• Non ci sono risultati.

CONSULENZA TECNICA D’UFFICIO RIUNITI CONSULENZA E CHIARIMENTI

A. Villa con terreni circostanti in Terni – Via Salaria n. 6

7) PRATICHE EDILIZIE:

7.1. Pratiche Edilizie:

Identificativo: 42483/1995.

Tipo pratica: D.I.A. n 42483 del 06/09/1995 (Presa d’Atto del 09/11/1995).

Intestazione: OMISSIS.

Per lavori: Costruzione di recinzione.

Identificativo: 44635/1995.

Tipo pratica: D.I.A. n 44635 del 20/09/1995 (Presa d’Atto del 17/11/1995).

Intestazione: OMISSIS.

Per lavori: Opere di manutenzione straordinaria nel fabbricato sito in Terni – Via Salaria 6.

Identificativo: 55620/1995.

Tipo pratica: D.I.A. n 55620 del 17/11/1995, integrata con nota n. 9594 del 20/02/1996 (Presa d’Atto del 04/04/1996).

Intestazione: OMISSIS.

Per lavori: Opere di manutenzione straordinaria dell’immobile o parte di immobile sito in località Terni–Via Salaria 6.

Identificativo: 2086/1996.

Tipo pratica: Concessione Edilizia n 2086 del 23/02/1996.

Intestazione: OMISSIS.

Per lavori: Progetto di Ampliamento di un fabbricato.

Identificativo: 23247/1996.

Tipo pratica: Certificato di Agibilità Protocollo n. 23247 del 31/07/1996.

Intestazione: OMISSIS.

7.2 Conformità Edilizia:

Il fabbricato abitativo pignorato, risulta assentito dalla Concessione Edilizia Protocollo n. 2086 del 23/02/1996 relativa al suo ampliamento.

In precedenza era stata presentata la D.I.A. Protocollo n. 44635 del 20/09/1995 (Presa d’Atto del 17/11/1995) relativa alla manutenzione straordinaria del fabbricato.

Il fabbricato originario era di remota costruzione, riportato nella Mappa Catastale di impianto risalente agli anni ‘40 del secolo scorso.

Il Certificato di Agibilità è stato rilasciato in data 31/07/1996, con Protocollo n. 23247.

Rispetto al provvedimento autorizzativo sopra menzionato, lo scrivente durante il sopralluogo ha accertato delle difformità con lo stato di fatto.

Fabbricato Principale (Abitazione)

a) Piano Interrato:

1) il vano denominato “intercapedine” è stato unito al vano cantina, questo ha comportato un aumento di superficie utile coperta (S.U.C.) non prevista nella Concessione Edilizia n. 2086 del 1996;

2) nell’intercapedine è stata realizzata una finestra sul lato nord;

b) Piano Terra:

1) la scala interna è a “L” mentre era prevista con due rampe parallele;

2) le murature del bagno sono oggi perpendicolari ai muri esterni mentre nell’elaborato grafico allegato alla Concessione Edilizia n. 2086 del 1996 erano inclinati;

3) la cucina è stata realizzata nel vano destinato a “dispensa”;

4) sul prospetto sud le finestre della cucina e del bagno sono di dimensioni maggiori di quelle riportate nell’elaborato grafico della Concessione Edilizia n. 2086 del 1996;

5) la finestra per dare luce alle scale non è stata realizzata;

6) sul prospetto nord non è stata realizzata una piccola finestra nel soggiorno;

c) Piano Primo:

1) vi sono le difformità della scala realizzata ad “L” ed i muri del bagno “perpendicolari” a quelli esterni, come al Piano Terra;

2) la finestra sul lato est di una camera doveva essere una portafinestra.

TRIBUNALE DI TERNI - ESECUZIONE IMMOBILIARE N. Gen. Rep. 03/2020

Studio Tecnico Geom. Alberto Teofoli e Geom. Marco Giuliani Associati Rapporto di Stima - N. Gen. Rep. 03/2020 - pag. 9

Febbraio 2022

Queste difformità sono sanabili ai sensi dell’art. 154 della L.R. n. 01/2015.

