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Principali iniziative di monitoraggio dell’ambiente urbano in Europa condotte da istituzioni europee

PRINCIPALI INIZIATIVE A LIVELLO EUROPEO SUL MONITORAGGIO DELL’AM- DELL’AM-BIENTE URBANO: IL CONTRIBUTO DELLE BANCHE DATI DELL’AGENZIA

Tab 2.5.1 Principali iniziative di monitoraggio dell’ambiente urbano in Europa condotte da istituzioni europee

Progetto Istituzione Descrizione

Delimitazione Area Urbana di riferimento

Urban Audit

EUROSTAT

Urban Audit lavora con tre differenti livelli spaziali: la Città, generalmente definita dal nucleo urbano storico e politico, la Grande Area Urbana (Large Urban Zone), ovvero la città e i dintorni definiti dai limiti amministrativi, e i Distretti (Sub-City Districts) definiti in base alla popolazione – da 5000 a 40 000 abitanti. Il database contiene più di 250 indicatori che analizzano diversi aspetti: Demografia, Società, Economia, Partecipazione alla vita civile, Educazione, Ambiente (qualità dell’aria, rifiuti e spazi verdi), Trasporti, Informazione, Cultura e Tempo Libero.

Distretti (Sub-City Districts) Città (Cities) Grandi Aree Urbane (Large Urban Zones)

Urban Atlas

DG-REGIO

Il progetto Urban Atlas, iniziato nel 2008, fornisce una mappatura ad alta risoluzione relativa all’uso del suolo per le “Large Urban Zones” con più di 100.000 abitanti così come definite all’interno di Urban Audit. Lo scopo è quello di rendere maggiormente confrontabili i dati di uso del suolo in ambito urbano e di analizzare le tendenze evolutive delle città. In futuro Urban Atlas sarà integrato dall’accesso ai dati socio-economici per le diverse aree a partire dagli indicatori di Urban Audit.

Grandi Aree Urbane (Large Urban Zones)

MOLAND

JRC

Gli indicatori sviluppati si focalizzano principalmente su crescita urbana, struttura e sostenibilità, consentendo ad esempio la classificazione delle città in base al grado di compattezza/espansione. Le informazioni sull’uso del territorio sono accompagnate dai dati di popolazione per consentire una maggiore estensione delle possibilità di analisi. Nel progetto sono stati proposti anche modelli di dinamiche urbane con lo sviluppo di diversi scenari finalizzati principalmente alla valutazione dell’adattamento ai cambiamenti climatici mediante l’analisi delle relazioni causa/effetto.

Grandi Aree Urbane (Large Urban Zones)

EVDAB

JRC

Il database EVDAB - Database Europeo delle Vulnerabilità per le Aree Urbane comprende le 305 “Grandi Aree urbane – Large Urban Zones”. Ha lo scopo di supportare le politiche europee in materia di coesione e sviluppo sostenibile con particolare riferimento a cambiamenti climatici, protezione civile e gestione dei rischi. Questo database integra i dataset rilevanti relativi all’esposizione e alla vulnerabilità ai rischi meteoclimatici.

Grandi Aree Urbane (Large Urban Zones)

ESPON European

Commission

Nel progetto ESPON, vengono trattati aspetti tematici (funzionalità del territorio, allargamento, sviluppi demografici, trasporti, società dell’informazione, rischi naturali, patrimonio naturale e culturale) e impatti normativi (Politica Agricola Comune, energia, pesca, fondi strutturali, governance, ambiente).Oltre ai rapporti tecnici, sono stati sviluppati database e carte tematiche. Tra i prodotti più interessanti del Programma vi è lo strumento “Hyper Atlas” che consente di effettuare la “Analisi Territoriale Multiscala”.

Unità amministrative (Livelli NUTS 0,1,2 e 3)

La Tab. 2.5.2 sintetizza invece le caratteristiche salienti delle banche dati ambientali che l'EEA intende mettere a disposizione per il progetto IUME, in quanto di interesse per l’analisi dell’am-biente urbano.

Le banche dati riguardano i seguenti temi:

1) Uso del suolo: fondamentalmente il CORINE Land Coverma anche una serie di dataset da essa derivati, tra cui le UMZ(2007), che forniscono una delimitazione fisico-morfologica del-le aree urbane e i Dominant Land Cover Types(2008), che evidenziano le classi di coper-tura di suolo dominanti. Inoltre, l'HR Soil Sealing Layer(2010) fornisce una stima ad altis-sima risoluzione del grado di impermeabilizzazione del territorio europeo.

