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2 Teorie e scuole

3. Sul concetto di persona in situazioni istituzionali e social

3.3 Sul personalismo

Il riferimento al personalismo appare opportuno nella prospettiva di una riflessione sulle radici storiche e, soprattutto, sui fondamenti del servizio sociale in Italia, ovvero le radici su cui poggia la sua costruzione teorica e metodologica. Emerge nel percorso di progressivo accreditamento del servizio sociale in Italia, sotto il profilo filosofico–etico, il contributo del personalismo italiano nel radicamento di quel particolare concetto di aiuto, che ancora oggi riflette - sia sul piano ideologico che emotivo, ma anche normativo ed organizzativo- istituzionale - la ricchezza del dibattito sul senso della solidarietà, sul sentimento e sul dovere dell’aiutare la persona; dibattito che ha animato sia cattolici che laici13.

Il Personalismo italiano, rispetto a quello francese di cui storicamente è una ripresa, ha un carattere militante; non a caso infatti le opere dei due più significativi esponenti, Luigi Sturzo e Giuseppe Capogrossi compaiono nel 1935. In tutti e due emerge il carattere distintivo dell'attenzione alla dimensione politica, in particolare modo fino al 1955; l'impegno politico è costante, al punto che la politica è senza dubbio la dimensione centrale dell'attività filosofica. Il movimento italiano non ha solo ascendenza transalpina, ma presenta dei tratti originali, per cui accanto alla comune eredità tomistica possiamo individuare sia l'influenza di Antonio Rosmini, profondamente avvertita da Sturzo e Capogrossi, sia la diversità degli interlocutori. In Francia, il Personalismo si era misurato con il Positivismo e il Marxismo, mentre in Italia aveva già trionfato l'Idealismo di Croce e Gentile, inoltre accanto a queste correnti di pensiero si ponevano l'Esistenzialismo di Heiddeger e Sartre, ancora poco conosciuti nel nostro paese. Sturzo appartiene alla stagione già menzionata che va dal 1935 al 1950 e può essere considerato un personalista, anche se preferisce usare i termini individuo e uomo, in luogo di persona. L'individuo è un essere strutturalmente sociale, che trova nella società il suo campo di relazione naturale e in questa prospettiva i

13 Cfr. Neve E., Il Servizio Sociale. Fondamenti di una cultura, Carocci, Milano, 2004, pagg 140 e

segg.; Canevini D., Neve E., Voce ‘Servizio Sociale’, in Dal Pra Ponticelli M.(diretto da), “Dizionario di servizio sociale”, Carocci, Roma, 2005.

rapporti fra stato, società civile e pluralismo assumono il rango di categorie fondamentali.

Dentro questa filosofia possiamo configurare anche l’impegno ideale, culturale e metodologico del servizio italiano, consolidato poi in un’etica professionale profondamente intrisa dell’ideale di una solidarietà essenziale, non marginale, intrinseco alla realtà dell’uomo e della società, che travalica sia la concezione religiosa cattolica o le matrici laiche. Mentre nel Personalismo francese vi è una certa diffidenza nei confronti dello stato (l'opera fondamentale di Maritain “L'uomo e lo stato” ne è un eloquente traduzione) per Sturzo lo Stato diviene invece il tema centrale, al punto che definisce l'istituzione Stato come “l'organizzazione giuridica della forma politica della società”14.

Lo Stato opera la riconduzione a unità dei molteplici rapporti degli uomini e si pone in rapporto di diarchia con la Chiesa, anche se Sturzo riconosce il valore positivo dello Stato e lo ritiene la concretizzazione storica della società. In "Politica e morale" egli afferma che lo Stato è il custode dell'ordine, fermamente convinto della necessità di una democrazia organica e non individualista. Un tema affine, quello del pluralismo, originariamente elaborato dagli autori francesi, è ripreso da Sturzo in "La società, la sua natura e le leggi", del 1935, tuttavia il termine non gli piace, lo ritiene addirittura pericoloso, se inteso come sinonimo di frammentazione sociale. In modo del tutto originale Sturzo sviluppa il pluralismo nel contesto delle autonomie locali, appena accennate dai francesi, ponendole come elemento fondamentale. I comuni sono le entità che devono organizzarsi da sole, garantendo ai cittadini la realizzazione della democrazia attraverso la partecipazione diretta. Il referente sociologico di Sturzo è Tocqueville, che studiò la democrazia americana. In definitiva il pensiero di Sturzo si sviluppa permeato da un forte senso dello stato e dell'autonomismo, avendo sullo sfondo l'attenzione per la concreta realizzazione della persona umana, che necessita di ordine, tutele, garanzie e di spazi di espressione.

Il fondamento filosofico e culturale del concetto di unitarietà e centralità della persona, che pone le basi ideologiche all’idea di integrazione sociale e sanitaria, è come abbiamo visto, il personalismo di Mounier e Maritain. Il termine

personalismo compare solo nel XX sec. per indicare l’affermazione della dignità e

della libertà del singolo contro gli esiti totalitari di alcune filosofie e il valore della persona come realtà metafisicamente originaria.

Tale concezione filosofica considera la persona come presenza unificata, come principio e valore fondamentale, come soggetto, fondamento e fine della società. La persona, in qualsiasi condizione fisica, economica, sociale, è concepita da questi Autori come titolare di diritti e doveri che confluiscono nella sua vocazione alla realizzazione integrale della propria personalità, e che si accresce dalla dimensione individuale/personale a quella comunitaria15.

Questa corrente riprende il rapporto essenziale persona/comunità, secondo cui il singolo ha bisogno di una comunità cui riferirsi, la società ha bisogno dei singoli perché è costituita dai singoli stessi; ed è tanto più autentica quanto più dà loro spazio di libertà, superando il rapporto individuo/società; la persona è infatti una realtà umana precisamente collocata.

I presupposti epistemologici del personalismo italiano sul piano euristico costituiranno il riferimento nella continua riflessione sui fondamenti etici di una scienza dell’aiuto che nel suo divenire si fa professione d’aiuto, in cui centrale è la persona. Con evidente vicinanza alle idee del personalismo italiano, che attira l’interesse del servizio sociale per questa impostazione filosofica, la “responsabilità” e il rispetto per la persona sono principio e valore, mentre la presa in carico della sua tutela e la garanzia del rispetto del principio fondamentale della sua autodeterminazione in tutti i suoi spazi di espressione, diventano la pietra angolare del lavoro degli assistenti sociali.