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Programma Città Sane: Healthy Urban Planning e Healthy Ageing Il Programma Città Sane (Healthy Cities) viene lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel

1986 con l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute della popolazione europea assicurando l’accesso a servizi sanitari di buona qualità, ma anche mobilitando a livello locale, nei contesti urbani, soggetti sociali privati e pubblici, singoli e collettivi, al fine di costituire un movimento per accelerare il processo di promozione della salute.

Il Programma Città Sane nasce come attuazione del concetto di salute proposto dall’atto di costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1948) e ripreso dalla Carta di Ottawa (1986): la salute è “una condizione di completo benessere – fisico, sociale e mentale - e non solo l’assenza di malattia”, condizione a cui concorrono, insieme ai fattori genetici, fattori economici, sociali e ambientali. A partire dal 1988 questa strategia viene enunciata dall’OMS anche nei documenti programmatici “Obiettivi della salute per tutti”.

La salute e la qualità della vita diventano, dunque, un outcome non più solo individuale ma sociale, l’esito di una sfida lanciata ai territori urbani dalla globalizzazione, dall’esclusione sociale, dalla povertà e multiculturalità: “La città sana è quella che costantemente crea e migliora i contesti fisici e sociali ampliando le

risorse della comunità che permettono ai cittadini di aiutarsi a migliorare tutti gli aspetti della vita e a sviluppare al massimo il proprio potenziale”.

Il progetto Healthy Urban Planning e Healthy Ageing nascono nell’ambito della Terza Fase (1998- 2002) del Programma Città Sane OMS, quando comincia a emergere come una priorità lo sviluppo di principi e pratiche di pianificazione urbana per una città sana, oltre ad una crescente attenzione verso il tema dell’invecchiamento della popolazione.

L’obiettivo principale del progetto Healthy Urban Planning è quello di focalizzare il centro di attenzione della pianificazione urbanistica sulla salute e la qualità della vita. I principi chiave dell’approccio “Città Sane” alla gestione urbana sono: equità, sostenibilità, cooperazione intersettoriale, coinvolgimento della comunità, azione internazionale e solidarietà. Per promuovere un maggior livello di salute, benessere e qualità della vita nei contesti urbani è infatti necessario, come indica l’OMS, integrare le politiche e le azioni dei molteplici settori di intervento amministrativo - in particolare urbanistico, ambientale, socio-sanitario - e dei diversi soggetti sociali - decisori, professionisti di tutte le categorie, privati, mondo

accademico e della ricerca, cittadini organizzati - che operano sulla/nella città. A partire dall’anno 2005 il progetto Healthy Urban Planning si concentra tra l’altro su alcune dimensioni legate alla

fruizione e accessibilità degli spazi urbani e dei manufatti architettonici, in particolare attraverso la ricerca e la conduzione di alcuni progetti pilota riguardanti la popolazione anziana più fragile e con diversi gradi di autosufficienza. Occuparsi degli spazi di vita degli anziani significa anche occuparsi, attraverso questa popolazione che presenta tratti alternati di fragilità e di competenza, delle più generali situazioni di abitanti fragili, secondo una prospettiva di design for all o di utenza ampliata. Occuparsi di Healthy Ageing significa affrontare il tema di una convivenza possibile senza paura, cercando di progettare spazi sicuri prima di tutto perché abitati; ripensare alle modalità in cui la malattia e l’esperienza di fragilità e limite trovano posto nelle nostre città. Significa prima di tutto porre attenzione, nella progettazione e nella pianificazione, al far sì che l’ambiente fisico e sociale siano il meno possibile causa di tale fragilità ma, anzi, supporto alle capacità di ciascuno di ri- adattamento e libera scelta. (Dipartimento di Architettura e Pianificazione, 2006)

Infatti, gli obiettivi che il sottoprogramma Healthy Ageing promuove sono strettamente legati alla definizione di spazi in grado di sostenere l’uso da parte anche della popolazione anziana, oltre al garantire l’accesso a servizi sociali e sanitari di alta qualità e coordinati, di sostenere le capacità funzionali e di salute. Le attività promosse da questa sezione del programma rientrano nelle aree riguardanti la prevenzione delle cadute, la promozione dell’attività fisica, prevenzione dell’isolamento e dell’esclusione sociale, oltre ad altre aree di carattere più sanitario (vaccinazioni, formazione medica, prevenzione maltrattamenti, long term care). In particolare le attività che riguardano i cosiddetti “Supportive environments” assumono un ruolo centrale, per il ruolo che assumono rispetto al tema dell’invecchiamento in salute. Le azioni previste riguardano la maggiore accessibilità dell’ambiente costruito e del sistema dei trasporti, oltre ad incentivare lì’attività fisica, la partecipazione e l’inclusione sociale, assicurando inoltre agli anziani accesso alle informazioni.

Le azioni proposte dal Comune di Udine e poi inserite nel programma sull’Healthy Ageing riguardano soprattutto, seguendo gli ampi obiettivi del programma, la promozione di stili di vita maggiormente attivi e sani, svolti in un ambiente che cura e che facilita il loro svolgersi. Le azioni proposte dal Comune, focalizzate su tale obiettivo, non intervengono sul ridisegno o progettazione di spazi pubblici “per anziani”, bensì riguardano maggiormente la sfera delle politiche sociali e sanitarie. Qui di seguito si riportano alcune della azioni previste, quelle che risultano essere maggiormente coerenti rispetto all’oggetto della ricerca (Comune di Udine, 2009); vi sono infatti altre azioni, che insistono maggiormente sugli aspetti sanitari del tema che si è preferito omettere da questo elenco (attività di prevenzione di alcune patologie legate all’avanzare dell’età o per la promozione di una maggiore consapevolezza rispetto alle abitudini alimentari).

