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112 che si presenta come la simulazione di un vaggio in tutta la Valle riana, processo cognitivo basato su una successione di esperien-

ze, come meglio descritto di seguito.

In prossimità della cartiera viene demolita l’autorimessa che oc- culta la visuale dal museo della carta e dal prospiciente piazzale. Si ipotizza di creare così una nuova piazza, in parte piana e in par- te in pendenza, raccordandosi alla rampa che immette nel cuore della cartiera, attualmente spazio filtro di snodo tra i vari corpi di fabbrica, coperto da pensiline metalliche e tettoie di fortuna. La peculiarità di tale spazio risiede nella particolare condizione di limite tra interno ed esterno, che può essere amplificata attraver- so semplici operazioni di riassetto (ingressi e uscite, livelli e rac- cordi, strutture in elevazione, riordino delle aperture per creare un sistema di affacci sull’interno, come palchi

teatrali). Lo spazio filtro immette agli altri livelli e ai diversi locali della cartiera, alcuni da mantenere interamente per il loro valore testimoniale, altri di uso più flessibile. L’essiccatoio offre l’atmo- sfera ideale per lo svolgimento di eventi temporanei: concerti, mostre e rappresentazioni, finalizzate ad un affinamento dell’of- ferta culturale e artistica, ipotizzando in ogni caso una linea di minimo intervento volta alla rifunzionalizzazione e alla conserva- zione del patrimonio industriale.

Il piano terra, corrispondente al livello stradale, viene invece inte- ramente svuotato e ripensato.

L’inserimento nel circuito urbano di Pietrabuona richiede la chiara

individuazione di un ingresso e un’uscita del percorso, volendo ac- curatamente evitare la perdita di distinzione tra interno ed ester- no. La cartiera è trattata come un grande recipiente, aperto ma dalle solide superfici di contorno, che ne caratterizzano l’aspetto esterno e inducono nel visitatore la curiosità ad entrarci. L’atto deve apparire come qualcosa di indecifrabile, quasi iniziatico, ma spontaneo e inevitabile al tempo stesso.

L’interno non si rivela mai completamente ad un singolo passag- gio. Appare come un labirinto di rotoli di carta disposti in verticale, in modo da assicurare passaggi preferenziali e piccole radure, spa- zi vuoti come bolle d’aria in cui il visitatore sia indotto a fermarsi. Ad ogni bolla è associato un momento in cui il visitatore svolge un’esperienza o gli viene sottoposto un test. Sulla base delle ri- sposte ottenute viene indirizzato ad altre bolle, utili a combinare tra loro i diversi interessi, come se si stesse muovendo entro un diagramma di flussi. Esemplificando: per la parte concernente gli interessi enogastronomici potrebbero essergli proposti assaggi

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Alberto Bortolotti Ripensare i vuoti come nuovi recipienti per il turismo. Il caso della ex cartiera Bocci a Pietrabuona

Dagli ingredienti ai significati

Per rappresentare più efficacemente il processo indicato, si è stabilito un parallelismo tra il processo formativo che investe la coscienza del visitatore e il processo di produzione della carta. Con ciò si vuole sottolineare il fatto che l’espressione di una fi- liera produttiva possa riscontrarsi tanto in un prodotto concreto, quanto in un esito cognitivo, entrambi come risultato di azioni coordinate programmaticamente. Alle fasi della lavorazione del- le materie prime per la produzione dei fogli di carta (frammenti di stracci nel nostro caso) abbiamo associato un momento nella formazione del turista per la costruzione del proprio percorso per- sonalizzato, più precisamente come viene specificato di seguito. A tali momenti sono quindi collegati i diversi spazi, opportuna- mente scelti nella superficie del piano terra (fig. 4).

1. Cernita – A questa prima fase di scelta tra gli scarti dei tessu- ti pervenuti in cartiera, può essere associato un momento in cui il turista mette a fuoco l’insieme dei propri interessi sulla base dell’offerta del contesto locale. Al turista viene offerto un pattern di possibilità di esperienze che si possono svolgere in Valleriana (dal trekking, al tour in bici o a cavallo, alla visita delle cave, dei musei di arti e mestieri, delle emergenze storiche, fino alle degu- stazioni di prodotti tipici, e così via).

2. Sminuzzamento – A questa seconda fase può essere associa- to un momento introspettivo, nel quale il turista si accorge del- la scomposizione delle azioni complesse in una somma di gesti di alcuni prodotti locali; per gli interessi socio-antropologici po-

trebbe essergli chiesto di assemblare un oggetto, di ascoltare un racconto o di utilizzare un particolare strumento; per gli interessi culturali e artistici potrebbe essergli offerta una selezione di ope- re; per gli interessi sportivi potrebbe essergli offerta una pedalata in cyclette secondo la pendenza corrispondente al tratto di valle scelto e così via, a seguire con innumerevoli variazioni e combi- nazioni.

Il sistema registra nel frattempo una serie di dati e li consegna all’operatore turistico che, al termine della simulazione, confezio- na il “kit di fruizione territoriale” da consegnare al turista (mappe, brochures, letture, musiche, oggetti, rimandi ad eventi…). Il kit è personalizzato, derivando dagli interessi del singolo turista che abbia voluto prendere parte alla simulazione ed essendo compo- sto secondo la sensibilità dell’operatore, profondo conoscitore del territorio, sulla base del tempo a disposizione per il soggiorno indicato in partenza.

I turisti potranno anche lasciare traccia del proprio passaggio al termine della vacanza, depositando una selezione proveniente dal proprio kit implementato e reinterpretato durante il soggior- no: impressioni ed oggetti da toccare con mano, spunti per i suc- cessivi visitatori. Collegandosi on-line al sito della nuova cartiera si potrà così avere solo un’anteprima della simulazione, da porta- re qui a compimento.

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Fig. 4

Parallelismo simbolico tra il processo di produzione della carta e il processo di formazione del turista consapevole.

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