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PRIMI REGISTRATORI MAGNETICI

Nel documento Scrivere e trascrivere documenti sonori (pagine 70-76)

Dalla “vera impressione della direzione” di provenienza del suono alla quadrifonia:

3.3. PRIMI REGISTRATORI MAGNETICI

Fig. 3.1.4: Confronto fra il metodo di incisione laterale e l’incisione stereofonica 45/45.

Harry Ferdinand Olson (1901 - 1982)10 fu uno dei più importanti ingegneri della RCA Victor. Olson ebbe un continuo interesse per la musica, l’acustica e la riproduzione del suono e, dal 1934, fu assunto come ricercatore nel campo dell’acustica alla RCA, dove lavorò ad una vasta gamma di progetti, che includevano lo sviluppo dei microfoni per le industrie radiofoniche e cinematografiche e degli altoparlanti; diede un contributo significativo alla registrazione magnetica. Come molti ingegneri della generazione della Seconda guerra mondiale, Olson contribuì anche allo sviluppo di tecnologie militari, particolarmente nel campo dell’acustica sottomarina.

Inventore ed ingegnere prolifico, depositò più di cento brevetti di vari tipi di microfoni (incluse le diffusissime serie 44- e 77-), membrane per altoparlanti, varie attrezzature per la registrazione sonora, testine di giradischi, dispositivi per lo studio del suono sottomarino, riduttori di rumore, tecnologia sonora nel cinema. Scrisse centotrentacinque articoli e dieci libri compreso un testo interdisciplinare riguardante le analogie dinamiche fra sistemi elettrici, acustici e meccanici.

Olson andò in pensione dalla RCA nel 1967, continuando il suo lavoro di consulente per i laboratori della celebre emittente radiofonica che lo vide dipendente per trentatré anni.

3.3 Primi registratori magnetici

§39. I registratori a filo magnetico

Il primo modello di registratore magnetico fu il Telegraphone di Poulsen. Con questo nome vengono depositati vari brevetti nel 1902, da uno dei quali11 è tratta la Fig. 3.3.1 (a). Basato sul brevetto citato nel §21, pensato come trasmettitore di segnali a distanza e come segreteria telefonica, era formato da un rocchetto di filo d’acciaio che veniva magnetizzato passando attraverso una bobina il cui campo magnetico variava in funzione delle variazioni della pressione dell’aria trasmesse da un ricevitore telefonico. A causa della non semplice manovrabilità e dell’impossibilità di produrre copie delle registrazioni venne (sotto)utilizzato per i due scopi principali per il quale era stato progettato: dictation machine e segreteria telefonica.

10Gran parte delle informazioni di queste brevi notizie biografiche sono tratte da Harrys, “Harry F. Olson: 1901-1982”.

(a) Brevetto US 789,336 (b) Archivio EMTEC Fig. 3.3.1: Telegraphone di Poulsen.

I primi registratori a filo ad essere messi in produzione su scala industriale sono quelli della ditta Webster di Chicago. Il modello 79-1 e il mdello 80-1 (di cui possiamo vedere un’immagine nella Fig. 3.3.2) usciranno nel 194712.

Fig. 3.3.2: Registratore a filo del 1947 della ditta Webster di Chicago.

§40. Industrie tedesche

L’idea di depositare una polvere di ferro magnetizzabile su un nastro che scorre nasce all’interno dell’industria cinematografica per ottenere la tanto ricercata sincronizzazione fra pellicola e sonoro. Nel 1926 vi è una proposta di Joseph O’Neill di depositare polvere di particelle metalliche su una pellicola cinematografica e sincronizzare un sistema di registrazione con testina magnetica alle riprese video (si veda la Fig. 3.3.3 (a), in cui 15 è lo strato di polvere magnetizzabile depositato sulla pellicola cinematografica a fianco dei fotogrammi). Nel 1928 Fritz Pfleumer depositerà in Germania e in Francia i primi brevetti per un supporto magnetico “per iscrizioni sonore” (possiamo vedere la prima pagina del brevetto inglese nella Fig. 3.3.3 (b))13.

12Bollettino di servizio n. 37, Webster-Chicago, reperito in Webster Chicago, Webster-Chicago Corporation.

13I due brevetti sono rispettivvamente: O’Neill, “Record for Reproducing Sound Tones and Action.” e Pfleumer, “Improvements in or relating to Sound Records”.

3.3. PRIMI REGISTRATORI MAGNETICI

(a) O’Neill 1926 (b) Pfeulmer 1929 Fig. 3.3.3: Proto-sistemi per la realizzazione di nastri magnetici.

Nel 1931 le tedesche AEG e BASF (quest’ultima tristemente nota anche per la produzione del Zyklon B) sono interessate allo sviluppo di un nastro realizzato con polveri di materiale magnetico. La AEG annuncia il Magnetofono a nastro di plastica, sviluppato dalla BASF e largo6,5 mm la cui velocità di scorrimento è di circa

Lo sviluppo dell’industria legata alla comunicazione, sfruttata a fini propagandistici, fu favorito dal regime nazista. La AEG mise senza difficoltà in produzione il suo Magnetofono K1 (si veda la Fig. 3.3.4) che permetteva di pre-registrare trasmissioni musicali e radiofoniche di durata decisamente superiore a qualsiasi disco.

Fig. 3.3.4: Magnetofono AEG K1.

