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UT CRIMINANS CRIMINATUS CRIMINATURUS CRIMINANDUS

a communi quattuor, praesentis praeteriti et duo futura, ut criminans criminatus criminaturus criminandus.

71,26-27 645,6 UT AB EO QUOD EST MEMINI NULLUM PARTICIPIUM I VE ITUR

[…] ut ab eo quod est memini nullum participium reperitur;

72,29-30 646,7 UT EST COEPTUS URGUENDUS Sunt participia defectiva, quae per omnia tempora ire non possunt, ut coeptus, urguendus.

73,32 647,4 NAMQUE, NISI, NISI SI, E IM, ETENIM Bamque, ni, nisi, nisi si, si enim, etenim,

73,34 647,6 ENIM, ETE IM,<ENIM>VERO Rationales, ita, itaque, enim, enimvero, quia, quapropter,

75,10 648,5 AUT IMPLET AUT MUTAT AUT MINUIT Praepositio est pars orationis, quae praeposita aliis partibus orationis significationem earum aut complet aut mutat aut minuit.

77,2 649,12 EX HIS AD ET APUD CUM UNIUS CASUS

SU T

Ex his ad et apud, cum unius casus sint, diverso modo ponuntur.

77,9 649,17 DE EX E Coram, clam, de, e, ex,

78,19 651,14 SI QUANDO ILLAS NON SUBSEQUATUR CASUS

Separatae praepositiones separatis praepositionibus non cohaerent et adverbia faciunt, si quando illas non subsequitur casus.

79,15 652,12 ACCENTUS I TERIECTIONIBUS Accentus in interiectionibus certi esse non possunt,

Come risulta evidente i lemmi donatiani citati nell’Ars Cledonii si distaccano in vario modo dalla tradizione del testo di Donato ufficialmente accolta secondo l’edizione di L. Holtz, in alcuni casi peraltro la variante è attestata dal solo Cledonio (586, 3; 599, 16; 602, 3; 618, 2; 625, 8; 628, 13; 640, 12; 641, 1; 641, 6; 643, 4; 645, 2; 645, 6; 648, 5; 649, 13; 652, 12).

Ulteriori e significative divergenze fra i lemmi sono inoltre riscontrabili per quel che attiene al taglio e alla tipologia, quest’ultima legata chiaramente alla glossa.

Dal punto di vista del taglio è possibile riscontrare come spesso non vi sia riguardo per l’inserimento degli elementi lemmatici all’interno di costruzioni sintattiche definite e complete, ciò che peraltro sembra naturale se si pensa che il commento di Cledonio doveva essere ragionevolmente letto con il testo dell’Ars Donati a portata di mano; spesso quindi a costituire il

CXLIV

lemma sono singole parole: sostantivi, aggettivi, coppie di verbi, preposizioni, o anche sintagmi o frasi minime.

Singolari sono diversi casi di lemmi non correttamente tagliati, ossia individuati, ai quali cioè il commento correlato non corrisponde precisamente; nel caso del lemma 585, 10: BOMEB EST Botandum quod propria nomina pluralem non habent il lemma donatiano si trova comunque all’interno del periodo a cui il commento fa riferimento, in quanto a 585, 10-11 si legge: Qualitas nominum in quo est? Bipertita est: aut enim unius nomen est et proprium dicitur, aut multorum et appellativum, persiste dunque una certa attinenza. In altri casi invece è evidente come al lemma cui è riferita la glossa sia stata accorpata magari la pericope del testo di Donato immediatamente successiva al lemma vero e proprio, è questo il caso di 596, 18-19 ET QUAM MAGIS. / FIGURAE His verbis componuntur adverbia quibus et nomina, dove et quam magis non solo non è pertinente al commento, ma è evidentemente ed erroneamente stato inglobato nel lemma FIGURAE. Un caso simile si ha a 605, 2SCRIBEBDUM. H Quotiens iuvat vocalem consonans est, quotiens non iuvat nota adspirationis est, in cui la glossa si riferisce alla lettera ‘h’ e non a scribendum, verbo che chiude il periodo immediatamente precedente dove sono trattate le consonanti ‘k’ e ‘q’.

