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3. AMBIENTE D’ALLEVAMENTO E BENESSERE ANIMALE

3.1 Principi di etologia del bovino

Per garantire il benessere animale e minimizzare i fattori di stress, risulta fondamentale un sistema di allevamento che favorisca il più possibile la manifestazione del comportamento etologico della specie. Risulta quindi necessario analizzare come il bovino si comporta in natura e come percepisce gli stimoli dall’ambiente circostante. Il bovino è un animale sociale che vive in gruppo, all’interno del quale riesce a stabilire delle gerarchie con i conspecifici. In natura le vacche con i vitelli formano gruppi indipendenti e si riuniscono ai maschi soltanto nel periodo riproduttivo. Gli elementi che possono in qualche maniera influire sull’istaurarsi della gerarchia possono essere l’altezza, il peso, l’età, il sesso, la presenza o l’assenza di corna e la territorialità: anche se una volta stabilita sembra non sia più influenzata dai cambiamenti dell’aspetto fisico. La dominanza gerarchica può essere determinata attraverso il “bunt order”, nei bovini privi di corna, o attraverso l’“hook order” nei bovini provvisti di corna. Durante uno scontro risulta semplice identificare la vacca dominante rispetto alla sottomessa. La bovina dominante, infatti, porta gli arti distesi e la testa rivolta verso il basso in posizione perpendicolare verso il terreno mentre le orecchie sono tenute indietro con la superficie interna rivolta verso il basso. La bovina sottomessa invece si trova in stazione con la testa abbassata, ma parallela al suolo e le orecchie girate in modo che la superficie interna sia girata di lato. L’aggressione avviene quando l’animale dominante colpisce ripetutamente con la testa il soggetto che gli si oppone. L’aggressione termina quando la vacca più debole dà segnali di sottomissione alla vacca dominante. Oltre ai soggetti dominanti, all’interno della mandria possono esserci soggetti leader, spesso di

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rango intermedio, i quali influenzano il movimento di tutta la mandria; infatti il soggetto leader viene osservato e seguito da tutta la mandria. Per quanto riguarda l’allevamento bovino può risultare fondamentale individuare il soggetto che detiene la leadership in modo tale da poter effettuare movimenti della mandria in maniera più rapida e sicura sia per gli operatori che per gli animali.

Per quanto riguarda le abitudini alimentari del bovino, sappiamo che si alimenta e pascola in gruppo durante le ore di luce, quindi può essere definito come una specie diurna. Il tempo che dedica al pascolo risulta variabile tra le 4 e le 12 ore al giorno, a seconda della qualità e delle essenze vegetali disponibili, del clima e della competizione che c’è per accedere alle zone di alimentazione (Mounaix et al., 2014) e si dedica soprattutto a questo tipo di attività all’alba e al tramonto. Con il pascolo il bovino può percorrere distanze variabili tra i pochi metri fino ad arrivare a percorrere diversi chilometri al giorno (Tosi et al., 2003). L’attività di pascolo in mandria risulta essere molto importante a livello di interazioni sociali. È stato notato che i soggetti in gruppo sembrano ingerire quantità di cibo superiore rispetto a soggetti da soli (Metz 1974) ed inoltre i bovini che pascolano insieme tendono ad imitarsi (Curtis et al., 1983).

Per quanto riguarda invece l’assunzione di acqua bisogna ricordarsi che il bovino necessita mediamente di 40 litri di acqua al giorno, quantitativo che può variare in base all’età, alla condizione fisiologica, alla temperatura dell’acqua e alla sua qualità. La frequenza di abbeverata può variare da una a sei volte al dì nei nostri climi ma può ridursi ad una volta ogni due giorni in climi dove risulta difficile reperire l’acqua (Mounaix et al., 2014).

L’attività di riposo, fondamentale per i ruminanti, può essere distinta in attività di ruminazione e di sonno.

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Per quanto riguarda l’attività di ruminazione si può affermare che il tempo medio dedicato a questa attività può variare dalle 5 alle 10 ore al giorno, e soltanto animali in salute e non stressati risultano avere una costante e funzionale attività ruminale, invece per il sonno si può dire che questo può ricoprire il 2-4% della notte ed è frammentato in 8-10 sequenze (Mounaix et al., 2014).

La vista del bovino risulta molto sviluppata e consente una visione laterale a 330 gradi con due zone cieche rappresentate da una zona frontale e da una ristretta zona posteriore. Parlando invece della percezione dei colori bisogna ricordare che il bovino riesce a percepire bene i colori caldi (Mounaix et al., 2014). Il bovino riesce a individuare l’uomo attraverso le forme e il colore dell’abbigliamento e facilmente

associa un numero elevato di uomini a trattamenti terapeutici, movimentazioni eccetera. Come già detto il bovino è una specie diurna che preferisce pascolare al crepuscolo e una luce intensa, che risulta normale per l’uomo, può abbagliare i soggetti, creando il panico e difficoltà di avanzamento tra loro. Questa particolarità deve essere ricordata nella progettazione degli edifici. La vista risulta fondamentale anche a fini comunicativi.

L’olfatto di questi animali risulta molto sviluppato, infatti riesce a percepire odori che l’uomo non riesce a sentire. Lo sviluppo di questo senso risulta fondamentale anche per la percezione dei feromoni sessuali e di sostanze volatili in grado di far scegliere gli alimenti ai soggetti. Ciò risulta utile per capire se all’interno della mandria ci sono soggetti spaventati o stressati, infatti l’odore delle feci e dell’urina di un soggetto spaventato, possono influire sulle reazioni comportamentali dei suoi simili (Boissy et al., 1998). Questo senso risulta infine fondamentale in associazione alla vista per la formazione delle gerarchie e per l’istaurarsi del rapporto madre vitello.

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L’udito risulta molto sviluppato nei bovini i quali riescono facilmente a percepire le alte e basse frequenze. Le alte frequenze sono in grado di allarmare le vacche mentre quelle basse riescono a tranquillizzare gli animali. L’udito risulta inoltre utile al bovino per percepire i predatori ed è fondamentale per far sì che il vitello possa riconoscere la madre e viceversa all’interno della mandria.

Anche il tatto è molto sviluppato nei bovini. La stimolazione tattile è fondamentale per la comunicazione intraspecifica. Le bovine possono essere rilassate dagli stimoli tattili. Infatti spesso si assiste all’attività di self-grooming e di grooming sociale, attività che il bovino in natura pratica spesso ed ha come scopo la pulizia del mantello, il rilassamento reciproco dei soggetti e l'eliminazione dei parassiti che vivono su di esso. L’attività di

grooming non sempre però risulta garantita in tutti i sistemi di allevamento.

Il gusto può influire nelle scelte alimentari dei soggetti e consente al bovino di percepire sensazioni zuccherine salate acide e amare. Questo senso può essere utilizzato anche dall’uomo per la gestione delle mandrie.

La memoria del bovino risulta molto sviluppata infatti i soggetti possiedono una memoria visiva, olfattiva, uditiva e spaziale per questo gli effetti negativi possono rimanere impresso ai soggetti per oltre un anno (Mounaix et al., 2014).

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