N.S.

***

**

66

Nel caso di Ellenia si rileva che durante il periodo estivo (Fig. 3.31, 3.32) il sito T1 dove si trova l’animale presenta una concentrazione di carbonio organico significativamente maggiore rispetto al sito T2 (t-test per dati appaiati, P=0.001). Durante i mesi invernali la concentrazione di carbonio organico permane più alta nei siti T1, in cui però non è presente la tartaruga (t-test per dati appaiati, P=0.001).

Anche Lacinia in estate frequenta un sito T1 che ha una concentrazione di carbonio organico significativamente maggiore rispetto al sito T2 (Wilcoxon test, P=0.003); nei mesi invernali invece non si rileva una differenza significativa tra i due siti (Wilcoxon test, P=0.064).

Per Kalabria nei mesi estivi la concentrazione di carbonio organico è superiore nel sito T2, in cui la tartaruga non è presente (Wilcoxon test, P=0.031), invece nei mesi invernali non si rileva una differenza significativa tra i due siti (t-test per dati appaiati, P=0.178).

Esaminando la situazione globalmente per tutte e tre le tartarughe, si rileva che nel periodo invernale (Fig.3.33) la concentrazione di carbonio organico nel sito in cui la tartaruga non è presente (T1) è significativamente superiore rispetto all’area T2 realmente frequentata (GEE, P=0.02). Nel periodo estivo (Fig.3.34) invece non si evidenzia una differenza di carbonio organico tra i due siti (GEE, P=0.12).

0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000 05/12 06/12 07/12 08/12 05/13 06/13 07/13 08/13 09/13 10/13 Ca rbo nio o rg a nico ( m g /m 3 ) Mese/Anno

Carbonio organico estate sito T1-T2 T1 reale T2 fittizio

Figura 3.32: Concentrazione di carbonio organico (mg/m3; media mensile±DS) nei mesi estivi nei siti T1 e T2 frequentati da Ellenia.

67

Figura 3.33: Confronto carbonio organico tra siti reali e fittizi in inverno per tutte le

tartarughe. Per ogni mese è rappresentato il carbonio organico nel sito T1, in cui la tartaruga non è presente, e nel sito T2.

Figura 3.34: Confronto carbonio organico tra siti reali e fittizi in estate per tutte le tartarughe.

Per ogni mese è rappresentato il carbonio organico nel sito T2, in cui la tartaruga non è presente, e nel sito T1.

T1 Fittizio T2 Reale

T2 Fittizio T1 Reale

68  Batimetria

Per questo parametro ambientale la situazione è risultata differente tra i vari individui (Fig. 3.35). Ellenia e Lacinia durante i mesi estivi frequentano aree meno profonde rispetto all’inverno, mentre per Kalabria si rileva esattamente l’opposto, ovvero che la tartaruga durante l’estate foraggia in zone più profonde rispetto ai mesi invernali.

Ellenia si stabilisce in un’area poco profonda in estate per poi spostarsi in un sito con acque più profonde in inverno (Mann Whitney Rank Sum test, P=0.001). Il sito T1 ha infatti una profondità media di circa 5 metri mentre il sito T2 di circa 22 metri.

Anche Lacinia in estate dimora in zone con profondità inferiore rispetto ai mesi invernali; infatti nel sito T1 la profondità media è di circa 16 m, mentre nel sito T2 è di circa 24 m. Dall’analisi statistica si rileva emerge una differenza significativa tra i due siti (t-test per dati non appaiati, P=0.001).

Kalabria, al contrario delle due tartarughe precedenti, permane in estate in acque con profondità media superiore ai 67 m, mentre in inverno in cui si trova in zone con profondità media di 31 m. Anche in questo caso quindi la differenza di profondità tra i due siti risulta significativa (Mann Whitney Rank Sum test, P=0.001).

Se consideriamo le quattro tartarughe complessivamente (Fig. 3.36) si rileva che durante i mesi estivi le tartarughe permangono in aree significativamente meno profonde rispetto ai mesi invernali (ANOVA, P=0.000).

