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PERO PISTACChINO

SINONIMI

Pero Bugiardo d’Autunno; Pera pistacchina (a Roma); Pera Guerrina (a Padova); Pera Alguerrin (a Venezia); Pera Ambretta (a Vicenza); Pera Cappuccina (a Verona); Pera Gnocca d’Autunno (a Brescia).

ORIGINE E DIFFUSIONE

Da Gallesio (1817-1839): “Il Pero Pistacchino è una delle tante varietà che credo esclusive all’Italia, e che certamente sono migliori della più gran parte delle Pere che i nostri dilettanti fanno venire ogni giorno di Francia o da Chambery.”

“La Pistacchina non è coltivata generalmente in Italia come lo meritereb-be, ma nei paesi, ove è conosciuta, vi gode di una riputazione distinta.”

“Il primo luogo in cui mi è avvenuto di vederla è stato il mercato di Roma.

Tutte le piazze di quella Città ne sono piene dall’Ottobre al Novembre, e vi è riguardata a ragione come una delle pere migliori. Credo che vi sia portata dalla Sabina, e specialmente dalle Colline di Frascati e di Albano, da dove io ne ho avute le piante che coltivo nella mia villa di Finale. I Romani la chiamano col nome di Pera Pistacchina.”

“Non mi è riuscito di vederla in Napoli, ove ho passato l’autunno del 1824, nè ho potuto averne indizio da alcuno.”

“È ignota egualmente in Toscana, nel Genovesato, e nel Piemontese.”

“Credo che si coltivi in Lombardia, ma solo dai Dilettanti, non avendola mai veduta nei mercati che ho visitati più volte in autunno da Milano a Bologna, siccome non l’ho veduta neppure in Romagna da Rimini ad Ascoli.”

“Abbondantissima invece l’ho trovata in tutto lo stato Veneto. L’ho man-giata in Padova sotto il nome di Pera Guerrina, in Venezia sotto quello di Pera Alguerrin, in Vicenza sotto il nome di Pera Ambretta, in Verona sotto quello di Pera Cappuccina, e finalmente in Brescia col nome di Pera Gnocca d’Autunno. In tutti questi paesi essa è comunissima, e del-la stessa bontà di quelle di Roma. Io ne ho fatte venire delle piante da Vicenza che non fruttano ancora.”

“Ho detto che credo che la Pistacchina sia coltivata in Lombardia dai Dilettanti. È una congettura fondata sopra le osservazioni seguenti. I

Lombardi danno il nome di Pera Gnocca alla Pera Bugiarda. Nel mio ultimo viaggio di Lombardia ho riconosciuto che si coltivava in molti giardini un Pero sotto il nome di Gnocco d’Autunno, di cui mi si fa-cevano degli elogj e la di cui descrizione coincideva coi caratteri della Pistacchina. L’ho trovata in Milano nel giardino del Sig. Conte Castiglioni, in Piacenza in quello del Sig. Pavesi e nella Pepiniera del Sig. Illari come si vede dal suo Catalogo; l’ho trovata in Parma nell’orto Stocchi coltivato dal Sig. Suares, e l’ho sentita vantare da diversi Dilettanti in Reggio, in Modena, in Bologna, e finalmente in Firenze dal Sig. Geri che ne ha una pianta nel Giardino Reale di Boboli.”

“Siccome era di State, quando ho avuto luogo di veder queste piante, e di sentir questo nome (Gnocca d’Autunno) non ho potuto verificare se veramente esse corrispondono alla Pistacchina.”

“Osservo però che è la vera Pistacchina che ho mangiata in Brescia sotto il nome di Gnocca d’Autunno e che non vi è niente di più naturale che i Lombardi che conoscono la Pera Bugiarda sotto il nome di Pera Gnocca, abbiano esteso questo nome alla Pistacchina che vi somiglia tanto nelle forme, nel gusto e nel colore, e che non ne differisce che nel tempo della maturazione.”

“Egli è appunto per questo che io vi ho messo per sinonimo il nome di Pera Bugiarda Autunnale, scegliendo per nome principale quello di Pistacchina invece dei molti altri che riceve in Italia, poichè è il nome adottato dai Romani, i quali, dopo i Toscani, hanno il diritto di preferen-za in questo punto, vivendo in un paese ove la lingua Italiana non è solo lingua scritta, ma lingua parlata.”

“Non mi estenderò nell’esame delle Pomologie Oltramontane per cercar-vi la nostra Pistacchina. Per quanto io abbia studiati i due Duhamel e le diverse Pomone Tedesche ed Inglesi, non mi è riescito di rinvenire una Pera, la cui figura si rassomigli a questa, e che ne abbia i caratteri.”

“Si aggiunga a ciò che non mi è accaduto neppure di trovarla in Vienna nei frutteti del Sig. Bredemayer e del Sig. Antoine; né in Parigi ove ho passati due autunni, e dove ho visitati giornalmente i mercati e tutti gli stabilimenti che vi sono in questo genere, compresa la Pepiniera di Versailles diretta dal Sig. Bosc, il quale mi onorava della sua amicizia, e che me l’avrebbe fatta conoscere.”

Da Molon (1901): “Frutto italiano descritto da Gallesio.”

DESCRIzIONE DELLA PIANTA

Da Molon (1901): “La pianta veduta a Castagnero, nell’orto del signor Penello, aveva un portamento cadente, legno giovane color marrone, lenticelle elittiche, piccole, un po’ rare, gemme piccole, acuminate, arric-ciate all’estremo, dentatura poco pronunciata.”

CARATTERISTIChE DEL FRUTTO

Da Gallesio (1817-1839): “Il frutto è oblungo, della dimensione delle Pere Spadone, ma più sottile, colla testa ovata, e con un collo leggier-mente degradante, e regolare ed allungato. La buccia è verdognola, ma di un verde sucido, impastato di giallo, e somigliante a quello della Pera Bugiarda. La polpa è giallognola, fina, sugosa e saporitissima.”

Da Molon (1901): “Frutto di media grandezza, a buccia giallo-verdastra, polpa giallo-biancastra, granulosa, ben profumata e di sapore molto ri-levato.”

CENNI COLTURALI ED EPOCA DI MATURAzIONE

Da Gallesio (1817-1839): “Il Pero Pistacchino comincia a maturare in Ottobre, e dura sino alla metà di Novembre. Qualche volta continua sino al principio di Dicembre, ma ciò è raro. La raccolta di queste pere si fa in Settembre in una volta, come si usa per le pere vernine, e si ripongono in casa, ove maturano a poco a poco lungo l’autunno, e forniscono ogni giorno la tavola per quasi due mesi.”

Da Molon (1901): “Matura da settembre a quasi tutto ottobre.”

USI TRADIzIONALI DEL FRUTTO

Da Gallesio (1817-1839): “Ottima pera da tavola.”

OSSERVAzIONI

Da Molon (1901): “Quando si mangia questo frutto, bisogna levarne la buccia, perché è molto amara.”

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