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Primo racconto: Sevastopol’ v dekabre mesjace

3. La Crimea di Tolstoj

3.4 Sevastopol'skie rasskazy

3.4.1 Primo racconto: Sevastopol’ v dekabre mesjace

La prima delle tre storie fornisce un ritratto realistico della guerra in corso. Nel centro di Sebastopoli, in mezzo al fango, tra le trincee e i ripari, Tolstoj descrive gli artiglieri russi che bombardano il nemico cercando di non rimanere uccisi dai colpi dei cannoni e da quelli di mortaio. Tutt’attorno si staglia lo spettacolo raccapricciante dei corpi feriti e dei cadaveri coperti di fango e sangue. Un carro con delle ruote scricchiolanti e pesanti, ricolmo di corpi, si avvia verso il cimitero; un palazzo del governo è stato trasformato in un ospedale, dove i pochi chirurghi salvano il salvabile (spesso per i soldati l’unica via di salvezza era l’amputazione degli arti feriti).

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“…увидите войну не в правильном, красивом и блестящем строе, с музыкой и барабанным

боем, с развевающимися знаменами и гарцующими генералами, а увидите войну в

настоящем ее выражении -- в крови, в страданиях, в смерти...” . (Sevastopol’ v dekabre

mesjace)204.

Sevastopol’ v dekabre mesjace è un racconto che mette a nudo gli specifici stratagemmi narrativi

adottati da Tolstoj. Il lettore si aspetta di leggere una narrazione che, in quanto tale, è nettamente separata dalla realtà; l’autore è pienamente cosciente di ciò e di conseguenza incoraggia queste aspettative per poi romperle più tardi205. Senza accorgersene, il lettore diventa moralmente implicato nell’esperienza che legge diventandone un partecipante addirittura colpevole.

La prima delle storie di Sebastopoli è scritta quasi interamente in seconda persona plurale; provando a riformularla in prima o in terza persona ci si rende conto quanto sia potente l’efficacia di questa scelta206. L’innaturalezza della narrazione è sconvolgente, infatti, essa sembra violare una convenzione essenziale della narrativa che normalmente la distingue dalla retorica. Nel romanzo i lettori sono lontani, ascoltano la storia da fuori; per il parlante della narrazione, il lettore non esiste affatto. Tuttavia, nel momento in cui l’innaturale seconda persona è utilizzata, lo schema si rompe e il rivolgersi a un “noi” implica che il lettore non sta solamente origliando una storia, ma ne è il diretto destinatario; si tratta quindi di romanzo e retorica al tempo stesso. La seconda persona minaccia costantemente il lettore di diventare un personaggio della storia. Leggere un testo considerato letterario significa applicarvi dei criteri estetici: il lettore lo giudica come una performance esterna e non ipotizza un eventuale coinvolgimento personale. È precisamente l’impossibilità di distanziarsi, ovvero l’abilità di trasformare l’orrore in tragedia personale che costituisce la chiave delle storie di Tolstoj. La strategia della seconda persona in

Sevastopol’ v dekabre mesjace è di rendere il lettore un testimone di morte; leggendo, costui

diventa un protagonista.

204

L.N. Tolstoj, Sevastopol’ v dekabre mesjace, Polnoe sobranie sočinenij v 90 tomach, Moskva, Chudožestvennaja literatura, 1935, t. 4, p. 9.

205

G.S. Morson, The Reader as Voyeur: Tolstoy and the Poetics of Didactic Fiction, “Canadian-American Slavic Studies”, 12, No. 4 (Winter 1978), pp. 465-80.

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“Turismo” è la parola chiave nonché metafora di Sevastopol’ v dekabre mesjace. La storia presenta, infatti, l’impostazione di una guida turistica fittizia ed è per questo che è scritta in seconda persona (all’imperativo)207. L’ironia macabra della narrazione di Sevastopol’ v dekabre

mesjace deriva dalla descrizione della guerra paragonata a quella che qualcuno potrebbe

attribuire a una passeggiata, un terreno di battaglia dove gli uomini morenti occupano il posto dei monumenti di attrazione turistica. La bellezza selvaggia della Crimea non può essere contemplata in tempo di guerra: a Sebastopoli, sotto i bombardamenti, a corto di cibo e acqua e in costante pericolo di vita, la Tauride di Puškin sembra incredibilmente lontana.

Il tempo usato in quest’orribile escursione moltiplica l’orrore della scena: il tempo presente di una guida turistica non significa “adesso” ma “ogni volta”. Il tempo di una guida è un presente assoluto poiché i punti d’interesse, teoricamente, rimangono immobili e costanti. Come nel caso dei monumenti, le persone del racconto non sono presenti in quel momento, eppure sono rappresentate per sempre. Una guida russa è composta di verbi iterativi giacché l’azione può essere ripetuta più e più volte; gli imperfettivi offrono questa ripetizione all’infinito (così come fanno alcuni futuri perfettivi, es. uvidite). La narrazione di questa guida grottesca in questo caso amplifica la sofferenza di ogni soldato con la consapevolezza che essa potrà essere sperimentata in ogni momento. In una guida vera la seconda persona è soltanto una forma, il testo descrive solamente ciò che il visitatore vedrà quando si recherà sul posto208. In Tolstoj invece, il lettore vede tutto inesorabilmente nel momento in cui legge. Ciò che il turista di Sebastopoli impara a vedere è se stesso. È la storia della sua coscienza che cresce ad ogni passo, un suo rito di formazione. Mentre il viaggio prosegue, il lettore-turista comincia a capire che lui stesso è uno dei monumenti di Sebastopoli, ovvero un attore di una scena già pianificata in precedenza.

