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2. IL DELTA BLUES 57

2.1. PROBLEMATICHE SUGLI STILI

Porsi un interrogativo sull'esistenza o meno degli stili è una domanda forse inutile. Tuttavia vanno fatte alcune considerazioni per evitare di cadere nella trappola tanto da un lato di annullare le effettive diversità, quanto dall’altro di creare ad arte presunte enclaves musicali non corrispondenti alla realtà e, in ogni caso, non rispondenti a ciò che il blues era ed è. Il blues, come già accennato, non ebbe un unico luogo di nascita, e se il Delta, come si è già anticipato, è il luogo in cui il blues ha avuto la sua espressione più forte e caratterizzata, la

devil’s music si sviluppò parallelamente e contemporaneamente in più di un luogo, dando origine a diversi stili regionali, ognuno caratterizzato da particolari aspetti e caratteristiche. Va naturalmente detto che le differenze stilistiche regionali sono a rischio di pericolose schematizzazioni e sono, comunque sia, il risultato di un’inevitabile semplificazione. Tuttavia tali divisioni rimangono un utile strumento per definire ciò che va a definirsi come una vera e propria mappa della musica nera americana, in un complesso intrecciarsi di influenze che vanno da quelle più squisitamente nere (che saranno analizzate a parte) a quelle bianche, riconducibili perlopiù alle ballate anglosassoni, a quelle del jazz e del ragtime.

Non bisogna poi dimenticare un fatto molto importante: il mondo del blues era fatto spesso di spostamenti e migrazioni interne agli USA e, a scala più ridotta, all’interno dei singoli Stati e, restringendo ancora il campo, da piantagione a piantagione. Quindi è inevitabile che caratteristiche stilistiche e poetiche di un certo tipo di blues si mescolassero a stili differenti, creando contaminazioni e anomalie all’interno di una regione stilistica e guidando non di rado anche singoli musicisti verso aree che travalicassero i confini della propria zona di nascita, benché taluni stilemi e anche determinati e specifici canti rimasero nell’ambito del luogo di origine. Lo scambio culturale da una regione all’altra del Sud risale a decine di anni prima rispetto alla nascita del blues.

57 Le considerazioni di questo paragrafo sono basate principalmente sull’ascolto comparativo, effettuato nel corso di diversi anni, di grandi quantità di materiale sonoro blues proveniente dalle diverse zone del Sud, accompagnato dalla lettura di testi specializzati, quali: Fabrizio Venturini, (op. cit.); AA. VV. Enciclopedia

del blues e della musica nera (op. cit.); LODETTI A., Guida alla musica del diavolo, Gammalibri, Milano 1988; DE SIMONE M., “Doo-dah! Doo-dah!”, Arcana Edizioni, Milano, 2002.

All’epoca [metà ‘800, n.d.a.] c’era un continuo scambio tra piantagioni vicine, nonché tra differenti Stati, per la frequente vendita di schiavi tra una piantagione e l’altra, ma si trovavano anche brani assolutamente ‘locali’. […] Le canzoni dunque ‘viaggiavano’ da una piantagione all’altra e da uno Stato all’altro, anche se i tempi di diffusione erano imprevedibili, appunto perché legati ad eventi assolutamente episodici.58

Il passo successivo in ordine temporale fu l’invenzione di sistemi di registrazione e la nascita del business dei race records, giacché dopo la fine della schiavitù si verificò un processo inverso rispetto a quello appena descritto: un legame forzato e obbligato alla zona in cui si viveva che determinò la quasi totale impossibilità, se non per puro caso, che si verificassero incontri tra i neri dei diversi Stati del Sud:

Ma quando si incisero su dischi i blues, i blues popolari, per la prima volta questi uomini poterono ascoltarsi l’un l’altro e sapere qualcosa l’uno dell’altro.59

In realtà si può dire che nessun genere di blues può essere tratteggiato con precisione assoluta, se non a scapito di un’effettiva e completa comprensione di questa musica, per quanto gli stili locali esistano in quanto frutto di fenomeni storici, economici ed ambientali, e abbiano di fatto proprie caratterizzazioni.

In altri termini, se bisogna usare molta cautela a tracciare linee troppo marcate, allo stesso modo basta un ascolto anche non troppo attento per rendersi conto come ad esempio il blues di Blind Lemon Jefferson (Texas) sia profondamente diverso da quello dei Cannon’s Jug Stompers (Memphis) e come entrambi si differenzino a loro volta da quello di Blind Willie McTell (Georgia) o da quello di Nehemiah “Skip” James (Mississippi).

A una differenza su scala regionale va poi però aggiunta la già citata differenziazione da bluesmen a bluesmen; ad ulteriore riprova del fatto che, come ormai è assodato da tempo60, il blues è una musica d’autore.

58 DE SIMONE M., op. cit., p. 46-47.

59 OLIVER P., Il Blues, Fabbri, Milano, 1968, citato da Roncaglia Giancarlo, op. cit., p. 66. 60 Cfr. par. 1.2

Non essendo questo lo spazio per una disamina particolareggiata di ogni “regione musicale” (si avrà modo di parlarne più diffusamente riferendomi alle zone esterne confinanti con il Delta, in un altro capitolo), in questa parte del lavoro ci si limiterà ad elencare in uno schema riassuntivo di massima i singoli stili, che serva unicamente ad una contestualizzazione per il tema principale: il blues è un genere musicale ricco di sfumature, intrecci e contaminazioni, e mal si confà ai tagli troppo netti e va guardato e considerato nella sua interezza. Non ne sarebbe possibile una comprensione completa limitandosi ad una zona e senza considerare le interazioni tra stile e stile. Ricordiamo ancora, poi, che il blues è musica “viaggiante” per eccellenza e che questo fatto contribuisce più di ogni altro a creare mescolanze che superano confini politici e naturali, e a fare del blues qualcosa di unitario nella differenza. Per analogia si potrebbe definire il blues, con le sue differenze e la sua comune matrice, con il motto che sta alla base dell'idea di Stati Uniti: “E pluribus unum”.

Le catalogazioni che vorrebbero imbrigliare il blues in rigidi schemi regionali, dovrebbero essere utilizzate solo e unicamente come strumenti utili come base per cominciare un lavoro di ricerca; ma, man mano che il lavoro procede, esse dovrebbero essere gradualmente allentate e pian piano abbandonate. Così, questa ricerca, se è vero che si basa e si incentra sull'area del Delta, questa viene utilizzata e sfruttata anche per avere un solido punto di appoggio per un'analisi che vuole essere più comprensiva dell'intero mondo del blues; anche se non si può negare l'esistenza di concrete differenze di tipo regionale.