Un elemento che distingue fortemente i lemmi è la natura dei commenti ad essi legati, che si può schematicamente articolare in quattro tipologie. Ci sono commenti che equivalgono propriamente a delle glosse, chiarimenti cioè della singola parola o espressione rinvenuta in Donato mediante il ricorso a sinonimi, vocaboli di più immediata comprensione; è il caso del lemma di 585, 13-14: DUMTAXAT Tantummodo, sola, o del lemma di 618, 4: EXTRA HABC FORMAM Extra hanc regulam; si tratta comunque di una tipologia di lemmi poco rappresentata. Più numerosi sono invece gli esempi di lemmi corredati di vere note esplicative, frasi o esempi, costituiti spesso da citazioni d’autore, finalizzati a chiarire semplicemente il significato delle pericopi donatiane, a esprimere in altre parole il concetto in esse contenuto come a 585, 10: BIPERTITA In duas partes divisa, o 585, 11: APPELLATIVA Appellativum est commune cum multis, o anche a 649, 9: CITRA FORUM Sallustius: ‘citra Padum omnibus lex Lucania fratra fuit’ e 649, 9: CIRCUM VICIBOS Vergilius: ‘et circum tempora pasci’.

Sempre di natura esplicativa sono poi le note pertinenti alla terza tipologia di commento, la quale però si contraddistingue anche per il carattere integrativo, ossia per gli apporti, le aggiunte che essa fornisce al contenuto del lemma. Tra gli esempi di questo genere si trovano sia note sintetiche, nelle quali vengono aggiunte poche nozioni o particolari rispetto all’argomento del lemma, come a 585, 7: PROPRIE Proprie, ut Roma Tiberis; communiter, ut urbs flumen, sia note più corpose come a 603, 6: ARTICULATAE Quia duo genera sunt vocum: confusa pecorum, quae scribi non potest, articulata hominum, quae legi et scribi potest, o 645, 5 DEFECTIVA IBTERDUM

CXLV

ALICUIUS SUBT TEMPORIS, UT SOLEO SOLEBS SOLITUS ‘Soleo’ tempore praeterito perfecto nec ‘solui’ facit et futuro tempore caret, non facit ‘solendus’. / ‘Odi’ autem lectum est et ‘osus’ et ‘osurus’, sed hic Tullii pugnat auctoritas.

Infine nella quarta tipologia rientrano glosse che hanno natura correttiva, perché rettificano quanto espresso dal lemma, arrivando talvolta anche a menzionare Donato come banditore di argomenti o teorie non proprio ineccepibili; si confronti a proposito la nota al lemma 588, 5: BIPERTITA EST Bon est bipertita sed tripertita, quia sunt finita, infinita, minus quam finita, (dove tra l’altro l’uso del termine tripertita è proprio soltanto di Cledonio in tal contesto e comunque è molto raro) o quella a 613, 5 ARTICULUM Male dixit Donatus, habemus autem articulos sed in pronomine, non in nomine, ut Graeci e a 640, 7 PARTICIPIO, UT IBDULGEBS IBDULGEBTER. A BOMIBE VEBIEBTIA AUT IB A EXEUBT * IB CORREPTA UT RITE° Hic erravit Donatus, nam nulla participia adverbia ex se faciunt […].

Per quel che attiene la restante parte dei lemmi, non catalogata in tabella, è possibile reperire casi di lemmi ‘ciechi’, ossia isolati, privi di qualsiasi tipo di commento, fatto che può essere legato alla disattenzione del copista o meglio alla sua incapacità di cogliere la nota di commento inserita magari in mezzo ad altre (lemmi di questo tipo si ritrovano principalmente nell’Ars Maior, nel de littera: 605, 6-7; nel de nomine: 624, 13; nel de verbo: 634, 20; 637, 1; 639, 4; nel de adverbio: 640, 3; 640, 9; 641, 9; 643, 1; 643, 7; nel de participio: 645, 2; nel de praepositione: 648, 7).

In pochi casi alcuni lemmi, sempre probabilmente a causa della particolare disposizione del testo nell’antigrafo, sono collocati dopo la nota di commento, elemento del tutto interessante che ho preservato nella redazione; tali casi si trovano nel de pedibus (610, 10; 610, 12; 610, 14), nel de nomine (628, 5) e nel de adverbio (641, 11).

D’altra parte l’assenza del lemma non pregiudica l’esistenza di note di commento, anzi consistenti porzioni testuali trattano argomenti dell’Ars Donati in maniera chiara, completa e ben articolata al punto che di volta in volta verrebbe quasi spontaneo l’inserimento del lemma apposito, e del resto non è azzardato pensare che in taluni casi il lemma può esser saltato, nonché essere stato omesso dal copista.

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PARTE III

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