Вы входите в большую залу Собрания. Только что вы отворили дверь, вид и запах сорока или пятидесяти ампутационных и самых тяжело раненных больных, одних на койках, большей частью на полу, вдруг поражает вас. Не верьте чувству, которое удерживает вас на пороге залы, -- это дурное чувство, -- идите вперед, не стыдитесь того, что вы как будто пришли смотреть на страдальцев, не стыдитесь подойти и поговорить с ними: несчастные любят видеть человеческое сочувствующее лицо, любят рассказать про свои страдания и услышать 207

G.S. Morson, The Reader as Voyeur: Tolstoy and the Poetics of Didactic Fiction, cit., p. 469.

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слова любви и участия. Вы проходите посредине постелей и ищете лицо менее строгое и

страдающее, к которому вы решитесь подойти, чтобы побеседовать. (Sevastopol’ v dekabre

mesjace)209

Attesa, disillusione, riflessione personale e nuova attesa: sono queste le condizioni che il lettore vive costantemente. È il lettore stesso che va sui bastioni, si sporge dalle feritoie e guarda. La tensione degli eventi descritti in successione raggiunge il culmine nel momento in cui un uomo viene ucciso. L’apparenza lontanamente umana di un soldato mutilato e morente è l’ultima tappa di questo tour grottesco, nonché l’evento principale della prima storia.

Но вот еще часовой прокричал своим громким, густым голосом: "маркела!", еще

посвистыванье, удар и разрыв бомбы; но вместе с этим звуком вас поражает стон человека.

Вы подходите к раненому, который, в крови и грязи, имеет какой-то странный

нечеловеческий вид, в одно время с носилками. У матроса вырвана часть груди. (Sevastopol’

v dekabre mesjace)210

Sotto la pressione del pericolo, l’uomo perde la caratteristica che forse più di ogni altra lo rende tale, ovvero la proprietà di linguaggio. L’uso di lunghe frasi viene a mancare di fronte all’agghiacciante sofferenza di un ferito e la parola risulta inadeguata per le vittime stesse: quando un uomo è colpito, inizialmente reagisce in modo proporzionato al grado della sua sofferenza, ma poi la sua faccia assume un’espressione angosciata che rivela i pensieri confusi. L’uomo vorrebbe dire qualcosa ma tutto ciò che riesce a sussurrare è la richiesta di perdono da parte dei compagni, unico congedo a disposizione in tempo di guerra. L’uomo morente è insoddisfatto dalle proprie parole, che sono inadeguate a esprimere cosa prova nel momento in cui affronta la morte211. Tolstoj mostra che quando le persone si lasciano dietro le convenzioni, il linguaggio terreno è insufficiente e può solo esprimere una verità profonda ovvero il desiderio di perdono e fratellanza.

Il narratore riassume i principali pensieri del lettore, ovvero l’eroismo dei soldati caduti in contrasto alla meschina ambizione di dimenticare che lui stesso ha sperimentato. Quando il

209

L.N. Tolstoj, Sevastopol’ v dekabre mesjace, PSS, cit., p. 6.

210

Ivi, p. 14.

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racconto si chiude sulla descrizione tranquilla della sera, è evidente il parallelismo ironico con l’apertura iniziale della storia. A causa della morte del soldato il lettore non è più lo stesso di prima e non può godersi la stessa spensierata gioia estetica come all’inizio del racconto.

Только теперь рассказы о первых временах осады Севастополя, когда в нем не было укреплений, не было войск, не было физической возможности удержать его и все-таки не было ни малейшего сомнения, что он не отдастся неприятелю, -- о временах, когда этот герой, достойный древней Греции, -- Корнилов, объезжая войска, говорил: "Умрем, ребята, а не отдадим Севастополя", -- и наши русские, неспособные к фразерству, отвечали: "Умрем! ура!" -- только теперь рассказы про эти времена перестали быть для вас прекрасным историческим преданием, но сделались достоверностью, фактом. (Sevastopol’ v dekabre mesjace)212

La forma della seconda persona implica l’immediatezza di un discorso diretto al posto del linguaggio mediato proprio della narrativa; esso minaccia di farci ascoltare ciò che vogliamo solo origliare. Il realismo di Tolstoj è accompagnato dalle lodi di patriottismo, nobiltà e coraggio dedicate ai soldati e ai marinai che hanno difeso Sebastopoli. Lo scrittore raffigura le caratteristiche della forza russa, ovvero la testardaggine e la determinazione.

Вглядитесь в лица, в осанки и в движения этих людей: в каждой морщине этого загорелого скуластого лица, в каждой мышце, в ширине этих плеч, в толщине этих ног, обутых в громадные сапоги, в каждом движении, спокойном, твердом, неторопливом, видны эти главные черты, составляющие силу русского, -- простоты и упрямства; но здесь на каждом лицо кажется вам, что опасность, злоба и страдания войны, кроме этих главных признаков, проложили еще следы сознания своего достоинства и высокой мысли и чувства. (Sevastopol’ v dekabre mesjace)213. 212

L.N. Tolstoj, Sevastopol’ v dekabre mesjace, PSS, cit., p. 16.

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Tolstoj conclude la prima storia raccontando ai lettori che nessuno avrebbe potuto dubitare della vittoria russa neanche per un attimo poiché i nemici non avrebbero mai potuto sconfiggere il coraggio e il valore delle truppe russe pronte a morire per la patria:

Вы ясно поймете, вообразите себе тех людей, которых вы сейчас видели, теми героями,

которые в те тяжелые времена не упали, а возвышались духом и с наслаждением готовились

к смерти, не за город, а за родину. Надолго оставит в России великие следы эта эпопея

Севастополя, которой героем был народ русский...(Sevastopol’ v dekabre mesjace)214.