La difformità di cui alla lettera a), beneficia della possibilità di ampliare i fabbricati realizzati prima del 13/11/1997 di mq 100 di S.U.C., comprensivo di quelli già realizzati con la normativa previgente.

Nel nostro caso rimangono mq 40 di S.U.C. da poter utilizzare per sanare eventuali abusi edilizi. (Art. 35 della L.R. 11/2005 ora sostituito dall’art. 91 della L.R. 01/2015)

Questo abuso per essere sanabile (requisito della doppia conformità) deve essere stato realizzato dopo il 30/11/1997, data di entrata in vigore della L.R. 31 del 21/10/1997, che ha modificato l’art. 8 della L.R. 53 del 02/09/1974.

Il costo della Sanatoria Edilizia si può quantificare, in larga massima, in circa € 7.000,00 comprese le spese tecniche.

Fabbricato accessorio (Ufficio)

Per questo fabbricato accessorio è stata presentata la D.I.A. Protocollo n. 55620 del 17/11/1995, successivamente integrata con nota Protocollo n. 9594 del 20/02/1996 (Presa d’Atto del 04/04/1996), riguardante i lavori di Manutenzione Straordinaria relativi “all’immobile o parte di immobile sito in località Terni – Via Salaria n. 6, censito al Foglio n. 156, Mappale n. 999, con destinazione d’uso: Agricola”.

Si trattava di una tettoia adibita a fienile e nella Consulenza Tecnica è riportato: “si precisa che la tettoia fienile realizzata intorno agli anni 50 non risulta nelle mappe catastali”.

Successivamente in data 20/02/1996 (Protocollo n. 9594) è stato prodotta una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui si attestava l’esistenza del fienile negli anni ‘40.

I lavori previsti dalla D.I.A. prevedevano la modifica della copertura della tettoia più bassa e la costruzione dei muri di tamponatura su tre lati di essa.

Va precisato che i successivi lavori di trasformazione della tettoia in un fabbricato adibito ad ufficio (con creazione di una volumetria e con cambio di destinazione d’uso) sono abusivi e non sono sanabili con le attuali norme edilizie ed urbanistiche.

Oggi il Piano Attuativo approvato in data 22/10/2014 (vedere Punto 7.4 Situazione Urbanistica) prevede la possibilità di realizzare una nuova abitazione per una Superficie Utile Coperta (S.U.C.) di mq 110 ma al momento della realizzazione dell’abuso edilizio questa norma non esisteva, pertanto manca il requisito della doppia conformità alle norme edilizie ed urbanistiche vigenti sia al momento della realizzazione dell’abuso e sia al momento della presentazione della istanza per l’accertamento di conformità (art. 154 della L.R. 01/2015).

Questo fabbricato è stato introdotto nella Mappa Catastale con Tipo Mappale n. 2795/1996 del 08/05/1996 e inserito nella Planimetria Catastale (ancora oggi attuale) presentata con Denuncia di Variazione Protocollo n. 2367/1996 del 07/05/1996, relativa all’ampliamento del fabbricato principale (vedere planimetria catastale allegata).

La destinazione era di “cantina” mentre oggi è un ufficio.

Pertanto va ripristinato lo stato risultante dalla D.I.A. sopra menzionata.

I costi di demolizione parziale si possono quantificare in circa E. 20.000,00 comprese le spese tecniche ed esse sono decurtate dal valore di mercato degli immobili pignorati.

Tettoia e Garage

Per questo fabbricato accessorio è stata presentata la D.I.A. Protocollo n. 55620 del 17/11/1995, successivamente integrata con nota Protocollo n. 9594 del 20/02/1996 (Presa d’Atto del 04/04/1996), riguardante i lavori di Manutenzione Straordinaria relativi “all’immobile o parte di immobile sito in località Terni – Via Salaria n.6, censito al Foglio n. 156, Mappale n. 999, con destinazione d’uso: Agricola”.

