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La Provincia autonoma di Trento annovera nel suo territorio tre Parchi naturali, di cui due Parchi provinciali (Parco Naturale Adamello Brenta e Parco Naturale Paneveggio- Pale di San Martino) e un Parco nazionale (Parco Nazionale dello Stelvio); in questo elaborato si fa riferimento ai due Parchi provinciali.

III.2.1 Turista vs. Residente

In Trentino, i Parchi naturali hanno un ruolo preponderante nel turismo, in quanto, la Provincia autonoma di Trento stima che, qualora essi non fossero presenti, il turismo trentino vedrebbe settantamila turisti in meno nel corso della stagione estiva113. Tale dato si riferisce ai tre Parchi sopraccitati, se però si facesse riferimento a tutte le Aree Protette del Trentino, i visitatori in meno sarebbero centomila.

Infatti, accade talvolta che il turista scelga la località di soggiorno, proprio per la presenza dell’area protetta (nel caso del Trentino, la percentuale di turisti che ha scelto la località per la presenza di un parco è pari al 10%). Si vedrà in seguito, che anche fra i sindaci dei Comuni afferenti all’area del Parco Naturale Adamello Brenta e del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, c’è chi vede come punto di forza il fatto di essere nel territorio del Parco. È però interessante evidenziare come l’opinione dei visitatori si discosti da quella dei residenti, che identificano frequentemente la presenza dell’area protetta come un vincolo, piuttosto che come un’opportunità. I visitatori ritengono invece che le limitazioni presenti non rappresentino un problema e, piuttosto, che siano necessarie per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente naturale.

Naturalmente, il turista può solo in parte capire ciò che tali limiti ed imposizioni possono comportare nel corso della vita quotidiana. Ad ogni modo, il dato è positivo, in quanto la maggior parte degli intervistati assegna al Parco una funzione di tutela e riconosce quindi l’importanza di porre dei vincoli e delle regolamentazioni; di conseguenza, il ruolo e la presenza del Parco sono ritenuti dai visitatori di fondamentale importanza114.

113 Provincia autonoma di Trento, Dipartimento agricoltura, turismo, commercio e promozione, Ufficio

Politiche turistiche provinciali, Turisti nei Parchi del Trentino, Trento, 2012, p. 12.

76 I turisti sono anche maggiormente convinti, rispetto a residenti ed escursionisti, della validità del Parco come opportunità di sviluppo. Un turista, del resto, è per così dire più facilitato nel vedere gli aspetti positivi e propulsivi di un Parco, mentre un residente talvolta può sottolinearne i vincoli, può rivelarsi maggiormente timoroso in merito ai condizionamenti che un Parco naturale necessariamente implica, si pensi all’edificazione di nuove case, allo sfruttamento del bosco, dell’acqua…115

.

III.2.2 Il profilo del visitatore del parco

Dall’indagine svolta nel corso dell’estate 2011 dalla Provincia autonoma di Trento, risulta che l’83,2% dei visitatori intervistati nei tre Parchi sono italiani, ed il 15,4% risiede all’interno della Provincia. Naturalmente, il campione intervistato può non essere totalmente rappresentativo del turismo di tali aree; tuttavia, è comunque riscontrabile una preponderanza di visitatori nazionali116. Infatti, ciò può essere confermato da un’esperienza personale di chi scrive, derivante dalla somministrazione di questionari nei due Parchi provinciali, nel corso dell’estate 2013, per conto della Provincia.

