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La procedura di certificazione dei contratti collettivi deve concludersi entro quaranta giorni dalla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo,

CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E RAPPRESENTATIVITA’ SINDACALE

7. La procedura di certificazione dei contratti collettivi deve concludersi entro quaranta giorni dalla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo,

decorsi i quali i contratti sono efficaci, fermo restando che, ai fini dell’esame dell’ipotesi di accordo da parte del Consiglio dei Ministri, il predetto termine

«Art.-bis (Strumenti di programmazione finanziaria e di bilancio) –

. La impostazione delle previsioni di entrata e di spesa del bilancio dello Stato è ispirata al metodo della pro-grammazione finanziaria. A tal fine il Governo presenta alle Camere:

a) entro il 30 giugno il documento di programmazione economico-finanziaria, che viene, altresì, trasmesso alle regioni;

b) entro il 0 settembre il disegno di legge di approvazione del bilancio annuale e del bilancio pluriennale a legislazione vigente, il disegno di legge finanziaria, la relazione previsionale e programmatica e il bilancio plu-riennale programmatico che vengono, altresì, trasmessi alle regioni;

c) entro il 15 novembre i disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica.

2. La Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, esprime il proprio parere sui documenti di cui alla lettera a) del comma , entro il  luglio, e di cui alla lettera b) del medesimo comma, entro il  ottobre, e lo comunica al Governo ed al Parlamento».

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può essere sospeso una sola volta e per non più di quindici giorni, per motivate esigenze istruttorie dei comitati di settore o del Presidente del Consiglio dei Ministri. L’ARAN provvede a fornire i chiarimenti richiesti entro i successivi sette giorni. La deliberazione del Consiglio dei Ministri deve comunque essere adottata entro otto giorni dalla ricezione dei chiarimenti richiesti, o dalla scadenza del termine assegnato all’ARAN, fatta salva l’autonomia negoziale delle parti in ordine ad un’eventuale modifica delle clausole contrattuali.

In ogni caso i contratti divengono efficaci trascorso il cinquantacinquesimo giorno dalla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo, che è trasmesso dall’ARAN, corredato della prescritta relazione tecnica, al comitato di settore entro tre giorni dalla predetta sottoscrizione. Resta escluso comunque dall’applicazione del presente articolo ogni onere aggiuntivo a carico del bilancio dello Stato anche nell’ipotesi in cui i comitati di settore delle amministrazioni di cui all’articolo 41, comma 3, non si esprimano entro il termine di cui al comma 3 del presente articolo (258).

8. I contratti e accordi collettivi nazionali di cui all’articolo 40, commi 2 e 3, sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.

8 Comma così sostituito dal comma 548 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante: “Disposi-zioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)”.

Articolo 48

Disponibilità destinate alla contrattazione collettiva nelle amministrazioni pubbliche e verifica

(Art.52 del d.lgs n.29 del 1993, come sostituto prima dall’art.19 del d.lgs n.470 del 1993 e poi dall’art.5 del d.lgs n.396 del 1997 e successivamente modificato dall’art.14, commi da

2 a 4 del d.lgs n.387 del 1998)

1. Il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, quantifica, in coerenza con i parametri previsti dagli strumenti di programmazione e di bilancio di cui all’articolo 1-bis della legge 5 agosto 1978, n. 468 (259) e successive modificazioni e integrazioni, l’onere derivante dalla contrattazione collettiva nazionale a carico del bilancio dello Stato con apposita norma da inserire nella legge finanziaria ai sensi dell’articolo 11 della legge 5 agosto 1978, n. 468 (260), e successive modificazioni ed integrazioni. Allo stesso modo sono determinati

9 Per il testo vigente dell’art.1 bis della legge 5 agosto 1978, n. 468, vedi la nota n. 7.

60 Art. 11 della legge 5 agosto 1978, n. 468, che reca: “Riforma di alcune norme di contabilità generale dello Stato in materia di bilancio”:

«Art. (Legge finanziaria) – 1. Il Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro del bilancio e della program-mazione economica e con il Ministro delle finanze, presenta al Parlamento, entro il mese di settembre, il disegno di legge finanziaria.

2. La legge finanziaria, in coerenza con gli obiettivi di cui al comma 2 dell’articolo 3, dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale e provvede, per il medesimo periodo, alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi.

