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Il ‘Progetto di razionalizzazione’

Malgrado la sua vicinanza al centro di Firenze e le sue connessioni – attraverso le vie Pistoiese e di Brozzi, con l’intero sistema viario – il territorio de Le Piagge è stato urbanizzato senza intenzioni sicure, come si trattasse di un terreno di risulta disponibile ad accogliere attività per le quali era difficile trovare posto altrove.

Le ragioni di questo insolito modo di procedere non sono del tutto chiare. Forse il sapere che larghe fasce di quel territorio ancora vuote sono molto inquinate, o forse la consapevolezza che l’intera area costituisce un paesaggio che in futuro potrebbe essere pregiato, se non altro perché è il prolungamento delle Cascine e l’estensione di una grande area già

destinata a parco, ha frenato l’Amministrazione dall’intraprendere un intervento urbanistico coprente e organico e d’altra parte trattenuto gli operatori edilizi dall’investire in una situazione troppo incerta per offrire garanzie di successo.

Probabilmente ci sono altre ragioni che potrebbero essere definite di ‘umore urbano’ perché si manifestano in particolari situazioni di disagio spaziale. La sigillatura quasi ermetica tra la via Pistoiese e il viadotto ferroviario, parallelo al fiume, potrebbe essere stata un deterrente notevole.

Altre ragioni emergeranno dalle analisi che sono state condotte dall’Amministrazione e dai nuovi studi in corso; ma si può dire che quelle già note bastano a descrivere i risultati che si registrano nell’assetto urbanistico attuale. Il quale è stato definito a ‘tralcio di pere’, essendo il tralcio la via Pistoiese e le pere – separate e autonome – i vari piccoli insediamenti indipendenti che sono stati realizzati.

Non si può dire che questi insediamenti siano di qualità spregevole, né che generino situazioni ambientali intollerabili. L’Amministrazione ha esercitato un controllo assai prudente e decoroso sulle iniziative; per cui Le Piagge non sono neppure lontanamente paragonabili allo Zen di Palermo o al Corviale di Roma o ad altri drammatici quartieri costruiti in Italia tra gli anni ’50 e ’80. I suoi problemi di disagio ambientale e sociale, che indubbiamente esistono, sembrano risolvibili contando sulla maturazione, del resto già in atto,

di una visione più organica da parte dell’Amministrazione comunale e sulla volontà di partecipazione attiva che gli abitanti del quartiere hanno già promesso per tutto il corso del processo di recupero e rivitalizzazione, dalla definizione degli interventi alla loro manutenzione.

I ‘brevi tronchi di strutture’ e il ‘fuso

strutturale longitudinale’

La visione più organica del problema nasce da un’analisi di alcuni particolari dell’assetto urbanistico attuale; il quale è costituito da brevi e indipendenti

tronchi di strutture che non riescono

a congiungersi per formare un fascio strutturale unico che agisca da armatura per l’intera area. Questi tronchi si rilevano a Le Piagge in ogni attività insediata. Nell’impianto viario i tronchi scendono dalla via Pistoiese, servono l’insediamento (per esempio via Campania, via della Nave di Brozzi, via della Sala, via dell’Osteria, via del Pesciolino, via di San Biagio, via della Stazione delle Cascine, i nuclei residenziali detti «Le Navi») e poi tornano indietro. Idem per i parcheggi che coprono gli spazi aperti migliori. Idem per le aree destinate a parchi e giardini. Idem per le strutture assistenziali (già realizzate o anche progettate e in via di realizzazione). Idem per le attrezzature sportive; ecc... È naturale che questa mancanza di continuità tra i tronchi stabilisca una condizione di isolamento generalizzato di cui i gruppi sociali più vivaci risentono, nel presagio che senza una struttura di comunicazione semplice ma complessiva, si ritarda gravemente la formazione di una

‘identità’ collettiva del luogo capace di confrontarsi alla pari con le altre parti della città.

