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LA PLASTICITÀ DELLA MATERIA

Le astrazioni e le parole che descrivono delle sensazioni vengono sostituite con delle locuzioni di impatto visivo e tattile; c’è una limitata descrizione della vita interiore e delle implicazioni psicologiche: le immagini descritte creano nel lettore la sensazione provata dal personaggio. Gli elementi psicologici emergono attraverso una forma cinematografica che sfrutta la banda visiva e quella sonora. L’informazione è implicita nell’azione e ne costituisce il sottotesto.

Nei seguenti esempi si vedrà come gli scrittori riescono, usando parole non esplicite, a far scaturire emozioni dalle immagini:

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– Perde sangue – bisbiglio; e a questo punto succede una cosa tremenda, da me causata col mio bisbiglio: succede che lei si guarda istintivamente l’inguine – oh no, no – e allora tutto diventa molto peggio di come l’avevo temuto, perché, per quanto poco possa durare, questo equivoco, nel frattempo, non sarà un equivoco, e infatti non lo è mentre lei si guarda le gambe, e continua a non esserlo quando il suo sguardo fulminescente torna a inquadrarmi, e adesso reca l’indignazione e insieme la soddisfazione del demone sfidato, e fa di me un essere morboso, perverso, perduto, vampirizzato, che ha osato violare l’intimità delle sue secrezioni vitali, impiastricciarsi le mani col suo mestruo. Dura solo un attimo, certo, davvero non più di un battito di ciglia, ma in quell’attimo, incenerito dai suoi occhi, depravato dal suo sangue, vengo trapassato da una violenta fitta di dolore, dolore fisico, alla pancia, alla testa, dappertutto, e al tempo stesso vedo precipitare sul suo volto insanguinato, il trionfo del male assoluto – che poi, mi rendo conto, è solo un altro dei miei elenchi, fulmineo e spaventoso, l’elenco di ciò che in tutta la mia vita i miei occhi e la mia mente abbiano visto cui palesemente mancasse il soffio dell’anima: il ghigno dei tedeschi, l’occhio vitreo degli squali, la pelle grigia degli zombi, i mucchi di cadaveri nei lager, il vomito verde dell’Esorcista, la piramide di sedie di Poltergeist, il rincoglionimento di Frankenstein, la pagina di It che spiega cos’è It, la descrizione fisica del signor Hyde, Opale che prende a calci lo storpio, il toro che uccide il torero, Pinocchio impiccato alla quercia grande, Belfagor, Dracula, Moby Dick, i lupi mannari, quel Morganti che mi accarezza il viso con la spiga, la proprietaria della Brick di Lugano che affonda sott’acqua come un macigno, la mamma distesa nella bara col golfino beige che sembra vuoto, il corpo svitato di Lara circondato dalle fette di melone…

D’un tratto, un colpo di fortuna: nella sala va via la luce, e il fatto di non vedere più nulla mi fa stare subito meglio.167

Veronesi, tramite l’elenco di immagini, macro-connotate, ci vuole trasmettere lo stato d’animo del protagonista: sgomento, imbarazzo, perversione, senso di offesa nei confronti di qualcuno, la percezione di essere una persona malvagia. Il lettore tramite tale descrizione avverte le sensazioni provate dal personaggio scaturite da immagini proprie dell’immaginario collettivo.

La stessa tecnica viene usata da De Cataldo in Romanzo criminale:

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Lei non gli credette, era chiaro. Per tutta la serata, Roberta parlò di sé, dei suoi progetti, della sua vita, rivolgendosi quasi esclusivamente al Freddo. Gigio, sbiadito satellite del fratello, se la covava con lo sguardo da cane, e non si rendeva conto che stava succedendo qualcosa. Il guaio è che il Freddo, appena l’aveva vista, era rimasto come fulminato dai suoi occhi azzurri e impertinenti. Gli venivano in mente, mentre lei inanellava una battuta dietro l’altra, una sigaretta dietro l’altra, paesaggi di campagna, e mari, e altre immagini che non pensava di aver mai posseduto nella sua limitata fantasia. E qualcosa di caldo e di teso lo afferrava alla bocca dello stomaco, e scendeva giù fino al sesso, quando lei gli scoccava un sorriso furtivo o lasciava cadere una distratta carezza sulla coscia. E Gigio, affettuoso, innamorato perso, che si affannava a dire quant’era forte suo fratello, quant’era ganzo, come risolveva tutti i guai di famiglia, come aveva costruito con le sue mani, praticamente quella villa immensa.168

L’innamoramento del personaggio, il Freddo, nei confronti della ragazza viene reso attraverso la sua visione di immagini che «non pensava di aver mai posseduto nella sua limitata fantasia»169 e con una

descrizione di una sensazione fisica e materiale. Questo “uso” di parole non tende alla descrizione dell’astrazione propria del sentimento, ma fanno comunque percepire al lettore lo stato d’animo del protagonista della scena.

L’uso della sensazione fisica per descrivere un sentimento viene usata anche da Ammaniti:

Esmeralda gli poggiò la testa sulla spalla. S’irrigidì tutto come gli avessero infilato un bastone su per il culo. Sentì un odore buono di shampoo che gli fece girare la testa, lei gli miagolò in un orecchio: «Non è possibile. Sei il più bono della scuola e a te non piace nessuna…» e gli diede un bacio impalpabile sul collo.

E, sebbene fosse certo che lei lo stava prendendo per il culo, fu una sensazione vertiginosa, sconnessa, che lo accecò per un istante lunghissimo e lo lasciò senza fiato e con la pelle d’oca su tutta la schiena.

168 DE CATALDO G.,Romanzo criminale, Torino, Giulio Einaudi, 2002, pag.228. 169 Ibidem, pag.228.

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«Che stronza! Tu lo baci e io no?» E Fabiana gli stampò un bacio sulla bocca. Cristiano ebbe una seconda scossa, forse anche più violenta della prima, come se gli avessero dato una coltellata in petto. Un verso indefinibile gli sfuggì dalla gola.

Era stato breve il contatto con quella carne morbida. Bellissimo e doloroso. S’impedì di toccarsi la bocca con le dita, per scoprire se un po’ di quell’umidiccio ci fosse rimasto appiccicato sopra.170

La “pelle d’oca” rende subito agli occhi del lettore la situazione mentale di Cristiano, e cioè una sensazione di imbarazzo, incredulità e sgomento. Per il lettore è una sensazione corporea facilmente comprensibile.

Come abbiamo di nuovo visto, gli elementi psicologici emergono attraverso una forma cinematografica, nel caso di Ammaniti o De Cataldo, o attraverso immagini connotate, come per Veronesi. I sentimenti sono cioè resi visibili dalle descrizioni fatte tramite un sapiente uso delle parole, l’astrazione è resa attraverso una visione materiale del sentimento.

In letteratura, come nel cinema, il sentimento si “vede”, attraverso gli atti dei protagonisti: questa è un'altra caratteristica peculiare dell’arte cinematografica assorbita dalla scrittura contemporanea.

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SPAZIO DELIMITATO E TEMPO CIRCOSCRITTO