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Ricerca correlata alla droga

Per integrare e sostenere le priorità indicate nella strategia dell’UE in materia di lotta contro la droga, la Commissione europea finanzia una serie di ricerche e studi correlati alla droga. Dal 2007 ha investito oltre 18 milioni di EUR nell’ambito del settimo programma quadro per la ricerca e l’innovazione (7° PQ). Due importanti studi europei si sono concentrati sulla dipendenza da droga e alcol nel contesto dei disturbi cerebrali. Di recente si è conclusa una ricerca dal titolo «Psychosocial factors relevant to brain disorders in Europe» (Fattori psicosociali rilevanti per i disturbi cerebrali in Europa) (Paradise) con cui si è dimostrato che il disturbo dovuto all’abuso di sostanze rappresenta un fardello e un impatto enormi nella vita quotidiana. Le difficoltà più comuni sono state riscontrate nelle funzioni cognitive ed emotive, nella capacità di autosufficienza, nei rapporti con gli altri, nell’occupazione e nella vita economica. Nel 2011 un altro grande progetto europeo ha rilevato che i disturbi cerebrali, in termini di anni di vita corretti per disabilità, rappresentano il principale onere fra tutte le malattie dell’Unione europea, pari al 26,6 % del totale (Wittchen e al., 2011). Questo studio ha classificato la dipendenza da droga e alcol fra i disturbi cerebrali più comuni, seconda solo ai disturbi d’ansia, insonnia, depressione grave e disturbi somatoformi. Il progetto «Access to opioid medication in Europe» (Accesso ai farmaci oppioidi in Europa) (ATOME) indaga le ragioni per cui i farmaci oppioidi somministrati per il dolore da moderato a grave e per la terapia della dipendenza da oppioidi non sono spesso disponibili, ove necessario, e non utilizzati in modo adeguato. Il progetto sarà eseguito fino alla fine del 2014; i primi risultati prevedono la pubblicazione di nuovi orientamenti politici dell’OMS (2011) disponibili in 14 lingue e una revisione di possibili ostacoli all’accesso e alla disponibilità degli oppioidi. Il progetto sfocerà in relazioni nazionali contenenti raccomandazioni concrete per le modifiche legislative. Il progetto «Addictions and lifestyles in

contemporary Europe — Reframing addictions project» (Dipendenze e stili di vita nell’Europa contemporanea — Ricontestualizzazione del progetto sulle dipendenze) (ALICE RAP) durerà fino al 2016,

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Relazione annuale 2012: evoluzione del fenomeno della droga in Europa

(7) Maggiori informazioni sulla ricerca nell’ambito del fenomeno della droga in Europa sono disponibili sulla pagina web dedicata alla ricerca

dell’OEDT.

e riceve contributi di oltre 100 ricercatori e 70 istituti di ricerca dislocati in oltre 30 paesi. Attraverso i sette pacchetti di lavoro principali, il progetto mira a rafforzare le prove scientifiche in grado di alimentare il dialogo pubblico e politico sulle sfide per la società europea poste dalla droga e da altre dipendenze, nonché a stimolare il dibattito sugli approcci alle dipendenze.

Il progetto «Grasping the links in the chain: understanding the unintended consequences of international counter-narcotics measures for the EU» (Cogliere i meccanismi del sistema: comprendere le conseguenze indesiderate delle misure internazionali contro la droga per l’UE) (Linksch), avviato nel febbraio 2012, riunisce sette partner provenienti da quattro paesi, al fine di contribuire a una politica antidroga più completa volta a mitigare le conseguenze indesiderate.

Infine, la rete dello spazio europeo della ricerca (ERA-NET) in materia di sostanze illecite finanziata dal 7° PQ sarà realizzata entro il 2013.

Anche il programma «Prevenzione e informazione in materia di droga» (DPIP) della Commissione europea ha finanziato una serie di progetti, compreso lo studio «Further analysis of the EU illicit drugs market and

responses to it» (Ulteriore analisi del mercato delle droghe illecite nell’UE e relative risposte), che ha analizzato le caratteristiche e le operazioni dei mercati dell’Unione europea di cannabis, cocaina, amfetamine ed ecstasy, e il progetto «Nuovi strumenti metodologici per la valutazione della politica e del programma» (DPE), che sta sviluppando indicatori per il monitoraggio dell’offerta e della domanda di sostanze illecite e per la valutazione delle politiche e degli interventi (7).