Due conseguenze immediate deriveranno dalla sistematizzazione dei brevi tronchi per formare un

fuso strutturale longitudinale. La

prima è interna all’area de Le Piagge ed è la formazione di un sistema di connessioni continuo tra le varie attività e le diverse linee di movimento pedonale e veicolare. La seconda travalica l’area e, correndo lungo le sponde della via Pistoiese, tende a stabilire rapporti più attivi con il centro storico di Brozzi-Peretola. Attualmente, sia da una parte (Pistoiese) che dall’altra (Brozzi-Peretola) si manifestano fenomeni di disaggregazione fisica e sociale (le comunità cinesi che non si integrano) che potrebbero produrre isolamento e alienazione. Con cautela, senza danneggiare le attività esistenti, si può intervenire per modificare il flusso dei movimenti e ottenere un livello più alto di scambi e comunicazioni.

La soluzione passa attraverso la razionalizzazione e conseguente riconfigurazione della via Pistoiese come previsto dal Piano strutturale che, a sua volta, implica la riduzione del traffico veicolare.

Il primo ‘provvedimento urbanistico’ è dunque di consolidare un’armatura longitudinale sulla stessa direttrice delle Cascine (destinato, in linea di principio, a estendersi nel territorio in direzione della foce dell’Arno), selezionando, dirottando dove necessario e saldando gli attuali brevi tronchi di strutture fino a configurare un unico sistema continuo. Dopo di

che bisognerà compiere un’accurata revisione degli ingressi al quartiere e delle loro connessioni con gli insediamenti circostanti, in particolare Brozzi-Peretola.

La prima operazione è facile da capire e da eseguire, perché la viabilità continuerà a essere connessa (come il tralcio di pere attaccate al ramo) alla via Pistoiese, con imbocchi meglio praticabili di quelli attuali, ma non dovrà più necessariamente essere percorsa (per andare da una pera all’altra) perché sarà continua, lungo un tracciato semplice e lento che unisce tutti gli insediamenti dal raccordo con l’autostrada al ponte dell’Indiano (da ovest a est via Marche, via Lombardia, via Piemonte). La nuova strada infatti – che chiameremo da ora in poi ‘via de Le Piagge’ – unirà tra loro i tronchi esistenti e attraverserà il territorio secondo una direttrice longitudinale che non è retta ma spezzata, e quindi servirà ogni punto senza mai consentire al traffico di scorrere troppo velocemente. Il fatto che la strada la debba percorrere rallentando è compensato dalla sicurezza, dalla protezione dal rumore e dai gas di scarico, dalla presenza contemporanea e parallela di una rete di percorsi ciclabili e pedonali che rende possibile il godimento pacifico del paesaggio. Per la seconda operazione sembra ragionevole adottare il progetto elaborato dall’Ufficio viabilità del Comune, nell’ambito del Pur di Brozzi, che prevede la riqualificazione dei centri storici dei due borghi, integrandolo con una nuova soluzione viabilistica che organizzerà i movimenti veicolari per sensi unici

e scorrimento ad anello dalla via Pistoiese. Diventa possibile in questo modo ricavare marciapiedi e limitare la presenza di autoveicoli nella via di Brozzi e nella via di Peretola. Tra gli anelli di circolazione (che uniscono due borghi in un unico circuito pedonale e protetto) è previsto che in brevi tratti di strada, slarghi e piccole piazze sia vietato il traffico veicolare e il parcheggio delle automobili. Nel Progetto di razionalizzazione il medesimo sistema di circolazione è stato esteso anche sull’altro lato della via Pistoiese, nel territorio de Le Piagge, per fare in modo che il moto dei pedoni e dei veicoli avvenga in modo analogo lungo entrambi i lati, attraverso circuiti ad anello che uniscono i due settori di città. Questo contribuisce a semplificare gli incroci della via Pistoiese con le vie che la traversano, dato che la svolta avviene in modo alternato solo da un lato. Infatti l’incrocio potrebbe avere una corsia centrale di svolta dalla parte in cui si deve attraversare la carreggiata e un’ampia isola che facilita l’attraversamento dei pedoni; inoltre consentirebbe ai mezzi pubblici di servire con continuità ambedue i lati della via Pistoiese in modo equivalente.

La soluzione è resa possibile dal fatto che, essendo in fase di realizzazione un nuovo tronco viario che connette l’area industriale di Osmannoro con la via Pistoiese in prossimità del sottopasso all’autostrada, buona parte del traffico pesante che attualmente transita sulla via Pistoiese si presume verrà alleggerito notevolmente. Un nuovo ponte sull’Arno, di dimensioni contenute (dove

secoli fa esisteva un traghetto per l’attraversamento del fiume) consentirà una nuova connessione con il quartiere di Ugnano e

Mantignano e servirà a dirottare parti del traffico locale che, in direzione sud-ovest, attualmente confluisce sul ponte dell’Indiano per attraversare la via Pistoiese.

