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Prescrizioni normative di difficile riscontro in quanto non sempre verificabili da parte degli organi tecnici comunali e, quindi, aventi carattere di stimolo.

REGOLAMENTAZIONE URBANISTICO-EDILIZIA E SOSTENIBILITA’ ENERGETICA

B) Prescrizioni normative di difficile riscontro in quanto non sempre verificabili da parte degli organi tecnici comunali e, quindi, aventi carattere di stimolo.

In questo gruppo sono da comprendere tutte quelle prescrizioni che, non sempre verificabili dagli organi tecnici comunali, non costituiscono comunque una condizione indispensabile per l’approvazione dei progetti di interventi sul territorio. Inoltre, ammesso che in fase di progettazione sia possibile operare dei controlli efficaci, questa possibilità di fatto si riduce nel corso della vita dell’opera in quanto interventi successivi di manutenzione ordinaria e straordinaria potrebbero vanificare l’apporto positivo previsto dalla norma.

L’inserimento di norme di questo gruppo ha prevalentemente la funzione di stimolare gli utenti a prendere maggiore coscienza in merito alle problematiche connesse al contenimento dei consumi energetici per il miglioramento dell’ambiente.

1) Copertura a tetto verde

Si tratta di una proposta contenuta sin dal Codice Concordato ENEA del 1998 che prende le mosse da una tecnologia presente in alcune aree europee settentrionali.

L’applicazione sic et simpliciter di questa tecnologia in Italia potrebbe scontrarsi con questioni di carattere architettonico in quanto vastissime aree del territorio, quanto meno nella zona centro-meridionale, hanno tradizionalmente tipologie edilizie che non prevedono l’uso del tetto verde né sono ad esso adattabili. Inoltre bisogna considerare che questa tipologia di copertura necessita, particolarmente nella stagione estiva, di continue irrigazioni al fine di mantenere viva la vegetazione, necessità che si pone in contrasto con la carenza di acqua a fini potabili e che solo in minima parte potrebbe essere compensata dal reimpiego dell’acqua piovana o delle acque bionde di scarico.

2) Adozione di infissi a taglio termico

E’ un obbligo presente in molti regolamenti edilizi ed è finalizzato a ridurre le dispersioni termiche attraverso gli infissi. Si tratta di un obbligo che nel tempo potrà divenire inutile in quanto già da alcuni anni è obbligatorio l’uso di infissi certificati energeticamente. A fronte di questo vantaggio occorre rilevare che spesso il risultato di ridurre la dispersione termica è accompagnato dalla pressoché totale eliminazione degli scambi d’aria con l’esterno, il che riduce sensibilmente il rinnovo dell’aria negli ambienti confinati e la sua stagnazione, effetto non valutato positivamente ai fini igienici.

3) Installazione di impianti e tecnologie a basso consumo energetico

Sono compresi in questa categoria tutti quegli accorgimenti tecnologici caratterizzati da un basso consumo energetico. Si va, quindi, dalle lampade a basso consumo energetico agli impianti di controllo automatizzato dell’illuminazione, dalla rubinetteria con miscelatore acqua-aria agli impianti per il recupero delle acque piovane ed il riciclo delle acque bionde (o grigie).

4) Installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile

Si tratta di una delle più diffuse prescrizioni che si ritrovano nei regolamenti edilizi orientati al risparmio energetico, assieme all’installazione di impianti a basso consumo energetico. Tra gli impianti prescritti figurano i pannelli solari termici, i pannelli fotovoltaici, le caldaie a condensazione, gli impianti microeolici e per lo sfruttamento della geotermia, ed altri ancora.

In merito a questa prescrizione bisogna dire che il costo di questi impianti, al momento, risulta ancora particolarmente elevato come elevato è il periodo di ammortamento. Da tener conto anche i costi della manutenzione i quali potrebbero non essere trascurabili e potrebbe portare alla dismissione degli impianti medesimi.

