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della piante Ilaria Pertot

Nel documento Annual report IASMA Research Centre (pagine 74-76)

T. atroviride SC1 è un fungo mesofi lico come la maggior parte di Trichoderma spp. perciò ben si adatta alle normali condizioni di crescita delle piante. La sua temperatura massima di soprav- vivenza è inferiore alla tempera- tura del corpo umano, che di per se è un buon indicatore di non patogenicità per l’uomo. I livelli di tolleranza del pH si colloca-

no nell’intervallo tipico dei cep- pi di Trichoderma. T. atroviride SC1 tollera valori di aw inferiori a 0,910, che corrispondono ai valori di umidità relativa preferiti dalla maggior parte dei patogeni fungini. Monitorare il destino ed il compor- tamento di un microrganismo dopo il suo rilascio nell’ambiente è di fondamentale importanza. La regi- strazione di uno specifi co agente

Figura 1 - Effetto di Trichoderma atroviride SC1 sulla gravità dell’oidio su piante di cetriolo (sopra) e zucchini (sotto) inoculate artifi cialmente, a confronto con lo zolfo ed uno standard di riferimento. Colonne con la stessa lettera non differiscono signifi cativamente secondo il test di Tukey (α=0.05)

di biocontrollo come agrofarmaco in Europa richiede una valuta- zione del rischio che si focalizza sulla persistenza e la moltiplica- zione dell’agente di biocontrol- lo nell’ambiente, in aggiunta ad una valutazione di ogni possibi- le contaminazione del cibo con residui di cellule vitali o morte dell’agente stesso. Queste istan- ze legali richiedono l’utilizzo di

Non trattato Zolfo Trichoderma Non trattato Zolfo

atroviride SC1 Trichoderma atroviride SC1 Trichoderma harzianum T39 Trichoderma harzianum T39 Gravità (%) Gravità (%)

metodi di monitoraggio che pos- sano identifi care in modo accura- to il ceppo rilasciato, distinguerlo dalla comunità microbica nativa e tracciare la sua dinamica di popo- lazione nel tempo. È stato svilup- pato un metodo molecolare (Real Time PCR) per tracciare e quan- tifi care T. atroviride SC1 nell’am- biente. Abbiamo dimostrato che T. atroviride SC1 può controllare lo sviluppo dell’oidio, delle tra- cheomicosi (mal dell’esca) e dei marciumi dei frutti e radicali. Per ottenere il biocontrollo dei pato- geni vegetali questo microrgani- smo può essere applicato sulle foglie, sulle ferite di potatura o nel suolo. In particolare T. atro- viride SC1 può controllare l’oidio (Podosphaera xanthii) su alcune specie orticole, come lo zucchino ed il cetriolo, ad un livello simile a quello ottenibile con lo zolfo, che è uno dei fungicidi più utiliz- zati e per questo inserito come standard di riferimento (Figu- ra 1). Un agente di biocontrollo commerciale (Trichoderma har- zianum T39, Trichodex) è stato incluso come confronto. T. atro- viride SC1 può controllare in vitro i tre principali agenti coinvolti nel mal dell’esca della vite. L’ef- fi cacia di controllo nei confronti di Phaeomoniella chlamydospora, Phaeoacremonium aleophilum e Fomitiporia mediterranea è mol- to elevata se confrontata a quella di un altro agente di biocontrol- lo e molto vicina al 100% (Figura 2). Armillaria mellea e A. gallica sono i principali agenti causali di marciume radicale in numerose colture. In Trentino i marciumi da Armillaria sono un’importante malattia della vite. Non esisto- no al momento sistemi effi caci per la difesa contro Armillaria spp. T. atroviride SC1 è effi cace Figura 3 - Percentuale di piante di fragola infette (morte)

da Armillaria mellea e A. gallica dopo il trattamento del suolo con Trichoderma atroviride SC1 a confronto con il non trattato e T. harzianum T39. I valori sono una percentuale calcolata su media di dieci piante

contro entrambi questi patoge- ni: ne riduce la crescita e alla fi ne li uccide. Questo è chiaro in condizioni controllate su pezzet- ti di legno, ma T. atroviride SC1 è anche capace di prevenire le infezioni sulle piante. Nel caso di piante di fragola esso è in grado di ridurre in modo signifi cativo la malattia causata sia da A. mellea, sia da A. gallica (Figura 3). Un pro- dotto commerciale (Trichodex) è stato usato come standard di rife- rimento nel confronto. T. atrovi- ride SC1 può essere coltivato su numerosi substrati di laboratorio con l’agar patata destrosio (PDA) o l’agar nutritivo (NA), etc. Al fi ne del biocontrollo esso può essere applicato con tre metodi:

▪ inoculato e cresciuto su brodo nutritivo con agitazione conti- nua, con ottimo di crescita tra i 20 e i 25°C per almeno 48 ore;

▪ cresciuto su riso bollito sterile per 21 giorni a 25°C. È consi- gliabile usare una dose d’ino- culo di 106 cfu g-1suolo. T. atroviride SC1 può essere appli- cato direttamente come riso al suolo oppure il riso può essere lavato in acqua e poi spruzzata con l’aggiunta di coformulati (bagnati, protettivi, ecc.);

▪ cresciuto su pezzi di cortec- cia preventivamente trattati o meno con substrati (PDA, NA, ecc.) o soluzioni nutriti- ve che contengano sorgenti di carbonio ed azoto. Le cortec- ce vengono inoculate con T. atroviride SC1, incubate fi no ad ottenere la colonizzazione. Le cortecce inoculate possono essere usate come ammendan- te in ogni momento della colti- vazione al fi ne di proteggerle dallo sviluppo di patogeni del suolo o per prevenire nuove infezioni.

Figura 2 - Effi cacia di Trichoderma atroviride SC1 sulla crescita dei tre principali agenti coinvolti nel mal dell’esca della vite (Phaeomoniella chlamydospora, Phaeoacremonium aleophilum, Fomitiporia mediterranea). L’effi cacia è stata calcolata secondo la formula: [(C-T)/C]x100, dove C è la crescita del patogeno senza il trattamento e T è la crescita in presenza di T. atroviride SC1 o Bacillus subtilis F77

Effi cacia (%) Effi cacia (%) Effi cacia (%) Piante infettate (%)

A mellea non trattato A mellea + SC1 A galica non trattato

A galica + SC1 A galica + T39

PARTE

2

| DIPARTIMENTI | DIPARTIMENTO PROTEZIONE DELLE PIANTE

È stata utilizzata la coltura in vitro per studiare l’effetto di due differenti ceppi di Ca. P. mali sul- la cv suscettibile Malus domestica e su genotipi apomittici resistenti derivati da M. sieboldii. L’inoculo è stato fatto tramite microinnesto in vitro. Tra i due ceppi sono sta- te evidenziate differenze signifi - cative per la qualità dell’innesto, l’effi cacia di trasmissione e il tas- so di sopravvivenza delle piante infettate. Per entrambi i ceppi, la concentrazione di fi toplasma, determinata tramite qPCR, è risultata in tutti gli apomittici più bassa rispetto al controllo suscet- tibile.

Una concentrazione di fi toplasma signifi cativamente differente è

Effetto di differenti ceppi di Candidatus Phytoplasma mali inoculati su genotipi

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