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Capitolo 1 I partiti politici nelle democrazie occidentali

1.3 Il populismo in Europa

Nel paragrafo che segue viene analizzato il fenomeno del "populismo" dal punto di vista teorico, prestando attenzione ai suoi caratteri generali.

1.3.1 Caratteri generali del populismo

La crescente insofferenza del popolo nei confronti dei partiti che stanno ai vertici del potere politico è stata il trampolino fondamentale per la nascita di movimenti che hanno fatto delle istanze della gente comune la loro bandiera.

Pertanto il "popolo" molto spesso viene sedotto e attratto nell'orbita del "populismo", dal momento che i partiti istituzionali vengono considerati come portatori di interessi individualistici ed egoistici.

135 Ivi, pag.124 136 Ivi, pag.125 137 Ibidem

Il "populismo" quindi è considerato la soluzione per i problemi quotidiani di milioni di persone, e per consentire alla popolazione di un determinato paese di avere voce in capitolo nell'elaborazione delle politiche pubbliche, attraverso gli strumenti propri della democrazia semi-diretta (es.referendum).

Inoltre la crescente importanza dei media per la conduzione delle campagne elettorali e l'organizzazione dell'attività politica è stato uno dei fattori che hanno permesso ai movimenti populisti di emergere e far sentire la propria voce in quei paesi dove la crisi economica e la sfiducia verso la classe politica al governo hanno determinato una frattura netta tra gli interessi del popolo e quelli dell'èlite al potere.

Il populismo è generalmente definito come un'ideologia che considera la società come separata in due gruppi omogenei ed antagonisti, le "persone pure" contro "l'elite corrotta", e che ritiene che la politica debba essere l'espressione della volontà generale (general will) del popolo.138

Due visioni si contrappongono al populismo: l'elitismo e il pluralismo.

L'elitismo è l'immagine specchio del populismo: esso condivide la sua visione del mondo Manichea, ma vuole che la politica sia l'espressione delle idee di una élite morale, invece che del popolo immorale.

Il pluralismo, d'altra parte, rigetta l'omogeneità sia del populismo che dell'elitismo, poichè vede la società come una collezione eterogenea di gruppi e individui aventi spesso fondamentali differenze di visioni e di idee.139

Il populismo è moralistico più che programmatico, e caratterizza la politica di ogni moderno regime in cui la legittimazione ascende dal popolo piuttosto che discendere dal diritto naturale e divino. Essenziale per il discorso del populismo è quindi la distinzione normativa tra "l'elite" e il "popolo".140

Il populismo presenta una prospettiva Manichea, in cui ci sono solo amici e nemici. Gli avversari non sono persone con differenti priorità e valori, ma sono diavoli! Di conseguenza, il compromesso è impossibile, poichè "corrompe" la purezza.141

Il popolo a cui fanno riferimento i populisti è una "comunità immaginaria", come la "nazione" per i nazionalisti.

Il populismo non dovrebbe essere collegato ad un movimento o ad un tipo di regime, ma piuttosto esso deve essere inteso come un modo flessibile di animare il supporto politico.

Per meglio comprendere la nozione di populismo, occore fare riferimento al concetto di

138 Cas Mudde, The Populist Zeitgeist, Oxford, Blackwell Publishing, 2004, pag.543 139 Ibidem

140 Ibidem 141 Ibidem

"mobilitazione populista" (populist mobilization).142

La mobilitazione populista è sostanzialmente un "progetto politico"(political project).

Un "progetto politico" è definito come un insieme di attività politiche concertate e condivise (pacchetto di pratiche discorsive e di mobilitazione) "atte probabilmente a sostenere, cambiare o abbattere, nascondere o promuovere" le relazioni d'autorità politica.143

E' risaputo che nell'età moderna tali relazioni d'autorità sono tipicamente concentrate nell'apparato organizzativo dello Stato-nazione territoriale.

Alla luce di ciò, un progetto di mobilitazione populista è ogni "concertato progetto politico su larga

scala che mobilita settori sociali solitamente marginalizzati nell'azione politica contenziosa e pubblicamente visibile, articolando una retorica anti-élite e nazionalista che valorizza le persone comuni".144

Una mobilitazione populista è spesso accompagnata e coadiuvata da una "retorica populista".

