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DOMANDA BASSA ALTA

2.3 La prevenzione dei rischi psicosociali attraverso lo strumento VA.RP-M

Il modello VA.RP, (“Valutazione dei Rischi Psicosociali”: Aiello, Nardella, Deitinger, 2012) è ispirato allo strumento di valutazione dei rischi PRIMA-EF, assunto a livello europeo come modello per la gestione dei rischi psicosociali. Coordinato dall’Institute of Work and Health Organization, University of Nottingham (I-Who) il progetto PRIMA-EF (“Psychosocial RIsk Management, European Framework”) punta a molteplici obiettivi, il primo di questi è quello di contribuire all’evoluzione e al miglioramento degli studi relativi all’area dei rischi psicosociali considerati come stress correlato al lavoro, violenza, molestie, mobbing; il secondo obiettivo è quello di sviluppare un modello europeo per la gestione di tali rischi con particolare attenzione all’ambito dello stress lavoro-correlato e alla violenza sui luoghi di lavoro al fine di avvicinarsi allo studio dei rischi psicosociali; un ulteriore obiettivo è la determinazione di standard minimi potenzialmente attuabili nei Paesi Europei al di la dei contesti lavorativi (Leka, Cox, 2008) di fatto è necessario precisare che le problematiche inerenti i rischi psicosociali si rilevano sia a livello di impresa sia a livello macro. Attualmente l’obiettivo e la sfida più grande a livello nazionale consiste nello stimolare e incentivare le organizzazioni ad applicare prevenzione e controllo dei rischi psicosociali nei contesti lavorativi.

Di fatto la valutazione dei rischi ha come principale obiettivo e fine quello di verificare l’associazione tra i pericoli di natura psicosociale e le conseguenze per la salute e la sicurezza determinate dall’esposizione agli stessi. (Aiello, Nardella, Deitinger, 2012). La Comunità Europea ha definito la valutazione dei rischi come «un’analisi sistematica del lavoro svolto per valutare quale può essere la causa di lesione o danno, se il pericolo può essere eliminato, e, in caso negativo, quali sono o possono essere le misure di prevenzione o protezione nell’ambito del controllo dei rischi» (CE, 1996). Il Modello VA.RP prospetta la realizzazione dei criteri utilizzati per tutti gli alti rischi presenti nell’ambiente di lavoro, strutturati in cinque fasi, tarate e focalizzate tuttavia sullo specifico dei rischi psicosociali. È interessante vedere preventivamente un diagramma che riassuma come le aree generative dello strumento VA.RP si integrino nel PRIMA-EF:

Fig. 7 Modello Va.RP integrato nel modello Psychosocial RIsk MAnagement-European Framework (PRIMA-EF). Tratto da Aiello, Deitinger, Nardella, 2006.

Nella figura 7 viene dunque riportato il modello Va.RP inserito nel modello PRIMA- EF. Le parti riportate in italiano e in grassetto descrivono gli elementi analizzati dal Va.RP, mentre le parti riportate in inglese appartengono al modello PRIMA-EF. Le otto dimensioni analizzate dal Va.RP (Fig. 8) rappresentano l’esplicitazione degli

Organizational Factors e degli Individual Working Factors, mentre le Individual Characteristics vengono valutate attraverso le strategie di coping.

Fig. 8 Aree per la valutazione dei rischi psicosociali del questionario VA.RP (da Aiello e

Nardella, 2006).

Le otto aree presentate in Figura 8 costituiscono un raggruppamento dei fattori di rischio presi in disamina nel presente lavoro (Cf. paragrafo 2.2). La figura delinea i contenuti del modello Va.rp calibrato come detto in linea con il Modello Psychosocial Risk MAnagement- European Framework (PRIMA EF) prendendo in

esame le suddette otto dimensioni riconducibili agli Organizational Factors e agli Individual Working Factors, che come sottolineato hanno ripercussioni sia a livello individuale sia a livello organizzativo.

