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PREMESSA

Nel documento Piano Operativo Piano Operativo (pagine 4-9)

 Il  Piano  operativo  2020‐2022  dell’Autorità  di  Sistema  Portuale  del  Mar  Tirreno  Centrale è un atto che, a conclusione dell’arco di mandato del Comitato di Gestione  (2017‐2020),  delinea  ‐  in  continuità  con  quanto  realizzato  ‐  alcune  direttrici  di  intervento per il triennio a venire, individuando e focalizzando lo scenario delle azioni  realizzabili entro il periodo di riferimento del piano stesso, soprattutto per portare a  compimento gli interventi già pianificati. 

 La revisione del Piano Operativo Triennale si muove in un solco di continuità, facendo  sintesi di quanto realizzato, sempre entro una logica di stretta collaborazione con le  istituzioni nazionali e territoriali. Il coordinamento  tra  soggetti  ed  amministrazioni  che  svolgono  ruoli  essenziali  nella pianificazione ha caratterizzato il mandato svolto  e resta un punto qualificante dell’operato dell’AdSP. 

 Esistono  infatti  campi  di  azione  che  rientrano  esclusivamente  nella  sfera  di  responsabilità della Autorità di Sistema Portuale, come gli interventi di miglioramento  e riorganizzazione di funzioni portuali, che investono processi che non si realizzano nel  breve  periodo,  ma  che  richiedono  lavoro  di  programmazione  e  fasi  intermedie  di  realizzazione.  

 Esistono poi terreni di confronto e di condivisione con le altre istituzioni, che sono  indispensabili quando si pone mano alla pianificazione di interventi quali ad esempio  il waterfront, vale a dire quella delicata cerniera tra porto e territorio urbano, su cui si  deve lavorare di stretta intesa con le amministrazioni comunali e regionale, avendo a  metro di misura non solo la migliore organizzazione delle funzioni portuali ma anche  la sensibilità dei territori ed il rapporto con la comunità dei cittadini. Questo vale per i  waterfront  di  tutti  i  porti  dell'Autorità  di  Sistema,  che  richiedono  interventi  di  riorganizzazione,  miglioramento  funzionale,  maggiore  integrazione  con  il  tessuto  cittadino.  

 Esistono infine aree di responsabilità che riguardano i soggetti istituzionali chiamati a  compiere  scelte  che  poi  si  riverberano  sulla  organizzazione  funzionale  delle  realtà  portuali. Pensiamo alla delocalizzazione della Darsena Petroli del Porto di Napoli, che  rientra nella sfera delle decisioni di Regione Campania e Comune di Napoli, oppure alla  volontà di aprire il Molo S. Vincenzo alla cittadinanza, che richiede un dialogo tra le  amministrazioni territoriali, il Ministero della Difesa e la Marina Militare.  

 Nel caso del Porto di Salerno la cooperazione con la città diviene indispensabile per la  individuazione  di  un'area  retroportuale  per  il  traffico  commerciale  e  per  la 

realizzazione  di  una  struttura multipiano per il traffico delle auto: entrambe queste  misure servono a rendere maggiormente funzionale l'organizzazione delle aree a terra,  che costituiscono un collo di bottiglia per il futuro sviluppo del Porto. 

 L’adeguamento infrastrutturale ha costituito un obiettivo primario dell’Autorità, per  assicurare agli operatori certezze nell’adeguatezza dei porti campani per la ricezione  delle navi, coerentemente con la  domanda del mercato.  Su  questo  fronte  si  sono  ottenuti  primi  risultati  tangibili  misurati  anche  dall’incremento  dell’andamento  dei  traffici, almeno fino a poco prima del blocco dovuto alla pandemia. 

 Tali  interventi,  indispensabili  per  il  miglioramento  della  competitività,  rientrano in  una cornice di carattere strategico, che traguarda un orizzonte temporale più lungo,  necessario  per  creare  quel  respiro  indispensabile  ad  inquadrarli  all’interno  di  una  visione  coerente  con  una  evoluzione  concorrenziale  del  sistema portuale  campano  nello scenario della logistica nazionale, europea ed internazionale. 