Lo stesso modello di sistematizzazione è stato applicato anche alla

riorganizzazione dei parcheggi che vengono aggregati in modo da non distruggere gli spazi aperti e da renderli più facilmente accessibili integrando quelli esistenti con quelli che è possibile ricavare ai margini della nuova via de Le Piagge. Al margine est del ponte dell’Indiano un nuovo sottopasso connetterà il sistema viario all’asse longitudinale delle Cascine.

Il sistema di aree pedonali di Brozzi- Peretola sarà connesso – sempre da percorsi pedonali analoghi a quelli automobilistici – alla rete pedonale (e anche automobilistica) de Le Piagge. Lo stesso modello di sistematizzazione coinvolgerà anche: i parchi e i giardini collocati nelle aree a loro più appropriate e il più possibile contigue; gli edifici residenziali e in particolare Le Navi; le aree sportive (che però, restando per lo più dove già si trovano) verranno estese o connesse tra loro da piccoli episodi di ‘tramite’; le strutture assistenziali esistenti e previste che non verranno spostate ma solo integrate con sistemazioni a giardino che le inseriscono meglio nei loro contesti; la costruzione di qualche nuovo nucleo residenziale minuto, dove appare necessario risarcire

vuoti ingiustificati e generatori di isolamento; la realizzazione di un albergo di elevata categoria circondato da un parco e corredato dei servizi necessari nell’area libera adiacente al ponte dell’Indiano, particolarmente adatta a questa destinazione per la sua vicinanza al centro urbano e al nuovo insediamento di Novoli; la facile connessione al grande sistema viario di penetrazione urbana; la ristrutturazione dei sottopassi al viadotto ferroviario e l’apertura di nuovi varchi sull’Arno dove sono previsti punti di sbarco per i natanti, piccoli squeri di rimessaggio per le imbarcazioni, luoghi di sosta e ristoro lungo il corso del fiume, anche in prossimità della stazione della ferrovia.

Le ‘aste edificate trasversali’ Il fuso strutturale longitudinale, di cui si è detto, è attraversato da una sequenza di aste trasversali sulle quali si distribuiscono le più significative attività del quartiere, sia che già esistano o che siano state dall’Amministrazione progettate e in via di realizzazione, sia che vengano previste dal Progetto di

razionalizzazione.

Lo studio delle diverse componenti delle aste trasversali consente, come nel caso del fuso strutturale

longitudinale di ristrutturare e

riqualificare gli spazi stradali completandone i fronti con inserti di edifici e alberature.

Le aste si prolungano fino ad intersecare le principali attività del parco fluviale de Le Piagge e spesso fino a raggiungere il fiume. Le aste individuate e studiate

in dettaglio nel Progetto di

razionalizzazione sono otto: nei

disegni di progetto sono illustrate tutte le operazioni da compiere per la loro realizzazione, per cui qui ci si può limitare a una breve descrizione. Andando verso est e discendendo dalla via Pistoiese verso il fiume, la prima asta trasversale parte dall’incrocio della via Campania dove, seguendo le previsioni del Piano strutturale, sarà un edificio destinato a residenza e commercio; sul lato opposto sarà un edificio scolastico e una piccola piazza; poi, penetrando nel territorio de Le Piagge, la sequenza continuerà con un nucleo di impianti sportivi: questo destinato a crescere

con integrazioni future, che lo estenderanno nel tempo per fasi successive fino a raggiungere le attrezzature del campo di golf. Muovendo verso ovest, si incontra la seconda asta trasversale (la via della Nave di Brozzi), delimitata da un mare di alberi ed edifici residenziali esistenti che si estende ulteriormente nell’area fino a raggiungere il fiume verso il quale si affaccia con un nucleo di attrezzature per la nautica (porticciolo, imbarcadero, rimessaggio, ristoro, ponte carrabile diretto verso il parco dell’Argingrosso).

