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Nel 2013, la Provincia autonoma di Trento ha commissionato alla Trentino School of Management (TSM) un progetto volto a far convergere la partecipazione con una maggiore attenzione per la sostenibilità del turismo nelle aree protette. Il progetto:

[…] ambisce a costruire, attraverso il coinvolgimento e il confronto con gli stakeholders interessati, una strategia di valorizzazione delle aree protette garantendo un uso consapevole delle risorse territoriali attraverso l’ideazione di progetti e interventi sostenibili da un punto di vista economico, ambientale e sociale182.

180 Istituto nazionale di economia agraria, Turismo sostenibile nelle aree protette: vincoli, risorse e

opportunità nelle Regioni Obiettivo 1, Roma, INEA, 2001, p. 28.

181

Istituto nazionale di economia agraria, op. cit.

117 Le finalità di TurNat sono volte ad agire sia sul turismo, che sull’ambiente; nel primo caso si intende fornire un’offerta turistica qualitativamente più elevata all’interno delle aree protette, cui si aggiungono la delocalizzazione e la destagionalizzazione dei flussi turistici ed un turismo maggiormente integrato con l’ambiente e l’agricoltura locale. Nel secondo caso si intende operare attraverso la sensibilizzazione in merito al capitale naturale e culturale del luogo, ma anche ponendo una maggiore attenzione alla conservazione delle aree protette.

Il progetto ha avuto inizio con una fase di concertazione, volta all’elaborazione di una definizione comune di turismo sostenibile, al coinvolgimento degli stakeholders locali, alla ricognizione dei punti di forza e debolezza relativi alle singole aree protette e al turismo trentino, all’elaborazione di un piano strategico comune, per uno sviluppo delle aree protette e di un conseguente turismo sostenibile.

La seconda fase rappresenta invece un approccio più concreto, volto ad un’analisi per la valutazione delle opportunità concrete, per le aree protette trentine, di aderire alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile183. Infatti, tale strategia rappresenta il contesto in cui si è affermata la volontà di adesione alla Carta da parte del Parco Naturale Paneveggio- Pale di San Martino, che, a partire dal mese di maggio 2014, ha avviato il processo per la candidatura alla CETS. Tale processo verrà presentato in questo capitolo, analizzandone le diverse fasi e, in particolar modo, soffermandosi sul ruolo della partecipazione delle comunità locali.

Attraverso TurNat, la volontà è quella di elaborare una strategia comune a scala provinciale, per poi adattarla a livello locale, all’interno delle singole aree protette; inoltre, il progetto non mira solo al coinvolgimento degli stakeholders del settore turistico, bensì opta per un approccio integrato, in grado di coinvolgere differenti settori, strettamente correlati al turismo (es. agricoltura di montagna e trasporti). Durante tale processo vengono utilizzati differenti strumenti partecipativi, fra cui tavoli di lavoro, forum e focus group e nei primi cinque mesi sono state coinvolte circa sessanta persone, per un totale di venti enti.

183

118

IV.3 Il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino184

Figura 5: Logo del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino (Fonte: Sito internet del Parco185).

Il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino (Figura 5) si colloca all’interno del versante orientale del Trentino e, più precisamente, nell’area delle Alpi orientali. Esso occupa una superficie di 19.717,46 ettari, la quale si sviluppa su un territorio posto, nella maggior parte dei casi, ad un’altitudine minima di 1500 metri.

L’Area Protetta comprende nel suo territorio dieci Comuni186

e parte del sistema 3 delle Dolomiti UNESCO, divenute Patrimonio dell’Umanità il 26 giugno 2009. Nello specifico, i dieci Comuni si collocano in tre differenti vallate: la Valle del Primiero, che fa parte del Parco con i suoi otto Comuni (fra cui Canal San Bovo, nella Valle del Vanoi), la Val di Fiemme, con il Comune di Predazzo, e la Val di Fassa, con il Comune di Moena.

Il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino è stato istituito nel 1967 ed era inizialmente caratterizzato da un’estensione di 15.704 ettari, cui sono stati aggiunti 4.007 ettari nel 1987, per raggiungere così la dimensione attuale sopraccitata (Figura 6); in principio, il Parco è stato costituito tramite il primo Piano Urbanistico Provinciale (PUP), rivisto, in seguito, nel 1987. L’adozione del secondo PUP, ha condotto alla legge provinciale 6 maggio 1988, n. 18, in materia di “Ordinamento dei Parchi Naturali”, la quale afferma che: “Scopo dei parchi è la tutela delle caratteristiche naturali e ambientali, la promozione dello studio scientifico e l’uso sociale dei beni ambientali”187

.

