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del Piano nazionale delle riforme, unitamente al rafforzamento del sistema di prevenzione e protezione della salute e

Nel documento DI RIFORMA 2020 P ROGRAMMA NAZIONALE (pagine 46-49)

Area prioritaria 2

Prioritaria 2 del Piano nazionale delle riforme, unitamente al rafforzamento del sistema di prevenzione e protezione della salute e

sicurezza nei luoghi di lavoro.

Tali linee prioritarie rispondono, in particolare, alla Raccomandazione

n.2 del Consiglio dell’Unione europea del 2019 e, con riferimento ai 17 Obiettivi di sviluppo (SDGs) adottati dall’ONU con l’Agenda 2030, si inscrivono nell’Obiettivo n.8 (Lavoro dignitoso e crescita economica).

La Raccomandazione n. 2, invitava l'Italia ad adottare provvedimenti nel 2019 e nel 2020 al fine specifico digarantire che le politiche attive del mercato del lavoro e le politiche sociali fossero efficacemente integrate e coinvolgessero, in particolare, i giovani e i gruppi vulnerabili35.

Con riferimento a tali previsioni, la Relazione Paese 2020 per l’Italia rilevava che il ricorso alla contrattazione collettiva a livello aziendale o locale resta limitato, mentre sono in discussione disegni di legge sulle retribuzioni minime garantite.

L’Obiettivo n.8 dell’Agenda 2030 coinvolge, invece, il tema occupazionale, con indicatori che rilevano il tasso di occupazione ma anche la qualità del lavoro per tutte le categorie – in particolare per quelle a più elevato rischio di esclusione – l’equità nelle retribuzioni, le condizioni di sicurezza e l’eliminazione di ogni forma di sfruttamento del lavoro.

Il Piano rileva che le misure di sostegno alla contrattazione collettiva di secondo livello in essere, si inseriscono in un più ampio progetto di rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale e di integrazione dei diversi ambiti e livelli di negoziazione anche al fine di contrastare il dumping

34 Dagli ultimi dati Eurostat relativi al 2019 emerge che il tasso di occupazione femminile in Italia è del 53,8%, rispetto al 73,4% di quello maschile.

35 Nelle premesse alle Raccomandazioni, il Consiglio rileva che “la riforma inizialmente prevista del quadro di contrattazione collettiva mirava ad allineare maggiormente le retribuzioni alle condizioni economiche a livello regionale e aziendale. Nel marzo 2018 Confindustria ha firmato un accordo quadro con i tre principali sindacati italiani (Cgil, Cisl e Uil) per ampliare la contrattazione di secondo livello. Inoltre, l'accordo aumenta la certezza del diritto stabilendo regole più chiare per la rappresentanza delle parti sociali nei negoziati e introduce un algoritmo migliorato per la fissazione dei minimi salariali. Il primo accordo di attuazione in materia di rappresentanza, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro è stato firmato a fine 2018 dall'associazione dei datori di lavoro e dai tre principali sindacati”.

contrattuale. In tale ottica si colloca anche la proposta di istituzione di un salario minimo quale strumento di sostegno del potere d’acquisto dei salari e vettore di protezione e rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale nei settori più deboli e a basso tasso di sindacalizzazione nei quali strutturalmente non opera la contrattazione di secondo livello.

Tra le misure di sostegno in essere, di cui sopra, si fa riferimento alla Legge di Stabilità 2016, che dispone la detassazione dei premi di produttività (applicando l’aliquota d’imposta del 10 per cento sui premi di produttività di 3.000 euro lordi) ed una misura di decontribuzione del 20 per cento per il datore di lavoro e totale per il lavoratore nel caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro36.

Anche al fine di monitorare il mercato del lavoro il Governo si impegna, inoltre,ad istituire l’osservatorio nazionale del mercato del lavoro

Seguendo la medesima ratio si collocano gli interventi di promozione del dialogo con le Parti sociali e istituzionali, da realizzare:

attraverso la riforma della rappresentanza sindacale.

In questo ambito si segnala anche la sottoscrizione, a settembre 2019, della Convenzione sulla Rappresentanza tra l’INPS, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e le Parti sociali, che implementa il Testo Unico sulla Rappresentanza, siglato nel 2014 e modificato nel 2017.

promuovendo diversi interventi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, tra i quali rientra la realizzazione di un piano straordinario lanciato con l’istituzione, a settembre 2019, di un apposito tavolo di lavoro sul tema, con l’obiettivo di dare completa attuazione e aggiornare il Testo Unico per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, specialmente nella fase di riapertura post pandemia. In tale ottica sono state elaborate strategie efficaci di prevenzione del rischio biologico e di gestione della sorveglianza sanitaria da porre in essere per affrontare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e garantire un graduale riapertura della attività in piena sicurezza.

al fine di incentivare il lavoro agile, consentendo alle parti sociali di stipulare specifiche intese di rimodulazione dell’orario con cui quota parte

36 In proposito, vengono riportati i dati relative agli effetti di tali misure, in base ai quali, “ad aprile 2020, i contratti aziendali e territoriali vigenti ammontavano a 11.142. Sul totale, l’incidenza della contrattazione aziendale era del 76 per cento, contro il 24 per cento della contrattazione territoriale. Riguardo alle finalità (che possono anche coesistere nello stesso contratto), circa 8.600 contratti si proponevano di raggiungere obiettivi di produttività, 6.300 prevedevano misure di welfare aziendale e 1.300 circa un piano di partecipazione. 1.800 contratti circa sono validi sia ai fini della detassazione, sia della decontribuzione; di questi 800 circa sono validi solo ai fini della decontribuzione. I lavoratori coinvolti dalla contrattazione decentrata ammontavano a 2,5 milioni2, di cui solo il 12 per cento circa era coperto dalla contrattazione territoriali”.

dell’orario di lavoro viene destinata a specifici percorsi formativi. Le ore non lavorate e destinate alla formazione sono a carico della finanza pubblica ivi compresi gli oneri contributivi e previdenziali e la remunerazione dei formatori (mediante utilizzo del Fondo nuove competenze di recente istituzione);

valorizzando l’opportunità della finestra di contrattazione collettiva (triennio 2019-2021) per il personale pubblico. A tal fine, si evidenzia che sono stati già allocati 3,37 miliardi nella Legge di Bilancio per il 2020, per il finanziamento dei rinnovi per il periodo 2019-21, sia per il personale contrattualizzato ARAN, sia per quello in regime di diritto pubblico (FF.AA., Corpi di Polizia, Vigili del Fuoco, Prefetti e Diplomatici).

Nel documento DI RIFORMA 2020 P ROGRAMMA NAZIONALE (pagine 46-49)