Gruppi di cammino – Questi gruppi di persone over 65 si incontrano periodicamente durante la settimana per camminare lungo sentieri interni alla città o nei dintorni. Questi percorsi sono condotti da una guida competente in attività motorie, che accompagna un gruppo formato da 10-30 persone che conducono per circa un’ora una moderata attività fisica. Gli obiettivi di questa azione sono quelli di incoraggiare stili di vita attivi e salutari negli adulti e negli anziani, in modo da prevenire o ritardare l’insorgere di disabilità psicomotorie, oltre ad offrire agli anziani opportunità di socializzazione in modo da contrastare l’esclusione sociale e la solitudine. In questo modo, si trasforma l’ambiente in un luogo maggiormente attrattivo nel quale essere fisicamente attivi.

Ginnastica a domicilio – È un’attività che punta a stimolare gli anziani a un regolare esercizio fisico, incoraggiandoli successivamente a partecipare a programmi di attività fisica anche al di fuori delle mura domestiche.

“Testa e piedi in movimento”- Gruppi organizzati di anziani che camminano insieme verso le biblioteche del territorio, dove poi si dedicano alla lettura di un libro. Piedibus – Attività di incontro tra le generazioni, in cui il “nonno” sorveglia e garantisce la sicurezza di un gruppo di bambini che si reca a piedi a scuola, svolgendo un servizio simile a quello di un mezzo di trasporto pubblico, con fermate scandite da orari precisi di sosta e ripartenza. Il successo di questa iniziativa ha consentito nel corso degli anni un continuo miglioramento nella progettazione dei percorsi casa scuola, intervenendo anche nella sistemazione e riprogettazione di alcuni tratti di marciapiedi nei pressi delle scuole coinvolte nel progetto (Comune di Udine, 2013)

“No alla solit’Udine” – Si tratta di un servizio che fornisce supporto alle persone anziane e fragili nella loro vita quotidiana, specialmente coloro che vivono da sole , in situazioni di disabilità o di disagio economico. I soggetti coinvolti in questa politica sono stati il comune, le associazioni di volontariato, gli uffici di polizia, le imprese di costruzione e il servizio di aiuto telefonico. I servizi che vengono forniti sono: ascolto, commissioni, supporto per visite ospedaliere, compagnia, camminate, offerta di consigli, anche professionali e legali, acquisto di medicine, shopping, trasporto e piccole riparazioni. I risultati di questo progetto si sono visti nella riduzione delle domande per accedere alle residenze per anziani, al miglioramento generale delle condizioni di vita degli anziani coinvolti nel progetto, all’aumento delle relazioni sociali per quelle persone che beneficiano di questo servizio, che iniziano a diventare un punto di riferimento significativo per le persone anziane della comunità.

Orti urbani per anziani – Il Comune ha individuato sul suo territorio quattro aree da dedicare alla realizzazione di orti urbani attrezzati da assegnare per tre anni e tramite bando a diverse categorie di cittadini udinesi: famiglie, associazioni, scuole e, appunto, anziani. Tra gli obiettivi, il comune si propone di “creare percorsi di cittadinanza attiva come occasioni di aggregazione sociale che favoriscano i rapporti interpersonali, la conoscenza e la valorizzazione dell’ambiente urbano, nonché lo svolgimento da parte di persone anziane di attività utili alla prevenzione, al mantenimento e alla cura della salute; (…)recuperare spazi pubblici con finalità sociali e di miglioramento anche estetico del paesaggio urbano, incrementandone l’efficienza e valorizzando il concetto di bene comune; dare a tali aree valore preminente di luoghi urbani “verdi” di qualità contro il degrado, il consumo di territorio e per la tutela dell’ambiente” (Comune di Udine, 2012).Quest’iniziativa, sebbene non inclusa nella politica dedicata all’Active ageing, ne viene tuttavia informata negli obiettivi e nelle modalità in cui viene realizzata, dedicando una sezione specifica del bando agli anziani e mettendo in pratica gli obiettivi dell’invecchiamento attivo.

Realizzazione aree verdi ogni trecento metri – All’interno del nuovo Piano Regolatore Generale (Comune di Udine - Dip. Gestione del Territorio, delle Infrastrutture e dell'Ambiente - Servizio Pianificazione Territoriale, 2012), le previsioni dei nuovi servizi ed attrezzature, tra cui le aree verdi, vengono accompagnate dalla valutazione della loro accessibilità nel raggio di trecento metri, ovvero la distanza di cinquecento passi, quella utile per renderli facilmente raggiungibili a piedi da un utenza allargata anche a quelle persone dalle ridotte abilità motorie, come gli

anziani. Anche in questo caso, sebbene questo elemento considerato nella progettazione non rientri nel set di progetti considerati sotto l’ombrello delle politiche per l’active ageing, si può affermare che questo criterio sia stato del tutto informato dal framework concettuale in cui si muove, insistendo appunto sul ruolo degli spazi verdi, della loro accessibilità e fruibilità, nel promuovere stili di vita attivi e nella popolazione over 65.

Scheda 6 - World Health Organization Age-friendly Environments Programme