  

In breve, per punti, si riassumono le questioni prioritarie sulle quali si è concentrato e  si continuerà a concentrare l’impegno dell’AdSP: 

 Dragaggi nei porti di Napoli e Salerno: si tratta di interventi strategici per assicurare  quella competitività che serve al sistema portuale campano, consentendo al naviglio  di  dimensione  medio‐grande  di  scalare  i  due  principali  porti  della  Campania.  Il  dragaggio  per  il  porto  di  Napoli  è  stato  realizzato,  sia  pure  tra  molte  difficoltà  burocratiche, ed è previsto il suo completamento a dicembre 2020. Nella seconda fase  del dragaggio di Napoli si dovranno effettuare infine anche gli interventi di escavo  sotto banchina. 

Nel  porto  di  Salerno  è  stata  completata  la  prima  fase,  con  la  quale  sono  stati  già  dragati circa 1.400.000 mc di sedimenti, mentre la seconda fase si concluderà entro  la primavera del 2021. 

  

Sviluppo ad oriente del porto di Napoli: il completamento dei lavori della Darsena di  Levante che è in corso di tombamento con il dragaggio, e che sarà operativa entro i  prossimi 5 anni, doterà il porto di Napoli di una infrastruttura che ‐ con una lunghezza  di  640  metri  –  non  sarà  sufficiente  per  poter  accogliere  almeno  tre  navi  portacontainer. Il suo ampliamento con estensione fino a un chilometro fa parte di un  progetto sviluppato in questi anni con il Dipartimento di Architettura della Università  Federico II, che integra le azioni di potenziamento della infrastruttura con un intervento  di riqualificazione dell’agglomerato urbano di S. Giovanni che prevede la costruzione di  una piazza a mare e una passeggiata fino a Pietrarsa. Nel mese di ottobre 2020 è stata  avviata la fase iniziale per l’affidamento del progetto di fattibilità tecnica‐economica  dell’ampliamento  della  banchina  di  levante  del  Porto  di  Napoli  mediante  cassa  di 

colmata ed indagini propedeutiche, finanziato con fondi di cui all’articolo 202, comma  1, lettera a), del Codice dei contratti pubblici approvato con decreto legislativo  18  aprile  2016,  n.  50,  e  s.m.i.,  assegnati  all’AdSP  con  decreti  del  Ministro  delle  infrastrutture e dei trasporti n. 171 del 10.05.2019 e n. 594 del 23.12.2019. 

 Progetto di Waterfront per il porto di Napoli:  

Già  da  diversi  anni,  l’AdSP  ha  ritenuto  indispensabile  avviare  un  processo  di  riorganizzazione  dell’intera  area  monumentale  del  porto  di  Napoli  prevalentemente  destinata al traffico crocieristico nazionale ed internazionale, al traffico cabotiero ed a  quello passeggeri di collegamento con le isole del golfo di Napoli. Tale area, tipicamente  e  storicamente  legata  a  quella  di  Piazza  Municipio,  del  Maschio  Angioino  e  del  suo  affaccio verso il mare, rappresenta un elemento fondamentale ed ideale di connessione  tra la città storica ed il mare. 

Il  progetto  complessivo  di  riqualificazione  del  “Waterfront”  (area  compresa  tra  la  Darsena Acton e l’Immacolatella Vecchia), elaborato dal raggruppamento vincitore del  concorso di progettazione del 2004, è stato sottoposto negli ultimi anni ad un riesame  complessivo  con  una  valutazione  circa  la  sostenibilità  e  la  cantierabilità  dell’intero  intervento in rapporto alla coerenza con gli strumenti di pianificazione, alla fattibilità  economico  finanziaria  nonché  all’effettiva  cantierabilità  delle  opere  in  relazione  al  mantenimento della funzionalità degli scali durante la realizzazione dei lavori. 

A  tal  fine,  si  è  ritenuto  opportuno,  suddividere  il  progetto  in  3  successive  fasi  realizzative,  indipendenti  tra  loro,  fermo  restando  l’unitarietà  dell’intero  progetto,  ovvero:  

- Nuovo  Terminal  passeggeri  alla  Calata  Beverello:  è  stato  ritenuto,  per  la  dimensione dei traffici coinvolti, intervento prioritario dall’AdSP rispetto agli altri  items progettuali con l’avvio dei lavori  di realizzazione del terminal; 

- Progettazione della riqualificazione Calata Piliero: si tratta di un intervento per  stralci  funzionali  con  la  realizzazione  del  Museo  del  Mare  e  della  Migrazione  nell'edificio  degli  ex  Magazzini  Generali,  la  costruzione  della  nuova  sede della  Università  Parthenope,  la  filtering  line  tra  porto  e  città,  con  una  passeggiata  pedonale.  