Lo stato attuale è conforme a quanto riportato nell’elaborato grafico allegato alla D.I.A. sopra menzionata.

Ricovero animali

Nel terreno distinto con la Particella n. 1005 è stato realizzato abusivamente un ricovero per animali con struttura metallica e manto di copertura in coppi ed embrici di laterizio, che non è sanabile e va demolito.

I costi per la demolizione si possono quantificare in larga massima in circa € 3.000,00.

7.3 Conformità Catastale:

L’intestazione catastale corrisponde con gli effettivi diritti spettanti agli Esecutati, in base alle risultanze degli Atti trascritti.

Abitazione Foglio n. 156 Particella n. 999.

La planimetria catastale attuale non corrisponde con lo stato di fatto.

Le difformità sono le seguenti:

 Al piano interrato la cantina e l’intercapedine formano un unico vano; ed stata realizzata anche una finestra;

 Al piano terra del fabbricato principale la cucina è posta nel vano ad ovest, mentre il vano denominato

“cucina” è oggi la zona pranzo;

 Al piano terra del fabbricato accessorio i due “ripostigli” sono oggi un bagno ed una cucina; nel vano

“cantina” è stato realizzato un solaio per ricavare un altro vano al piano primo; è stata realizzata una scala interna di collegamento, la destinazione d’uso è variata da cantina ad ufficio.

In base a quanto esposto al “Punto 7.2 Conformità Edilizia”, dopo la demolizione delle porzioni abusive va presentata al Catasto Fabbricati una Denuncia di Variazione, con allegata la nuova Planimetria Catastale.

Costo presunto per la regolarizzazione € 700,00, comprese le spese tecniche.

7.4 Situazione Urbanistica:

Dalla consultazione (nel sito internet del Comune di Terni) del P.R.G. risulta che i fabbricati ed i terreni ricadono in Zona E1 Agricola (Tavola A - art. 94-99 e 100 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.).

Alcune porzioni delle Particelle n. 998, n. 1003, n. 1005, n. 1007, n. 1009, n. 1017 e n. 1019 ricadono in Zona S1 Rispetto Stradale ( art. 128 delle N.T.A.).

Alcune porzioni delle Particelle n. 998 e n. 1005, ricadono in Zona S Viabilità ( art. 128 delle N.T.A.).

Alcune porzioni delle Particelle n. 1007, n. 1017 e n. 1019 ricadono in Zona S2 Rispetto Ferroviario ( art. 33 e 129 delle N.T.A.).

Inoltre i fabbricati ed i terreni ricadono nel Piano Attuativo di iniziativa pubblica denominato

“Comprensorio dei punti di paesaggio di Collescipoli (03-PA-027)” approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 22/10/2014.

La Particella n. 999 e porzione della Particella n. 1005 sono incluse nell’area con destinazione Epp3 in cui è prevista la trasformazione dei fabbricati agricoli esistenti ( o una nuova edificazione) ai fini residenziali per una S.U.C. (Superficie Utile Coperta) di mq 110 (Art. 10 delle N.T.A. del Piano Attuativo – Tavola P2-1 “il piano attuativo tavola delle previsioni urbanistiche”).

Il Piano Attuativo è consultabile nel sito internet del Comune di Terni (Home → amministrazione trasparente → pianificazione e governo del territorio → pianificazione pubblica e varianti).

TRIBUNALE DI TERNI - ESECUZIONE IMMOBILIARE N. Gen. Rep. 03/2020

Studio Tecnico Geom. Alberto Teofoli e Geom. Marco Giuliani Associati Rapporto di Stima - N. Gen. Rep. 03/2020 - pag. 11

