CONSERVARE LA BIODIVERSITA’.=
La relazione tecnica della Carta dell’Uso Agricolo non è una semplice descrizione delle colture che insistono sul territorio comunale, ma è anche uno strumento tecnico che consente di pensare e prevedere obiettivi per proporre indirizzi, recupero e tutela dei luoghi di valori abbandonati da cui trarre le opportunità e momenti propizi per realizzare il sogno di ogni cittadino per dare vita ad ambienti vivibili, pur nel rispetto della storia, della cultura, della tradizione agricola che i Contradesi non vogliono perdere.
La relazione tecnica agronomica ha immaginato come il territorio di Contrada fosse un grande corpo d’uccello, simbolico e cosa reale, che spicca il volo sullo sfondo per nitidezza di contorni sul monte Faliesi, sulle sue pendici, sulla valle e tanti colli.
E proprio verso il monte Faliesi sono dirette le prime tutele e valorizzazioni delle risorse forestali ed ambientali: la testa di Contrada “a capa” di Faliesi, dove vegeta una secolare fustaia di faggio e dove insistono diverse grotte di natura carsica, tra cui la grotta dedicata a San Michele. Pertanto si prevedono di raggiungere due obiettivi:
a) Sistemazione del costone roccioso della grotta dell’Angelo San Michele:
Il costone roccioso ove si colloca la grotta dell’Angelo San Michele rappresenta uno degli elementi più singolari del paesaggio naturale del monte Faliesi. Si tratta di un blocco monolitico di roccia calcarea che, ergendosi nella cornice di cerri e faggi, ha suggestionato per secoli le genti di queste zone. Il rilievo, “a capa”, è bordato da ampio versante in larga parte coperto da falda detritica che è sede di fenomeni franosi sia superficiali che profondi, oggi quasi del tutto privo di vegetazione arborea: territorio orograficamente tormentato.
Si prevede di garantire interventi di consolidamento del costone calcareo a rischio idrogeologico e restauro conservativo della grotta dell’Angelo che è di grande interesse religioso, storico e culturale, compatibili con la normativa di tutela ambientale.
b) Risanamento boschivo della faggeta posta sul crinale di monte Faliesi:
L'intervento di miglioramento da prevedere deve consistere nel diradamento selettivo e nel taglio fitosanitario della faggeta, con l'abbattimento di tutti i soggetti morti, deperienti o sottomessi. Particolare cura sarà posta alla messa in luce della rinnovazione naturale, al fine di garantire un futuro sviluppo della vegetazione arborea. Nei decenni trascorsi fu effettuato un taglio di “sgombero” su alcune aree del crinale, asportando piante del vecchio turno stramature e deperienti. L’area da sempre è stata mantenuta e salvaguardata per la presenza di vecchie matricine, secolari, facendo assumere nell’insieme grande interesse naturalistico-ecologico da conservare e tutelare. Pertanto si indica di intervenire con tagli solo di natura manutentori tendenti alla eliminazione delle residue piante troppo vecchie e deperienti che sono anche causa di focolai patologici per le altre piante. Inoltre si dovrà prevedere di intervenire di recuperare le tracce esistenti di un’antica mulattiera sterrata con miglioramenti del fondo stradale e regimazione delle acque per evitarne il degrado; il tracciato percorre il limite nord dell’alto fusto di faggio, confinante solamente con il ceduo di castagno di Bosco di Monsignore (versante Avellino - Monteforte Irpino). La faggeta è piena di meraviglie, racchiude un capitale ambientale molto importante. Solo che non salta subito agli occhi. Se si cammina per la naturale mulattiera attentamente, si scoprono panorami e bellezze inaspettate: le grotte carsiche, la chiesetta dei Contradesi e la Grotta dei Petruresi, le aree picnic, tanti faggi secolari, e un sottobosco di solito presente e composto di Lilium martagon, Atropa belladonna, Luzula multiflora, Hedera helix, Polmonaria officinalis, Brachypodium sylvaticum, Rubus sp., Helleborus foetidus, Viola sp., Cyclamen hederifolium, Fragaria vesca,
Mercurialis perennis, Crataegus monogyna, Daphne laureola, Ilex aquifolium, Laburnum anagyroides. Bisogna sapere aprire lo scrigno e tutelarlo. Se dunque avrà, come mi auguro, un destino turistico, escursionistico e di studio del territorio di Faliesi, questa parte del bosco non sarà mai alla portata del turista o dell’escursionista o dello studioso frettolosi e superficiali. Lo sforzo che il Comune deve fare è quello di una piena valorizzazione e promozione del patrimonio ambientale: per tutelare la fragilità della cresta esposta ai forti venti, non consentire il pascolo in vetta che non risulta nemmeno controllato.