Per "retorica populista" si intende una retorica anti-élite e nazionalista che valorizza il popolo ordinario.145

Qui il termine retorico è inteso nel suo senso più ampio, per sottintendere collezioni

di azioni simboliche, stili di espressione, dichiarazioni pubbliche (orali e scritte), definizioni della situazione, e modi di elaborare le idee che in linea di massima invocano o rinforzano un principio populista che reciprocamente legittima e anima l'azione politica.

Ora risulta importante capire contro chi e cosa i populisti si oppongono.

Nei sistemi liberal-democratici, dove i partiti politici sono i principali attori nei processi di rappresentanza, non sorprende che nella propaganda dei populisti i sentimenti anti-partitici giochino un ruolo preminente.

In uno stile spesso implicitamente Rousseauniano, i populisti lamentano il fatto che i partiti politici corrompono il legame tra i leader e i loro sostenitori, e creano divisioni artificiali entro il popolo omogeneo, e mettono i loro propri interessi sopra quelli del popolo.146

Comunque, poichè i populisti sono riformisti piuttosto che rivoluzionari, essi non si oppongono ai partiti politici in sè.

Piuttosto, essi si oppongono ai partiti solidi e radicati, auspicando un nuovo tipo di partito; infatti essi esprimono sentimenti populisti anti-partitici piuttosto che sentimenti estremisti anti-partitici.147

Sebbene i populisti possano essere degli "emancipatori", essi non vogliono cambiare le persone, ma piuttosto il loro status all'interno del sistema politico.

142 Robert S.Jansen, Populist Mobilization: A New Theoretical Approach to Populism, Washington, ASA, 2011, pag.82

143 Ibidem 144 Ibidem 145 Ibidem

146 Cas Mudde, The Populist Zeitgeist...., op.cit., pag.544 147 Ibidem

I populisti parlano in nome delle "persone oppresse" (oppressed people), e vogliono emanciparle rendendole consapevoli della loro oppressione.

Comunque essi non vogliono modificare i loro valori o il loro "stile di vita" (way of life).148

Il populismo non è necessariamente opposto alle misure tecnocratiche, in particolare se esse possono aiutare a liberarsi dei politici.

1.3.2 Il populismo europeo

Nel giugno 2009, un gruppo sconosciuto chiamato "English Defence League" (EDL) organizzò una marcia di protesta nella città di Luton, appena fuori Londra.

La marcia era la risposta alla pianificata dimostrazione di un attualmente bandito gruppo islamico radicale – Al Muhajiroun – contro la guerra in Afghanistan e le Forze armate britanniche.

I membri dell'EDL, molti drappeggianti la croce di San Giorgio, dichiaravano di difendere l'Inghilterra e la cultura inglese contro la legge della Sharia e l'Islam radicale.

L'anno seguente Geert Wilders del Partito della Libertà olandese ottenne il 16% dei voti alle elezioni nazionali olandesi, e i Democratici svedesi entrarono nel Parlamento svedese per la prima volta.

Questi eventi apparentemente non collegati tra di loro sono emblematici di un cambiamento sismico nella politica europea: l'emergere di una crescente squadra di attivisti, gruppi di strada e partiti politici che sono spesso raggruppati insieme sotto l'ettichetta di "partiti estremisti populisti", "partiti di estrema destra" o la "nuova destra".149

Il populismo europeo è rintracciabile sia negli ambienti della sinistra radicale che in quelli della destra radicale.

Uno dei più famosi populisti di sinistra nell'Europa post-guerra è l'uomo d'affari francese Bernard Tapie, che ebbe una carriera piena di scandali sia nel tradizionale Partito Socialista che nell'estraneo Partito Radicale.

Il populismo di sinistra è generalmente più forte tra i partiti estranei, come il Partito del Socialismo Democratico della Germania dell'Est, il Partito Socialista Scozzese, o il Partito Socialista Olandese.