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Il paragrafo riproduce una parte del materiale relativo al progetto di certificazione del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino con la CETS. Tali parti sono state scritte dall’autrice dell’elaborato durante il tirocinio presso il Parco stesso e, alcune di esse, verranno inserite nel Rapporto Diagnostico elaborato dal Parco, in collaborazione con Trentino Green Network.

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www.parcopan.org.

186

Canal San Bovo, Imer, Fiera di Primiero, Mezzano, Moena, Predazzo, Sagron-Mis, Siror, Tonadico, Transacqua.

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Figura 6: Carta del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino (Fonte: Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino)188.

Tale legge fa inoltre riferimento agli organi che costituiscono l’Ente ed al Piano del Parco; in seguito ad essa si è avuta l’istituzione dell’Ente Parco nel 1990.

Attualmente, la legge di riferimento è la legge provinciale 23 maggio 2007, n. 11, in materia di “Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d’acqua e delle aree protette”. Essa è volta a:

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La scala numerica della carta non è stata inserita in quanto la rappresentazione del territorio si dimostra approssimativa; di conseguenza, il Parco ha inserito la scala grafica, per evitare interpretazioni non corrette.

120 […] migliorare la stabilità fisica e l’equilibrio ecologico del territorio forestale e montano, nonché a conservare e a migliorare la biodiversità espressa dagli habitat e dalle specie, attraverso un’equilibrata valorizzazione della multifunzionalità degli ecosistemi, al fine di perseguire un adeguato livello possibile di stabilità dei bacini idrografici, dei corsi d’acqua e di sicurezza per l’uomo, di qualità dell’ambiente e della vita e di sviluppo socio-economico della montagna189.

Il titolo quinto di tale legge provinciale si riferisce alle aree protette, facendo un esplicito riferimento alle forme di partecipazione e concertazione, le quali, unite alla comunicazione, rendono compartecipe e consapevole la comunità locale, a cui è richiesto di concorrere alla salvaguardia e alla tutela del territorio.

Negli ultimi anni, il Parco ha dimostrato un interesse sempre maggiore verso le certificazioni ambientali, volte alla tutela ambientale del territorio di riferimento. Infatti, già nel 2004 il Parco ha aderito ad un processo di Agenda 21 Locale, in collaborazione con altri enti locali; per questo motivo, si è fatto inizialmente ricorso alla Certificazione UNI EN ISO 14001:04, per poi registrare il Parco con EMAS; ciò deriva da un impegno a rispettare le leggi ed i regolamenti relativi all’ambiente, oltre che dall’obiettivo di migliorare continuamente le prestazioni ambientali, al fine di preservare la biodiversità e valorizzare il territorio.

In particolare, sono stati evidenziati sette differenti obiettivi da raggiungere attraverso le certificazioni ed i marchi:

1. Garantire la conservazione degli habitat con monitoraggi, studi e ricerche, interventi di manutenzione e recupero di zone eventualmente degradate, attivando una collaborazione con altri enti provinciali, creando una rete di aree protette in grado di conservare la biodiversità in Trentino;

2. Valorizzare sia da un punto di vista naturalistico che culturale attraverso studi e ricerche siti specifici e puntuali ma anche intere aree o itinerari e percorsi;

189 L.p. 23 maggio 2007, n. 11, in materia di Governo del territorio forestale e montano, dei corsi

121 3. Avviare insieme ad altri soggetti presenti sul territorio la promozione di un

turismo sostenibile attraverso la divulgazione di un’immagine unitaria e coerente di area protetta;

4. Valorizzare le specificità locali quali prodotti tipici agricoli, artigianali, forestali sia promuovendo eventi culturali sia intessendo rapporti di formazione e collaborazione con gli operatori economici locali;

5. Organizzare l’accessibilità e la fruizione turistica ed escursionistica secondo criteri di sostenibilità attraverso interventi migliorativi sulla segnaletica, sulle aree di sosta veicolare, sui supporti informativi;

6. Inserire i concetti di “Certificazione” e “Registrazione dei sistemi ambientali” anche nel settore della didattica ambientale già attuata dal Parco;

7. Adottare tutte le misure più idonee che portino ad un risparmio energetico e di risorse ambientali190.

In aggiunta a ciò, il Parco sta avviando, in parallelo al percorso di adesione alla CETS, il processo di implementazione di Qualità Parco, già citato nel caso del Parco Naturale Adamello Brenta, al fine di coinvolgere gli operatori turistici del territorio, per promuovere un’offerta di qualità, sia a livello di ricettività che di servizi, e allo stesso tempo sostenibile. QP rappresenta una delle azioni legate alla CETS, ma anche a TurNat, che interessa l’intera Provincia.

IV.4 Il Comune di Sagron-Mis nel Parco: una best practice per lo sviluppo