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Prodotti agroalimentari e strategie di marketing innovative

Nel documento IL NEUROMARKETING ALIMENTARE (pagine 58-63)

2.5: Il processo decisionale del consumatore

CAPITOLO 4: Prodotti agroalimentari e strategie di marketing innovative

Lo sviluppo è un processo dinamico che coinvolge tutti gli aspetti economici e sociali (97). Anche i prodotti agroalimentari sono da considerare all'interno di questo continuo processo evolutivo (98).

La recente attenzione dei consumatori per il biologico potrebbe sembrare una scelta dettata dall’attenzione verso un consumo più naturale e “green”, frutto interamente di scelte razionali: si vuole comprare un prodotto avendo cura di scegliere quello più salutare. Il pensiero razionale serve al cliente per comprendere come ottenere quel dato prodotto piuttosto che consumarlo (99). La decisione di comprare biologico, spesso e ha molto più a che fare con la percezione di sé che con la salute vera e propria dell’individuo. Il consumatore, in questo caso, vuole compiere una scelta che lo renda fiero di se stesso. per sentirsi una persona dagli interessi elevati e dagli intenti nobili, andando contro il consumismo di massa facendo qualcosa di concreto per la salvaguardia del pianeta.

Il trend più significativo nel marketing alimentare degli ultimi anni è senz’altro quello relativo agli ambiti del biologico (100).

ad Hans Muller (101) che fondò in Svizzera il Movimento dei Giovani Contadini: un piccolo gruppo di persone che praticava l’agricoltura biologica, puntando al suo riconoscimento sul piano legale.

Solo nel 1991, con il Reg. (CE) n° 2092/91, si è giunti ad una regolamentazione a livello europeo. Nonostante ciò il settore biologico, ha avuto per molto tempo pochi sostenitori, spesso allontanati per le loro idee troppo anticonvenzionali.

Oggi il mercato del “bio” in Europa muove oltre 34 miliardi di euro e anche quest’anno ha registrato una crescita a doppia cifra con un boom in Italia che risale al 2016 (102)

Per rendere i propri prodotti appetibili, il settore agroalimentare non può contare solamente sulle tecniche commerciali del marketing management, come normalmente avviene per i prodotti di estrazione aziendale, ma deve trovare vie alternative (103).

L’agricoltura biologica per esempio è costretta a dover far fronte a costi molto più elevati rispetto alle colture intensive, ma attraverso una differenziazione dei mercati in cui opera riesce comunque a essere competitiva (104).

4.1 Il Melone Mantovano IGP

La coltivazione del melone nel territorio mantovano è antica e documentata storicamente. Sono stati scoperti documenti nei quali si dà notizia dettagliata in merito agli appezzamenti destinati alla coltivazione di meloni, i quali erano portati in dono ai Signori della città (Benetto, 2019) Inoltre non mancano le testimonianze storiche e letterarie di un legame con il territorio già saldo nel tempo. Nel Duemila durante i

restauri della chiesa Santa Croce di Sermide, sono stati rinvenuti affreschi risalenti al XVII che raffigurano i prodotti ortofrutticoli locali, tra cui i spiccano i meloni. Inoltre lo storico bolognese Pietro de’ Crescenzi, già nel Medioevo descriveva i terreni della pianura tra l’Emilia Romagna e la Lombardia come ideali per la coltivazione del melone.

Il melone mantovano è stato il primo in Italia ed è tuttora l’unico melone ad aver ottenuto il marchio europeo IGP. Alla base del successo a livello commerciale, troviamo il saper fare rete dei produttori, la promozione su media tradizionali, ma anche un uso coraggioso di web e social media in particolare (105).

Sui social di Facebook e di Instagram, infatti, la comunicazione e la presenza del Melone Mantovano IGP è costante e ben curata: grazie agli investimenti multicanale del Consorzio che negli ultimi anni hanno aiutato la crescita sia in termini di venditi sia in termini di reputazione e conoscenza verso il consumatore.

4.2 Il marketing territoriale del vino

Il marketing del vino è spesso associato al marketing territoriale. Vedere una bottiglia di vino equivale a entrare in contatto con un dato territorio la sua storia e la sua tradizione. Questo è strettamente collegato al concetto di denominazione d'origine e alla forte correlazione fra territorio e tipicità di un vino, che ha nella cultura Italiana delle radici antichissime.

Il solo pronunciare il Brunello di Montalcino, spinge ad immaginare l'immagine del paese di Montalcino (106).

Il consumo del vino è legato alla sfera dei sensi, ed è necessario che le aziende vitivinicole operino in questa direzione. Sono indispensabili le emozioni per attirare il consumatore e, ancora di più, per mantenerlo e fidelizzarlo nel tempo. Le imprese devono cercare di coinvolgere il consumatore emotivamente, personalmente e fisicamente. (107).

Nel periodo di settembre/ottobre il profumo delle uve e del mosto accoglie gli eno appassionati nelle cantine del Movimento Turismo del Vino. È il momento in cui le aziende selezionano dei grappoli migliori, un periodo suggestivo per visitare i vigneti, partecipare insieme ai vignaioli alla raccolta dell'uva e alle prime fasi di lavorazione. Per raggiungere i consumatori, le aziende organizzano eventi speciali quali mostre d'arte, spettacoli, concerti e molto altro (108).

Il consumatore di vino, vive un’esperienza d’immersione completa nel mondo della viticoltura, riscoprendo l’importanza del territorio e della natura e allo stesso tempo ha la possibilità di fruire in loco dei prodotti a chilometro zero. Le aziende, di rimando, fidelizzano il cliente instaurando con lui un rapporto di fiducia, mostrando la genuinità dei propri prodotti, rafforzando concetto tramite i ricordi positivi scaturiti dall’esperienza vissuta.

Cantine Aperte, è l’evento più importante che si svolge in Italia come unico

protagonista il vino (109). Da 16 anni, nell’ultima domenica di maggio, le cantine affiliate al Movimento Turismo del Vino aprono le proprie cantine al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati.

L’organizzazione di momenti di aggregazione come la messa in scena di spettacoli della tradizione locale, mostre di attrezzi enologici, degustazioni di prodotti tipici realizzati direttamente in azienda, dà vita ad una “festa della vendemmia”, che porta ad un coinvolgimento totale di chi vi prende parte.

Un altro evento simile è Vinitaly, il “Salone Internazionale del vino e dei distillati” che si tiene a Verona, dal 1967, con cadenza annuale. Vinitaly si estende per oltre 95 000 m², conta più di 4 000 espositori l’anno e registra circa 150 000 visitatori per edizione. Il salone raccoglie produttori, importatori, distributori, ristoratori, tecnici, giornalisti e opinion leaders provenienti da tutto il mondo (110).

Le emozioni che prova un visitatore o un buyer all’interno di una cantina allestita per raccontare dove nasce quel vino, che storia c’è dietro, la passione che l’azienda dedica alla cura dei propri prodotti e dove quest’ultima sta cercando di arrivare, rappresentano per le aziende, un’occasione cruciale in cui incontrare partner abituai o conoscerne di nuovi (111).

Nel documento IL NEUROMARKETING ALIMENTARE (pagine 58-63)

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