-80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0

Ellenia Lacinia Kalabria

B a tim et ria ( m ) Tartarughe

Batimetria sito T1-T2 reali

T1 T2

Figura 3.35: Confronto tra la batimetria (m; media ± SEM) tra i siti T1 (estivo) e T2 (invernale)

frequentati dalle tre tartarughe.

*** ***

69

Nelle tabelle 3.4 e 3.5 sono riportati sinteticamente i risultati statistici dell’analisi intra- e inter- individuale per i parametri considerati. Le caselle in blu indicano i casi in cui la variabile considerata è risultata essere significativamente superiore nel sito frequentato dall’animale, quelle in rosso i casi in cui nel sito in cui è presente l’animale la variabile considerata è significativamente inferiore rispetto al secondo sito. Le caselle in bianco indicano casi in cui non si è rilevata una differenza significativa tra le due aree frequentate nello stesso periodo.

Analisi SST Clorofilla C organico

Intraindividuale

Ellenia V>F P=0.005 V>F P=0.001 V>F P=0.001 Lacinia V>F P=0.012 V>F P=0.001 V>F P=0.003 Kalabria NS P=0.97 V<F P=0.047 V<F P=0.031

Interindividuale V>F P=0.0053 NS P=0.15 NS P=0.12

Figura 3.36: Confronto tra la batimetria (m) dei siti di foraggiamento frequentati

in estate e in inverno per tutte le tartarughe nei vari anni di studio. Per ogni anno è rappresentata la batimetria nel sito T2, invernale, e nel sito T1, estivo.

Tabella 3.4: Risultati dell’analisi intra- e inter- individuale per temperatura, clorofilla-a e carbonio

organico nella stagione estiva. Ogni parametro è stato confrontato tra il sito T1, dove l’animale realmente è presente in estate, e il sito T2, non frequentato dagli animali durante i mesi estivi.

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Analisi SST Clorofilla C organico

Intraindividuale

Ellenia V>F P=0.015 V<F P=0.001 V<F P=0.001 Lacinia NS P=0.41 V<F P=0.046 NS P=0.064

Kalabria V>F P=0.05 NS P=0.54 NS P=0.18

Interindividuale V>F P=0.0023 V<F P=0.046 V<F P=0.02

Tabella 3.5: Risultati dell’analisi intra- e inter- individuale per temperatura, clorofilla-a e carbonio

organico nella stagione invernale. Ogni parametro è stato confrontato tra il sito T2, dove l’animale realmente è presente in inverno, e il sito T2, non frequentato dagli animali durante i mesi invernali.

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4. Discussione

Questo studio è stato finalizzato ad analizzare i movimenti di 5 tartarughe nidificanti in Calabria e la loro permanenza nei siti di alimentazione. Grazie all'applicazione di trasmittenti satellitari abbiamo potuto monitorare alcuni animali per anni successivi, ottenendo così preziose informazioni, raramente rilevate in precedenza, sul loro comportamento anche durante il soggiorno ai luoghi di foraggiamento e sulle migrazioni pre-riproduttive. Da questa analisi sono emersi pattern comportamentali in comune con tartarughe di altre popolazioni del Mediterraneo pur evidenziandosi alcune differenze importanti.

