ter-mini di visibilità, prestigio e promozione delle proprie eccel-lenze. In particolare, considerando che il tema della manifesta-zione è «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita», sarà inevita-bilmente sotto i riflettori il settore agro-alimentare, ovvero una delle massime eccellenze italiane, ma anche un made in Italy sempre più influenzato dai mutamenti socio-economici, dall’in-troduzione della tecnologia, dalle interazioni con imprenditori (e capitali) stranieri.
In questo paragrafo verrà analizzato il ruolo della compo-nente immigrata nell’agro-alimentare italiano, osservando l’an-damento dell’imprenditoria immigrata nelle produzioni Dop e Igp e il peso dell’occupazione immigrata nel settore.
In generale, dall’analisi dei dati, è possibile affermare che emerge, ancora una volta, il ruolo determinante della compo-nente immigrata nell’economia nazionale e qui specificatamente nell’agro-alimentare: gli occupati del settore sono aumentati del 62,7% nel periodo compreso tra il 2009 e il 2014 e il numero degli imprenditori è aumentato del 14,8%, con punte superiori al 20% in alcune produzioni Dop e Igp.
5.2.1. Il lavoro immigrato nel settore agro-alimentare in Italia
Nel 2014, in Italia, si registrano 166.000 occupati stranieri nel settore agro-alimentare, ovvero il 7,2% del totale degli oc-cupati stranieri. Una percentuale superiore rispetto alla compo-nente autoctona, in cui gli occupati dell’agro-alimentare rappre-sentano il 5,5% del totale. Sul totale di questi 166.000 lavora-tori, il 70% si occupa di agricoltura, mentre il restante 30% è impiegato nelle industrie alimentari.
Il peso della componente immigrata è ribadito dall’inci-denza di tale componente dei lavoratori nel settore: mentre me-diamente i lavoratori immigrati sono il 10,3% del totale, nello
specifico settore agro-alimentare rappresentano il 13,2% degli occupati e raggiungono il 14,2% nel solo comparto agricolo. Che il settore agro-alimentare sia un traino per l’occupazione straniera lo evidenzia anche la crescita di ben 62,7 punti per-centuale registrata rispetto al 2009, mentre per gli italiani si è registrata una diminuzione di circa il 3%.
Analizzando le professionalità nell’agroalimentare per citta-dinanza, si evidenzia come per gli stranieri siano maggiormente frequenti le professioni di basso livello (64,4%), mentre la mag-gioranza degli italiani (55,4%) trova impiego in professioni qua-lificate e specializzate. Questa segregazione occupazionale viene
2.294.000 Totale Occupati Stranieri
166.000 Settore Agro-Alimentare 115.000 (69,3%)
Agricoltura Industria Alimentare51.000 (30,7%) Fig. 5.1. Occupati stranieri in Italia nel settore agro-alimentare, 2014.
Nota: dati approssimati alle migliaia; dati Industria Alimentare stimati su
sotto-campione indagine Istat Rcfl.
Fonte: elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Istat.
Tab. 5.1. Occupazione italiana e straniera nel settore agro-alimentare, 2014*
Settore Autoctoni Immigrati %
immigrati su tot. Var. % italiani 2009-2014** Var. % immigrati 2009-2014** Agro-alimentare 1.095.000 166.000 13,2 –2,9 +62,7 di cui agricoltura 696.000 115.000 14,2 –9,6 +71,5 di cui industria alimentare 399.000 51.000 11,3 +11,8 +45,7 % agro-alim. su tot. occupati 5,5 7,2
Tot. 19.985.000 2.294.000 10,3 – 4,4 28,1
* Dati approssimati alle migliaia; dati Industria Alimentare stimati su sotto-cam-pione indagine Istat Rcfl.
** Le variazioni 2009/2014 sono da considerarsi stime dovute al passaggio dal si-stema Ateco 2002 al 2007.
evidenziata anche della prima professione svolta per cittadi-nanza: il 20% dagli italiani che si occupano di agroalimentare è costituito da agricoltori o operai agricoli specializzati, mentre il 37% degli stranieri si colloca nel personale non qualificato nell’agricoltura e nella manutenzione del verde.
