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Prevenzione presso gli ambienti ricreativi Nonostante i livelli elevati di consumo di droga osservati

in alcuni ambienti ricreativi, solo 11 paesi riferiscono l’adozione di interventi di prevenzione e riduzione del danno in tali contesti. Tali strategie tendono a concentrarsi a livello individuale o ambientale. I progetti incentrati a livello individuale comprendono interventi di educazione tra pari e squadre mobili (come in Belgio, Repubblica ceca e Regno Unito) che offrono consulenze e informazioni sulle droghe, forniscono cure mediche e distribuiscono materiali per la riduzione del danno. Altri approcci segnalati con un’impostazione individuale comprendono interventi presso i festival musicali e nei grandi eventi ricreativi che si rivolgono ai giovani, potenzialmente ad alto rischio di essere colpiti dal problema. Esempi di tali interventi comprendono valutazioni rapide per la rilevazione di problemi di droga, il pronto soccorso e gli interventi in caso di «bad trip» (termine che indica esperienze psico-fisiche negative a seguito di assunzione di sostanze).

Una serie di approcci normativi sono indirizzati agli ambienti di vita notturna, e spesso si concentrano sul

rilascio delle licenze ai locali per la vendita di alcol e sulla vendita responsabile dell’alcol. Questi interventi mirano a migliorare la sicurezza del personale e dei clienti negli ambienti della vita notturna attraverso l’istituzione di una cooperazione formale tra i principali interlocutori degli ambienti festivi (autorità locali, polizia e proprietari delle strutture).

Gli approcci a livello ambientale possono comprendere le iniziative di gestione della folla, l’accesso libero all’acqua e il trasporto sicuro a tarda notte. Il progetto «After taxi» in Slovenia sovvenziona il trasporto in taxi per i giovani tra 16 e 30 anni di età. Alcune prove suggeriscono che questa iniziativa potrebbe aiutare a ridurre gli incidenti, ma non i danni provocati dall’alcol o dalla droga (Calafat e al., 2009). Altri esempi di approcci di prevenzione ambientale in ambienti ricreativi comprendono i marchi di qualità «safe-party» promossi dal progetto europeo «Party +» in Belgio, Danimarca, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia. Alcune prove suggeriscono che l’esito positivo delle misure normative per la prevenzione dei comportamenti a rischio in ambienti di vita notturna dipenderà dai fattori di attuazione. Inoltre, è importante che gli interventi sulla prevenzione dell’uso di droghe nei locali ricreativi siano indirizzati ai membri del personale per il loro consumo personale e per il loro atteggiamento nei confronti della droga e dell’alcol.

L’iniziativa Healthy Nightlife Toolbox, inaugurata di recente, si compone di tre banche dati (interventi valutati, recensioni della letteratura in materia e contributi di esperti che lavorano in questo campo) e di un manuale che fornisce una guida per una vita notturna sana e sicura. Tale iniziativa mette in luce che le misure preventive in ambienti ricreativi dovrebbero affrontare assieme il consumo di alcol e di sostanze illecite, poiché causano problemi simili e sono spesso consumati in combinazione. Inoltre, viene evidenziato che gli interventi di prevenzione negli ambienti ricreativi possono avere effetti benefici su una serie di comportamenti problematici e danni, dai problemi acuti di salute legati al consumo di droga e alcol, alla violenza, la guida sotto l’effetto di alcol e droga, il sesso non protetto o contatti sessuali indesiderati.

Trattamento

Consumo problematico di amfetamine

Le opzioni terapeutiche disponibili per i consumatori di amfetamine nei paesi europei differiscono notevolmente da un paese all’altro. Nei paesi dell’Europa settentrionale e centrale che hanno una lunga tradizione nel trattamento

Capitolo 4: Amfetamine, ecstasy e sostanze allucinogene, GHB e chetamina

del consumo di amfetamine, alcuni programmi sono personalizzati per le esigenze dei consumatori di amfetamine. Nei paesi dell’Europa centrale e orientale in cui il forte consumo problematico di amfetamine è più recente, i sistemi di trattamento sono orientati principalmente verso i consumatori problematici di oppioidi, sebbene affrontino sempre più le esigenze dei consumatori di amfetamine. Nei paesi europei occidentali e meridionali, che presentano bassi livelli di consumo problematico di amfetamine, la mancanza di servizi dedicati può impedire ai consumatori di amfetamine l’accesso al trattamento (OEDT, 2010c).

Nel 2011, 12 paesi hanno segnalato la disponibilità di programmi terapeutici specialistici per i consumatori di amfetamine che chiedono attivamente un trattamento; in aumento rispetto agli otto nel 2008. Alcuni esperti nazionali di Repubblica ceca, Germania, Lituania, Slovacchia e Regno Unito hanno stimato che i programmi erano disponibili per la maggioranza dei consumatori di amfetamina con bisogno di trattamento, mentre per gli altri sette paesi tali programmi erano disponibili solo per una minoranza di essi. La Bulgaria e l’Ungheria hanno segnalato che i programmi terapeutici specialistici per i consumatori di amfetamina saranno attuati nei prossimi tre anni.