 Pattern di movimento

Una di queste differenze riguarda il comportamento delle femmine durante il periodo di internesting, ovvero tra una nidificazione e la successiva. Nelle tartarughe comuni, così come nella maggior parte delle altre specie, i movimenti in questo periodo sono in genere molto limitati: la maggior parte degli studi satellitari hanno evidenziato come le femmine, durante questo periodo, preferiscano rimanere in aree vicine alla spiaggia di deposizione rimanendo per la maggior parte del tempo inattive sul fondo (Godley et al., 2008). Questo pattern è ben noto anche nelle tartarughe nidificanti in Mediterraneo (Hays et al., 1991; Godley et al., 2003; Zbinden et al., 2007; Fuller et al., 2008; Schofield et al., 2007; Schofield et al., 2010a). Si ipotizza che gli animali scelgano questa strategia per limitare il dispendio metabolico e quindi risparmiare energie da utilizzare per le successive nidificazioni (Zbinden et al., 2007). Nel caso delle tartarughe calabresi invece il comportamento monitorato è risultato completamente diverso, infatti tutti gli individui che hanno nidificato più volte nella stessa stagione riproduttiva, si sono allontanati notevolmente dalla costa durante il periodo di internesting, frequentando acque oceaniche ad elevata profondità (Fig. 3.1, 3.2 e 3.3). Movimenti estesi di allontanamento dalla zona di nidificazione delle tartarughe comuni sono comunque noti in altri, seppur rari, casi: alcune femmine nidificanti alle Isole Cayman (Blumenthal et al., 2006), in Oman (Rees et al., 2010) e anche a Zacinto (Schofield et al., 2010). Non si conoscono le cause che hanno spinto gli animali ad allontanarsi così tanto dai siti di nidificazione, ma si può ipotizzare che la motivazione principale sia stata la ricerca di cibo in ambiente oceanico per recuperare energie per la successiva deposizione. A supporto di questa ipotesi è il fatto che, negli spostamenti verso il mare aperto e di ritorno verso la costa, le tartarughe si sono mosse più

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velocemente che non quando si trovano nell’area più lontana dalla terraferma, dove hanno compiuto spostamenti più lenti, possibilmente indicativi di una ricerca di cibo.

Solitamente, dopo aver deposto l’ultimo nido, le femmine intraprendono la migrazione post riproduttiva e tornano verso i siti di foraggiamento dove in ultima analisi trascorrono la maggior parte del loro tempo. Questo pattern è stato rilevato in quasi tutte le tartarughe seguite nel presente studio, di cui sono state individuate le aree di foraggiamento. Cinque tartarughe su sei si sono dirette verso siti specifici sulla piattaforma continentale tunisina tra Monastir e l’Isola di Djerba, un'area che da tempo è nota costituire una delle zone neritiche di foraggiamento di elezione delle tartarughe comuni mediterranee (Margaritoulis et al., 2003). Dalla ricostruzione delle rotte migratorie è emerso che gli individui seguono più o meno tutti lo stesso tragitto, generalmente direzionato verso SW (Fig. 3.6 e 3.7), tenendo una velocità di spostamento simile. La rotta tenuta è risultata ben direzionata verso i siti di foraggiamento, infatti gli Straightness Index calcolati sono tutti superiori a 0.60. Ellenia ed Eracleia hanno mantenuto una rotta ben direzionata verso SW che le ha portate quasi vicino a Djerba, Ellenia poi, poco prima di raggiungere l’isola, ha cambiato direzione spostandosi verso ovest, mentre gli altri due individui hanno invece mantenuto una direzione verso sud fino all’area di Malta e poi hanno modificato leggermente la rotta verso sud-ovest. Per Kalabria e Lacinia ho potuto ricostruire questa migrazione in 2 stagioni riproduttive successive, e ho osservato come gli animali seguano in anni differenti un percorso molto simile, pur spostandosi in alto mare (Fig. 3.8 e 3.9). Un alto grado di fedeltà nel tragitto della migrazione post-riproduttiva era già stato messo in evidenza da Broderick et al. (2007) per le femmine che nidificano a Cipro e raggiungono i siti di alimentazione in Libia e Tunisia. Per quanto riguarda la velocità di movimento, sembrerebbe invece che le tartarughe calabresi si spostino più velocemente sia rispetto a quelle greche, che mantengono una velocità di movimento tra 1.4 e 1.9 km/h (Zbinden et al., 2008) sia a quelle cipriote che raggiungono i siti di foraggiamento con velocità tra 0.5 e 1.7 km/h (Godley et al., 2003).