Febbraio 2022

OP - Art. 94 - Zone E - spazio rurale

1. Le disposizioni del presente Capo regolano le trasformazioni ammesse nelle zone denominate spazio rurale così come definito al c.1 dell’art.88 della LR n.1/2015 e sono finalizzate alla tutela ed alla salvaguardia delle caratteristiche ambientali ed al corretto uso delle suscettività produttive; sono redatte ai sensi del Capo III della LR n.1/2015. Lo spazio rurale comprende le seguenti zone: le zone agricole (E1) definite nelle disposizioni generali del presente articolo e negli articoli da 99 a 106, le zone di particolare interesse agricolo (E2), gli immobili sparsi nel territorio costituenti beni culturali (Ean(n)), le zone denudate (E3), le zone a pascolo (E4), le zone boscate (E5), le zone umide E6, le zone di vegetazione ripariale e filari arborei (E7), le zone E di recupero e trasformazione delle costruzioni esistenti (E8), le zone R di riqualificazione paesaggistica ed ambientale (R(.)) e le zone dei punti di paesaggio (individuate nella tav.B).

2. Le destinazioni d’uso consentite sono quelle riferite alle zone agricole elencate nell’art.10 c.2; sono ammesse, nell’ambito di aziende vivaistiche, le attività di vendita dei prodotti di vivaio ed accessori, attraverso il recupero di edifici esistenti; è ammessa la conservazione delle strutture produttive esistenti condonate o comunque legali con un adeguamento di volumetria pari al 10% dell'esistente. Tale percentuale potrà essere aumentata sulla base di un piano aziendale che dimostri le esigenze produttive ed occupazionali attraverso la procedura della variante SUAP; in ogni caso l’Amministrazione Comunale promuove una politica di assegnazione delle aree PAIP per favorire la ricollocazione di tali attività nell’ambito delle zone produttive del PRG, al fine del ripristino del carattere agricolo della zona.

E’ inoltre compatibile la realizzazione di attrezzature sportive e ricreative di modeste dimensioni strettamente connesse alle abitazioni o alle attività di tipo ricettivo o agrituristico e di cimiteri per animali la cui regolamentazione si rinvia ad apposito atto dell’AC ed è consentita la realizzazione di infrastrutture tecnologiche a rete o puntuali, di rilevante interesse pubblico, fatto salvo quanto previsto al c.3 dell’art.20 della LR n.27/2000. Nelle aree comprese nello spazio rurale di cui al c.1 del presente articolo è consentita la realizzazione di infrastrutture a rete o puntuali di rilevante interesse pubblico e la ristrutturazione degli impianti esistenti, nonché la realizzazione di opere di sistemazione idraulica.

3. Gli interventi edilizi consentiti devono essere attuati nel rispetto dell'ambiente circostante sia per quanto riguarda la flora esistente sia per quanto riguarda l'assetto planoaltimetrico del territorio pertanto le domande di permesso di costruire per nuova costruzione, ampliamento e ristrutturazione che comportino la realizzazione di un organismo edilizio in tutto diverso dal precedente, con l’esclusione di quelle per la realizzazione di attrezzature tecniche del fondo, oltre a quanto disposto dal Regolamento edilizio, devono contenere la documentazione di seguito descritta:

a) fotografie dello stato di fatto con evidenziazione dei punti di vista in adeguate planimetrie;

b) rilievo planoaltimetrico del terreno;

c) rilievo e catalogazione degli alberi presenti nell’area di pertinenza del fabbricato opportunamente delimitata, con evidenziazione delle essenze sia per dimensioni che per tipo;

d) relazione geologica e idrogeologica e di rischio idraulico (andamento delle falde - event. sorgenti, pozzi, ecc.) firmata da un tecnico abilitato;

e) sistemazione finale dell'area di pertinenza del fabbricato con indicati i tempi e le modalità da seguire: le nuove quote, le opere quali pavimentazioni, muri di contenimento e quant’altro possa contribuire alla impermeabilizzazione del terreno, con indicazioni dei materiali da usare; progetto di piantumazione o comunque sistemazione del verde firmata dal progettista o da un tecnico abilitato;

f) ambientazione del progetto attraverso simulazioni grafiche o fotografiche;

g) descrizione analitica della conformità del progetto ai criteri ed indirizzi contenuti nelle relative Unità di Paesaggio del Piano Strutturale (Allegato 3 delle presenti norme).

