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2 La compenetrazione tra la televisione e la cultura di massa L’affermazione e il successo conseguiti dal mercato dei giocattoli devono la propria

2.10 Il potere della televisione

Il giapponese si appropriò dei simboli americani per costruire una propria identità nazionale, cementata attraverso la cultura televisiva di massa. Travalicando i confini nazionali, la televisione giapponese da un lato ha contribuito alla spinta verso la

globalizzazione del Giappone, dall’altro ha rinforzato la sua cultura popolare di massa. Alla stregua degli anni ’70 il paese del Sol Levante aveva ormai colmato il gap che lo divideva dal mondo industrializzato, sancendo il suo definitivo ingresso nell’élite delle superpotenze economiche, senz’altro grazie anche al contributo del mondo televisivo. Il concetto della TV stessa subì un cambiamento conformemente alle circostanze storiche: da unificatore culturale a livello nazionale negli anni ‘50, vent’anni dopo si scoprì essere

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Jayson Makoto Chun, “A Nation of a Hundred Million Idiots”? A social History of Japanese Television, 1953-1973, pg 281.

piuttosto un mezzo d’attrazione pubblica, che sfrutta l’impatto visivo ed il coinvolgimento sensoriale per attirare audience in maniera totale tramite l’intrattenimento, anziché

proporre contenuti di spessore. La frammentarietà della cultura popolare venne a galla con il crollo dei prezzi delle televisioni negli anni ’70, che rese possibile l’acquisto di più

apparecchi per ciascuna famiglia, spogliando la televisione del suo ruolo di fulcro del nucleo familiare. La famiglia divenne anzi più propensa a dividersi in sottogruppi a seconda della preferenze dei singoli, sancendo la fine del monopolio dell’attenzione di massa verso un unico programma. La diversità insita nella società giapponese spinse le stazioni televisive ad attuare un’opera di diversificazione nelle programmazioni da

proporre, prediligendo specifici segmenti della popolazione anziché considerarla come un monolite, caratteristica che aveva definito il pubblico televisivo negli anni ‘50.

La generazione nata assieme al televisore lo percepì come una parte della propria vita piuttosto che come un oggetto, iniziando a costruire la cultura popolare del dopoguerra attorno a questo nuovo media. La capacità di coesore sociale della TV aiutò il popolo giapponese a risollevarsi, ad alleviare il senso di smarrimento ideologico conseguente al crollo dei valori che la sconfitta della seconda guerra mondiale portò con sé. Le

trasmissioni di massa funsero da collante per tutta la nazione che, in maniera graduale, poté esperire la nuova cultura televisiva che si stava diffondendo in maniera capillare nell’arcipelago, senza che vi fossero differenze d’estrazione sociale, né tantomeno di genere. La televisione aveva reso il Giappone unito attorno ad essa, definendo e facendosi definire dai gusti dell’audience, che manifestarono l’interesse del grande pubblico per i programmi d’intrattenimento come valvola di sfogo dalle oppressioni nelle gerarchie familiari o nel contesto lavorativo. L’influenza americana, fondamentale per l’arrivo in Giappone della televisione, permeò i palinsesti asiatici con l’ideologia consumistica che la contraddistingue, offrendo un’immagine ambivalente di sé ai

giapponesi, divisi tra l’amore per le mode d’oltreoceano ed i risentimenti legati ai ricordi della guerra. La televisione servì, oltre che da catalizzatore, anche da sintetizzatore di questo tipo di percezione per i giapponesi, che accettarono la cultura popolare straniera adattandola alle necessità del proprio pubblico, appropriandosi dei codici della società statunitense attraverso i quali le nuove generazioni di giapponesi si identificarono. La televisione dimostrò la sua forza nel saper legare due culture così diverse, e

La relazione degli spettatori con la televisione divenne quotidianamente più intima e costante, attraverso la sempre maggiore quantità d’informazioni cui i giapponesi furono sottoposti dal mondo dei media. Il televisore era sia uno specchio sia un filtro della società che rappresentava, il cui obiettivo non era quello di proporre punti di vista sui contenuti messi in onda ma, attraverso il mondo virtuale, creare una nuova realtà nella quale poter immergere gli spettatori, catturando la loro attenzione stimolandone i sensi. Constatato che gl’indici di ascolto maggiori erano registrati da quei programmi che coinvolgevano l’audience dal punto di vista emotivo, anche quelli di cronaca (in onda con la più ampia frequenza) seguirono questa tendenza, dando alle notizie degli accenti drammatici o costruendovi attorno un contesto che potesse catturare il pubblico. In questo modo la televisione esplica la sua vera natura di mezzo d’intrattenimento, in grado di suggestionare il pubblico e modificarne gli stili di vita. La televisione inoltre fu impiegata e

strumentalizzata anche dalla politica, che si accorse di come un evento mediatico dall’impatto di massa avesse la forza di cancellare la memoria di uno precedente, incanalando l’attenzione generale attorno all’ultima novità, come avvenne nel caso del matrimonio imperiale che alleviò il risentimento popolare verso le responsabilità di guerra di Hirohito. Il trionfo della televisione e della cultura consumistica indissolubilmente legata ad essa, non furono il risultato del progresso sociale o tecnologico, ma piuttosto la

conclusione del processo di mediazione ideologica di governo e aziende pubblicitarie che veicolarono le esigenze del pubblico di massa verso l’intrattenimento. Il nuovo Giappone costituitosi dopo l’avvento della televisione fece della crescita economica il suo precetto guida, trovando proprio nel nuovo media il compromesso tra politica e ricchezza nazionale. In questi termini la TV fu resa una componente essenziale nella vita dei giapponesi, i quali a loro volta decisero di essere parte di una nazione basata sull’agiatezza e sul

consumismo.

La televisione è la dimensione essenziale anche dell’epoca contemporanea per la cultura popolare, il luogo nel quale una comunità si riflette, dove avviene la creazione dei

significati culturali di una nazione intera. L’impatto che essa ha avuto in Giappone, tanto in termini economici quanto culturali, ha modificato radicalmente ed interamente la società, proiettandola ad essere influente in tutto il mondo nel ventesimo secolo, dopo aver assimilato i condizionamenti occidentali dei quali si è appropriata per ridefinirsi.