2) Aree verdi e aree protette: la banca dati EUNIS – Natura 2000(ultimo aggiornamento 2010) individua le aree protette ai sensi della Direttiva Uccelli e Habitat. Da questa banca dati è stato ricavato il dataset Naturilis(2009) che definisce il “potenziale ecologico” nelle aree adiacenti le aree protette. Il Green Potential Background(2008) invece deriva da CO-RINE Land Coverche evidenzia le aree a più alto valore ecologico perchè in corrispondenza di aree verdi naturali o di specchi d'acqua.

3) Qualità dell'aria: la banca dati AirBASE(2010) riporta i dati di qualità dell'aria forniti dagli Stati Membri relativi ad una serie di inquinanti, così come vengono misurati nelle singole sta-zioni. I dati interpolati da AirBASEconsentono di estendere a tutto il territorio l’informazio-ne sulla qualità dell’aria. La banca dati EPERfornisce invece i dati delle emissioni annuali pro-dotte da quasi diecimila impianti industriali.

4) Qualità delle acque: all’interno di Waterbasesono riportati i dati di qualità delle acque su-perficiali e sotterranee secondo quanto previsto dalla Direttiva 2000/60. Più specificata-mente sull’ambiente urbano, sono anche disponibili i dati relativi al trattamento e allo scari-co di acque reflue urbane per alcuni settori industriali, ai sensi della Direttiva 91/271 ( Ur-ban Waste Water Treatment Directive).

5) Rumore: la banca dati NOISEè di recente implementazione (2010) e fornisce il numero di per-sone esposte a specifiche fonti di rumore individuate dalla Direttiva 2002/49.

Tab. 2.5.2 - Principali caratteristiche delle banche dati EEA di interesse per il monitoraggio dell’ambiente urbano.

Database Descrizione Risoluzione

CORINE Land

Cover Un database paneuropeo di copertura del suolo e dei relativi cambiamenti. La fonte principale di informazione per la copertura è rappresentata dalle immagini da satellite.

Scala 1:100 000 MMU = 25 ha UMZ

Le Zone Morfologiche Urbane - Urban Morphological Zones (UMZ) sono definite dalle classi di copertura del CORINE che contribuiscono al tessuto e alla funzione urbana.

Scala 1:100 000 MMU = 25 ha

Dominant Land Cover Types

I tipi dominanti di copertura del suolo sono definiti dalla classificazione in classi dominanti dei layers di CORILIS (CORine LISsage – generalizzazione e interpolazione dei dati di copertura del suolo su una griglia). Un tipo di copertura è dominante in un punto quando il suo valore di densità supera una soglia prestabilita.

Griglia 1 km2

Green potential

background Il database raccoglie le classi di copertura costituite da: sistemi agricoli con pascoli e/o mosaici di appezzamenti, foreste ed altre aree naturali o seminaturali accanto ad aree umide e corsi d’acqua. Il Green Background Landscape è un contesto naturale che, anche se non protetto per il suo specifico valore, rappresenta una componente importante di connessione tra aree di alto valore ecologico.

Griglia 1 km2

NATURA 2000

-EUNIS Il database delimita e descrive le aree protette definite nelle Direttive Uccelli e Habitat.

Scala 1:100 000 MMU = 25 ha

NATURILIS

Si basa sui database Natura 2000 e sulle aree protette nazionali (CCDA - Common Database on Designated Areas). Analogamente a CORILIS fornisce dati sulle aree designate ad alto valore ecologico interpolati su una griglia. Il risultato è il “potenziale (ecologico) al contorno” delle aree protette (europee e nazionali), ovvero l’influenza della singola area rispetto alle zone circostanti (buffer).

Griglia 1 km2

Ground water quality

River quality

Waterbase è il nome di un insieme di database della EEA sullo stato e la qualità delle acque in Europa in accordo con la Dir. 2000/60/CE; contiene informazioni sulla quantità di risorse idriche e sulla qualità dei corpi idrici in Europa: fiumi, laghi, acque sotterranee, acque marine e costiere e acque di transizione. I dati, raccolti nel sistema WISE-SoE, si riferiscono alle stazioni di monitoraggio di corpi idrici superficiali ed acque sotterranee e sono confrontabili a livello Europeo.

Dati puntuali (stazioni di monitoraggio) Urban Waste Water Treatment Directive

Il database include dati relativi al trattamento e allo scarico di acque reflue urbane per alcuni settori industriali. I dati sono selezionati dal reporting dei Paesi Membri in applicazione della Direttiva 91/271/CEE.

Dati puntuali (stazioni di monitoraggio)

AIRBASE Il database contiene serie pluriennali di dati di qualità dell’aria e relative statistiche per una selezione rappresentativa di stazioni a livello europeo. Gli inquinanti monitorati sono i seguenti: Arsenico, Benzene, Cadmio, CO, Piombo, Mercurio, Nichel, NOx, Ozono, SOx, PM10, Particolato sospeso totale.