Viene fatta una distinzione fra tre categorie di visitatori: il residente nella Provincia (9%), l’escursionista che visita il parco in giornata (14%) ed il turista (77%). Naturalmente, queste figure vanno distinte, in quanto il loro impatto sul territorio e sui residenti, sia positivo che negativo, tende a variare. Per quanto concerne chi soggiorna, la permanenza media dei turisti è piuttosto elevata, infatti essa è di 10,8 notti nel Parco Naturale Adamello Brenta e di 11,2 nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino. Si può quindi affermare che nella maggior parte dei casi il visitatore del parco raggiunge tale area allo scopo di rimanervi e visitarla, anziché compiere un viaggio itinerante e fermarsi all’interno dell’area protetta per un lasso di tempo limitato. Inoltre, poco più della metà dei turisti soggiorna in strutture alberghiere, mentre la media di chi soggiorna nelle seconde case è pari all’11,6%.

Ad ogni modo, più della metà degli intervistati dichiara di aver visitato altri parchi naturali in Italia, mentre il 26,6% si dichiara fedele alle aree protette del Trentino. Fra le attività preferite dal visitatore dell’area protetta, troviamo il riposo e le passeggiate, cui si aggiunge la vacanza attiva, per la quale il Trentino è ampiamente

115

Ivi, p. 30.

116

Il visitatore medio è adulto e si colloca intorno ai 44,8 anni; più della metà degli intervistati visita il parco in famiglia, mentre un terzo è in coppia.

77 conosciuto; alto è anche il numero di coloro che si mostrano interessati alle attività proposte dal parco (quasi due terzi).

Risulta interessante evidenziare come solo un quinto degli intervistati sia un newcomer, infatti, la fedeltà al Trentino risulta molto elevata117.

III.2.3 Le opportunità per l’area protetta

Dall’indagine risulta che la spesa media dei visitatori nei Parchi trentini si aggira intorno ai sessantatre euro giornalieri, con differenze marcate fra il Parco nazionale dello Stelvio e gli altri due Parchi (il primo si aggira intorno ai cinquanta euro, gli altri due intorno ai settantadue)118. Ad ogni modo, è notevole l’indotto turistico derivante dai visitatori dei tre Parchi, giunti in Trentino con la specifica motivazione di visitare l’area protetta, che nell’estate 2011 ha prodotto 560.000 pernottamenti nel corso della stagione estiva, per un totale pari a quasi cinquanta milioni di euro. Se a tali presenze si aggiungono poi quelle dei visitatori delle altre aree protette della Provincia e quelle di chi si è recato in Trentino anche solo in parte per la presenza del parco, si può affermare che tali aree conducono ad un indotto totale di trecento milioni di euro durante la stagione estiva119.

Di conseguenza, sono notevoli le opportunità che le aree protette hanno a disposizione nel mercato turistico. Se si è parlato ampiamente di impatti turistici negativi, tali dati dimostrano che il turismo, se gestito correttamente, può portare anche dei benefici al territorio ospitante.

Le aree protette ricoprono un ruolo strategico per l’educazione dei visitatori e per condurre a nuove forme di turismo maggiormente sostenibili. È quindi necessario rivolgersi a target specifici, per soddisfare la domanda, ma allo stesso tempo il bisogno di salvaguardia del patrimonio ambientale e socio-culturale. A conferma di ciò, l’87,4% di coloro che trascorrono le proprie vacanze nel parco, afferma che esso rappresenta: “un’opportunità di sviluppo e un’attrattiva turistica”120

. Le opportunità per il parco sono ampie, tuttavia, devono essere colte nel rispetto dell’ambiente sociale e ambientale, sia da parte dell’operatore, che del visitatore.

117 Ivi, pp. 19-35. 118

Tali differenze derivano dalla maggior presenza di seconde case nel Parco nazionale dello Stelvio, che, conseguentemente, comportano una domanda differente.

119 Ivi, pp. 65-70. 120 Ivi, p. 65.

78 Il perfetto viaggiatore non esiste, e se esistesse sarebbe antipatico. Viaggiare è spostare il proprio baricentro, cercare un equilibrio dinamico: solo i funamboli professionisti sanno camminare composti sul cavo teso, e tanto di cappello. Attenzione e consapevolezza sono invece i normali requisiti necessari per viaggiare in maniera responsabile121.