DRUID: guida sotto l’effetto di droghe, alcol e farmaci Il progetto DRUID, portato a termine nel 2011, mirava ad

acquisire nuove conoscenze sull’impatto di alcol, sostanze illecite e farmaci sulla sicurezza stradale, e a produrre raccomandazioni per la politica sulla sicurezza stradale. Sono stati utilizzati protocolli armonizzati di raccolta di dati per raccogliere campioni di fluidi corporei di circa 50 000 conducenti selezionati a caso in 13 paesi europei e di 4 500 conducenti che sono stati gravemente feriti o uccisi in un incidente. Lo studio ha rilevato che il 3,5 % dei conducenti esaminati aveva assunto alcol. E l’1,5 % dei conducenti presentava un tasso alcolemico superiore al limite comune legale di 0,5 grammi per litro, con un aumento significativo del rischio di morire in un incidente stradale rispetto ai conducenti che non avevano consumato alcol.

Le tracce di sostanze illecite più comunemente trovate fra i conducenti sottoposti a test casuali erano il

tetraidrocannabinolo (THC) (1,3 %) e la cocaina (0,4 %). La presenza di THC è stata associata a un rischio leggermente maggiore per il conducente di essere ferito o essere

responsabile di un incidente mortale, mentre la presenza di cocaina e di amfetamine aumentava significativamente il rischio per il conducente. I farmaci psicoattivi, soprattutto le benzodiazepine, sono stati trovati nell’1,4 % dei

conducenti e potrebbero aumentare notevolmente il rischio di decesso in un incidente stradale. Tutti i rischi aumentavano sostanzialmente quando le sostanze venivano combinate con l’alcol o altre droghe, come spesso accade in Europa. Esaminando le risposte, il progetto ha rilevato che la maggior parte dei dispositivi e delle tecniche utilizzati nei controlli su strada non è sufficientemente accurata. Gli interventi efficaci comprendono il ritiro della patente di guida per un massimo di 12 mesi e programmi di riabilitazione. Tuttavia, la loro efficacia dipende da una distinzione fra i diversi tipi di trasgressori. Tuttavia, una delle principali conclusioni di DRUID era che gli sforzi compiuti per contrastare la guida sotto gli effetti di sostanze stupefacenti non devono sottrarre risorse destinate a combattere la guida in stato di ebbrezza.

Capitolo 1: Politiche e leggi

Sviluppi nella ricerca delle tossicodipendenze (1) Nell’ultimo anno i livelli di ricerca della tossicodipendenza sono quasi triplicati negli Stati membri dell’UE, anche se gli scienziati statunitensi continuano a produrre un terzo delle nuove pubblicazioni. Il numero di documenti riguardanti alcol, nicotina o psicostimolanti è aumentato nel 2011, mentre sono stati osservati forti aumenti anche negli studi di genetica e di diagnostica per immagini nel campo della tossicodipendenza. Tuttavia, meno del 7 % degli studi riguarda studi clinici su nuove strategie terapeutiche per i casi di dipendenza, un campo che ha bisogno di essere ancora sviluppato. Fra i principali studi clinici pubblicati in quest’area vi sono quelli che analizzano l’uso della terapia sostitutiva o dei farmaci anticraving per la dipendenza da metamfetamine, l’uso di buprenorfina/naloxone per la dipendenza da oppiacei, o nuove terapie per astinenza da oppiacei, come la tetrodotossina. Altri studi si sono concentrati sulla base

comportamentale, fisiologica e molecolare dell’apprendimento associativo, o condizionato, nei paradigmi di abuso di sostanze stupefacenti, analizzando nuovi potenziali obiettivi per lo sviluppo terapeutico.

Gran parte della ricerca nell’ambito della neuroscienza della tossicodipendenza si concentra sul sistema di ricompensa del cervello e sulla dopamina; tuttavia, nuovi dati indicano altre possibilità. Per esempio, studi di neuroimaging sugli animali e sull’uomo hanno dimostrato che la corteccia prefrontale ha una grande influenza sul comportamento di assunzione di droghe. Le interazioni tra le regioni dorsale e ventrale della corteccia prefrontale cambiano nel corso del processo di dipendenza, stimolando gli interventi di neurotrasmettitori come la noradrenalina, la serotonina, il glutammato e i cannabinoidi.