Le otto dimensioni in particolare sono rappresentate dalle seguenti componenti (Aiello et al. , 2012):

1. Sicurezza e ambiente di lavorativo: concerne la qualità percepita dell’ambiente di

lavoro e include l’insieme di strumenti e attrezzature di lavoro, le misure di sicurezza presenti e applicate nei luoghi di lavoro, comprese le azioni di informazione e di formazione sulla sicurezza.

2. Caratteristiche del lavoro: riguarda l’insieme di fattori legati al benessere

psicosociale come il carico, il ritmo e l’orario di lavoro, la pianificazione dei compiti, la chiarezza e la rotazione dei compiti, la fluidità lavorativa, il controllo sui carichi di lavoro e il contenuto del lavoro.

3. Ruolo nell’organizzazione: rappresenta il complesso di norme e aspettative che

dovrebbe recepire il lavoratore che riveste un dato ruolo all’interno dell’organizzazione. Tale area comprende anche le categorie: ambiguità di ruolo, il conflitto di ruolo, la chiarezza del ruolo, le richieste conformi al ruolo.

4. Sviluppo di carriera e competenze: tale area comprende le possibilità di carriera e di

incentivi e qualora questi risultino limitati o eccessivi, la chiarezza nella definizione dei criteri di promozione del personale e l’attenzione verso i bisogni e le abilità personali messi in relazione con i compiti lavorativi.

5. Relazioni interpersonali: relazioni con i colleghi, con i subalterni, con i superiori

nonché la coesione del gruppo di lavoro, le difficoltà nelle relazioni, i conflitti interpersonali, le forme di emarginazione sociale e di tipo fisico.

6. Supporto sociale: si intende il sostegno ricevuto dai colleghi, dai subalterni e dai

7. Processi gestionali: in tale area convergono tutte le funzioni strutturali

dell’organizzazione, ne fanno parte le varie tipologie di comunicazione, i sistemi di valutazione delle performance dei lavoratori, l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, la chiara definizione degli obiettivi, le differenti modalità di affrontare e di superare i problemi che emergono nei contesti organizzativi.

8. Leadership e Decisioni: riferimento alla qualità di comunicazione con il proprio

dirigente e con la dirigenza dell’organizzazione, il giudizio verso i propri capi, la percezione di essere supportati nell’affrontare e nel risolvere i problemi, la possibilità nel prendere decisioni sulle pause e sulle interruzioni lavorative, il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori nei principali processi decisionali. Le aree appena descritte sono istintivamente connesse alle basi delle percezioni del livello di stress correlato all’ambiente di lavoro.

Il percorso di valutazione dei rischi psicosociali proposto dal modello VA.RP si articola in cinque fasi consequenziali (Figura 9).

Fig. 9 Percorso di valutazione dei rischi psicosociali nel VA.RP. Tratto da Aiello, Deitinger, Nardella, 2012.

Il percorso di valutazione dei rischi psicosociali nel modello VA.RP secondo Aiello e Nardella (2013) è dunque costituito da:

1. Individuazione dei pericoli /rischi psicosociali: in questa fase definita preliminare vengono identificati gli indicatori aziendali (per esempio numero di

infortuni, tasso assenteismo, presenza di contenzioso, ecc.) preferibilmente tramite colloquio con il Gruppo di coordinamento istituito appositamente e composto da DL o suo delegato, Consulenti, RSPP, MC, e lavoratori o loro RLS in grado di fornire tutti i dati definibili “eventi sentinella” (turni, assenze, ritardi, richieste di trasferimento). Si attua così una prima osservazione (audit) di contenuto e contesto del lavoro; 1. Identificazione dei rischi/rischi psicosociali 4. Monitoraggio dell’efficacia delle strategie di intervento 5. Ri-valutazione del rischio 3. Attuazione di strategie di controllo del rischio - Interventi 2. Valutazione dei rischi psicosociali