5.2.2. L’imprenditoria immigrata nel settore agro-alimentare in Italia
Spostando l’attenzione sull’imprenditoria, secondo i dati forniti dalle Camere di commercio relativi al 2014, emerge che gli imprenditori stranieri nel settore agricolo sono circa 18.000. Considerando anche i circa 4.500 operanti nell’industria alimen-tare, gli imprenditori immigrati nel settore agro-alimentare attivi nel 2014 sono circa 22.500. Complessivamente, l’imprenditoria immigrata del settore ha registrato un aumento nel periodo del 14,8% nel quinquennio 2009-2014, contro una diminuzione della componente autoctona pari a 10,9 punti percentuale.
Professionalità elevata Professionalità media 12,0% 2,2% 55,4% 33,4% 32,6% 64,4% Professionalità bassa Italiani Stranieri
Fig. 5.2. Distribuzione per professionalità occupazione autoctona e immigrata nel set-tore agro-alimentare, 2014.
Osservando alcune delle principali produzioni Dop e Igp na-zionali, è possibile osservare come, in generale, la componente im-migrata abbia contribuito, negli anni della crisi, al mantenimento
632.141
Totale Imprenditori Stranieri
22.509 Settore Agro-Alimentare 18.054 (80,2%)
Agricoltura Industria Alimentare4.455 (19,8%) Fig. 5.3. Imprenditori stranieri in Italia nel settore agro-alimentare, 2014.
Fonte: elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Infocamere.
Tab. 5.2. Imprenditori stranieri nelle produzioni Dop/Igp, 2014 Prodotti Dop/Igp % Imprenditori
immigrati/ Tot. imprenditori Var. % immigrati 2009-2014 Var. % autoctoni 2009-2014 Nord Fontina 1,7 –29,4 –17,2
Mela Val di Non 1,3 +5,1 –8,2
Prosecco 2,4 +12,3 –7,9
Caffè Trieste 4,7 –2,9 –12,7
San Daniele del Friuli 2,9 –6,6 –17,8
Gorgonzola 2 +15,9 –9,5 Centro Grana Padano 1,7 +22,0 –10,3 Parmigiano Reggiano 1,6 +19,2 –9,5 Prosciutto di Parma 2,6 +6,3 –9,5 Chianti 5,8 +24,4 –5,6
Marrone del Mugello 5,2 +22,5 –5,7
Zafferano di San Gimignano 6,4 +26,3 –5,4
Sud e isole
Pomodoro San Marzano 1,8 +3,2 –14,8
Pasta alimentare Campania 0,8 +7,9 –17,1
Mozzarella di Bufala Campana 2 +12,1 –12,7
Bergamotto 1,3 +6,2 –7,5
Arancia rossa di Sicilia 2,4 –0,6 –12,2
Pecorino Sardo 1,5 +23,7 –6,3
Tot. agro-alimentare 2,1 +14,8 –10,9
Tot. imprenditori 8,3 +21,3 –6,9
del tessuto produttivo dell’agroalimentare italiano, registrando au-menti che, in alcuni casi, risultano superiori al 20%, contro una diminuzione generalizzata della componente autoctona.
Per fare alcuni esempi, nelle aree del Prosecco veneto gli im-prenditori immigrati sono aumentati del 12,3%; nel Gorgonzola si è registrato un aumento del 15,9% di imprenditori immigrati, accompagnato da un calo del 9,5% degli autoctoni. Nelle regioni centrali (soprattutto Toscana ed Emilia Romagna) si registrano gli aumenti più intensi e i tassi maggiori relativamente all’imprendi-toria immigrata. Nell’area del Grana padano (che comprende ben 27 province) gli imprenditori stranieri sono aumentati di 22 punti percentuale. Anche la zona del Chianti, tra Siena e Firenze, regi-stra un incremento del 24,4%. Perfino in Sardegna, area in cui l’immigrazione è meno intensa, gli imprenditori immigrati nelle aree del Pecorino sono aumentati del 23,7%.
5.2.3. Conclusioni
Molta dell’eccellenza italiana agro-alimentare, dunque, è dovuta al contributo economico e produttivo degli immigrati. Senza considerare l’economia sommersa, i lavoratori immigrati. Anche il peso dell’imprenditoria immigrata comincia a diventare significativo, perfino in un settore socialmente costruito come fortemente legato al territorio e alla «tradizione». Sebbene non si raggiungano i numeri di altri distretti manifatturieri (come il tessile) e nonostante la crisi, in molte produzioni Dop e Igp gli imprenditori immigrati hanno fatto registrare aumenti più che significativi. Tali dati fanno vedere il made in Italy agro-alimen-tare da una prospettiva nuova, sempre più multiculturale.
5.3. I lavoratori agricoli punjabi in provincia di Latina. Un