Introduzione

Il presente capitolo presenta una panoramica delle risposte ai problemi della droga in Europa, evidenziando, ove possibile, le tendenze e gli sviluppi. Vengono

analizzate innanzitutto le misure preventive seguite da interventi nelle aree del trattamento, del reinserimento sociale e della riduzione del danno. Tutte queste misure fanno parte di un sistema completo di riduzione della domanda di droga e sono coordinate e integrate in misura crescente. L’ultima sezione è dedicata alla definizione delle priorità per quanto concerne l’applicazione della legge sulla droga e i reati contro tale legge.

Prevenzione

Le attività di prevenzione della droga possono essere suddivise in diversi livelli o strategie, rivolti alla società nel suo complesso (prevenzione ambientale) o a individui a rischio (prevenzione indicata). La principale sfida per le politiche di prevenzione è far corrispondere queste diverse strategie al grado di vulnerabilità dei gruppi di destinazione (Derzon, 2007) e assicurare che gli interventi siano fondati su dati probanti e abbiano una copertura sufficiente. La maggior parte delle strategie di prevenzione si occupa del consumo delle sostanze in generale e altre si occupano dei problemi correlati, quali violenza e comportamento sessuale a rischio; solo un numero limitato di programmi si concentra su sostanze specifiche, per esempio, alcol, tabacco o cannabis.

Strategie ambientali

Le strategie di prevenzione ambientale sono ideate per modificare gli ambienti culturali, sociali, fisici ed economici in cui le persone operano le loro scelte relativamente al consumo di droga. Tali strategie includono solitamente misure che riguardano i prezzi dell’alcol, il divieto di pubblicità del tabacco e del fumo, se la loro efficacia è dimostrata. Altre strategie ambientali si occupano in particolare dello sviluppo di ambienti scolastici protettivi. Fra gli esempi segnalati dai paesi europei figura quanto segue: promozione di un

clima di apprendimento positivo e collaborativo (Polonia, Finlandia); offerta di istruzione per quanto concerne le norme e i valori della cittadinanza (Francia), e una maggiore sicurezza delle scuole attraverso la presenza di forze di polizia nel quartiere (Portogallo).

Si è affermato che una serie di problemi sociali, fra cui l’uso di sostanze, le gravidanze in età adolescenziale e gli episodi di violenza, è più frequente nei paesi che presentano un alto grado di disuguaglianza a livello sociale e sanitario (Wilkinson e Pickett, 2010). Molti paesi scandinavi, come la Finlandia, investono massicciamente in politiche ambientali più ampie orientate verso una maggiore inclusione sociale in un contesto familiare, scolastico, comunitario e societario e che contribuiscono a mantenere più bassi i livelli di consumo di droga. I programmi di prevenzione e gli interventi mirati a problemi specifici o a droghe particolari sono meno utilizzati in questi paesi.

Prevenzione universale

La prevenzione universale riguarda popolazioni intere, in misura predominante in contesti di scuola e di comunità. Essa mira a ridurre i comportamenti a rischio dovuti alle sostanze fornendo ai giovani le competenze necessarie per evitare o ritardare l’iniziazione al consumo di sostanze. Una recente valutazione del programma di prevenzione «Unplugged» messo in atto dalla Repubblica ceca ha rivelato che gli studenti partecipanti hanno riferito percentuali significativamente ridotte di fumo, e una minore frequenza di fumo, stati di ubriachezza, consumo di cannabis e di qualsiasi altra sostanza (Gabrhelik e al., 2012). Tuttavia, di recente sono state segnalate riduzioni delle misure preventive universali in Grecia e in Spagna, e dei livelli di personale addetto alla prevenzione in Lettonia, che corroborano quanto suggerito in

precedenza, ossia che la prevenzione è un ambito colpito dai tagli di bilancio in questo periodo di recessione economica (OEDT, 2011a).

Il manuale sulle norme di prevenzione dell’Unione europea (OEDT, 2011b) è inteso ad aiutare gli Stati membri

a garantire la qualità dei loro programmi di prevenzione,

Capitolo 2