3. La legge finanziaria non può contenere norme di delega o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio.

Essa contiene esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale e in particolare:

a) il livello massimo del ricorso al mercato finanziario e del saldo netto da finanziare in termini di competenza, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale comprese le eventuali regolazioni contabili pregresse specificamente indicate;

b) le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni, le altre misure che incidono sulla determina-zione del quantum della prestadetermina-zione, afferenti imposte indirette, tasse, canoni, tariffe e contributi in vigore, con effetto, di norma, dal ° gennaio dell’anno cui essa si riferisce, nonché le correzioni delle imposte conseguenti all’andamento dell’inflazione;

c) la determinazione, in apposita tabella, per le leggi che dispongono spese a carattere pluriennale, delle quote destinate a gravare su ciascuno degli anni considerati;

d) la determinazione, in apposita tabella, della quota da iscrivere nel bilancio di ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale per le leggi di spesa permanente, di natura corrente e in conto capitale, la cui quantifica-zione è rinviata alla legge finanziaria;

e) la determinazione, in apposita tabella, delle riduzioni, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio plu-riennale, di autorizzazioni legislative di spesa;

f) gli stanziamenti di spesa, in apposita tabella, per il rifinanziamento, per non più di un anno, di norme vigenti clas-sificate tra le spese in conto capitale e per le quali nell’ultimo esercizio sia previsto uno stanziamento di competenza, nonché per il rifinanziamento, qualora la legge lo preveda, per uno o più degli anni considerati dal bilancio pluriennale, di norme vigenti che prevedono interventi di sostegno dell’economia classificati tra le spese in conto capitale;

g) gli importi dei fondi speciali previsti dall’articolo -bis e le corrispondenti tabelle;

h) l’importo complessivo massimo destinato, in ciascuno degli anni compresi nel bilancio pluriennale, al rinno-vo dei contratti del pubblico impiego, a norma dell’articolo 15 della legge 29 marzo 1983, n. 93, ed alle modifiche del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale;

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gli eventuali oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione integrativa delle amministrazioni dello Stato di cui all’articolo 40, comma 3 (261).

2 Per le altre pubbliche amministrazioni gli oneri derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale sono determinati a carico dei rispettivi bilanci in coerenza con i medesimi parametri di cui al comma 1 (262).

i) altre regolazioni meramente quantitative rinviate alla legge finanziaria dalle leggi vigenti;

i-bis) norme che comportano aumenti di entrata o riduzioni di spesa, restando escluse quelle a carattere ordi-namentale ovvero organizzatorio, salvo che esse si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi di cui alla lettera a);

i-ter) norme che comportano aumenti di spesa o riduzioni di entrata ed il cui contenuto sia finalizzato diretta-mente al sostegno o al rilancio dell’economia, con esclusione di interventi di carattere localistico o microsetto-riale;

i-quater) norme recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi di cui all’articolo 11-ter, comma 7.

4. La legge finanziaria indica altresì quale quota delle nuove o maggiori entrate per ciascun anno compreso nel bilancio pluriennale non può essere utilizzata per la copertura di nuove o maggiori spese.

5. In attuazione dell’articolo 81, quarto comma, della Costituzione, la legge finanziaria può disporre, per cia-scuno degli anni compresi nel bilancio pluriennale, nuove o maggiori spese correnti, riduzioni di entrata e nuove finalizzazioni nette da iscrivere, ai sensi dell’articolo 11-bis, nel fondo speciale di parte corrente, nei limiti delle nuove o maggiori entrate tributarie, extratributarie e contributive e delle riduzioni permanenti di autorizzazioni di spesa corrente.

6. In ogni caso, ferme restando le modalità di copertura di cui al comma 5, le nuove o maggiori spese disposte con la legge finanziaria non possono concorrere a determinare tassi di evoluzione delle spese medesime, sia cor-renti che in conto capitale, incompatibili con le regole determinate, ai sensi dell’articolo , comma , lettera e), nel documento di programmazione economico-finanziaria, come deliberato dal Parlamento.

6-bis. In allegato alla relazione al disegno di legge finanziaria sono indicati i provvedimenti legislativi adottati nel corso dell’esercizio ai sensi dell’articolo -ter, comma 7, con i relativi effetti finanziari, nonché le ulteriori misure correttive da adottare ai sensi del comma , lettera i-quater)».