2. Valutazione del rischio: fase definita di approfondimento durante la quale si

effettua - a seconda della tipologia e dimensione dell’azienda – una valutazione “dettagliata” dei rischi psicosociali assicurando comunque il coinvolgimento e la Partecipazione dei lavoratori interessati – avvalendosi di indagini quantitative effettuate tramite: (a) checklist a risposte multiple, basate sulle aree che possono influenzare lo stress correlato al lavoro, da sottoporre ai lavoratori, soprattutto per aziende di dimensioni micro - piccole; (b) strumenti psicometrici di provata attendibilità e validità statistiche, per medie e grandi aziende;

3. Applicazione di strategie di controllo del rischio (interventi): da effettuarsi - a

seconda delle variabili organizzative interessate dalle criticità emerse - a diversi livelli: individuale, di gruppo, organizzativo;

4. Monitoraggio dell’efficacia degli interventi;

5. Rivalutazione del rischio o rischi specifici: da effettuarsi nuovamente con

strumenti ad hoc.

All’interno del modello VA.RP una sezione specifica è dedicata agli effetti organizzativi in quanto le variabili identificate e sopra descritte (vedi Fig. 5) sono state ampiamente riconosciute come cause di condizioni nocive per lavoratori e aziende, in quanto determinanti di stress lavoro correlato (Aiello et al., 2012).

Sono state prese in considerazione tre classificazioni principali di comportamenti di coping: il coping focalizzato sul problema o sulle emozioni (Lazarus, Folkman, 1984) e il coping focalizzato sull’evitamento (Endler, Parker, 1990). (vedi pf. 2.1)

Il modello integrato Va.RP è stato inizialmente delineato teoricamente attorno alle principali dimensioni evidenziate nella letteratura nazionale ed internazionale con l’obiettivo di definire un set di indicatori dei rischi psicosociali (Aiello et al., 2012).

Si è dunque proceduto alla individuazione delle “dimensioni” fondamentali che si sono distinte per essere alla base delle percezioni del livello di stress correlato all’ambiente di lavoro (Fig. 8).

In un secondo passaggio si è proceduto con la creazione degli items di uno strumento metrico-scalare multidimensionale per la valutazione dei rischi psicosociali nel

contesto italiano su un campione “di validazione” di circa 1600 persone

Attualmente il modello integrato VA.RP è in corso di ulteriore somministrazione su vari campioni e contesti per la verifica delle proprietà metriche, è inoltre in fase di pre-test del suo strumento valutativo al fine di comprendere, nella fase di approfondimento con l’intervistato, i processi cognitivi e interpretativi che indirizzano il processo di risposta alle domande del questionario.

Globalmente, come obiettivo finale si prospetta un’evoluzione e un’apertura delle linee di studio sull’argomento dello stress lavoro correlato anche tramite la dotazione necessaria di strumentazioni valutative adeguate, affidabili ed attendibili sotto il profilo psicometrico, in tal senso il modello Va.RP si presenta come innovativo e finalizzato a comprendere, esaminare e approfondire il complesso insieme dei rischi psicosociali per contribuire al miglioramento della valutazione e della progettazione delle azioni di intervento psicologico sociale nelle organizzazioni attraverso una pianificazione mirata. (Nardella e Aiello, 2013)

Il Modello Va.rp (Aiello et al, 2012) si compone di quattro strumenti, calibrati sulle dimensioni delle imprese: lo strumento Va.RP, in forma completa per le grandi imprese, lo strumento Va.Rp.-M derivato dalla forma estesa e ridotto nel numero di informazioni (item) e di scale per le medie imprese e utilizzato nella presente indagine, la CSL questionario breve, validato specificamente per le imprese micro e piccole (Nardella, Deitinger, Aiello, 2011) e la Val.Mob. (Aiello et al. 2008), strumento per la valutazione del mobbing nei contesti organizzativi.

