SINONIMI
Spadona estiva; Spadona d’estate; Spadona; Spada, Spadona d’Italia;
Espadomie; Spadomie; Spadon; Spadouna; Spadun; Spaduona; Spaduona d’isteda; Spadona da state; Spadéti (a Belluno).”
ORIGINE E DIFFUSIONE
Da Gallesio (1817-1839): “Il Pero Spadone è una varietà propria dei pae-si meridionali. L’ho trovato nell’Andalupae-sia, nel Valenziano e in Provenza.
L’Italia ne è piena, e si trova in profusione su tutti i mercati, cominciando da Napoli fino a Nizza, e dall’Abruzzo sino a Venezia; ma non si trova in Piemonte, e non l’ho mai veduta a Torino. È nota dappertutto sotto il nome di Pera Spadona, e in ogni luogo è pregiata.”
“Pare che sia ignota ai Pomologi Oltramontani. Io almeno non l’ho sa-puta riconoscere in alcuna delle Pomone che ho esaminato, né l’ho mai incontrata in Parigi e in Vienna, ove mi sono trovato nella stagione in cui matura.”
“Il Pero Spadone deve la sua origine ad un seme come tutti gli altri. Egli però non solo non si riproduce identico, ma non dà nemmeno delle varietà che gli somiglino.”
Da Botteselle (1914): “C’è della confusione intorno alle pere distinte col nome di spada, nome pure tanto comune su tutti i mercati italiani.
In provincia di Treviso la produzione ha una certa importanza e dalla Madonna di agosto a quella di settembre arrivano opportune queste frutta che si associano alle pere dall’asta e dalla cotta.”
Da Morettini, Baldini, Scaramuzzi, Mittempergher (1967): “L’origine di questa cultivar è remota ed incerta. Di essa si trova solo una breve ma precisa descrizione negli scritti del Micheli dove venivano illustrati i frutti che si servivano alla tavola del Granduca di Toscana Cosimo III. Più tar-di il Gallesio, parlando dell’origine tar-di questa cultivar, scriveva che essa è propria dei paesi meridionali: Italia centro-meridionale, Andalusia, Valenziano e Provenza.”
DESCRIzIONE DELLA PIANTA
Da Gallesio (1817-1839): “L’albero non prende le dimensioni del Pero
Campana e del Bugiardo, ma supera sempre il Pero Butirro, ed è un me-dio fra le varietà a grande sviluppo e le varietà a pianta piccola. La sua fioritura è abbondante e allega facilmente.”
Da Morettini, Baldini, Scaramuzzi, Mittempergher (1967): “Alberi di me-dia vigoria, produttivi, suscettibili alla ticchiolatura e sensibili ad alcuni anticrittogamici; richiedono un clima caldo. I rami presentano internodi medi o grossi, di lunghezza media, di colore marrone con riflessi ros-sastri, le lenticelle sono numerose, medio-piccole, rotonde. Le gemme sono coniche, piuttosto corte, libere. Le foglie sono di medie dimensioni.
Il lembo è lungo, in media, 65 mm e largo 50 mm, di forma per lo più obovata, iponastico, piatto, con margine dentato.”
“L’epoca della fioritura è precoce. I frutti maturano ai primi di agosto;
la loro serbevolezza, così come la resistenza alle manipolazioni ed ai trasporti sono alquanto limitate.”
CARATTERISTIChE DEL FRUTTO
Da Gallesio (1817-1839): “Il pero spadone è una varietà estiva, che dura sino all’Autunno e che gareggia colle migliori pere della stagione.
Il frutto è oblungo, ovale alla corona, poi rilevato e finito in seguito da un collo graduato, che si attacca ad un picciuolo mediocre. La buccia è verde anche nella maturità, ma se è in luogo aprico, si vela dal lato del Sole di una macchia di rosso roseo, che gli dà del risalto. In generale però è interamente verde, e tale si mantiene sino alla fine. La sua polpa è bianca, di una grana finissima, gentile e liquescente. Il sugo, in cui si scioglie, è piacevole senz’essere rilevato, e non ha acidità come non ha aromato.”
Da Botteselle (1914): “Di grandezza media, di forma regolare ovoidale, porta il picciolo di color verde rugginoso all’apice del frutto, ma obliquo rispetto all’asse. Il calice è collocato in una svasatura piccola ed appena segnata. La buccia è di color verde più o meno colorata in rosso slavato opaco dalla parte del sole. Polpa bianca, succosa, fina, zuccherina, aci-detta, buona.”
Da Morettini, Baldini, Scaramuzzi, Mittempergher (1957, 1967): “Frutti di media grossezza, piriformi; essi misurano circa 95 mm di altezza e 65 mm di larghezza. Il peduncolo è di media lunghezza, inserito obliqua-mente sul frutto, ingrossato all’apice. La cavità peduncolare è assente. Il calice è aperto; la cavità calicina è poco pronunciata. La buccia è liscia, verde chiara, talvolta sfumata di rosso all’insolazione. La polpa è bianca, un po’ granulosa in corrispondenza delle logge, semifondente, fine, suc-cosa, mediamente zuccherina, leggermente acidula. I semi sono lunghi in media 10 mm e larghi 5 mm.”
Cavalieri e Fabbi (2004): “Frutto di grosse dimensioni, piriforme allun-gato. La buccia è di colore verde o gialla a maturazione, con lenticelle numerose e rugginose. La polpa è croccante, succosa e poco granulosa.
Il sapore è acido-zuccherino. L’epoca di maturazione va da fine ottobre a inizio novembre.”
CENNI COLTURALI ED EPOCA DI MATURAzIONE
Da Gallesio (1817-1839): “Bisogna propagarlo coll’innesto, e questo ri-esce bene e facilmente non solo sullo spontaneo quanto ancora sul Cotogno e sul Biancospino. Il primo è da preferirsi ove si vogliano delle piante grandi e robuste. Per i giardini di ornamento si può adottare il Cotogno: su di questo si hanno delle piante piccole, ma i frutti sono sempre belli e ben formati, e non mancano mai. Nei paesi vicini dal mare le Pere Spadone si staccano sul finir della State, e maturano nella dispensa, ove si conservano tutto il mese di Agosto e talora anche in Settembre. Alla montagna esse ritardano la loro maturazione, e durano sino all’Ottobre. Non sono soggette ad essere annebbiate come la mag-gior parte delle pere estive, ma ammezzano facilmente. Bisogna aver cura di non tardar molto la loro raccolta, né di anticiparla di troppo:
nel primo caso passano in poco tempo, e nel secondo maturano male, e restano insipide. Quando sono in perfezione rivaleggiano colle pere migliori sia per la delicatezza della polpa che per l’abbondanza del sugo.
Io le preferisco a tutte le varietà estive all’eccezione della sola Butirra, che è la regina delle pere.”
USI TRADIzIONALI DEL FRUTTO
Cavalieri e Fabbi (2004): “Frutto che viene consumato fresco e cotto. Un uso un po’ particolare di questo frutto è nello strudel di pere.”
Calligaro, Funario e Gallon (2006): “I peri Spada venivano venduti in pianura perché si mangiavano con la polenta cotti con un po’ di acqua e zucchero.”
OSSERVAzIONI
Da Bellini (1978): “Di origine remota, la sua coltura è in costante dimi-nuzione; predilige gli ambienti caldi dei paesi meridionali.”