La maggior parte delle tartarughe del presente studio foraggia nei pressi dell’Isola di Kerkennah e lungo la costa vicino a Sfax, ma ci sono anche individui che si spingono più a nord, vicino Monastir (Kalabria), e più a sud, vicino a Djerba (Eracleia). Le quattro tartarughe monitorate per lungo tempo hanno frequentato due siti di alimentazione distinti durante l’anno, uno durante i mesi estivi e l’altro durante l’inverno (Fig. 3.12 e 3.13). In tre casi (Lacinia, Isodia ed Ellenia) il sito estivo è situato più a est rispetto a quello invernale,

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mentre nel caso di Kalabria l’area estiva è localizzata a una latitudine superiore rispetto a quello invernale. Lo stesso comportamento non è stato però rilevato per Eracleia, che infatti è rimasta per la maggior parte del tempo in un’area a Nordest di Djerba, compiendo movimenti circolari, con i quali si avvicinava alla costa tunisina (pers. observ.). Ho inoltre osservato che le tartarughe del mio studio si spostano tra i due siti stagionali nello stesso periodo, ovvero in ottobre-novembre si muovono verso i siti invernali per poi tornare in marzo-aprile nei siti estivi. Simili spostamenti stagionali a breve distanza sono stati messi in evidenza in femmine provenienti da Zacinto (Zbinden et al., 2008) e da Cipro (Broderick et al., 2007), che hanno soggiornato in due siti di alimentazione diversi sulla piattaforma continentale libico-tunisina, spostandosi tra di essi sempre nello stesso periodo. Verso questi siti di alimentazione è stata inoltre rilevata una grande fedeltà, che si estende anche dopo la stagione riproduttiva e le migrazioni ad essa associate, come nel caso di Lacinia e Kalabria che, al termine della stagione riproduttiva del 2012 sono ritornate nelle stesse aree di foraggiamento. Anche le femmine cipriote (Broderick et al., 2007) hanno mostrato una notevole fedeltà ai siti di foraggiamento, facendovi ritorno anche per più anni successivi (Broderick et al., 2007). Simile fedeltà è stata rilevata anche in individui maschi che si alimentano in Tunisia (Casale et al., 2013).

Un aspetto interessante emerso dall’analisi è che tutti gli individui, fatta eccezione per Eracleia che si alimenta vicino a Djerba, durante i mesi invernali si concentrano nella stessa zona, a Nord-Ovest dell’Isola di Kerkennah, mentre durante l’estate si alimentano in siti differenti (Fig. 3.11). Confrontando i miei dati con quelli di altri studi si deduce che l’area a nord-est di Kerkennah rappresenta un sito di foraggiamento particolarmente importante durante i mesi invernali, non solo per le tartarughe calabresi ma anche per femmine provenienti da Zacinto (Zbinden et al., 2008; Zbinden et al., 2011; Schofield et al., 2013) e Cipro (Broderick et al., 2007), nonché per i maschi che si riproducono in Grecia e Libia (Casale et al., 2013; Schofield et al., 2013). Durante il soggiorno in questi siti di foraggiamento, le tartarughe oggetto di studio mostrano una velocità di movimento molto ridotta e paragonabile a quella di individui, maschi e femmine, che permangono nell’area di Zacinto dopo la stagione riproduttiva (Schofield et al., 2010; Zbinden et al., 2008) e a quella di maschi che si alimentano nelle acque tunisine (Casale et al., 2013).

E’ la prima volta che vengono ricostruiti i movimenti pre-riproduttivi delle tartarughe comuni nidificanti nel Mediterraneo, e ad oggi in letteratura si trovano pochissimi lavori su questa migrazione, che è effettivamente difficile da monitorare. Nel nostro caso,

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per le tartarughe Lacinia e Kalabria, le trasmittenti satellitari sono rimaste attive per un tempo sufficientemente lungo a monitorare anche questo comportamento. Le due femmine hanno seguito rotte completamente diverse l’una dall’altra per raggiungere la Calabria (Fig. 3.15): Lacinia si è portata fino alle acque antistanti la Grecia occidentale (l’isola di Zacinto in particolare), prima di cambiare rotta e raggiungere la costa calabrese, mantenendo quindi con una rotta nell'insieme poco efficiente (SI=0.31). Kalabria, invece, si è orientata direttamente verso la zona di nidificazione, ma ha dovuto circumnavigare la costa meridionale della Sicilia per raggiungerla. Poiché generalmente il periodo che intercorre tra

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