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L’area a nord della foce del Serchio risulta in avanzamento da molti secoli, trend che dai dati delle linee di riva estrapolati dalle immagini aeree si mantiene anche se in maniera ridotta ancora oggi. Il fattore determinate in epoca recente è la presenza del porto di Viareggio che, arrestando il naturale flusso longitudinale delle sabbie dovuto al moto ondoso (diretto da sud verso nord), provoca cospicui fenomeni di ripascimento fino alla foce del fiume Serchio. L’area è comunque stata interessata da importanti avanzamenti della linea di riva già prima della costruzione del porto nel 1914 (Milano, 1994).

Le sequenze progradanti identificate nei profili georadar sono la rappresentazione di questa evoluzione del litorale. In accordo con vari autori è stato possibile stimare la posizione delle varie linee di riva da metà del XVIII secolo fino alla fine del XIX secolo. La ricostruzione temporale della progradazione della costa si è basata sulla posizione dei presidi militari (fortificazioni e torri di avvistamento) che hanno accompagnato nel tempo lo spostamento della foce del fiume Serchio. La figura 6.1 mostra come dalla posizione dei fortini di Bocca di Serchio si è ricavata la posizione della costa. La distribuzione dei cordoni dunari e delle aree interdunari, che fornisce

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indicazioni sull’orientamento delle paleolinee di riva, indica che il litorale in epoca passata aveva un andamento quasi parallelo a quello attuale.

L’area di studio doveva quindi essere occupata dal mare almeno fino alla fine del XVIII secolo. Per queste motivazioni si assume che i depositi più antichi individuabili nei profili georadar siano successivi all’inizio del XIX secolo.

I riflettori della facies Rf1 rappresentano il profilo della spiaggia intertidale, da questi quindi è possibile individuare dei settori in cui sono comprese delle paleolinee di riva. Nella prima parte verso terra dei profili AC e AD è stato riconosciuto un riflettore ben definito alla base di una sequenza progradante, di dimensioni, forma e posizione molto simili. Questa superficie si assume che possa contenere una paleolinea di riva riferibile alla prima parte del XIX secolo. Nel profilo AB è risultato più difficile individuare tale riflettore. Questo può essere dovuto al fatto che potrebbe trovarsi al di fuori dell’inizio del profilo, e quindi non essere stato rilevato. Mentre nella parte verso terra del profilo AA è stato individuato un riflettore che potrebbe essere riferito

Fig. 6.1 – DTM (da dati Lidar) con la posizione delle fortificazioni di Bocca di Serchio e la linea di costa della prima parte del XIX sec. Sono indicati i quattro profili georadar (da Piccardi e Pranzini, 2016 modificato)

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allo stesso periodo ma l’incertezza aumenta per la maggiore distanza del profilo dalle altre linee georadar (fig. 6.2).

Nei profili georadar AB e AC si nota una correlazione tra le varie unità deposizionali. Entrambe le linee georadar sono caratterizzate dallo sviluppo di una sequenza progradante sulla quale per un certo periodo si imposta il passaggio del canale fluviale, che viene in un secondo tempo abbandonato e riempito di sedimenti.

Fig. 6.2 – Confronto tra i vari riflettori della facies Rf1 dei quattro profili. La linea rossa tratteggiata è stata interpretata come un profilo di spiaggia dell’inizio del XIX secolo. L’andamento, la posizione, la forma sembrano essere confrontabili e concordanti. Nel profilo AB è risultato più difficile individuare tale superficie. Questo può essere spiegato dal fatto la paleolinea potrebbe trovarsi in una posizione precedente l’inizio del profilo, e quindi non essere stata rilevata. Mentre per il profilo AA esiste una maggior incertezza legata alla distanza del profilo rispetto alle altre linee georadar. In alto a sinistra: PROFILO AA; in alto a destra PROFILO AB; in basso a sinistra PROFILO AC; in basso a destra PROFILO AD .

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Fig. 6.3 – Confronto profili AC (in alto) e AB (in basso). I diversi riquadri indicano i vari eventi sedimentari, colori uguali indicano un’associazione temporale tra i due profili. Il punto interrogativo rappresenta l’incertezza sulla posizione della linea rossa sul profilo AB (potrebbe essere compresa al di fuori del profilo).