5) Recupero dei sottotetti per fini abitativi

E’ una prassi che è stata avviata da numerose regioni al fine esplicito di migliorare la coibentazione termica delle coperture degli edifici e di conseguire una densificazione abitativa con conseguente risparmio di suolo.

Sotto il profilo del risparmio energetico bisogna evidenziare che questo tipo di provvedimento non fa altro che spostare il problema della coibentazione dall’ultimo orizzontamento di copertura alla struttura del sottotetto e, pertanto, appare di dubbia efficacia. Più concreto è il risultato conseguibile sul risparmio di suolo anche se, spesso, questo tipo di provvedimento si applica nelle aree urbane centrali e pertanto, più che di risparmio di suolo, dovrebbe parlarsi di aumento della congestione.

Da aggiungere che spesso interventi di riutilizzo dei sottotetti si sono trasformati in operazioni speculative che, tra l’altro, hanno alterato lo skyline urbano delle città9.

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Vedasi al riguardo V. Zito, “Norme edilizie e qualità della manutenzione urbana”, in Fiore V., De Joanna P. (a cura), Urban Maintenance as Strategy for Sustainable Development, Atti del convegno internazionale, Napoli, 29 novembre 2002, pagg. 197-201.

6) Certificazione energetica degli edifici

La certificazione energetica degli edifici è stata introdotta in diverse regioni e mira a verificare il “livello” di qualità dell’edificio medesimo in ordine al consumo energetico. In alcuni casi il possesso del certificato energetico è condizione per ottenere benefici economici di vario tipo.

Unico neo di una prescrizione certamente utile è costituito dal fatto che, a tutt’oggi, non esiste una procedura affidabile per la certificazione energetica ed i vari protocolli oggi diffusi (Docet, Itaca, Casa-clima, tra quelli gratuiti) portano a risultati non comparabili. Da aggiungere che l’ottenimento di tale certificato comporta un maggior onere per il committente, fatto che potrebbe disincentivarne l’uso.

7) Pavimentazione degli spazi aperti

Sovente vengono inserite norme concernenti la pavimentazione degli spazi aperti, siano essi pubblici che privati. Tra le finalità principali quella di realizzare una pavimentazione drenante, in modo da rimpinguare le acque di falda, e quella di ridurre il fenomeno dell’albedo attraverso una pavimentazione opaca.

8) Illuminazione degli spazi pubblici e privati

Sono norme che dettano disposizioni finalizzate a ridurre l’inquinamento luminoso, fenomeno che ormai caratterizza negativamente gli ambiti urbani, e conseguire un risparmio energetico. La normativa dovrebbe specificare la tipologia dei corpi illuminanti da utilizzare per ridurre l’inquinamento luminoso e, anche al fine della riduzione dei consumi energetici, potrebbe definire un rapporto medio nelle distanze reciproche dei corpi illuminanti in relazione alla potenza delle lampade impiegate.

9) Dispositivi per il recupero delle acque piovane e bionde

Il recupero delle acque piovane e bionde consente di riutilizzarle per uso irriguo e per altri usi non potabili (scarico water ecc.). Richiede però la possibilità di poter disporre di un serbatoio di adeguata capacità, solitamente interrato, attrezzato con apposito impianto di sollevamento del liquido. Per il riciclo delle acque bionde si rende inoltre necessario un impianto di depurazione, il cui costo di installazione e gestione non può considerarsi trascurabile.

10) Tecniche della bioedilizia

E’ una forma di stimolo affinché i committenti degli interventi edilizi possano orientarsi positivamente verso tecnologie biologicamente compatibili. Norme in tal senso posso avere una certa efficacia a condizione che venga superata la fase delle prescrizioni generiche e si provveda ad esplicitare materiali e tecniche che effettivamente, possibilmente anche a costo di trasporto zero, possono utilmente impiegarsi nella zona in esame.

C) Prescrizioni normative improprie nel contesto di una regolamentazione