4. Per le distanze tra i fabbricati e dai confini sono da rispettare le seguenti norme:

4.1. La distanza minima dall’asse stradale delle costruzioni destinate ad abitazione non deve essere inferiore a ml 20,00 sia nel caso di nuova costruzione che di ampliamento, salvo il disposto del DM 01.04.1968 n.1404, e del DPR 26.04.1993 n.147 allorché verranno classificate le strade, tenuto conto anche di quanto prescritto all’art.29 delle presenti norme.

4.2. La distanza tra edifici destinati ad abitazione non deve essere inferiore a ml 20,00 e dai confini a ml 10,00, con l’esclusione di quelli ricadenti in zone sottoposte a tutela ai sensi del DLgs n.42/2004 per i quali la distanza tra edifici non deve essere inferiore a ml 50,00 e salvo il disposto dei successivi commi 4.3 e 4.4.

4.3. Nel caso di fabbricati oggetto di condono edilizio o di cambiamento di destinazione d’uso ai sensi dell’art.91 della LR n.1/2015 si prende atto della distanza dai confini esistente che non deve essere diminuita in caso di ristrutturazioni e/o ampliamenti; eventuali nuovi edifici da costruirsi nelle aree confinanti con quelli sopra detti, potranno essere realizzati rispettando esclusivamente la distanza dai confini di ml 10.

4.4. Fermo restando il rispetto della distanza minima di 10 ml tra pareti finestrate e pareti fronteggianti di edifici antistanti, il distacco dei fabbricati dai confini può essere ridotto se è intercorso un accordo fra proprietari confinanti; in tal caso il rilascio della concessione edilizia è subordinato alla presentazione, da parte dell’interessato, di una convenzione, regolarmente trascritta, mediante la quale il proprietario dell’area confinante concede l’assenso per la costruzione a distanza inferiore da quella stabilita al precedente comma 4.2 e dà atto della conoscenza del presente articolo e degli obblighi da esso derivanti.

5. Per quanto riguarda la distanza dai corsi d’acqua pubblici, dai fiumi, dai bacini artificiali, dai canali demaniali, dai laghi e dalle ferrovie, deve essere osservato quanto prescritto dagli artt. 30 e 34 delle presenti norme.

6. La distanza minima consentita degli annessi agricoli dai confini è di ml 5,00 e dai fabbricati di abitazione è di ml 10,00 salvo che per le stalle, per le quali la distanza minima da detti fabbricati è di ml 20,00, e per le concimaie per le quali si applica quanto previsto dal R.E. Per la distanza dalle strade si applica quanto stabilito al precedente comma 4.1 per le case di abitazione; per le concimaie è comunque fatto salvo quanto previsto dal R.E. in merito all’osservanza delle distanze minime. Non è prescritta alcuna distanza minima tra annessi.

7. Per le distanze dai corsi d’acqua e dalle ferrovie degli annessi agricoli, si rinvia a quanto prescritto nel c.5.

8. Sono consentite costruzioni a confine qualora siano oggetto di richiesta congiunta di concessione edilizia da parte dei proprietari confinanti.

9. Per gli interventi edificatori nelle zone di rispetto delle strade e delle ferrovie si applicano le norme di cui agli artt.29 e 30 delle presenti norme.

10. Negli interventi sul patrimonio edilizio, con particolare riferimento agli edifici rurali residenziali e non, collocati in zona agricola, è opportuno prevedere il mantenimento o la creazione di apposite aperture di cm 20x30 per areare i sottotetti e consentire l’accesso ai solai o ad apposite nicchie da realizzare, utilizzabili come siti di nidificazione per alcune specie di avifauna (es. rapaci notturni).

11. In riferimento ai contenuti del c.2 del presente articolo sono state individuate le seguenti schede riferite a strutture ed attività produttive:

11.1. SCHEDA EF(1)

La zona sulla strada di Maratta Bassa al Km 4,3, denominata EF(1), è soggetta alle seguenti prescrizioni:

Documenti correlati