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Portafoglio servizi e strategia organizzativa

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5.3 Portafoglio servizi e strategia organizzativa

L’associazione è inserita nel sistema di emergenza territoriale gestito dal 118, garantisce una copertura con ambulanza e soccorritori volontari h24, servizio per il quale riceve un compenso per l’attività in stand-by e rimborsi per ogni servizio effettuato. Il corpo dei volontari consta di circa 250 unità alle quali si devono aggiungere otto dipendenti, 6 autisti soccorritori e 2 amministrativi. L’organo direttivo, eletto dai soci, è composto da sette membri e non è richiesta nessuna specifica attitudine o professionalità. La mancanza di managerialità in questo caso è evidente, infatti l’alto numero dei dipendenti, confrontati con l’associazione leader, dimostra l’incapacità a perseguire una politica di reclutamento dei volontari preferendo sopperire alla loro carenza attraverso l’assunzione di personale retribuito, senza considerare i costi. Lo stesso discorso può essere fatto per le altre spese, carburante, assicurazioni, manutenzioni e acquisto buoni, che dimostrano la poca oculatezza nell’amministrare l’associazione. Questa scarsa competenza ha fatto sì che i primi segnali della crisi siano stati sottovalutati o peggio ancora ignorati, portando in breve la struttura al collasso. Un altro grave errore, a nostro avviso, è stato quello di sopperire alla mancanza di liquidità, omettendo di pagare i contributi previdenziali e le ritenute fiscali, contraendo debiti con INPS ed Erario che, per il meccanismo sanzionatorio, sono andati ad aumentare.

138 5.4 Le cause della crisi

Fatta questa breve disamina, cerchiamo di capire quali possono essere stati i motivi che hanno determinato una situazione talmente grave da apparire quasi irrecuperabile.

Cause esterne:

1. Crisi globale: Sicuramente la crisi economica che ha colpito l’intera popolazione, riducendo il loro potere di acquisto, ha inciso negativamente sulla propensione a diventare socio delle Pubbliche Assistenze e, parallelamente, ad elargire offerte come atti di beneficienza, che, invece prima, rappresentavano un’entrata importante.

2. Aumento dei costi di carburante: Le politiche di aumento del carburante hanno generato problemi importanti a piccole realtà che del trasporto sanitario facevano la loro attività principale. La crescita di tale costo, peraltro, risulta essere difficilmente modificabile, se non attraverso una riduzione dei viaggi, che però comporterebbe inevitabilmente una parallela riduzione dei ricavi.

3. Migrazione dei soci verso altre associazioni più solide: la mancata iscrizione di molti soci che si sono rivolti ad altre pubbliche assistenze, a loro avviso, più floride, ha comportato una grossa diminuzione dei ricavi.

Nonostante l’importanza delle cause sopra elencate, a nostro avviso, i fattori che hanno portato all’insorgere della crisi sono quasi esclusivamente di natura interna.

Cause interne:

1. Incapacità manageriale: sicuramente la prima causa della crisi che ha colpito questa associazione è da riscontrare nell’incompetenza dell’organo direttivo che, come abbiamo detto nel paragrafo precedente, è eletto dai soci e quindi è difficile da poter cambiare durante il mandato. Tali figure, in questo caso inesperte e non dotate di qualità tecniche, fondamentali invece per amministrare un’associazione, hanno contribuito in larga parte ad entrare, dapprima, in declino, e successivamente in crisi. La loro incapacità si evince anche dal fatto che non sono stati in grado di cogliere i primi segnali di squilibri, necessari, invece, per applicare subito le misure correttive idonee per non arrivare al dissesto. Anni di scelte sbagliate e la presunzione di non chiedere l’aiuto di manager esterni dotati di competenze adeguate hanno condotto, inevitabilmente, alla situazione disastrosa attuale.

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2. Asimmetria informativa : L’impegno di non divulgare le notizie negative dei primi squilibri, e quindi la volontà di non informare i soci ed i volontari circa le misure correttive che, invece, sarebbero dovute essere applicate, ha contribuito ad aumentare lo stato di crisi in cui, già, giaceva l’associazione. Coinvolgere i soci anche nelle difficoltà avrebbe permesso di trovare soluzioni migliori per evitare l’insorgere della crisi. 3. Scarsa identità sociale: La mancanza di volontari, dovuta al basso spirito di gruppo creato da questa associazione, ha diminuito fortemente il numero di servizi svolti dalla pubblica assistenza, e quindi, parallelamente, gli introiti derivanti dalla A.s.l di competenza.

4. Ricorso ai dipendenti: la mancanza di volontari sopra descritta è stata, in parte, risolta dall’utilizzo di personale retribuito per l’effettuazione di servizi socio-sanitari. Ovviamente il differenziale ricavi/costi è risultato sempre negativo, causando, così, gravi perdite.

5. Errata vendita delle onoranze funebri: poiché la nuova Legge (188) non permette più alle associazioni di volontariato di avere attività commerciali, la Pubblica Assistenza, come tante altre, ha creato una nuova società “vuota” a cui ha svenduto l’attività delle onoranze funebri, e dalla quale avrebbe dovuto riscuotere un affitto mensile, che però non è mai stato pagato. Questa errata vendita e la mancata riscossione del credito ha generato ingenti perdite.

6. Eccessivo indebitamento: tutte queste cause sopra descritte hanno generato perdite importanti per l’associazione il cui management, invece che fermarsi a riflettere sugli errori, ha cercato di rimediare attraverso il ricorso a mutui e prestiti. Ovviamente, l’associazione, essendo altamente indebitata non è stata in grado di rispettare i propri impegni di pagamento, né per quanto riguarda la quota capitale, né per quanto riguarda la quota di interessi. In questo modo il debito è aumentato e la crisi è divenuta irreversibile.

7. Miopia manageriale: infine come ultima causa interna ci sembra importante sottolineare l’inadeguatezza del soggetto economico a cogliere i segnali del futuro. Focalizzarsi unicamente sul breve periodo, tralasciando le conseguenze sul lungo

188 Il comma 5 dell’art. 30 del DL 185/2008 del 29 novembre 2008, n. 185 detta nuove disposizioni per le

associazioni e le organizzazioni di volontariato. Lo status fiscale di Onlus di diritto di cui all’art. 10 comma 8 del Decreto legislativo 460/97 si applica alle ODV di cui alla legge 266/91 che non svolgono altre attività commerciali diverse da quelle marginali individuate dal DM 25-5-95 e che trasmettono una precisa dichiarazione fiscale telematica in cui vengono rilevate le quote, i corrispettivi ed i contributi che godono dell’attuale regime di esenzione fiscale sia ai fini delle imposte dirette che delle imposte indirette.

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periodo, ha comportato grossi danni all’associazione che si è trovata schiacciata in una realtà attuale difficile senza alcuna prospettiva futura.