e così fece egli pure. Accolse l'omaggio di Bellin-zona,
Como, Monza,
terre suddite ai Milanesi, spedìi suoi ambasciatori alle corti estere per dar loro av-viso della
nuova
sua condizione.Fu
riconosciuto datutti
come Duca
di Milano,ad
eccezione didue
Sovrani, cioè F Imperatore Federico IH. e CarloRe
di Francia.
Gli uomini più turbolenti e sediziosi, quegli che aveano tiranneggiato il popolo nel
tempo
dell' inter-regno vennero,con unanime
consenso, relegati nelle città vicine. In tal guisa ilDuca
Sforza riformò, stabilì ed ordinò il suo dominio già da tantotempo
contrastatogli.
Dopo
di aver date tutte queste preliminari di-sposizionicome uomo
di Stato e guerriero, pensòil
Duca
a fare il solenne suo ingresso nella città di Milano.Successe questo il giorno venticinque di
Marzo
del i45o dalla parte di Porta Ticinese. Il
nuovo Duca
era insieme a Bianca Maria di lui sposa, e col pri-mogenito Galeazzo Maria.
Un numero
infinito dima-trone
,
pomposamente
vestite, gli andarono incontro
)
4»
gli oratori delle città suddite
5 i nobili Milanesi tutti
sfoggiarono per rendere magnifico quell'ingresso. Erasi preparato
un
maestoso carro con baldacchino )ma
una
tal cosanon
piacque a Francesco Sforza cheamava
la gloria enon
le apparenze teatrali; e ricu-sandoloy disse : che egli in quelF ingresso s'
incam-minava
al tempio per rendere omaggio alPadrone
dell'Universo
? al di cui aspetto tutti gli uomini sono
eguali. Cavalcò egli
adunque
: la follaimmensa
del popolo, i ricchi arredi dei nobili; la magnifica pa-rata degli uomini d'armi che precedevano
? tutti co^
perti di usberghi lucidissimi
; il lusso de' loro illustri condottieri
; tutto ciò formava
uno
spettacolo sor-prendente.La
cerimonia si fece alDuomo
; ovesmon-tato il
Duca
si poseuna
candida sopraveste: indi colla solennità de' sacri riti , la Duchessa ed il suo consorte vennero ornati colmanto
ducale fra gli ap-plausi e gli evviva del popolo : poi dagli eletti di ciascun quartiere ricevette il giuramento di fedeltà.Essi a lui consegnarono lo scettro
; la spada
; il
ves-silloj il sigillo ducale, e in fine le chiavi della città.
Ciò fatto
7 il
Duca
fece proclamare Conte di Paviail primogenito Galeazzo. Terminossi per tal
modo
lafunzione in
Duomo
? seguendosi il rito dei
Duchi
antecessori. Indi per cinque giorni volle il
Duca
chela città vivesse in
mezzo
alle feste ed alle allegrie7
danze
? giostre
; tornei di varie sorta
? musica
; spet-tacoli teatrali
; lautissimi pranzi , tutto
venne
così4
.
2
giudiziosamente distribuito
? e
con
tal previdenza ed ordine eseguito , ehe si mostrò ilDuca
la delizia dellabuona
società e Vanima
dei divertimenti. Egli creò molti cavalieriy scegliendo quegli che più
me-ritavano questo onore?
e tutti li regalò nobilmente.
In
somma
Francesco Sforza , invincibile alla testa di un' armata?
si mostrò il più giudizioso direttore delle feste
?
come
si fece conoscere il Principe piùumano
?
giusto e benefico
; reggendo in pace lo Stato.
In tal guisa contraddistinse il di lui fausto
avveni-mento
al governo di questo Stato?
un
poco prima contrastatogli da fieri partiti? che egli col suo valore e co' talenti seppe tutti annichilare.
Il
Papa
Nicolò V.?
; i Senesi e varj altri Stati e Principi d' Italia spedirono tosto i loro ministri per
una
onorevole ricognizione alnuovo
Duca. Esso gliaccolse tutti colla solita sua affettuosità e bella
ma-niera; trattolli con distinzioni veramente sovrane
5
e
;
congedandosi dagli stessi
7 lasciò impressa nei loro cuori 1111' eterna ricordanza de' bei
modi
e dello spirito sorprendente di questo nostro illustre Per-sonaggio.Il
primo
pensiero delDuca
Francesco Sforza fu quello di rialzare il Castello di Porta Gioviademo-lito due anni prima durante le turbolenze della re-pubblica milanese. Questa fortezza
?
fabbricata da
Ga-leazzo IL
; era necessaria per la sicurezza del
Duca
;
43
la di cui residenza in una città recentemente con-quistata
, piena di partiti, e ancora calda del
nome
di libertà
, poteva essere assai pericolosa\ e special^
mente come
Principe sprovveduto in fatti di legalifondamenti per succedere al Ducato. Propose quindi
7
come
dissi, la riedificazione del Castello , col pre-testo di difendersi dalle incursioni dei Veneti • ed essendo dal popolo stata accettata la sua delibera-zione, vi fece dare tosto effetto, destinando per ca-stellanoun
nobile patrizio milanese , ed ordinando che così dovesse sempre succedere nellenomine
sus-seguenti. Col pretesto di difesa contro i Veneziani pensò ilDuca
politicamente alla erezione diun
sitopur troppo necessario nel caso di malcontento che potesse rinascere fra i molti partiti milanesi.
