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Il tema del coraggio per Tolstoj

3. La Crimea di Tolstoj

3.6 Il tema del coraggio per Tolstoj

Lev Tolstoj riteneva che il coraggio fosse la virtù essenziale di un vero uomo246. Quando arrivò nel Caucaso nel 1851 ed entrò nell’esercito all’età di ventidue anni, lo scrittore cominciò a definire la sua idea di coraggio.

In tutte le sue storie di guerra i protagonisti provano terrore durante il combattimento: sebbene questi uomini siano nel loro intimo completamente terrorizzati, sul campo di battaglia si pavoneggiano, ostentando coraggio per guadagnarsi fama e medaglie. Non è certo quest’atteggiamento a rappresentare l’eroismo come Tolstoj lo interpreta. Nel definire il concetto di coraggio Tolstoj riprende Platone e i suoi Dialoghi, che lo scrittore lesse mentre si trovava nel Caucaso. Platone riteneva che il coraggio fosse “la scienza di ciò che si deve temere e di ciò che si deve osare”247. Tolstoj ribatte implicitamente a quest’affermazione tramite il personaggio di Chlopov in Nabeg: “Храбрый тот, который ведет себя как следует, — сказал он, подумав немного. Я вспомнил, что Платон определяет храбрость знанием того, чего нужно и чего не нужно бояться, и, несмотря на общность и неясность выражения в определении капитана я подумал, что основная мысль обоих не так различна, как могло бы показаться, и что даже определение капитана вернее определения греческого философа, потому 8 что, если бы он

245 W.W. Rowe, Leo Tolstoy, Boston, Twayne, 1986, p. 106. 246

D.T. Orwin, Courage in Tolstoy, in The Cambridge Companion to Tolstoy, ed. D.T. Orwin, Cambridge, Cambridge University Press, 2002, pp. 222-236.

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мог выражаться так же, как Платон, он, верно, сказал бы, что храбр тот, кто боится только

того, чего следует бояться, а не того, чего не нужно бояться”248. (Nabeg, Capitolo 1)

La differenza tra le due definizioni è morale: la seconda implica che per l’uomo coraggioso, il dovere, in altre parole ciò che uno dovrebbe fare, sostituisce e sovrasta ciò che fa paura. Tolstoj spiega che: “в каждой опасности есть выбор, и выбор, сделанный под влиянием, например, чувства долга, есть храбрость, а выбор, сделанный под влиянием низкого чувства, — трусость; поэтому человека, который из тщеславия, или из любопытства, или из алчности рискует жизнию, нельзя назвать храбрым, и, наоборот, человека, который под влиянием честного чувства семейной обязанности или просто убеждения откажется от опасности, нельзя назвать трусом.”249 (Nabeg, Capitolo 1)

Da un lato, l’eroismo richiede una piena consapevolezza di ciò che è temibile, ma anche di quando occorre alzarsi e combattere; d’altra parte, la vera prova di coraggio sul campo di battaglia inizia solamente quando un uomo riconosce che potrebbe essere ucciso in ogni momento e, nonostante questo, lo sopporta. Tutti i personaggi di Tolstoj, sebbene non tutti lo ammettano, provano terrore mentre combattono. Le poche eccezioni riguardano l’incorreggibile spericolato (il comandante dell’unità che muore nell’undicesimo capitolo del secondo racconto di Sebastopoli) e il superstizioso (il Melnikov del terzo racconto).

Come Tolstoj aveva sperimentato sulla sua pelle, sia che i sentimenti vengano influenzati dalla verità, sia che vengano influenzati dalla falsa conoscenza, il coraggio nel campo di battaglia non dipende da ciò che si conosce, ma da cosa si prova. Il fiero combattente sa quello che fa grazie alla fermezza di agire coraggiosamente. E’ proprio la fermezza a essere la chiave del coraggio, definito da Tolstoj come la resistenza naturale dell’individuo alle cose temibili, la più spaventosa delle quali è la morte. La fermezza è la “nobile scintilla” dell’eroismo che, secondo Tolstoj in Sevastopol’ v

avguste 1855 goda, brucia in fondo ad ogni anima (capitolo 17). Rabbia e vergogna, ovvero i

sentimenti che sperimentano i soldati quando sono fisicamente minacciati o umiliati, provocano la

248

L.N. Tolstoj, Nabeg, Sobranie sočinenij v 22 tomach, Moskva, Chudožestvennaja literatura, 1978—1985, t. 2, p. 8.