Dati puntuali (stazioni di monitoraggio)

Interpolated air quality data

Le mappe di qualità dell’aria in Europa sono state derivate interpolando su una griglia i dati delle stazioni di Air Base combinati alle concentrazioni di output dei modelli del progetto EMEP (progetto relativo agli effetti transfontalieri dell’inquinamento atmosferico) e ad altri parametri. Il risultato è un dato di inquinamento atmosferico continuo su una griglia per tutta Europa.

Griglia 10 km2

EPER

Il Registro Europeo delle Emissioni (European Pollutant Emission Register) fornisce i dati delle emissioni annue in aria nelle acque di circa 9200 impianti industriali in 15 Paesi Membri, oltre a Norvegia e Ungheria, nel 2001 e di circa 12000 impianti in 25 Paesi Membri e Norvegia per il 2004. L’AEA ha inoltre sviluppato una versione aggregata in cui sono state colmate le lacune nei dati di emissioni in aria.

Dati puntuali (impianti industriali)

HR Soil sealing

layer Il database fornisce una mappa delle aree costruite e non costruite valutando in maniera continua e ad alta risoluzione il grado di impermeabilizzazione del suolo (soil sealing) su una scala da 0 a 100%.

Griglia 100m x 100m (dimensione del pixel 20 m) NOISE

Il database fornisce le stime del numero di persone esposte al rumore in base ai dati forniti dai Paesi Membri in applicazione della Direttiva “Rumore” (Direttiva 2002/49/CE). Le fonti di rumore incluse nei reporting nazionali sono: aeroporti, strade, stazioni e impianti industriali. I dati sono disponibili a livello nazionale e locale per 164 città.

Dato locale (città) e aggregato (nazionale)

CONCLUSIONI

Uno dei principali, e spesso sottovalutato, fattore di pressione sul territorio e sull’ambiente è rap-presentato dall’espansione urbana e infrastrutturale e dal conseguente consumo di suolo. I da-ti ottenuda-ti dall’analisi condotta dal Sistema Agenziale evidenziano un incessante incremento del-le superfici impermeabilizzate e confermano, quindi, contrariamente agli indirizzi europei, che il

consumo di suolo nelle principali città italiane è un fenomeno preoccupante che determina, in particolare ai margini delle aree urbane, la compromissione e la frammentazione di ampi territo-ri, spesso caratterizzati da un elevato valore ambientale, agronomico e paesaggistico oltre ad au-mentare la quantità di beni esposti ai pericoli naturali.

Le informazioni acquisite tramite le attività svolte per la realizzazione della cartografia geologi-canell’ambito del Progetto CARG hanno permesso di delineare l’assetto geologico di molte del-le principali aree urbane italiane ed i principali pericoli geologici ed idraulici cui sono esposte. Le aree urbane e le relative infrastrutture viarie quando ubicate in area collinare-montana (es. Ge-nova, Ancona, Perugia) possono essere esposte al pericolo di movimenti gravitativi. Le soluzioni al problema delle Frane nelle aree urbanevanno ricercate in tre approcci distinti ma tra loro complementari: opere di ingegneria per il consolidamento e la messa in sicurezza di pendii insta-bili in aree già edificate, reti di monitoraggio strumentale per l’attivazione di sistemi di allerta e allarme che consentono di evacuare le zone interessate da movimenti franosi e, per le aree non ancora edificate, applicazione di misure di salvaguardia non strutturali mediante l’imposizione di vincoli e regolamentazioni d’uso. In diverse aree urbane riveste una notevole importanza anche il fenomeno dell’improvvisa apertura di voragini dovute alla presenza di cavità sotterranee o a mal-funzionamenti dei sottoservizi. Negli ultimi dieci anni è aumentata la frequenza degli sprofonda-menti in aree urbanein particolare in alcune grandi aree metropolitane come, ad esempio a Ro-ma, Napoli e Cagliari. Poiché le reti caveali sotterranee non sono ancora adeguatamente cono-sciute si stà procedendo alla realizzazione di una apposita banca dati. Attualmente sono stati censiti circa 2500 eventi che si ritiene possano rappresentare circa il 50% dei fenomeni verifi-catesi nei centri urbani.