- Rifunzionalizzazione di Molo S. Vincenzo per le attività di mega yacht e giga  yacht  e  apertura del  Molo  S. Vincenzo ai cittadini: il Molo si allunga per due  chilometri  dalla  Darsena  Acton  e  la  statua  di  S.  Gennaro  che  accoglie  le  navi  dirette  al  Beverello.  In  questi  anni  sono  state  realizzate  prime  opere  di  ripavimentazione  della  passeggiata  fino  al  Piazzale  sottostante  il  Faro  e  la 

creazione di un imbarcadero per consentire l’accesso via mare alla passeggiata. 

Si infatti tratta di una fantastica passeggiata che va restituita alla fruibilità dei  cittadini. Intorno a questo obiettivo si sono sviluppate progettualità che non  sono ancora giunte al un livello di fattibilità tecnica ed ecomica. Sono stati  effettuati  eventi  con  associazioni  di  cittadinanza  attiva  che  hanno  manifestato  l’interesse  alla  apertura  alla  cittadinanza  di  questa  parte  del  porto.  Per  il  raggiungimento  l'obiettivo  è  in  corso  di  individuazione  una  soluzione  con  la  Marina militare attraverso un meccanismo di collaborazione istituzionale.   

  

Sviluppo della cantieristica: la ripresa delle attività di riparazione navale nel porto di  Napoli e soprattutto il rilancio della costruzione navale nella fabbrica di Fincantieri nel  porto  di  Castellammare  sono  strategiche  per  il  futuro  dell'industria  marittima  nel  territorio. Per la messa in sicurezza del Porto di Castellammare di Stabia sono stati  stanziati  sul  Fondo  sviluppo  e  coesione  2014‐2020  e  successivi  Addendum 

€35.000.000,00 (Delibera CIPE n. 47/2019 GURI  n. 268 del 15/11/2019). 

 L’intervento  di  messa  in  sicurezza  dell’area  portuale  di  Castellammare  di  Stabia  comprende un insieme di interventi di adeguamento e messa in sicurezza dell’attuale  sistema  di  varo  del  cantiere  per  la  costruzione  navale,  il  cui  impianto  industriale  rappresenta caratteristiche inadeguate alle caratteristiche  profondamente differenti  della domanda. 

 Scopo  dell’intervento  è  assicurare  il  mantenimento  e  lo  sviluppo  dell’economia  marittima stabiese che ‐ attorno al sistema portuale – può generare il fattore di traino  necessario  per  invertire  gli  indicatori  di  elevata  disoccupazione,  rarefazione  delle  attività  industriali,  stagnazione  del  sistema  economico,  assicurando  la  presenza  contestuale di tutti i segmenti di mercato dell’economia portuale  di Castellammare  (industriale, turistico e diportistico), per identificare una prospettiva che salvaguardi le  compatibilità in termini di sicurezza e nello stesso tempo consenta la disponibilità di  quegli  asset  funzionali  alla  equilibrata  gestione  dei  settori  di  attività  portuale. 

L’intervento complessivo sarà cofinanziato con fondi privati, per un importo totale di €  75.000.000,00. 

 Zona economica speciale: la realizzazione delle ZES sta segnando alcuni passi di arresto  da quando con l’introduzione di alcune modifiche normative non si è poi dato seguito  all’attuazione di tali misure condizionando di fatto l’operatività di questo importante  strumento. 

 Completamento  della  Galleria  Porta  Ovest  a  Salerno:  si  tratta  di  una  opera  fondamentale per connettere direttamente il porto alla rete autostradale, evitando il 

congestionamento rispetto al sistema urbano e favorendo una migliore fluidità delle  connessioni tra porto e territorio. 

 Allargamento imboccatura nel porto di Salerno attraverso l’adeguamento del molo  di  sopraflutto:  si  tratta  di  un  intervento  complementare  rispetto  al  dragaggio,  per  consentire l’ingresso di navi di lunghezza maggiore rispetto all’attuale configurazione  infrastrutturale. 

    

Nel documento Piano Operativo Piano Operativo (pagine 4-9)