6 In attuazione di questo comma sono le varie norme delle leggi finanziarie sul finanziamento dei contratti collettivi (cfr., per i dipendenti contratualizzati: l’art.19, comma 1, legge 23 dicembre 1999, n.488; l’art. 16, comma 1, legge 28 dicembre 2001, n.448; l’art.50, comma 1, legge 23 dicembre 2000, n.388; l’art.33, comma 1, legge 27 dicembre 2002, n.289; l’art.3, comma 46, legge 24 dicembre 2003, n.350; l’art.1, comma 88, legge 30 dicembre 2004, n.311; art.1, comma 183, legge 23 dicembre 2005, n.266: art.1, commi 546 e 547, legge 27 dicembre 2006, n.296).

6 Si può vedere, al riguardo, quanto stabilito dall’ art.1, comma 556, legge 27 dicembre 2006, n.296 “Di-sposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)” : «6. Per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall’amministrazione statale, gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali per il biennio 006-007, nonché quelli derivanti dalla corresponsione dei miglioramenti economici al personale di cui all’articolo , comma , del decreto legislativo 0 marzo 00, n.

6, sono posti a carico dei rispettivi bilanci ai sensi dell’articolo 8, comma , del medesimo decreto legislativo n.6 del 00. In sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall’articolo 7, comma , del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i comitati di settore provvedono alla quantificazione delle relative risorse, attenendosi ai criteri previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato di cui al comma 546. A tale fine i comitati di settore si avvalgono dei dati disponibili presso il Ministero dell’economia e delle finanze comunicati dalle rispettive amministrazioni in sede di rilevazione annuale dei dati concernenti il personale dipendente».

Tali disposizioni sono peraltro replicate, quasi negli esatti termini, da tutte le leggi finanziarie che dedicano ap-posite norme al finanziamento dei contratti collettivi Cfr., ad esempio, l’ art.1, comma 186, legge 23 dicembre 2005, n.266, e indietro nel tempo: l’art.19, comma 4, legge 23 dicembre 1999, n.488; l’art. 16, comma 7, legge 28 dicembre 2001, n.448; l’art.33, comma 4, legge 27 dicembre 2002, n.289; l’art.3, comma 49, legge 24 dicembre 2003, n.350; l’art.1, comma 91, legge 30 dicembre 2004, n.311. Vedi, anche, le deroghe al sistema di finanziamento di cui all’art.48, comma 2, del decreto legislativo n.165 del 2001, contenute all’art. 3, comma 52, della legge 24 dicembre 2003, n.350 o al comma 186 della legge 23 dicembre 2005, n.266.

3. I contratti collettivi sono corredati da prospetti contenenti la quantificazione degli oneri nonché l’indicazione della copertura complessiva per l’intero periodo di validità contrattuale, prevedendo con apposite clausole la possibilità di prorogare l’efficacia temporale del contratto ovvero di sospenderne l’esecuzione parziale o totale in caso di accertata esorbitanza dai limiti di spesa.

4. La spesa posta a carico del bilancio dello Stato è iscritta in apposito fondo dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica in ragione dell’ammontare complessivo. In esito alla sottoscrizione dei singoli contratti di comparto, il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato a ripartire, con propri decreti, le somme destinate a ciascun comparto mediante assegnazione diretta a favore dei competenti capitoli di bilancio, anche di nuova istituzione, per il personale dell’amministrazione statale, ovvero mediante trasferimento ai bilanci delle amministrazioni autonome e degli enti in favore dei quali sia previsto l’apporto finanziario dello Stato a copertura dei relativi oneri. Per le amministrazioni diverse dalle amministrazioni dello Stato e per gli altri enti cui si applica il presente decreto, l’autorizzazione di spesa relativa al rinnovo dei contratti collettivi è disposta nelle stesse forme con cui vengono approvati i bilanci, con distinta indicazione dei mezzi di copertura.

5. Le somme provenienti dai trasferimenti di cui al comma 4 devono trovare specifica allocazione nelle entrate dei bilanci delle amministrazioni ed enti beneficiari, per essere assegnate ai pertinenti capitoli di spesa dei medesimi bilanci.

I relativi stanziamenti sia in entrata che in uscita non possono essere incrementati se non con apposita autorizzazione legislativa.

6. Il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva integrativa con i vincoli di bilancio ai sensi dell’articolo 40, comma 3, è effettuato dal collegio dei revisori dei conti ovvero, laddove tale organo non sia previsto, dai nuclei di valutazione o dai servizi di controllo interno ai sensi del d.lgs 30 luglio 1999, n. 286 (263) (264).

6 Il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, reca: “Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell’art.11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”.

6 Si vedano, con riferimento al finanziamento ed ai controlli sulla contrattazione integrativa, soprattutto le disposizioni contenute nell’art. 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, il cui testo, per quanto qui di interesse, è riprodotto sub nota n. , nonché, soprattutto, nell’art.1, comma 189 e seguenti della legge 23 dicembre 2005, n. 266 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)”.