La presenza di siti inquinati da attività industriali è elemento comune a molti centri urbani. L’istitu-zione dei siti di interesse nazionaleha permesso di affrontare in modo sistematico il problema del-la contaminazione dei suoli e delle acque sotterranee, rendendo possibile il miglioramento deldel-la qua-lità ambientale. Anche se una comparazione tra il progresso nella gestione dei diversi SIN non è si-gnificativo a causa di sostanziali differenze in dimensioni, numero di soggetti coinvolti e anno di isti-tuzione del SIN, si può sicuramente affermare che la gestione a livello centrale ha consentito un’omo-geneità di applicazione di procedure amministrative, tecniche ed operative, garantendo cosi il rag-giungimento di livelli omogenei di tutela ambientale su tutto il territorio nazionale.

A differenza di altre iniziative europee, il progetto IUMEva verso l’integrazione cercando di uti-lizzare quanto più possibile i dati già disponibili. Gli indicatori sono in via di definizione. Questi sa-ranno sviluppati partendo dalle banche dati dell’EEA e da altri dati provenienti da altri progetti europei per rispondere a quesiti chiave dello schema DPSIR. Nel quadro di questo progetto, si attesta l’indicatore Pressione delle aree urbane sulle aree naturali limitrofeche ha consen-tito di comparare tra loro diverse città e di valutare la qualità dell’espansione urbanistica in ba-se alla capacità di tutelare le risorba-se naturali nel paesaggio circostante e ha fornito inoltre una stima delle modifiche che eventuali nuovi scenari di crescita urbana potrebbero apportare al gra-do di “naturalità” del territorio.

I dati relativi alla produzioneed alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani vengono rilevati da ISPRA mediante la predisposizione e l’invio di appositi questionari alle Sezioni Regionali del Catasto Ri-fiuti delle ARPA/APPA ed ai diversi soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, raccolgono informa-zioni in materia di gestione dei rifiuti. In assenza di altre fonti si ricorre, qualora disponibili, all’elabo-razione delle banche dati del Modello Unico di Dichiaall’elabo-razione ambientale (MUD). I dati esposti sulla rac-colta differenziata sono stati elaborati utilizzando la specifica metodologia sviluppata da ISPRA.

Va evidenziato che le informazioni disponibili non sempre consentono di applicare il metodo rigo-rosamente, in quanto nei vari contesti territoriali si osservano differenti gradi di disaggregazio-ne delle frazioni merceologiche, fattore che rende disaggregazio-necessaria un’attenta operaziodisaggregazio-ne di omoge-neizzazione delle informazioni sulla base di criteri univoci.

Tale metodologia di calcolo, indispensabile al fine di omogeneizzare il dato a livello nazionale e creare serie storiche comparabili nel tempo e nello spazio, è stata definita dall’ISPRA ai fini del-l’emanazione del decreto ministeriale di cui all’articolo 205 comma 4) del D.Lgs 152/2006, con il quale dovevano essere stabilite la metodologia e i criteri di calcolo della raccolta differenziata. In attesa di detto decreto gli Enti locali hanno adottato dei provvedimenti relativi alle metodolo-gie di calcolo, nella maggior parte dei casi difformi da quella ISPRA. Tale situazione comporta la diffusione, a livello locale, di dati sulla produzione e sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani non comparabili con il dato nazionale di riferimento.

A. F. Santini - ISPRA Ai fini del calcolo dell’ammontare di rifiuti raccolti in modo differenziato, vengono prese in con-siderazione le seguenti frazioni merceologiche:

• Frazione organica: frazione umida + verde.

• Rifiuti di imballaggio: vetro, carta, plastica, legno, acciaio e alluminio. • Ingombranti a recupero.

• Multimateriale.

• Raccolta selettiva: farmaci, contenitori T/FC (contenitori e flaconi che hanno contenuto so-stanze nocive quali pittura, vernici, solventi), pile ed accumulatori, vernici, inchiostri e ade-sivi, oli vegetali ed oli minerali.

• Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche provenienti dai nuclei domestici. • Rifiuti di origine tessile.

• Altre frazioni raccolte in maniera separata nel circuito urbano, destinate ad operazioni di recupero.

Non vengono computate, nella quota di raccolta differenziata, le seguenti tipologie di rifiuto: • Gli scarti provenienti dagli impianti di selezione dei rifiuti raccolti in maniera differenziata (ad esempio, scarti della raccolta multimateriale). Queste aliquote vengono computate nella quota afferente al rifiuto urbano indifferenziato.

• Gli inerti da costruzione e demolizione, anche se derivanti da demolizioni in ambito dome-stico, in quanto esplicitamente annoverati tra i rifiuti speciali. Tali rifiuti sono quindi esclu-si in toto dalla produzione degli RU.

• I rifiuti cimiteriali, rifiuti derivanti dalla pulizia dei litorali e dallo spazzamento stradale. Que-sti rifiuti, al pari degli scarti di selezione, concorrono, comunque, al totale dei rifiuti indif-ferenziati.