Il trattamento psicosociale erogato nei servizi ambulatoriali ai tossicodipendenti è la forma più diffusa di trattamento per i consumatori di amfetamine. Esso comprende colloqui motivazionali, terapia cognitivo-comportamentale, autocontrollo e consulenza comportamentale. Gli approcci psicologici più

frequentemente studiati per la dipendenza da

metamfetamina e amfetamina sono la terapia cognitivo-comportamentale e la gestione delle emergenze, talvolta in combinazione (Lee e Rawson, 2008). Entrambi questi approcci sembrano essere corrisposti da risultati positivi. I consumatori più problematici (per esempio quelli la cui dipendenza da amfetamine è complicata da disturbi psichiatrici concomitanti) possono ricevere il trattamento nei servizi ospedalieri per tossicodipendenti, nelle cliniche psichiatriche o negli ospedali. In Europa vengono somministrati prodotti farmaceutici quali antidepressivi, sedativi e antipsicotici per il trattamento dei sintomi di astinenza all’inizio della terapia di disintossicazione, che viene in genere praticata presso i reparti psichiatrici specializzati degli ospedali.

Il trattamento per periodi più lunghi con antipsicotici viene prescritto talvolta nei casi di psicopatologie di lunga durata dovute al consumo cronico di amfetamine. I professionisti europei segnalano che i sintomi psicologici

come autolesionismo, violenza, agitazione e depressione, presentati spesso dai consumatori problematici di amfetamina, possono richiedere una valutazione

completa della salute mentale, un trattamento e un attento monitoraggio. Tali casi sono spesso trattati in stretto collegamento con i servizi di igiene mentale.

Studi sul trattamento della dipendenza da amfetamine I livelli di remissione spontanea dalla dipendenza da amfetamina, in assenza del trattamento, sono più elevati nei consumatori di amfetamina rispetto ai consumatori di altre sostanze che producono dipendenza; quasi uno su due è recidivante nel corso di un dato anno (Calabria e al., 2010).

Diverse sostanze sono state studiate per trattare la dipendenza da amfetamina e metamfetamina, ma non sussistono ancora prove solide per nessuna delle terapie farmacologiche (Karila e al., 2010). Sebbene nelle terapie a base di modafinil, bupropione o di naltrexone sia stata segnalata qualche riduzione nel consumo di amfetamina o metamfetamina, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire l’eventuale ruolo di queste sostanze nel trattamento di pazienti dipendenti da amfetamine. La dexamfetamina e il metilfenidato hanno dimostrato potenzialità come terapie sostitutive per la dipendenza da amfetamina o metamfetamina. Uno studio pilota ha rilevato che la dexamfetamina può aumentare il coinvolgimento terapeutico in pazienti con dipendenza da amfetamina (Shearer e al., 2001), mentre in uno studio recente, il rilascio prolungato di dexamfetamina ha aumentato la ritenzione e ottenuto un più basso livello di dipendenza da metamfetamina fra i pazienti (Longo e al., 2010). Uno studio randomizzato ha dimostrato che il metilfenidato può ridurre efficacemente il consumo per via endovenosa nei pazienti con grave dipendenza da amfetamina (Tiihonen e al., 2007).

Dipendenza da gammaidrossibutirrato (GHB) e trattamento

La dipendenza da gammaidrossibutirrato (GHB) è una condizione clinica riconosciuta, con una sindrome da astinenza potenzialmente grave quando l’assunzione della droga viene cessata improvvisamente in seguito a un consumo regolare o cronico. Esistono prove secondo cui la dipendenza fisica può verificarsi nei consumatori in contesti ricreativi e sono stati documentati casi di sintomi da astinenza alla cessazione del consumo di GHB e dei suoi precursori. La dipendenza da GHB è stata riferita anche fra gli ex alcolizzati (Richter e al., 2009).

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Relazione annuale 2012: evoluzione del fenomeno della droga in Europa

A oggi, la ricerca si è incentrata principalmente sulla descrizione della sindrome da astinenza di GHB e delle relative complicazioni, che possono essere difficili da riconoscere nei casi di emergenza (van Noorden e al., 2009). Questi sintomi possono comprendere tremori, attacchi di ansia, insonnia e agitazione. I pazienti in crisi di astinenza possono sviluppare anche psicosi e delirio. È possibile gestire un’astinenza di livello moderato in regime ambulatoriale, diversamente è consigliato

il controllo in regime di ricovero. Finora non è stato elaborato alcun protocollo standard per il trattamento della sindrome da astinenza di GHB.

Le benzodiazepine e i barbiturici sono i prodotti farmaceutici utilizzati più di frequente per trattare la sindrome da astinenza da GHB. Nei Paesi Bassi è in corso una ricerca sull’uso farmaceutico di GHB in dosi prestabilite per la disintossicazione controllata da GHB.

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Capitolo 5