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Questi depositi sono poi in discontinuità con i successivi. Un forte evento erosivo ha interessato il tratto di costa, troncando il lato verso mare del riempimento dei paleocanali. Questa lacuna stratigrafica non permette di definire gli eventi compresi nell’intervallo temporale tra il riempimento del paleocanale e la ripresa della sequenza progradante successiva alla discontinuità. Questa ripresa dell’avanzamento del litorale si sviluppa per decine di metri, in seguito è presente circa a metà profilo un evento trasgressivo collegato a una sequenza sedimentaria di spiaggia sommersa. Questo ha sospeso temporaneamente questo trend positivo di avanzamento, che riprende successivamente ma in maniera meno marcata. Durante questo periodo si ipotizza uno spostamento della foce più a sud in quanto nei profili AB, AC e AD non si hanno evidenze di strutture erosive o deposizionali legate ad ambiente fluviale.

Nella parte distale la foce del fiume, relativa al profilo AD, l’influenza del fiume sembra sia stata più importante in epoca recente rispetto al passato, nei depositi più profondi infatti si nota una prevalenza di fattori marini e eolici. I depositi del profilo AD riferibili alla solita epoca dei precedenti, quindi successivi alla prima linea di riva individuata, sono una piccola sequenza progradante e le due unità deposizionali dunari. Queste ultime sono separate da una superficie di discontinuità erosiva che ha tagliato il primo set di lamine, con conseguente lacuna stratigrafica, che analogalmente a quella presente negli altri profili, non permette una ricostruzione temporale continua dello sviluppo del litorale. In seguito riprende lo sviluppo verso terra per decine di metri della duna sopra la discontinuità tramite l’accumulo di sedimento probabilmente su quella che doveva essere una paleoberma di tempesta.

Gli eventi che hanno portato allo sviluppo dei depositi di questi tre profili sembrano essere confrontabili e concordanti. Tuttavia il profilo AA risulta invece quello più influenzato dalle dinamiche fluviali e quindi con depositi solo in parte concordanti con quelli delle altre linee.

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Fig. 6.4 – Confronto linee AD (alto), AC (centro), AB (basso). Le linee trattegiate indicano possibili collegamenti temporali delle varie unità.

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Dall’analisi della “Carte Particulière Des Còtes D’Italie“, carta storica del 1846 eseguita dalla Marina Francese del tratto di costa dal Golfo della Spezia fino a Bocca d’Arno8 si nota come la forma della foce sia differente dall’attuale con una bocca più aperta e senza il caratteristico spit presente già in epoche passate. Si nota una piccola laguna, sulla sponda destra, risultato forse dell’abbandono e della successiva chiusura di parte dell’asta terminale del canale fluviale. La posizione della foce sembra leggermente più a sud di quella attuale. La carta permette di studiare anche l’evolversi della spiaggia sommersa, i dati evidenziano una morfologia del fondale a bassa pendenza (fig. 6.5).

8 La carta è stata fornita dal Dott. Casarosa, geologo del Servizio Difesa del Suolo della Provincia di Pisa.

Fig. 6.5 – La foce del fiume Serchio in un dettaglio della “Carte Particulière Des Còtes D’Italie“ eseguita dalla Marina Francese nel 1946. Si nota come la bocca della foce sia più allargata ed è presente un piccolo stagno costiero. E’ indicata la posizione di una fortificazione che potrebbe rappresentare il 2° o 3° fortino di Bocca di Serchio.

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Secondo Milano, 1994 la linea di riva nei pressi della foce del Serchio è avanzata di più di 150 metri dal 1850 al 1983 (fig. 6.6).

Lungo il litorale pisano a metà del 1800 cominciano i primi fenomeni di erosione della costa. Dal 1850 diminuisce l’apporto solido fluviale, l’approvvigionamento dei sedimenti e la loro distribuzione lungo il litorale da parte del moto ondoso. Questo porta ad una importante fase erosiva che progressivamente interessa tratti di litorale sempre più ampi. Sempre in questo periodo inizia l’erosione della cuspide deltizia dell’Arno. Confrontando questi dati con le tracce georadar si è provato ad ipotizzare un collegamento fra questi eventi e i depositi identificati.

Gli eventi erosivi riconosciuti nelle linee radar potrebbe essere legati oltre che a mareggiate particolarmente intense anche alla diminuizione del trasporto solido fluviale che ha portato all’erosione del litorale a partire da metà del XIX secolo. I sedimenti provenienti dallo smantellamento del delta dell’Arno potrebbero aver permesso la ripresa dell’avanzamento del litorale. In seguito la progradazione continua ma in maniera meno marcata, la costruzione del Porto di Viareggio all’inizio del XX secolo può aver influito sulla ripresa dell’avanzamento.

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