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Il progressivo aumento della partecipazione di Fiat in Chrysler

Il 10 gennaio 2011 Fiat incrementava la propria quota di partecipazione in Chrysler Group LLC, passando dall'iniziale 20% al 25%. Questo era stato possibile in seguito al realizzarsi del primo dei tre

Performance Events delineati e descritti nell'accordo operativo del giugno

2009. In particolare Chrysler aveva ricevuto le autorizzazioni regolamentari e si era impegnata ad iniziare la produzione commerciale del motore FIRE (Fully Integrated Robotized Engine) in uno stabilimento del Michigan.136

Il 12 aprile 2011 la partecipazione di Fiat aumentava di nuovo, salendo al 30%. In tale data era infatti raggiunto il secondo obiettivo che permetteva l'esercizio di un'ulteriore opzione call ovvero l'attuazione da parte del gruppo Chrysler di vendite per 1,5 miliardi di dollari al di fuori

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dei Paesi del Nafta e la sottoscrizione di accordi di distribuzione in Sudamerica di alcuni prodotti. Le partecipazioni risultavano quindi al momento così suddivise: UAW VEBA 59,2%, Fiat 30%,Tesoro Usa 8,6%,Governo canadese 2,2%.137

La marcia di Fiat non si arrestava e solo qualche giorno più tardi, il 21 aprile era annunciato il raggiungimento di un accordo con Chrysler Group LLC e gli altri soci di quest'ultima relativamente all'esercizio da parte della holding italiana della già citata “Incremental Equity Call Option”, spettante in base all'accordo operativo138. La manovra era completata il successivo 24 maggio 2011 in seguito al rifinanziamento del debito di Chrysler e al rimborso dei prestiti concessi dai Governi USA e Canadese. La partecipazione di Fiat veniva quindi incrementata di un ulteriore 16% a fronte di un corrispettivo di 1.268 miliardi di dollari Usa139. Si dimostrava evidente la volontà di entrambe le parti di stringere i tempi per la nascita di un gruppo unico in grado di operare e imporsi a livello globale.

Ancora, a distanza di soli tre giorni, il 27 maggio Fiat rendeva noto al Dipartimento del Tesoro statunitense la volontà di esercitare l'opzione per l'acquisto della partecipazione detenuta da questo in Chrysler del 6% del capitale sociale. Il prezzo dell'operazione sarebbe stato concordato tra le parti in un termine di dieci giorni lavorativi a partire dal momento della comunicazione o, se non fosse stato possibile, sulla base delle valutazioni

137 Comunicato stampa Fiat S.p.A.,12 aprile 2011. 138 Comunicato stampa Fiat S.p.A., 21 aprile 2011. 139 Comunicato stampa Fiat S.p.A., 24 maggio 2011.

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più prossime tra quelle formulate da tre banche di investimento all'occorrenza nominate.

Qualche mese più tardi, il 21 luglio, Fiat acquistava sia la partecipazione del Governo canadese, pari all'1,5% del capitale e per un corrispettivo di 125 milioni di dollari Usa, sia la suddetta quota detenuta dal Dipartimento del Tesoro, dietro il pagamento di 500 milioni. In tal modo Fiat passava a controllare il 53,5% complessivo di Chrysler.

Ulteriore passo verso l'integrazione dei due gruppi si aveva con la realizzazione del terzo e ultimo Performance Event, il quale attribuiva automaticamente a Fiat un'aggiuntiva quota del 5%. In questo caso era stato richiesto a Chrysler di ottenere l'approvazione di una legge che consentisse la produzione di auto a basso consumo(40 miglia per gallone) con il conseguente impegno di avviarne la produzione industriale.140 In data 5 gennaio 2012 quindi il controllo di Fiat era pari al 58,5% mentre la restante quota di Chrysler del 41,5% rimaneva posseduta da VEBA.

Per completare l'incorporazione quindi mancava solamente l'esercizio della cosiddetta VEBA Call Option, opzione posseduta da Fiat sin dal giugno 2009 per l'acquisto della partecipazione del 40% di Chrysler. Tra il 2012 e il 2013 la holding italiana ha deciso di usufruire dell'opzione per tre volte, sottraendo in ciascuna trance una quota del 3,3%. Al seguito del perfezionarsi di tali eventi la presenza nel gruppo americano saliva al 68,49%.

Il tassello mancante dell'operazione era aggiunto al quadro fin ad ora delineato nel gennaio scorso. All'inizio dell'anno corrente veniva infatti, dapprima annunciata e poi realizzata, l'acquisizione dell'intera

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partecipazione detenuta da VEBA Trust da parte della società Fiat North America LLC (“FNA”),totalmente controllata da Fiat S.p.A..

A partire da quel momento Fiat otteneva il controllo del 100% di Chrysler Group LLC. Il corrispettivo della manovra consisteva in un'erogazione straordinaria di 1.900 milioni di dollari da parte di Chrysler ai soci e il pagamento di una somma pari a 1.750 da FNA a VEBA Trust.

Contemporaneamente Chrysler Group e l' “UAW”( International

Union, United Automobile, Aerospace and Agricultural Implement Workers of America, sindacato americano rappresentante dei lavoratori negli Stati

Uniti,Portorico e Canada) provvedevano a sottoscrivere un Memorandum d'Intesa ad integrazione del vigente contratto collettivo. Si prevedevano ulteriori contribuzioni a favore del VEBA Trust per un ammontare totale di 700 milioni e lo stesso C.d.A. di Chrysler esprimeva parere favorevole a riguardo di un'erogazione straordinaria.

Dopo meno di cinque anni dall'intesa con l'Amministrazione Usa sul salvataggio di Chrysler, che come abbiamo ricordato vide il Lingotto entrare con una quota iniziale del 20%, l'operazione si concludeva positivamente. Il nuovo “costruttore globale” era finalmente nato, occorreva adesso definirne gli aspetti che ne consentissero il funzionamento e l'azione.

Era arrivato quindi il momento di predisporre e mettere nero su bianco i termini dell'integrazione da un punto di vista societario, in primo luogo decidendo la forma organizzativa e legale della nascente società. La questione non era di secondaria importanza e soprattutto la scelta della

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localizzazione della sede legale della capogruppo e del suo quartier generale si presentava particolarmente spinosa.141