3. La Ricerca

«La valutazione del rischio psicosociale è un elemento centrale nel processo di gestione dello stress: fornisce informazioni sulla natura e sulla gravità del problema, sui pericoli psicosociali e sul modo con cui essi possono incidere sulla salute dei lavoratori esposti e su quella delle organizzazioni»

(Aiello et al., 2012)

3.1 Lo strumento Va.rp-M

Per l’indagine svolta è stato dunque somministrato lo strumento Va.rp-M all’interno di una media impresa operante nel settore marittimo dei trasporti. Preventivamente rispetto alla presentazione del campione e dei risultati si ritiene utile fornire una presentazione del modello Va.rp-M (Valutazione dei Rischi Psicosociali per Medie imprese.

Il modello Va.Rp.-M (Aiello, Nardella, Deitinger, 2012) si compone di 23 scale di valutazione che verranno riprese nel paragrafo 3.3 e da 83 items, ciascun item ha una scala di valori di tipo Likert che va da 0 a 6. (Tab. 5) Si precisa che tutti gli item hanno un andamento crescente finalizzato alla misurazione del benessere organizzativo per cui si è proceduto a invertire il punteggio degli item a formulazione semantica inversa.

Completamente

in disaccordo 0 1 2 3 4 5 6

Completamente d’accordo

Il modello Va.Rp.-M (Aiello, Nardella, Deitinger, 2012) costituisce una specifica versione dello strumento Va.Rp. adeguatamente tarato sulle peculiarità delle aziende di media dimensione, quindi con un numero di dipendenti inferiore alle 250 unità. Solitamente i questionari per la valutazione dello stress lavoro-correlato vengono validati su aziende di grandi dimensioni, ovvero con un numero di dipendenti maggiore di 250 unità. Alla base della proposta della gestione del rischio psicosociale del modello PRIMA-EF (Leka e Cox, 2008) vi era proprio la possibilità di catalizzare l’attenzione su popolazioni lavorative, luoghi e contesti lavorativi determinati adattando il modello ad ogni situazione in cui si debba tener conto della grandezza dell’impresa e del settore in cui opera.

Per realizzare lo strumento Va.rp-M gli autori hanno compiuto una riduzione dei 192 item e delle 27 Scale del Va.rp per grandi imprese e hanno optato dunque per la costituzione di un numero massimo di tre o quattro items per ciascuna scala, a eccezione della Scala sulla soddisfazione ridotta del 50% e delle due Scale relative al

coping mantenute come da modello Va.rp (Coping orientato al compito: n= 5,

Coping orientato alle emozioni: n= 5).

Inoltre tutte le 27 Scale sono state sottoposte dagli autori dello strumento Va.rp-M (Aiello, Nardella, Deitinger, 2012) a nuove analisi utilizzando per ogni fattore quegli item con la più alta saturazione nelle ACP.

Secondariamente per la creazione del modello Va.rp-M si è applicato un criterio fondato su aspetti teorici, di fatto gli autori basandosi sul contenuto degli item hanno minimizzato gli item che nella versione base misuravano aspetti potenzialmente ripetitivi o ridondanti11.

11 È utile citare alcuni esempi delle modifiche attuate per la creazione dello strumento psicometrico

Va.rp-M:

- Nella Scala sul clima e la sicurezza all’item “Qui si ha l’impressione che i lavoratori siano realmente tutelati sui rischi” gli autori hanno preferito il seguente item: “Sento che per la mia azienda la sicurezza è un valore”.

L’applicazione della versione VA.RP-M risulta particolarmente indicata dunque per l’indagine nei luoghi di lavoro di medie dimensioni in quanto consente di raccogliere informazioni in maniera più agevole per quanto riguarda gli indicatori di percezione soggettiva relativ allo stress correlato al lavoro da cui consegue la valutazione delle condizioni di lavoro. (Aiello, Nardella, Deitinger, 2012).

La presente ricerca ha avuto l’obiettivo di indagare l’eventuale presenza di fonti di rischio psicosociale nel contesto di un’azienda di medie dimensioni, di conseguenza l’utilizzo dello strumento di valutazione Va.rp-M. si è rivelato quello ottimale e prescelto.

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