BIBLIOGRAFIA: RIVISTE:
DOCUMENTI E MATERIALI TRATTI DALLA RETE:
21- E LEI PERSONALMENTE COSA NE PENSA?
Io personalmente dico: Loro vivono nel 2012, loro in Cina vivono come negli anni '40 e '50 qui in Italia. Questa è la definizione più realistica che ti posso dare.
Se una persona si è informata su come erano le condizioni dei lavoratori, di lavoro, a livello di sicurezza nelle fabbriche italiane negli anni '40 e '50, sa esattamente come si svolge oggi il lavoro in Cina.
22-IL GOVERNO ADESSO DICE CHE EMANA MOLTE NORME, REGOLAMENTI SULLA SICUREZZA, QUINDI NON VENGONO SEGUITI?
Mai visto io. Non credo. Parlando con i cinesi e con i fornitori. Avevo delle persone dei colleghi che lavoravano nell'ufficio commerciale, con le quali avevo, tra virgolette, una specie di amicizia. Avevo un po' più di fiducia e allora potevo fare delle domande a livello più personale o cosa. Allora dicevo..."ho visto nel giornale che magari ci saranno più controlli"...E loro mi dicevano:"Guarda, anche se arriva qualcuno, il paron della fabbrica li inviterà a pranzo o ad una cena, si ubriacheranno, andranno al KTV, faranno quello che devono fare ecc.."
23-E QUINDI POI CHIUDERANNO UN OCCHIO? Anche due, anche tutti e due, anche due.
Sulla carta direi che esiste è stata creata una normativa e tutto quanto, però in azioni concrete direi poco, zero, niente.
Sia nella grande azienda, che nella piccola azienda sia in quella proprio...Non esiste.
24-I CINESI, SI RENDONO CONTO CHE CORRONO DEI RISCHI? SE DEVONO LAVORARE CON UN MACCHINARIO PERICOLOSO...
L'operatore, forse non ha un'idea chiara, il responsabile di produzione forse ne ha però non dice niente...il paron....assolutamente non andrà a dire niente...
Per fortuna loro non hanno mai visto una fabbrica in Europa o nel resto del mondo su come è strutturata, quindi non hanno un termine di paragone. E' questo, perchè loro non hanno un termine di paragone. Quando mi mettevo a dire o a spiegare che una macchina del genere è pericolosissima qua e là...mi rispondevano: " Nessuno mai qui si è fatto male, meiyou wenti, non ci sono problemi."
25-SECONDO LEI GLI OPERAI ERANO DELLA ZONA O ERANO MIGRANTI?
No, no, il 90 % degli operai che lavorano a Pechino, nel Jiangsu, nell'Heilongjiang, Shandong, Zhejiang, Fujian, Guangdong, Chongqing, Hubei, Henan. Tutti gli operai che lavorano in queste zone, vengono da zone ancora più interne, vengono dal Ningxia, dal Xingjiang, dallo Shanxi. Ma neanche i laureati non sono della zona. Neanche quelli che fanno ufficio commerciale, neanche gli ingegneri, neanche il traduttore che mi appoggiava con l'inglese. Erano tutti migranti.
26-SE ERANO TUTTI MIGRANTI, CAPIVA LO STESSO?
Tra i diversi migranti, tra di loro dovevano usare il mandarino perchè i loro dialetti sono diversi. Se erano due o più persone dalla stessa regione allora si parlavano in dialetto. Altrimenti tutti parlavano dialetti diversi, allora nella fabbrica parlavano mandarino e mi trovavo a mio agio perchè capivo tutto.
Il 90% delle volte, più o meno erano obbligati a parlare mandarino e questo era un vantaggio per me, il 10%-15% parlavano in dialetto.
APPENDICE B:
Intervista fatta al Sig. D. che lavora presso una multinazionale americana con diverse sedi in tutto il mondo, tra le quali una piccola sede è a Tianjin in Cina.
E' un'azienda nel settore carpenteria che si occupa di assemblaggio strumenti per l'edilizia. 1- AVEVANO GLI STRUMENTI PROTETTIVI, GUANTI, CASCHETTI ECC..?
Sì, dal punto di vista personale avevano tutto, sia dal punto di vista acustico, protezioni per occhi, elemetti, caschetti, erano dotati di tutto come qua da noi.
E' la prima cosa diciamo che si..
A volte son cose strane, perchè noi siamo talmente abituati che uno dice va di là e...
noi facciamo carpenterie, quindi la saldature è la cosa principale. Uno pensa qua da noi che è normale che uno abbia i guanti, le maschere..
A volte ci sono delle istruzioni di base che mancano, per noi sono cose normali, per loro invece non so..una protezione per chi salda, sai, usano dei panni apposta che proteggono dai raggi e tutte queste cose qua. Le devono indossare ma se uno non glielo dice non lo sa, se non glielo compri e non gli dici di metterlo..
Il rumore, se non gli dici di mettersi i tappi o le cuffie e non gliele procuri, lui non lo sa.
2-QUINDI DA LEI LE CONDIZIONI DI SICUREZZA ERANO OTTIMALI COME DA NOI ?
Ci sono sempre delle zone diciamo a rischio, però uno cerca sempre di fargli capire che sta lavorando su una zona a rischio. Per esempio da noi da molto tempo cercano di (ma anche da noi qua) cercano di eliminare i carroponti.
I carroponti sono delle specie di gru a ponte che ci sono nelle fucine di carpenteria utilizzate solo in vari pezzi.
Il pericolo sta nel fatto che ci vogliono le istruzioni per saper come agganciare un pezzo, perchè son pezzi che pesano 100 quintali- 150.
Ci vogliono le istruzioni per saperli agganciare, li sollevi sempre da terra, può succedere l'imprevisto.
Anche dal punto di vista costruttivo, c'è sempre quest'idea in testa di cercare di creare linee o con monorotaie o queste cose, in cui uno non sollevi mai i pezzi. Cioè li costruiscono già
sollevati e i pezzi scorrono via, fanno le varie fasi di lavorazione. 3-HA MAI VISTO AZIENDE CINESI?
Aziende cinesi, cinesi non ne ho mai viste.
4-IL SUO COMPITO ESATTAMENTE QUAL ERA?
Il mio compito è quello di istruire il personale. Io insegno a costruire i pezzi. Avvio la produzione, le linee..insegno proprio a costruire i pezzi.
5-.LEI NON HA MAI SENTITO DI INCIDENTI O DI QUALCUNO CHE SI E' FATTO MALE?
Nell'azienda dove lavoravo io no, piccole cose diciamo..cose che possono succedere, perchè magari usano anche arnesi, se uno usa un martello...sì...può succedere..ma non cose gravi. C'è anche un'impostazione e la pulizia per evitare appunto queste cose capisci?
Se poi mi dici che sono abituati a lavorare sul stretto, in spazi ridotti..Ma è una loro caratteristica quasi. Sì, diciamo che si sento più....non lo so...
Secondo me loro sono abituati a lavorare..è una loro abitudine lavorare sul stretto. Però a volte sai, lavorare a stretto contatto è pericoloso.