È da notare che quando l’asta incontra a nord la via Pistoiese attraversa la strada e penetra nel quartiere Brozzi con un percorso pedonale che raggiunge l’isola pedonale vicina alla piazza I Maggio. Anche la terza asta trasversale dalla piazza I Maggio, al di là della via Pistoiese, parte con un nucleo di

impianti sportivi e un piccolo centro commerciale; dopo di che arriva alla piccola stazione ferroviaria che è sull’argine del fiume.

La quarta asta trasversale, che in un certo senso è la più incidente sulla caratterizzazione del quartiere, si inserisce su due aree la cui destinazione è in via di definizione: da un lato l’ex Oleificio, dall’altro l’area in prossimità del Centro giovani. La disponibilità delle due aree offre occasioni per un intervento coordinato il cui scopo è di integrare tutti i servizi di quartiere appoggiandoli a nuove attività mirate, di carattere residenziale e commerciale. L’Amministrazione ha già costruito un Centro giovani di notevole qualità, e ha intenzione di integrarlo con altri servizi di analoga destinazione dedicati ai gruppi di opinione e di iniziativa che agiscono nel quartiere. Sulla via Pistoiese è previsto che un ponte (simile alla porta di ingresso a San Marino, Dogana) connetta le attività sui due lati della strada.

Sullo stesso asse, procedendo verso sud, si accederà al parco che penetrerà con una delle sue anse maggiori nell’edificato. Lì potrà essere localizzato il Centro parco, dove sarà possibile raccogliere ogni genere di informazione e avere a disposizione dei locali per riunioni, proiezioni, dimostrazioni, vendita di prodotti biologici oltre a un

caffè-ristorante.

Procedendo ancora si arriva al maneggio.

Attualmente, dove la quarta asta

trasversale si avvicina al viadotto

ferroviario, di maneggio ne esiste

già uno che però è piccolo e quindi va notevolmente ampliato. Bisogna tener conto che a Firenze i maneggi sono pochi e dotati di attrezzature piuttosto limitate; soprattutto non dispongono di abbastanza spazio attorno per accogliere una stazione di partenza e di arrivo per le passeggiate a cavallo di lunga gittata. In quella posizione è possibile invece sistemare quanto è necessario (recinti, stalle, officine, attrezzerie, spogliatoi, punti di ristoro, ecc. … ) per compiere passeggiate a cavallo che potrebbero seguire tutto il corso dell’Arno fino alla foce.

L’area delle Navi viene riorganizzata. Gli interventi previsti dalla

Amministrazione all’interno degli edifici si stanno dimostrando positivi; per cui potranno bastare alcune integrazioni di servizi minuti, che sono stati chiamati ‘tramiti’. Negli spazi esterni verranno riordinati i parcheggi, liberati dalle automobili gli spazi aperti, sistemati i giardini, revisionata e modernizzata la rete dei percorsi automobilistici, pedonali e ciclabili, ecc…

Lungo il fuso longitudinale, in corrispondenza degli edifici maggiori, una piazza ospiterà i mercati

ambulanti settimanali in attrezzature fisse che offrano copertura, acqua corrente ed energia elettrica ai venditori, che disporranno le loro attrezzature formando un ulteriore centro di aggregazione per il quartiere. Procedendo ancora verso est si arriva all’insediamento residenziale ‘a ventaglio’ che, anche se introduce nel quartiere una geometria in contrasto con quella preesistente, non verrà modificato se non per introdurre una

risarcimento funzionale e ambientale che consente di concludere gli assi di percorrenza e gli allineamenti, inserendo servizi che funzionano da ‘tramiti’ e che possono essere anche ‘tramiti residenziali’ di grana molto rada, dove il terreno lo consente e dove è possibile assicurare una protezione vegetale efficace. Il terreno vago che è sul bordo della via Pistoiese verrà risarcito con l’inserimento di alcuni minuti nuclei residenziali, commerciali, di servizio; lasciando spazio alla vegetazione che deborda dai giardini del nuovo albergo e occlude alla vista i raccordi del ponte dell’Indiano.

I materiali del ‘Progetto di razionalizzazione’ e la sua autonomia operativa

Il Progetto di razionalizzazione’ è un elaborato che, benché coordinato con l’insieme dell’operazione, ha anche una sua autonomia tecnica e operativa: nel senso che è un vero e proprio Progetto guida corredato di disegni, grafici, relazioni, ecc... ecc… Per una sua più precisa comprensione bisogna rimandare dunque a quei materiali, limitandoci in questa Relazione a descrivere i principi, gli scopi, il metodo, secondo i quali è stato elaborato.

