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A Philosophical Home Ruler

Capitolo 4 – Stoker e la politica

4.2 A Philosophical Home Ruler

Ciò in cui Stoker e Bright sicuramente differivano era la rispettiva posizione nei confronti dell’Home Rule. Mentre il primo si dichiarava un “philosophical Home Ruler”555, il secondo osteggiò la creazione di un Parlamento a Dublino, che andava contro la sua visione dell’impero e del rapporto tra il centro e le colonie, intese non come territori sottoposti al controllo della corona, ma come paesi che portavano avanti le tradizioni di governo democratico e l’uso della lingua inglese (e infatti continuava a considerare gli Stati Uniti come una colonia, pur riconoscendone la grandezza come nazione556). Come ricorda lo stesso Sturgis557, Bright si schierò ufficialmente contro Gladstone a metà del 1886, portandosi appresso un numero di membri liberali sufficiente a non far passare l’Home Rule Bill. Secondo Sturgis, le considerazioni economiche furono il fattore decisivo che portò Bright a prendere tale decisione, dato che aveva passato i decenni precedenti ad argomentare le sue convinzioni che la questione economica, e non quella politica, fosse alla base dei problemi irlandesi. Inoltre558, Bright non si fidava di Parnell e dei suoi seguaci per considerazioni di carattere morale, poiché lo considerava responsabile delle menzogne e dei sentimenti negativi che in quel periodo si stavano diffondendo tra la popolazione irlandese. Inoltre, riteneva, e lo aveva già fatto presente alla House of Commons, che i risultati ottenuti dalla Land League fossero illegali e frutto di malvagità. Se si pensa che la proprietà della terra era al centro dei suoi pensieri riguardo la questione irlandese, si può comprendere quanto questo avesse peso nelle sue scelte politiche. Dopo questa rottura559, Bright si considerava come il difensore dell’unione politica tra Irlanda e Gran Bretagna, allo stesso modo in cui Lincoln

553 Murray 2004: 51.

554 Murray 2004: 2.

555

Stoker 1906; 1907: 263.

556 Sturgis, James L. John Bright and the Empire. London: Athlone Press, 1969, p. 182.

557

Sturgis 1969: 162-165.

558

Sturgis 1969: 171.

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difendeva l’Unione negli Stati Uniti. Del resto, Sturgis ci ricorda che anche nei decenni precedenti, quando Bright veniva considerato una sorta di campione dell’Irlanda, il suo movente principale era di permettere una sua fioritura all’interno dell’unione con la Gran Bretagna560, come si è già visto e come appare chiaro anche in alcune opere di Stoker. Secondo Sturgis561, questa visione derivava dalla totale incapacità di Bright di comprendere le forze del nazionalismo: mentre riconosceva il diritto dei popoli ad aspirare a un governo democratico, arrivando a sostenere i desideri dell’India a questo riguardo, non riusciva a comprendere la base nazionalistica dell’Home Rule, pensando che gli irlandesi sarebbero stati sufficientemente contenti con la piena rappresentanza che già avevano a Westminster e con alcune modifiche alle procedure parlamentari che permettessero a comitati di membri irlandesi di modificare le proposte di legge. Fondamentalmente Bright preferiva grandi unità politiche, che avrebbero permesso al mondo di diventare sempre più unito, anzi che frantumarsi come succedeva in quel periodo, come risulta chiaro da un suo intervento su

The Times del 6 dicembre 1861, nel quale affermava che l’Europa forniva un triste esempio del

disordine derivante dal collasso degli imperi in numerosi stati nazionali. Del resto, anche Stoker, nel suo intervento alla Historical Society del Trinity College, disse:

[…] Of late years internationalism has become a great idea in the minds of men, and one which will sway the destinies of the future. What is this internationalism but the dawning of truth – the broadening out of justice from the nations to the world at large – the casting off of the petty chains of local prejudice, and of that quasi-nationality which is the very apotheosis of parochialism […] When will men learn that patriotism is not merely to sneer at and be jealous of surrounding nations, not to gather all the love and affection with which God has dowered the heart of man into one little spot till it becomes a garden, whilst all the rest of the world remains, for them, a waste? The true patriot is he who wishes his own country to lead the van of thought and action by a good example, and not he who would make all the earth subservient in everything to his own land. […] Men are finding out that what is best for the world is best for the nation, and that the consolidation of all countries into one common league for good is the true means of peace.562

A partire dall’anno successivo al suo passaggio alla fazione anti-Gladstone, Bright mise l’accento anche sulla diversità dell’Ulster rispetto al resto dell’isola, e sulle conseguenze negative che sarebbero derivate da un Parlamento a Dublino che legiferasse per tutta l’Irlanda, precorrendo 560 Sturgis 1969: 186. 561 Sturgis 1969: 187. 562 Stoker 1872: 25-26.