Si riporta una selezione delle disposizioni contenute nella legge per ultimo citata:

«189. A decorrere dall’anno 2006 l’ammontare complessivo dei fondi per il finanziamento della contrattazione

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7. Ferme restando le disposizioni di cui al titolo V del presente decreto, la Corte dei conti, anche nelle sue articolazioni regionali di controllo, verifica periodicamente gli andamenti della spesa per il personale delle pubbliche amministrazioni, utilizzando, per ciascun comparto, insiemi significativi di amministrazioni. A tal fine, la Corte dei conti può avvalersi, oltre che dei servizi di controllo interno o nuclei di valutazione, di esperti designati a sua richiesta da amministrazioni ed enti pubblici.

integrativa delle amministrazioni dello Stato, delle agenzie, incluse le Agenzie fiscali di cui agli articoli 62, 63 e 64 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, degli enti pubblici non economici, inclusi gli enti di ricerca e quelli pubblici indicati all’articolo 70, comma , del medesimo decreto legislativo 0 marzo 2001, n. 165, e delle università, determinato ai sensi delle rispettive normative contrattuali, non può ecce-dere quello previsto per l’anno 2004 come certificato dagli organi di controllo di cui all’articolo 8, comma 6, del decreto legislativo 0 marzo 00, n. 6, e, ove previsto, all’articolo 9, comma -ter, della legge 7 dicembre

997, n. 9, e successive modificazioni».

«190. È fatto divieto di costituire i fondi in assenza di certificazione, da parte degli organi di controllo di cui al comma 189, della compatibilità economico-finanziaria dei fondi relativi al biennio precedente».

«191. L’ammontare complessivo dei fondi può essere incrementato degli importi fissi previsti dai contratti collet-tivi nazionali, che non risultino già confluiti nei fondi dell’anno 2004».

«192. A decorrere dal 1° gennaio 2006, al fine di uniformare i criteri di costituzione dei fondi, le eventuali risorse aggiuntive ad essi destinate devono coprire tutti gli oneri accessori, ivi compresi quelli a carico delle amministra-zioni, anche se di pertinenza di altri capitoli di spesa».

«9. Gli importi relativi alle spese per le progressioni all’interno di ciascuna area professionale o categoria continuano ad essere a carico dei pertinenti fondi e sono portati, in ragione d’anno, in detrazione dai fondi stessi per essere assegnati ai capitoli stipendiali fino alla data del passaggio di area o di categoria dei dipendenti che ne hanno usufruito, o di cessazione dal servizio a qualsiasi titolo avvenuta. A decorrere da tale data i predetti importi sono riassegnati, in base alla vigente normativa contrattuale, ai fondi medesimi».

«194. A decorrere dal 1° gennaio 2006, le amministrazioni pubbliche, ai fini del finanziamento della contratta-zione integrativa, tengono conto dei processi di rideterminacontratta-zione delle dotazioni organiche e degli effetti delle limitazioni in materia di assunzioni di personale a tempo indeterminato».

«9. I risparmi derivanti dall’applicazione dei commi da 89 a 97 costituiscono economie di bilancio per le amministrazioni dello Stato e concorrono, per gli enti diversi dalle amministrazioni statali, al miglioramento dei saldi di bilancio. Tali somme non possono essere utilizzate per incrementare i fondi negli anni successivi».

«96. Il collegio dei revisori di ciascuna amministrazione, o in sua assenza l’organo di controllo interno equi-valente, vigila sulla corretta applicazione della normativa di cui ai commi da 189 a 197 anche ai fini di quanto previsto dall’articolo 0, comma , ultimo periodo, del decreto legislativo 0 marzo 00, n. 6, in ordine alla nullità ed inapplicabilità delle clausole contrattuali difformi».

Articolo 49

Interpretazione autentica dei contratti collettivi

(Art. 53 del d.lgs n. 29 del 1993, come sostituito dall’art. 24 del d.lgs n. 546 del 1993 e successivamente modificato dall’art. 43, comma 1 del d.lgs n. 80 del 1998)

1. Quando insorgano controversie sull’interpretazione dei contratti collettivi, le parti che li hanno sottoscritti si incontrano per definire consensualmente il significato della clausola controversa. L’eventuale accordo, stipulato con le procedure di cui all’articolo 47, sostituisce la clausola in questione sin dall’inizio della vigenza del contratto (265).