L’industria chimica e l’industria elettronica si univano, per dar vita ad un prodotto che, una volta varcato l’oceano, avrebbe trasformato il mondo dell’audio in maniera radicale. La produzione dei nastri magnetici era diventata un settore autonomo e gli impianti di produzione dei nastri presso la IG-Farben (BASF) già dal 1935 erano una catena autonoma (si veda la Fig. 3.3.5)14.

(a) 1933-1934 (b) BASF, estate 1936 Fig. 3.3.5: Primi metodi e impianti di produzione di nastri magnetici.

Alcuni anni di tentativi ed esperimenti seguirono alla costruzione di questo primo magneto-fono, che videro l’attenzione rivolta principalmente verso tre problemi:

3.4. 1932-1938, GLI ANNI DEI MICROFONI

1. la correzione della non linearità della magnetizzazione residua15, che genera le variazioni di campo magnetico da imprimere alle particelle dei vari ossidi di ferro, attraverso l’introduzione dell’AC bias;

2. lo sviluppo di materiali magnetici con sempre migliori prestazioni;

3. gli stadi di equalizzazione per correggere le caratteristiche elettromagnetiche dei sistemi di registrazione e di riproduzione16.

Stille, Marconi-Stille, Bauch, Lorenz, Blattnerphone17, oltre alla AEG, sono i nomi che sulla scena europea diffondono la registrazione magnetica dalla fine degli anni venti all’inizio della Seconda guerra mondiale, quando dall’Europa la ricerca e lo sviluppo commerciale in questo ambito si sposteranno negli Stati Uniti.

3.4 1932-1938, gli anni dei microfoni

§41. I microfoni in teoria

Nel 1935 la teoria sui microfoni è già ben delineata. Edward Wente scrive un articolo sul JASA che riassume le differenze fra microfoni a velocità e microfoni a pressione18 e Harry Olson, con una serie di articoli apparsi sempre sul JASA, espone i fondamenti teorici dei microfoni unidirezionali19. Con un bagaglio di conoscenze ormai consolidato, nella seconda metà degli anni trenta escono sul mercato una serie di microfoni che resteranno a lungo in uso, modelli che serviranno come base per successive migliorie.

§42. I microfoni dei fratelli Shure

Benjamin Baumzweiger, che cambierà il suo cognome in Bauer, è fra i principali ingegneri della Shure Brothers e uno dei maggiori progettisti di microfoni degli anni trenta. Il 29 settembre 1938 deposita il brevetto US 2,237,298 sulla “conversione del movimento delle onde in energia

elettrica”20.

Questo brevetto costituisce la base del microfono Unidyne modello 55, che uscirà l’anno successivo, e successivamente dei microfoni dinamici SM57 e SM58 (Studio Microphone), ancor oggi in produzione con questa sigla21.

§43. I microfoni della RCA

15Si veda la Fig. 3.5.3 (a).

16Si vedano: §47, §48 e §49.

17Per un approfondimento sulla registrazione magnetica in Europa fino al 1945 si veda Thiele, “Magnetic Sound Recording in Europe up to 1945”.

18Wente, “Acoustical Instruments”. Poco prima, sul numero 3 del gennaio dello stesso anno della stessa rivista, esce Wente, Bedell e Swartzel, “A High Speed Level Recorder for Acoustic Measurements”, che illustra uno strumento di misura – ricordiamo che così nasce il microfono a condensatore – che scrive i dati in ingresso. Faccio notare come sullo stesso numero compaia anche l’articolo di Scripture, “Film Tracks of English Vowels”, che mostra ‘nuove’ modalità per visualizzare il suono.

19Per una sintetica rassegna si veda Olson, “Microphones for Recording”.

20Bauer, “Conversion of wave motion into electrical energy”. Si veda la Fig. 3.4.1.

21Nella Fig. 3.4.2 si possono vedere le informazioni come scaricate il 12 dicembre 2011 dal sito della Shure:

http://www.shure.com/idc/groups/public/documents/webcontent/us_pro_ brochure_mics_classic.pdf e http://www.shure.com/idc/groups/public/ documents/webcontent/us_pro_sm55_specsheet.pdf.

(a) Mic. unidireziona-le

(b) Cardiode

(c) Risposta in frequenza

Fig. 3.4.1: Immagini del microfono a cristallo di Benjamin Baumzweiger tratte dal brevetto US 2,237,298 depositato il 29 settembre 1938: in (c) la linea dritta rappresenta il fronte, la linea tratteggiata il retro.

(a) Brochure Unidyne 55SH (b) Specifiche SM58 Fig. 3.4.2: Microfoni Shure.

Il 5 aprile 1938 viene rilasciato a Harry Olson e a Frank Massa un brevetto, depositato il 31 maggio 1934 per conto della RCA22. Il microfono è del tipo dinamico a “nastro” sensibile alla velocità e con una caratteristica direzionale cosinusoidale all’interno di un intervallo di frequenze predeterminato. È la descrizione della fortunata serie di microfoni 44- (già in produzione dal 1932). Possiamo vedere l’immagine tratta dal brevetto ed una foto tratta da un manuale d’istruzioni del 1933 nella Fig. 3.4.3.

A seguire venne il microfono unidirezionale a nastro B77; come tutta una lunga serie di brevetti depositati per la RCA dal 1935, il B77 è un microfono unidirezionale a figura cardiode. Lo troviamo descritto nel brevetto US 2,271,988 di Olson, “Electroacoustical apparatus” e lo possiamo vedere nella Fig. 3.4.4.

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