L' interno di questa fortezza scorgesi anche al
presente,
benché
ne sieno tutte state levate le difese.Consiste questa in
un
vasto edificio quadratocon
corti spaziose
; e quattro poderose torri, o sieno tor-rioni agli angoli, sebbene poi i due soli risguar-dantila città sieno stati perfezionati: fortissimi ripari, che sostenendo grossi pezzi d'artiglieria, possono far volare le palle al di sopra della città. Questo
rial-zamento
della fortezza costò più cPun
milione di ducati , o sieno zecchini.Terminata questa riedificazione incominciò il
Duca
ad essere molestato dalla repubblica veneta , chemai
non
si stancava di invadere con piccole scorrerie gli Siati del Milanese.44
Il nostro
Duca
pretendevaBergamo
e Brescia pos-sedute in addietro dai \isconti; e per solo diritto di conquista ricuperate durante il dominio di Filippo Maria suo suocero.
Come
pure pretendevaVerona
e Vicenza> quale retaggio della casa Scaligera termi-nata nell' ava di sua moglie Bianca Maria
? cioè nella Duchessa Catterina. Per lo contrario i Veneziani pre-tendevano di portare i loro confini sino all'Adda.
Sedici mila cavalieri stavano in
campo
per la repub-blica venetay e diciottomila ne presentava all' op-posto il
Duca
Francesco. I Fiorentini erano collegati colDuca,
i Savojardi coi Veneziani.Le
ostilitànon
per anco cessaronodopo
quattro anni. Finalmente nel i453 inoltrandosi i Turchi padroni di Costanti-nopoli verso la Grecia e la Dalmaziay
i Veneziani ricorsero alla mediazione di
Papa
Nicolò V.; a fine
di ottenere la pace col
Duca
7
onde
poter rivolgere le intiere loro forze in difesa contro le vittoriose insegne mussulmane. IlDuca
Francesco piegossi ai paterni ufficj delSommo
Pontefice? e coli' opera del nobil
uomo
Paolo Balbo ai9
d'Aprile dell'an-no i454
fu sottoscritta la pace di Lodi; celebre per noij poiché oltre le ragioni della casa della Scala
?
alle quali rinunziò il
Duca
; cedette pure i suoidi-ritti sopra Brescia e
Bergamo
. anzi abdicò dalDu-cato la città di
Crema
e suo territorio? trasferendone
il dominio nella repubblica veneta
?
che la possedette di poi. Alle guerre che il
Duca
ebbe in seguito coi45
Savojarcli si pose termine con una pace , la quale
fissò il fiume Sesia per limite ai due Stati.
Le
cittàche
componevano
a queltempo
il dominio del Conte Francesco,
primo Duca
Sforza e quartoDuca
di Mi-lano, erano quindici, cioè: Milano, Pavia,Cremona, Lodi, Como,
Novara, Alessandria, Tortona, Va-lenza, Bobbio, Piacenza,Parma,
Vigevano,Genova
e Savona. Queste due ultime città vennero acquistate dallo Sforza nel
1464
per la cessione che glienefece Lodovico
Re
di Francia, il chenon
gli bastan-do , colle armi sottomiseGenova
al suo potere.Sarebbe troppo nojoso il racconto delle minute azioni , di tutte le guerre e contrasti successi al
Duca
Sforza. Egli
non
vissemai
in pace, ne potèpiena-mente
rivolgere Vanimo
alla parte di legislatore edalla riforma politica della nazione a lui soggetta. In
mezzo
però a tante calamitose vicendenon
dimen-ticò il nostro Principe di mettere in opera tutte le cure di
un
padre benefico de' suoi popoli. Abbellì, ristorò e rese più vasto il palazzo Ducale fabbricatotanti anni prima da Matteo I., ornato poscia da
Azzone
, rifabbricato da Galeazzo II. , cadente e quasi abbandonato allorché ilDuca
Francescodi-venne
Signore di Milano3 poiché Filippo Maria,
come
dissi nel principio di queste
memorie, non mai
vi alloggiò, stando sempre occultatocome un
romita nel castello di PortaG
iovia.Riedificò ,
come
già si è spiegato di sopra , il46
Castello che tuttora esiste
? sebbene le fortificazioni
che lo cingevano al di fuori sieno state fatte du-rante il
Governo
Spagnuolo. Intraprese , e condusseal suo termine la grand' opera del Canale
y o sia
Navìglio
? che da Trezzo
conduce
a Milano le acque dell7Adda
? detto il canale della Martesana.
Il
Decembrio
così si esprime in proposito :Co-mandò
ancora; che scavandosi il terreno, dalV
Adda
si deviasse per venti miglia