nell’animazione ai giorni nostri
4.2 Le fasi della produzione di animazione: regole (schemi) vs. imprevedibilità
4.2.1 La pre-produzione
La pre-produzione è la fase iniziale in cui si esplicita al meglio quello che si vuole ottene-re come risultato finale. Nella fase concettuale non si dettaglia un risultato finale, ma si concepisce l’idea che, a differenza di tutto quello che potrebbe subire modifiche in corso d’opera, rappresenta il fil rouge dell’intera produzione. Spesso l’idea non è merito di un’u-nica persona. Essa, infatti, potrebbe già essere il risultato di discussioni tenute intorno ad un tema principale. Alla base ci sarebbe una collaborazione a più livelli (sia con il
proprio staff che con il cliente, considerando le dovute priorità) che tenga conto del design desiderato che funga da firma di riconoscimento della produzione e di quelle che sarebbero le necessità legate al rispettare le richieste esplicitate nella commissione del prodotto che è sopraggiunta all’azienda che se ne deve occupare.
Ci si potrebbe affidare all’espressione di un messaggio ben preciso, o semplicemente a direttive (avendo da produrre un qualcosa su commissione), ma qualsiasi possa essere la motivazione che ha spinto l’inizio dei lavori, la pre-produzione implica il partire da queste idee, identificare i concetti principali e come essi dovranno essere resi, per poi conferir loro continuità attraverso valide soluzioni progettuali, sia dal punto di vista tecnico che artistico. Con l’avanzare delle fasi della pre-produzione l’idea che si possedeva deve tra-mutarsi in qualcosa che abbia una forma sempre più definita. Si potrebbe dire ricorrendo a un’espressione decisamente iperbolica che la libertà creativa deve terminare in questa fase, affinché il determinismo dei passaggi faccia il suo corso e produca qualcosa seguendo i ritmi e gli standard industriali. Nella pratica, ovviamente, non si può essere così drastici, ma è certo che una buona organizzazione in fase iniziale può permettere un grande rispar-mio su eventuali problemi di percorso e la possibilità di rispettare le tempistiche a cui ci si vuole attenere.
Tra le fasi più importanti necessarie all’identificazione di un concetto visuale, si ricor-dano lo storyboard, i layouts, i model sheet e l’animatic o story reel.
Storyboard Mostra gli shot principali dell’animazione dando la possibilità di avere una prima visualizzazione non solo concettuale dell’idea che si vuole sviluppare. La cor-retta riuscita di uno storyboard dovrà permettere al concept di funzionare da collante per conferire continuità alla visualizzazione delle singole scene.
In questa fase, a livello pratico, si illustrano le scene chiave in forma di strisce fumet-tistiche per visualizzare l’animazione che dovrà farsi detentrice del messaggio che si vuole trasmettere. Dato che si tratta di una versione iniziale del lavoro che dovrà essere svolto, è importante che ogni elemento introdotto risulti essenziale e sintetizzi al meglio il messaggio che dovrà poter essere colto con una rapida occhiata da chi usufruirà dello storyboard. Tutto ciò che sarebbe troppo difficile da rendere con le illustrazioni, è previsto che venga annotato con diciture rapide e esplicative ai lati delle singole scene. Un esempio di nota potrebbe prevedere la scelta di un possibile movimento di camera definito dal regista per opportune rese estetiche o concettuali.
Quindi, gli storyboard, rappresentando la prima visualizzazione dell’idea originale, sono fondamentali in qualsiasi momento possa esserci la necessità di abbandonare il dettaglio delle fasi successive per concentrarsi sulla totalità della storia che si sta animando per capire se si sta procedendo nella giusta direzione.
Figura 4.2: Esempi di storyboard (1). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.3: Esempi di storyboard (2). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.4: Esempi di storyboard (3). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.5: Esempi di storyboard (4). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.6: Esempi di storyboard (5). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.7: Esempi di storyboard (6). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.8: Esempi di storyboard (7). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Figura 4.9: Esempi di storyboard (8). Tratto dallo storyboard de “L’arte della felicità”
Layout Quando lo storyboard viene approvato, esso viene mandato nella sua versione finale a chi si occupa dei layout, che lavora a stretto contatto con il regista o il direttore artistico per la definizione di scenari (ambientazioni) e costumi. In questo modo ci si affida ai visual artist, che devono dare un aspetto ben preciso a ogni elemento che comparirà nel film, definendo dei veri e propri layout.
Model sheets Si tratta di gruppi d’immagini che mostrano tutte le possibili espressioni e pose che un personaggio può assumere nel corso dell’animazione. Si tratta di qualcosa che è bene definire sin da subito per un duplice motivo: innanzitutto, per mantenere un’accuratezza nella creazione del personaggio e di ogni suo aspetto. Soprattutto parlando di animazioni 2D, si evita, infatti, di allungare i tempi nelle fasi successive nella ricerca di accuratezza. Prevedere il tutto a priori fa sì che i disegnatori possa-no procedere più spediti in una fase di realizzazione delle diverse inquadrature. In secondo luogo, il model sheet permette di mantenere uniforme l’aspetto e la caratte-rizzazione del personaggio (anche nel modo di esprimere la sua personalità a livello gestuale) nonostante le inquadrature che lo riguardino possano essere affidate a più disegnatori diversi contemporaneamente.
Durante questa fase il character design del personaggio viene concluso, affinché poi si possa passare il materiale prodotto ai modellatori, che devono realizzare i modelli dei personaggi e dei props che la storia prevede.
Figura 4.10: Character design delle sei sorellastre di Gatta Cenerentola
Figura 4.11: Character design di Gatta Cenerentola
Figura 4.12: Model sheets di Gatta Cenerentola
Figura 4.13: Model sheets di Gemito
Animatic o story reel Si tratta di filmati semplicistici che tengano conto delle tempisti-che per dare un’idea di come l’animazione debba essere prodotta gestendo al meglio il passaggio tra gli shot, ipotizzando poi l’inserimento di animazioni più complesse e/o VFX ai primitivi movimenti mostrati. In questo modo, il regista ha la possibi-lità di rendersi conto già nelle prime fasi della pre-produzione, dell’aspetto estetico dei singoli passaggi previsti avendo una visualizzazione complessiva del prodotto che verrà realizzato.