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menzionata scintilla eroica. Questa luce vitale è insita naturalmente nell’animo umano e permette a tutti di agire coraggiosamente: persino nel codardo Vlang in Sevastopol’ v avguste 1855 goda può fiorire un eroe in condizioni disperate (capitolo 26). Il fuoco vitale dentro ogni combattente può estinguersi solo con la morte.

Tornando alla definizione di coraggio di Platone, secondo il quale l’eroismo è “la scienza di ciò che si deve temere e di ciò che si deve osare”, Tolstoj la riqualifica dichiarando che il coraggio è l’abilità di sopprimere il sentimento della paura in favore di un sentimento più forte250. Questa nuova definizione tiene in considerazione il comportamento eroico di una persona che sa cosa è davvero temibile ma aggiunge un chiarimento molto importante, ovvero che il sentimento che rende un uomo coraggioso deve essere più forte della paura della morte. Questo è necessario giacché in caso contrario il coraggio non sarebbe una virtù.

Oltre allo spirito nobile consapevole, che spinge il soldato fino a un certo punto, esiste un altro tipo di coraggio che Tolstoj identifica come particolarmente russo251. Questo coraggio è silenzioso e si manifesta con le gesta e i fatti, non con le parole. È un sentimento filosofico che dipende da un’accettazione assoluta della morte fisica in un modo che libera l’uomo, seppur momentaneamente, dalla paura della morte. Un esempio di questo eroismo pratico si può trovare nell’ordinario capitano Michajlov in Sevastopol’ v mae, che sogna una medaglia e lotta costantemente contro la paura fino a sconfiggerla nel momento in cui torna sul campo di battaglia in cerca di un soldato ferito, molto probabilmente morto, perché sente che è suo dovere farlo (capitolo 13).

In Sevastopol’ v dekabre mesjace, Tolstoj cerca la giusta spiegazione per l’eroismo; letteralmente “чувство злобы, мщеня врагу, которое таится в душе каждого”252. Oltre a questo, ad ogni modo, lui parla di “coscienza della propria dignità e di elevati pensieri e sentimenti” e, questo per la prima volta, di “духом защитников Севастополя”. Anche l’amore per la patria, ovvero “любовь к родине”, “лежащее в глубине души каждого” è il motore che spinge i soldati ad essere coraggiosi.

Per Tolstoj anche la religione può essere una fonte necessaria al coraggio. Infatti, non è la ragione della conoscenza, bensì la fede a guidare l’uomo nella scelta di spingersi oltre anche nelle

250

D.T. Orwin, Courage in Tolstoy, cit., p. 234.

251

G.R. Jahn, Patriotism and the military in Tolstoy's philosophy, cit., p. 109-121.

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situazioni più disperate e impossibili. Tolstoj osserva che sono proprio l’educazione e l’intelligenza a rendere difficili il provare coraggio253. Un soldato ferito in condizioni critiche spiega in

Sevastopol’ v dekabre mesjace che durante un combattimento “la cosa importante è non pensare

molto”. La devozione rafforza il senso del dovere e porta a credere all’esistenza di una vita ultraterrena, sebbene a volte il credere nell’aldilà potrebbe dare l’impressione di svilire in qualche modo il coraggio rendendolo superfluo; infatti, dal punto di vista cristiano, la morte in sé è considerata una specie d’illusione e un momento di passaggio verso una vita addirittura migliore254. Il senso di dovere di Michajlov è legato alla sua fede religiosa incondizionata (mentre nel più positivo Sevastopol’ v dekabre mesjace il senso del dovere è legato al patriottismo)255.

In definitiva, lo scrittore insiste sul fatto che il coraggio compreso in modo giusto è una virtù basata su una consapevolezza morale256. Non è una sorpresa quindi, considerando le sue successive idee pacifiste e anti militariste, che tutti gli uomini valorosi di tutta la sua narrativa non commettano nessuna atrocità durante le battaglie. L’eroismo di Tolstoj può essere considerato anti-romantico perché è al servizio del bene della comunità e non del singolo individuo.