Si può dire in primo luogo che il progetto interviene su quanto nel territorio a Le Piagge si prevede che ci sia e c’è già ma non funziona come dovrebbe, perché è affetto da incoerenze funzionali, è povero di significati, non favorisce la formazione di un’identità spaziale e sociale e perciò genera bassa qualità ambientale e disagi di comunicazione

tra gli abitanti.

L’Amministrazione comunale ha compiuto notevoli sforzi per modificare sostanzialmente la situazione, realizzando alcuni interventi di buon livello edilizio e mettendone in progettazione – o addirittura in esecuzione – altri destinati a convogliare sull’area nuove energie.

Anche se per certi aspetti forse avrebbero potuto essere localizzati meglio, sarebbe assurdo ostacolare la realizzazione di questi programmi e si è scelto infatti di accoglierli (se sono in avanzata fase di maturazione) cercando di renderli il più possibile collaboranti e coerenti con quelli che verranno compiuti per la formazione del fuso strutturale longitudinale. L’intera operazione deve essere dunque considerata realizzabile in tempi ragionevoli, relativamente brevi, e con mezzi economici non eccessivi.

Quando l’intervento chiamato

Progetto di razionalizzazione dello

stato attuale sarà stato compiuto, Le Piagge diventeranno un quartiere urbano dotato di una sua propria identità, di buone condizioni ambientati, di limitato disagio sociale (se non accadono eventi sconvolgenti che il più delle volte vengono dall’esterno e sono imprevedibili), capace di assumere un ruolo ben definito che gli consenta di dialogare alla pari e attivamente con le altre parti urbane della città.

Ma il potenziale de ‘Le Piagge’ è

più alto di come appare

Le Piagge hanno un potenziale ben più alto di come appare; che, se

liberato, potrebbe sviluppare energie capaci di rendere la zona attraente e interessante per tutta la città di Firenze.

Si è detto: «bisogna porsi l’obiettivo di fare diventare Le Piagge una meta per i cittadini fiorentini perché offre loro risorse urbane e ambientali che non si troverebbero altrove». Ora si può ritenere che questo obiettivo possa essere raggiunto, anche in un arco di tempo piuttosto lungo ma comunque mantenendosi così vivido da costituire un ‘traguardo superiore’. Per cercare di essere più chiari si può provare a elencare di questo traguardo alcune tra le ragioni principali: – Il territorio de Le Piagge è parallelo a nord al fuso urbano delimitato dalle vie di Brozzi e Pistoiese, che ha caratteri morfologici assai meno alieni di quelli delle zone di nuova espansione interna al centro urbano e garantisce di preservare al suo intorno una misura e un tono di «fiorentinità» che è da considerare prezioso per l’identità della città. – Il territorio de Le Piagge è di fatto un prolungamento delle Cascine, che oltre i suoi confini si prolunga ancora a lungo fino al parco dei Renai, e oltre fino alla foce dell’Arno. La vocazione a parco di tutta questa lunga fascia territoriale è certa: parco spesso disseminato di costruzioni e qualche volta interrotto da insediamenti residenziali e da servizi di interesse urbano e regionale; che sono radi ma organicamente connessi tra loro dalla viabilità principale, dalla ferrovia, da una fitta rete di percorsi pedonali e ciclabili. – Il territorio de Le Piagge, quando disinquinato, offrirà quindi notevoli

estensioni di spazio libero dove potranno essere insediati alcuni servizi di interesse generale che sono scarsi o addirittura non esistono nella città né nel suo intorno immediato e anche lontano.

Il territorio de Le Piagge è sbarrato lungo tutto il lato meridionale da un viadotto ferroviario che preclude quasi totalmente la vista e la frequentazione del fiume. Ma confinare con l’Arno non è cosa da niente e non solo per le occasioni paesaggistiche e ambiental i che può offrire, ma anche perché è davvero «storico», nel senso che ha dietro di sé un’intensa e agitata esperienza temporale che a tutti dice qualcosa perché grande è la sua energia evocativa. Essere su una riva dell’Arno e non vederlo a causa di un alto Viadotto ferroviario – penetrabile solo attraverso un paio di sotto passi malandati – è un’assurdità

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