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così i tempi su ciò che succederà qualche decennio dopo con la divisione dell’isola in due nazioni: in una lettera a un certo Thomas Sinclair di Belfast, seguita da una a Gladstone563, fece notare che la popolazione dell’Ulster ammontava a circa un milione e settecentomila persone, quindi ben più del Galles, che rappresentava una peculiarità rispetto all’Inghilterra pur essendo sulla stessa isola, e che perciò l’Ulster potesse rappresentare una nazionalità differente rispetto al resto dell’isola irlandese, e che quindi, rappresentando una popolazione così numerosa (si tenga presente che nel 1850 la stessa Inghilterra aveva poco più di sedici milioni di abitanti564) e con le sue peculiarità non poteva essere inserito nel discorso sull’Home Rule portato avanti da Gladstone, che terrorizzava i lealisti dell’Ulster. Nello stesso periodo al quale risalgono le due lettere di cui sopra565, Bright definì un eventuale Parlamento a Dublino come una “cospirazione odiosa, illegale e immorale”, facendo nuovamente notare che Gladstone e Parnell volevano trasferire sotto questo Parlamento anche due milioni566 di irlandesi “who are as loyal as are the inhabitants of the County of Warwick”567. Secondo Robbins, quest’ultimo periodo dell’attività politica di Bright (e della sua vita) fu dominato dal pensiero della questione irlandese e da una strenua difesa dei diritti degli abitanti dell’Ulster, tanto da arrivare a definire gli abitanti del sud “ruffians and rebels”568. La sua incapacità di accettare la proposta di Home Rule dell’Irlanda all’interno dell’unione con la Gran Bretagna era tale che gli sarebbe sembrata più plausibile una nazione irlandese indipendente569.

Al contrario di Bright, Stoker, come detto, sostenne le idee alla base dell’Home Rule e intrattenne un ottimo rapporto con Gladstone, secondo quanto più volte raccontato da Stoker stesso e come mostrano l’interesse del premier per The Snake’s Pass570 e la lettera che Stoker gli scrisse, in cui gli si rivolgeva “in the first person”, esprimeva stima per la sua attività politica e si firmava “your […] friend”571, anche se ciò non gli impedì di continuare a interessarsi a Bright, come risulta evidente dagli appunti che prese sulle elezioni suppletive che si tennero alla morte del

563

Bright, John. ‘John Bright on Parnellite Conspirators and Irish Loyalists’ (several letters written between May 10, 1887 and June 16, 1887). In Publications issued during the year 1887. Dublin and London: Irish loyal and Patriotic Union, 1887, p. 65.

564

Fonte: wiki.answers.com/Q/UK_population_in_1850 (ultimo accesso 27 novembre 2014).

565 Ossia, maggio-giugno 1887.

566 Forse aggiungeva altre persone sparse in giro per l’Irlanda al milione e settecentomila abitanti dell’Ulster?

567

Bright 1887a: 58.

568 Robbins, Keith. John Bright. London, Boston and Henley: Routledge & Kegan Paul, 1979, p. 259.

569

Robbins 1979: 240.

570

Glover 1996: 30.

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politico inglese572. Secondo la Belford573, Gladstone consultava spesso Stoker sulla questione irlandese. Pur nutrendo qualche dubbio a riguardo, si può però affermare con sicurezza che Gladstone ricambiasse la considerazione per Bram, come è evidente dalla sua frequentazione del Lyceum (a volte anche dietro le quinte574) e dall’episodio ricordato da Murray, in cui Stoker fece avere a Gladstone una sua “nota esaustiva” su una nuova regola di procedura della House of Commons e (forse per una coincidenza) la regola in questione fu abolita poco tempo dopo.

Si potrebbe individuare un percorso politico e ideologico che iniziò per Stoker in una famiglia unionista Tory, come risulta chiaro sia da una lettera che scrisse a Whitman (“[…] a conservative in a conservative country […]”575), sia dal poco che si sa delle idee politiche del padre, sia da quanto questi disse quando Bram gli comunicò che voleva fare domanda per un lavoro come tesoriere della Dublin Corporation576 (il padre espresse l’idea che solo un liberale o un cattolico potesse ottenere il posto), sia dai voti di Bram ai dibattiti della Historical Society577. Il percorso individuato portò Bram a diventare un liberale e, in certa misura, anche un nazionalista irlandese. Secondo Glover578, il nazionalismo di Stoker risulta evidente persino dai suoi gusti letterari, in base a letture che elenca (ad esempio, Carleton, Yeats, Le Fanu, Edgeworth, ecc.), non senza dimenticarsi di accennare alla ecletticità delle letture di Stoker. Questa di Glover potrebbe essere una lettura un po’ forzata, però non si può negare che Stoker si interessò di nazionalismo sin da giovane, come mostra un passaggio dal suo discorso alla Historical Society:

[…] the force of nationalities is manifesting itself, and in the settling down of races are such mighty upheavals that our little country is in danger of being crushed.579

Il nazionalismo di Stoker potrebbe essere dimostrato anche dal suo ruolo nel persuadere Irving a produrre una rappresentazione basata sulla vita di Robert Emmet, come ricordato da Ivan Stoker

572

Murray 2004: 51.

573

Nella didascalia a una foto di Gladstone.

574 Come ad esempio nell’episodio in cui si sporse troppo e venne visto e prontamente riconosciuto dal pubblico, che

lo accolse un fragoroso “Bravo, Gladstone!”. Stoker 1906, 1907: 108.

