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I primi contatti e il valore della proposta di Pitt

Capitolo II La Russofobia nella politica estera inglese del 1800

2.2 I primi contatti e il valore della proposta di Pitt

Il primo incontro fra Inghilterra e Russia avvenne le 1553, quando una spedizione di tre navi partite da Londra per trovare un passaggio per Oriente a nordest fu colpita da una tempesta e separata a nord della Scandinavia. Richard Chancellor, comandante dell’unica nave sopravvissuta alla tempesta, attraversò il Mar Bianco e raggiunse la regione dell’attuale Archangelsk, da poco annessa al Regno di Moscovia, e fu subito invitato presso la corte dello zar Ivan IV.

Nonostante il fallimento della missione esplorativa, questo incontro portò alla creazione della Muscovy Company, la prima grande organizzazione commerciale britannica. Pur non fornendo un accesso comodo per la Cina o l’India, i mercati inglesi assorbivano bene i prodotti russi, e i lettori inglesi potevano ottenere qualche informazione circa una terra fino ad allora ignota.103

Per circa tre secoli la storia dei rapporti tra le due potenze si limita quasi unicamente ad un commercio sereno, puntellato da qualche episodio di antagonismo accidentale che non costituiva una minaccia per la stabilità internazionale104. Si può presumere che

l’opinione comune sulla Russia fosse quella espressa nell’Encyclopaedia Britannica, dove essa viene descritta come “un regno molto grande e potente d’Europa”105, il cui popolo

era descritto come selvaggio e brutale e il cui governo come un completo dispotismo, ma non vi era traccia del fatto che essa potesse assumere un’importanza vitale per gli interessi nazionali inglesi.

Ed è per questo motivo che in tale contesto relativamente amicale nel 1791 la proposta di William Pitt il Giovane, Primo Ministro inglese, lasciò scioccati sia il parlamento che l’opinione pubblica, dando vita ad un acceso dibattito. La guerra russo- turca del 1788, conclusasi con la conquista russa della fortezza di Ochakov, che regolava l’accesso alle pianure ucraine, provocò una reazione del governo Pitt, che volle mandare una spedizione navale per costringere Caterina II a ritirarsi.

103 A. J. Gerson, The Organization and Early History of the Muscovy Company, Studies in the

History of English Commerce in the Tudor Period, New York, 1912

104 Gleason, The Genesis of Russophobia

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Tale proposta mossa contro una nazione considerata da secoli un’”alleata naturale”, in realtà, celava degli interessi politici molto più complessi, che miravano a sostituire la Polonia al posto della Russia come partner commerciale dell’Inghilterra (a seguito dell’istituzione da parte di Caterina II della Lega dei Neutri del 1781, che costituiva un pericolo per i rifornimenti di legno per la flotta inglese), e per soddisfare le pretese dell’alleato prussiano. 106

Tale proposta scatenò opinioni dissidenti all’interno del parlamento. In particolare, all’interno dell’ala dei Whigs, alcuni sostenevano che la Russia non avrebbe mai potuto ottenere tanto potere da diventare una minaccia per l’Inghilterra, e che la conquista di Ochakov fosse futile per gli interessi nazionali, mentre altri consideravano il commercio con la Russia di vitale importanza, scongiurando una qualsiasi guerra contro la zarina. D’altro canto, i Tories adottarono una risoluzione che prometteva la mobilitazione economica necessaria per la spedizione richiesta.107

Ma ciò che realmente pose un freno alla proposta di Pitt, osserva Gleason, fu l’opinione pubblica. La critica contro la mobilitazione militare si manifestò tramite una serie di volantini accompagnati da manifestazioni nelle più grandi città inglesi, che indussero il governo inglese a rinunciare ignominiosamente al proprio progetto. L’Inghilterra non era pronta a mettere a repentaglio un commercio funzionante e prospero per combattere una presunta minaccia assolutamente invisibile, e la proposta di Pitt, ritrovatosi privo dell’appoggio del popolo e dei suoi deputati, venne abbandonata.

Pur costituendo un fallimento politico, questo episodio si rivelò in realtà un’importante lezione per la classe dirigente inglese, la quale comprese per la prima volta la necessità del supporto dell’opinione pubblica, da preparare tramite campagne propagandistiche e mobilitazione di risorse di soft power. È in questo senso che

106 P. C. Webb, Sea Power inf the Ochakov Affair of 1791, The International History Review,

Taylor and Francis Ltd., vol. 2, 1980

107 W. Cobbet, The Parliamentary History of England, XXIX, cit. in Gleason, The Genesis of

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l’episodio, pur incidentale, costituisce un punto di svolta nella storia della russofobia britannica.

Le conseguenze di questo incidente furono duplici. Da un lato, esso aveva accresciuto l’interesse e la curiosità del pubblico nei confronti della Russia, su cui ora era possibile informarsi tramite testi tradotti da altre lingue e articoli più specifici sulla già menzionata

Encyclopaedia Britannica. Dall’altro, aveva gettato le basi per un’avversione nei

confronti della Russia da parte della lobby imperialista, sempre più potente a Londra.108L’operato della Russia durante la soppressione delle rivolte e della spartizione

della Polonia fu aspramente condannato in Parlamento, pur senza un intervento diretto.

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Nelle due decadi tra la proposta di Pitt e il Congresso di Vienna i rapporti tra Inghilterra e Russia alternarono correnti di amichevole commercio a ostilità politiche, frenate dalle necessità congiunte derivanti dalla minaccia napoleonica. Tale situazione fu temporaneamente ribaltata nel 1812, quando le due potenze costituirono il fulcro della coalizione che sconfisse Napoleone. L’incendio di Mosca e l’occupazione di Parigi conferirono allo zar e alla Russia un’aura di eroismo nell’immaginario britannico ed europeo. Tuttavia, come afferma Gleason, se è vero che la sconfitta di Napoleone costituisce un capitolo eroico della storia politica europea, è anche vero che esso si rivelò irrilevante nei rapporti con l’Inghilterra.110