Questi partiti populisti di sinistra combinano un'ideologia socialista democratica con un forte discorso populista.

I più noti esempi di populisti contemporanei europei di destra negli articoli accademici e nei media sono l'FPÖ di Jorg Haider e il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen.

148 Ibidem

Sempre di più i partiti di destra non radicale sono inclusi nella categoria "populismo di destra"(right-wing populism), come per esempio la Forza Italia di Silvio Berlusconi.150

Comunque il populismo può essere ritrovato anche nella sinistra radicale.

I partiti populisti europei condividono un profondo interesse al mantenimento dell'identità nazionale, che vedono minacciata da alti livelli di immigrazione – proveniente specialmente dai paesi a maggioranza islamica.

Essi tendono a convenire che il multiculturalismo sia stato un grande fallimento ed auspicano restrizioni ai flussi migratori, una grande enfasi sull'integrazione e l'assimilazione e, in alcuni casi, un rimpatrio degli immigrati che rifiutano di integrarsi o le cui culture sono viste come in conflitto con i valori occidentali.151

Alcuni di questi partiti populisti si sono spostati dalle tradizionali preoccupazioni di estrema destra a più sfumate posizioni legate alla difesa dei valori e della cultura europea.

Molti fanno causa comune nell'opposizione ad una percepita islamificazione delle secolari società cristiane e liberali.

Questi gruppi supportano i valori illuministi della libertà di parola, la democrazia e l'eguaglianza, che loro cercano di difendere dalla minaccia dell'islam.

Sulla politica economica, comunque, il clima economico attuale ha accresciuto la retorica sulla protezione culturale nazionale per includere gli interessi economici nazionali, e i diritti dei lavoratori.

Questi gruppi sono crescentemente critici verso l'Unione Europea, il capitalismo internazionale e la globalizzazione.

Essi sono anche indubbiamente populisti con un'ampia sfiducia verso l'èlite e l'establishment, che ritengono abbia permesso all'immigrazione di fiorire e costituire una minaccia alle culture nazionali. I salvataggi bancari, come anche i media e gli scandali politici, hanno lasciato molti europei ostili allo status quo e desiderosi di cambiamenti significativi.

Loro presentano sè stessi come la voce del "popolo" contro "l'èlite", per far sentire coraggiosamente la scomoda e politicamente scorretta verità.152

Quello che i populisti europei hanno in comune è un rigetto del potere di "cartello" delle trincerate élites politiche.

La loro chiamata alle armi è una critica ai responsabili dello status quo e il loro obiettivo è procedurale più che programmatico.

Quello che i populisti offrono è un cambiamento di chi è al potere, come è esercitato il potere, e per conto di chi.

150 Cas Mudde, The Populist Zeitgeist...., op.cit., pag.549

151 J.Bartlett, J.Birdwell, M.Littler, The new face of digital populism...., op.cit., pag.26 152 Ibidem

I populisti europei organizzano movimenti e non partiti, si appellano ai votanti e non agli attivisti, concentrano la maggior parte della loro attenzione su issues discrete e pongono poca attenzione sul contenuto dei loro programmi.153

Non è la prima volta che la politica europea ha sperimentato un diffuso populismo. Il periodo tra le due guerre era anch'essa un'epoca di mobilitazione politica populista. La domanda è perchè il populismo sia risorto.

La risposta ha a che fare con le opportunità per l'imprenditoria in politica.

Silvio Berlusconi in Italia ne è un buon esempio, in quanto approfittò del vuoto politico italiano dovuto al collasso della Democrazia Cristiana per lanciare Forza Italia.154

Il bulgaro Simone II è un'altra illustrazione di imprenditore in politica.

Egli, dopo essersi visto sbarrare la strada per la presidenza da parte dell'èlite politica del proprio paese (per presunta mancanza di requisiti di residenza), organizzò un proprio movimento al fine di correre per la carica di parlamentare.

L'imprenditoria non è limitata agli uomini d'affari che entrano in politica, ma è legata anche ai politici di professione.

Il belga Guy Verhofstadt è un esempio di questo.