6 Con riferimento alla procedura di interpretazione autentica, nel contesto della speciale procedura disciplinata dall’art.64 decreto legislativo n.165 del 2001 per l’accertamento pregiudiziale sull’efficacia validità ed interpre-tazione dei contratti collettivi (cd. ricorso per saltum), si era già espresso il Consigliodi stato, affermando la necessità che l’accordo di interpretazione autentica fosse sottoscritto da tutti i sindacati firmatari dell’accordo da interpretare (Parere della prima Sezione in data 31 ottobre 2001, n.955). Su tale principio è convenuta suc-cessivamente la Cortedi Cassazione con la sentenza del 18 aprile 2005, n.7932. Si possono vedere, inoltre, le ordinanze della CorteCostituzionale del 7 giugno 2003, n.233 e del 22 luglio 2003, n.268 nonché la sentenza del 5 giugno 2003, n.199, con le quali si sono state giudicate manifestamente inammissibili o infondate le eccezioni di legittimità sollevate con riferimento all’art.64 decreto legislativo n.165 del 2001 nel cui ambito è prevista l’in-terpretazione autentica. Vedi anche, in tema, la nota n. 6.

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Articolo 50

Aspettative e permessi sindacali

(Art.54, commi da 1 a 3 e 5 del d.lgs n.29 del 1993, come modificati prima dall’art.20 del d.lgs n.470 del 1993 poi dall’art.2 del decreto legge n.254 del 1996, convertito con modificazioni dalla legge n.365 del 1996, e, infine, dall’art.44, comma

5 del d.lgs n.80 del 1998)

1. Al fine del contenimento, della trasparenza e della razionalizzazione delle aspettative e dei permessi sindacali nel settore pubblico, la contrattazione collettiva ne determina i limiti massimi in un apposito accordo, tra l’ARAN e le confederazioni sindacali rappresentative ai sensi dell’articolo 43.

2. La gestione dell’accordo di cui al comma 1, ivi comprese le modalità di utilizzo e distribuzione delle aspettative e dei permessi sindacali tra le confederazioni e le organizzazioni sindacali aventi titolo sulla base della loro rappresentatività e con riferimento a ciascun comparto e area separata di contrattazione, è demandata alla contrattazione collettiva, garantendo a decorrere dal 1 agosto 1996 in ogni caso l’applicazione della legge 20 maggio 1970, n.300 (266), e successive modificazioni ed integrazioni. Per la provincia autonoma di Bolzano si terrà conto di quanto previsto dall’articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 6 gennaio 1978, n.58 (267).

3. Le amministrazioni pubbliche sono tenute a fornire alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica - il numero complessivo ed i nominativi dei beneficiari dei permessi sindacali.

4. Oltre ai dati relativi ai permessi sindacali, le pubbliche amministrazioni sono tenute a fornire alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica gli elenchi nominativi, suddivisi per qualifica, del personale dipendente collocato in aspettativa, in quanto chiamato a ricoprire una funzione pubblica elettiva, ovvero per motivi sindacali. I dati riepilogativi dei predetti elenchi sono pubblicati in allegato alla relazione annuale da presentare al Parlamento ai sensi dell’articolo 16 della legge 29 marzo 1983, n. 93 (268).

66 La legge 20 maggio 1970, n. 300, reca: “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.

67 Per l’art. 9 del decreto del Presidente della Repubblica 6 gennaio 1978, n. 58, vedi la nota n. .

68 Art.16 della legge 29 marzo 1983, n.93, che reca: “Legge quadro sul pubblico impiego”:

«Art.6 (Relazione al Parlamento). - Nella relazione al Parlamento di cui all’articolo 30 della legge 28 ottobre 1970, n. 775, si riferisce anche circa l’attuazione degli accordi, la produttività, le disfunzioni, i tempi e i costi del-l’azione amministrativa, il confronto con i rapporti di lavoro nel settore privato, e si avanzano eventuali proposte.

In ogni caso il Governo riferisce alle competenti commissioni permanenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica sui contenuti di ogni ipotesi di accordo sindacale entro trenta giorni dalla formulazione.

La relazione è allegata alla relazione previsionale e programmatica di cui all’articolo  della legge  agosto

978, n. 68.

Nell’anno antecedente a quello di entrata in vigore della nuova normativa, la relazione previsionale e program-matica di cui al comma precedente è accompagnata da una apposita relazione programprogram-matica di settore riguardan-te gli accordi in via di stipulazione».