575

Murray 2004: 19.

576 Si veda, ad esempio, Haining e Tremayne 1997: 60 o Murray 2004: 51.

577

Stoker 1872: 50-58.

578

Glover 1996: 29.

157

Dixon nel 1990580. Anche Murray ricorda l’episodio dell’opera che Irving si decise a mettere in scena e, su indicazione dello stesso Irving, il commediografo Frank A. Marshall preparò, ma che poi venne bloccata per pressioni politiche o forse per l’intervento del Lord Chamberlain. Murray aggiunge anche che Thornley Stoker possedeva il tavolo su cui Emmet venne decapitato dopo essere stato impiccato, fatto che, secondo la sua interpretazione, indicherebbe che il nazionalismo di Thornley aveva radici emotive forti e che le simpatie per l’Home Rule erano una parte fondamentale del legame tra Bram e Thornley581.

Ma allora, come definire le idee politiche di Stoker? Con Glover582, si potrebbe dire che il suo liberalismo era complicato dal suo background irlandese, e che i suoi legami (sia ideologici che personali) con l’Irlanda e con l’Inghilterra spesso lo tiravano in direzioni opposte. Secondo Glover, vivere a Londra e lavorare per Irving gli consentiva di lasciarsi alle spalle il provincialismo irlandese e di far parte della società londinese che conta, ma allo stesso tempo rimase per tutta la vita un irlandese che veniva facilmente riconosciuto dall’accento, e nella sezione autobiografica all’inizio del suo tributo a Irving le sue origini irlandesi sono messe bene in evidenza. Questa ambiguità verrebbe confermata dal poco utilizzo che Stoker fece dell’Irlanda nelle sue opere letterarie, con le ambientazioni scozzesi che sarebbero servite a rimpiazzare quelle irlandesi, secondo Glover in particolare dopo il fallimento della proposta di Home Rule del 1893 e il ritiro di Gladstone dalla scena politica l’anno successivo583. Tuttavia, lo stesso Glover concorda nel ritenere che la visione politica di Stoker relativamente all’Irlanda fosse quella di una forma di devolution all’interno dell’impero britannico, senza l’indipendenza totale. Infatti, anche in The Lady of the Shroud, come si vedrà, la piccola nazione (che, come si vede dalla citazione inserita in apertura di capitolo, è l’unica forma possibile per un efficace sviluppo locale) si inserisce all’interno di una lega tra nazioni e si propone come un alleato dell’impero britannico, chiedendo addirittura che questi faccia da padrino e da garante della propria nascita.

Secondo Morash, lo spostamento dal supporto all’impero, che risulta chiaro dalle mozioni appoggiate da Stoker nei dibattiti della Historical Society, al supporto all’Home Rule in quel periodo non era particolarmente insolito tra i membri delle classi medie urbane appartenenti alla

580 Newspaper cuttings relating to the life and literary of Bram Stoker and the film adaptations of his novel Dracula.

(16 Apr 1938 – 14 Feb 1993) 86 items, consultabili presso la Manuscript Collection del Trinity College Dublin (11076/5/1), ritaglio 29. 581 Murray 2004: 142. 582 Glover 1996: 12-13. 583 Glover 1996: 51.

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chiesa irlandese584. Nel caso di Stoker, Morash riscontra una costante, ossia il tentativo, chiaro in tutti i suoi scritti, “to construct a narrative of social progress”585. Questo lo portò, una volta che fu chiaro che solo la ridistribuzione della terra poteva garantire il consolidamento di una classe media prospera (che avrebbe consentito all’Irlanda di superare la sua arretratezza), ad avvicinarsi sempre più all’Home Rule. Alle considerazioni di Morash si potrebbe forse aggiungere la naturale evoluzione di un giovane uomo, che iniziò la propria vita e formazione sotto l’influenza del padre, si interessò di politica sin da giovane (come risulta evidente dal titolo del discorso tenuto alla Historical Society e da alcuni commenti presenti nei suoi diari personali586), e gradualmente ma inesorabilmente si allontanò da tale influenza, diventando, nella sua vita adulta, un liberale che sosteneva la causa dell’Home Rule. Questa era una posizione ben precisa all’interno dell’ampio spettro di possibilità che la politica irlandese del tempo offriva, che si possono probabilmente riunire in tre linee principali, una unionista tesa al mantenimento dello status quo, una opposta che voleva l’indipendenza, e una intermedia che chiedeva una maggiore autonomia. Lo spettro, tuttavia, era ben più ampio, dato che tutte e tre queste idee venivano declinate in modi diversi. In particolare la terza, quella a cui si rifaceva Stoker, poteva prevedere una vicinanza più o meno maggiore a una delle altre due, proponendo ad esempio semplici cambiamenti alle procedure parlamentari inglesi (come per Bright), un’unione alla pari tra una costituenda corona irlandese e quella inglese sul modello austro-ungarico (secondo le idee espresse da Griffith) o una sorta di devolution all’interno dell’impero che garantisse l’indipendenza interna ma mantenesse la politica estera legata a quella inglese (sul modello del Canada)587.