Dopo aver democratizzato internamente il partito liberale fiammingo, Verhofstadt ottenne una grande vittoria elettorale alle elezioni nazionali (alla fine degli anni '90), che gli consentì di rimuovere i Cristiano democratici dal governo belga.

Un altro esempio è il britannico Tony Blair.

Blair approfittò della confusione interna del proprio partito (dopo la sconfitta contro John Major nei primi anni '90) per lanciarne una radicale revisione delle sue finalità ideologiche, della struttura organizzativa, e dell'aspetto esterno.155

Attualmente i partiti populisti europei più attivi e influenti sono i seguenti: il Fronte Nazionale in Francia, la Lega Nord in Italia, il Partito della Libertà olandese di Geert Wilders, il Partito della Libertà austriaco, il Partito del Progresso norvegese (del quale faceva parte il terrorista Anders Bering Breivik), il Partito del popolo danese, i Democratici svedesi, il Partito nazionale britannico e il Partito nazional-democratico tedesco.156

I partiti politici populisti stanno ottenendo successi elettorali senza precedenti ed una quantità di membri crescente.

Tra il 2000 e il 2010 molti di questi si sono mossi dai margini della società per diventare forze politiche importanti e parti integranti delle coalizioni di governo di alcuni paesi europei.

153 Erik Jones, "Populism in Europe", in SAIS Review (Rivista online), SAIS Bologna center, John Hopkins University Press, vol. XXVII, n.1, Inverno-primavera 2007, pag.38. Scaricabile da:

http://www.jhubc.it/facultypages/ejones/SAIS_Review.pdf

154 Ivi, pag.38 155 Ivi, pag.39

La Lega Nord è un esempio di questo, in quanto è stata al governo insieme a Berlusconi per ben tre volte; altrettanta importanza e influenza è afferibile al Partito della Libertà in Austria, come anche al Fronte Nazionale francese di Marine Le Pen.157

Anche i movimenti di protesta di strada sono anch'essi apparsi e stanno crescendo, sostenendo politiche simili a quelle dei partiti populisti.

I gruppi più noti e attivi in Europa occidentale sono in questo senso l'English Defence League in Gran Bretagna, il Blocco Identitario in Francia, e Casa Pound in Italia.158

Questi gruppi preferiscono organizzare proteste, marce di strada e altri modelli di attivismo diretto rispetto al formale impegno politico.

Essi contano molto su internet e i media per trasmettere il loro messaggio, costruire il loro seguito ed organizzare eventi.

Molte delle loro dimostrazioni sono contrassegnate dalla violenza, spesso provocata da controdimostrazioni di gruppi antifascisti.

Il supporto per i partiti populisti e i movimenti (PPAMs) sta crescendo online come anche offline. In molti casi, la "membership" su Facebook di queste organizzazioni è più grande rispetto alla "membership" formale.159

Per esempio, il Partito della Libertà austriaco (FPÖ) dichiara approssimativamente 40.000 membri formali, ma su Facebook ne ha il doppio.

Similarmente, il Partito nazionale britannico (BNP) ha meno di 15.000 membri formali e oltre 80.000 fans su Facebook.

Risulta evidente che la crescita dei social media ha creato un nuovo modo di esprimere devozione ad una persona, organizzazione o idea.

Gli individui possono mostrare supporto o diventare un "membro" di uno delle migliaia di gruppi presenti con appena il click di un mouse.160

Presi come un insieme, i populisti europei creano un fondamentale cambiamento nella democrazia europea.

Mentre una volta l'Europa consisteva in strutturate democrazie consociative (consociational

democracies) o per lo meno un'ordinata copetizione tra la sinistra e la destra, ora i populisti

minacciano di far entrare tutti in un disorganizzato pluralismo entro il quale gli imprenditori politici competono per accaparrarsi ogni voto piuttosto che contare su partiti politici stabili.161

Il risultato va oltre una trasformazione dei sistemi di partito europei e accresce la possibilità del loro collasso. 157 Ibidem 158 Ibidem 159 Ibidem 160 Ibidem 161 Ibidem