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LE PIÙ IMPORTANTI TIPOLOGIE DI RISCHIO

10) mutamenti climatici: le eruzioni vulcaniche maggiori possono avere un elevato impatto ambientale sul clima per l’emissione di gas serra che contribuisce al riscaldamento globale.

4.4.1 Premessa storica l’incidente di Chernobyl

La notte del 26/4/1986 si verificò ciò che gli scienziati definirono “la seconda apocalisse”: all'interno del reattore n.4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, il nocciolo si surriscaldò collassando, ed in pochi attimi si innescarono reazioni chimiche e fenomeni termici che proseguirono anche dopo l'esplosione del reattore.

L'incendio non coinvolse gli altri reattori per il coraggioso sacrificio dei pompieri e degli operatori presenti nella centrale e comunque il bilancio fu disastroso: oltre trenta morti, quasi trecento persone gravemente contaminate, un migliaio di gravidanze interrotte, centinaia di migliaia persone costrette a controlli sanitari a vita e centinaia di migliaia di evacuazioni dalla zona perimetrale di Chernobyl.

Non sarà mai possibile valutare tutte le conseguenze della nuvola radioattiva che investì le popolazioni europee nelle settimane seguenti: basti pensare che l’esplosione di Chernobyl rilasciò nell’atmosfera sostanze radioattive centinaia di volte superiori alla contaminazione di Hiroshima e Nagasaki (16).

L'intera Europa fu esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumentò il rischio di contrarre tumori e leucemia.

Le cronache riportano che un’alta percentuale di bambini fu colpito dal cancro alla tiroide per effetto dei gas e del materiale radioattivo diffuso; a subire le conseguenze non furono solo gli esseri umani ma anche gli animali, nei quali si constatarono deformazioni o addirittura mancanza di organi, e ad aggravare la situazione contribuì l’atteggiamento del governo sovietico che ammise la catastrofe soltanto due giorni dopo, di fronte all’evidenza dei fatti. Oggi si conoscono nuovi e più allarmanti dati sulla reale portata dell’accaduto e sulle conseguenze per il territorio e per la popolazione ma non esistono dati ufficiali sui decessi complessivi ricollegabili a Chernobyl dal 1986 ad oggi.

Un altro grave incidente avvenne nel 1999 a Tokaimura, in Giappone, dove si verificò una fuga radioattiva nell’impianto di trattamento di combustibili.

Mentre è stato accertato che l’incidente di Chernobyl fu causato da problemi strutturali dell’impianto, è stato accertato che quello di Tokaimura fu causato da un errore umano: sostanze radioattive cadute a terra a seguito delle manipolazioni di tecnici, miscelandosi, innescarono la reazione. (17)

(16) Alcune fonti riferiscono di una ricaduta radioattiva paria 200 volte superiore a quella di Hiroshima e Nagasaki, altre citano una ricaduta superiore a 400 volte.

57 4.4.2 Il disastro di Fukushima

Il disastro di Fukushima-Dai-ichi è riferito ad una serie di quattro distinti incidenti occorsi presso la centrale nucleare omonima, a seguito del terremoto e maremoto del Tōhoku dell'11 marzo 2011.

Il disastro di Fukushima fu un esempio del fallimento dei principi della gestione del rischio, con negligenze specifiche sin dalla costruzione del reattore quando, per ragioni di economicità, venne spianata una collina per portare l’impianto a livello del mare: in altra collocazione, l’onda dello tsunami non avrebbe avuto l’effetto disastroso che invece ha avuto. La componente umana della sequenza di errori compiuti dai diversi attori, identificata nel gestore dell’impianto, nell’autorità di controllo (priva di ogni autonomia) e nel governo, rappresenta infatti un fallimento strutturale del sistema di sicurezza nucleare.

L'incidente, nella prima settimana stimato al grado 4 della scala “INES” (International Nuclear

Event Scale, una scala numerica con valori da 1 a 7 legati in modo crescente alla gravità

dell'evento ed ai suoi effetti), è stato infine classificato, dall'agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone Kyodo, al 7° grado, il massimo della scala, considerando l'insieme dell'evento e non più i singoli incidenti distinti.

Conseguenze ambientali:secondo le autorità di sorveglianza francesi (IRSN e ASN) (18), la nube radioattiva sprigionata a più riprese della centrale di Fukushima sarebbe arrivata sulla Francia attorno al 26 marzo anche se, considerata la distanza, non avrebbe dovuto essere particolarmente intensa.

Tuttavia non si hanno informazioni sulla quantità di radiazioni cui sono state esposte le persone raggiunte dalla radioattività, a livello mondiale, una mancanza dovuta all’impossibilità oggettiva di poter monitorare la popolazione in relazione al fenomeno.

La natura e pericolosità della contaminazione di Fukushima differisce da quella del disastro di Chernobil per due ragioni: in primo luogo, la maggior parte della contaminazione è di natura sotterranea perché l’area circostante gli edifici, squassati da terremoto, tsunami ed esplosioni, si è riempita di acqua anche proveniente dalla falda sotterranea che è diventata molto radioattiva: infatti tracce di isotopi di plutonio ed elevati tassi di cesio sono stati rilevati in pesci di profondità e su molte varietà di pesce.

In secondo luogo, i reattori di Chernobyl furono sigillati dentro un sarcofago in un limitato lasso di tempo, mentre a Fukushima questa soluzione fu impraticabile; la contaminazione sta procedendo inesorabilmente e durerà ancora per un imprecisato numero di anni.

Evacuazione della popolazione

A seguito dell’incidente, la soc. TEPCO (Tokyo Electric Power), gestore dell’impianto, dichiarò lo stato di emergenza e le autorità evacuarono la popolazione residente entro 3 km dall'impianto, consistente in mille persone circa.

(18) IRSN (Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire) è l'ente pubblico francese che si occupa di ricerca e consulenza in materia di rischi nucleari e radiologici, ASN (l’Autorité de Sûreté nucléaire) ha funzioni di controllo.

58 In seguito il governo giapponese, dopo aver vietato l'accesso nel raggio di 20 km attorno alla centrale, ordinò l'evacuazione di altre cinque città fuori da tale area.

Gli Stati Uniti consigliarono ai propri cittadini presenti in Giappone di evacuare un'area di 80 km dalla centrale.

Dal mese di aprile 2012, in seguito alla verifica della riduzione dei livelli di radioattività in tre località site nelle aree evacuate, le autorità diedero il permesso, alla popolazione locale, di tornare alle loro case e ai loro luoghi di lavoro e di esercitare qualunque attività con l'unica restrizione di non pernottare.

E’ stata prevista, entro il 2016, una riduzione del livello di radioattività al di sotto della soglia di sicurezza in tutte le zone evacuate, permettendo così anche per altre zone un analogo piano di rientro..

Rischi per la popolazione potrebbero essere implementati dai tifoni che spesso colpiscono la regione: nel 2013 il Laboratorio delle Scienze Climatiche e dell'Ambiente francese dichiarò che i tifoni potrebbero contribuire a distribuire ed allargare la zona di contaminazione delle sostanze radioattive di Fukushima.