c) Riqualificazione della strada forestale “Due Castagni-Grotta di San Michele” che ha inizio dalla località “Due Castagni” ubicata a confine del tenimento dei Comuni di Forino e di Monteforte Irpino da cui bisogna percorrere per circa Km. 1,6 la predetta carrareccia a fondo naturale “Due Castagni-Santuario San Michele” di proprietà altrui. Difatti il primo tratto lungo circa km. 0,6 attraversa il demanio di Forino e di Monteforte I., mentre il secondo tratto, lungo circa km. 1, percorre la proprietà di cittadini del Comune di Monteforte Irpino. Quindi si sottolinea che la strada forestale Due Castagni-Santuario S. Michele per il tratto iniziale dai monumentali “Due Castagni" alla 1° Sezione Faliesi, oggi particella forestale n. 1, non è di proprietà del Comune di Contrada che si deve attivare perché il transito alle attività di servizio in foresta siano permanentemente ed attivamente assicurate, nonché conservati i singoli elementi paesaggistici ed ambientali di alto valore presenti nell’area interessata. A questo punto la parte di proprietà del tracciato forestale del Comune di Contrada è meritevole di tutela con opportuni interventi di risanamento e di riqualificazione utilizzando le opere dell’ingegneria naturalistica (staccionata, palificata, viminata viva, gradinate, canalette trasversali, migliorare i piani di calpestio, segnaletica e pulizia) in modo da salvaguardare il riassetto dell’asse stradale al fine di garantire l'integrità del vecchio passaggio.
d) Rivalutazione e tutela del vecchio sentiero della vicinale sterrata “Petruro San Michele – strada comunale Faliesi. Di questa infrastruttura stradale si è avvantaggiato soprattutto il turismo religioso perché anch’essa partendo da Petruro di Forino conduce sulla interessante terrazza panoramica della chiesetta di San Michele Arcangelo, che unisce, ad un prezioso patrimonio storico-artistico, la bellezza di una natura incontaminata e la peculiarità di un paesaggio irripetibile per la presenza della “Grotta dell’Angelo” e di scorci panoramici meritevoli di apprezzamento.
e) La strada provinciale Contrada-Banzano che attraversa la periferia di Contrada da cui si dirama la strada comunale San Nicola che conduce alla strada vicinale Acquedotto o Cioppoli che prosegue sul tracciato del sentiero di Monte Bufoni che necessita di essere riqualificato.
f) Da tutelare e mantenere il sentiero Papa Giovanni Paolo II che conduce a diverse aziende agricole, forestali e collega siti di interesse paesaggistico di località Cioppoli.
La strada forestale molto importante per il territorio boscato, a fondo naturale, presenta molti tratti più che compromessi nei quali il transito è difficoltoso per le profonde buche e i larghi canali presenti lungo buona parte della sede stradale. Per questi tratti è prevista la bonifica delle buche per mezzo del ricarico con tout venant di cava e il ripristino del manto di calpestio con terreno naturale. I danni riscontrati sulla sede stradale sono imputabili, in gran parte, al degrado o alla assenza delle opere di sgrondo delle acque.
g) Sentiero per raggiungere il Castello e la chiesa di San Nicola di Forino. Il sentiero è bello ma richiede una sistemazione e il panorama sostiene l’antica memoria che dovrà essere mantenuta con l’installazione lungo il percorso con cartelli che spiegano la storia del semplice paesaggio e le caratteristiche della flora e della fauna. Il verde percorso lascia alle spalle
l’amorfo alveare delle case e dei fabbricati contradesi. Il miglioramento del sentiero esistente consisterà nell’eseguire opere di minimo impatto ambientale, volte al fine di migliorare la percorribilità dei tracciati al turismo religioso, agevolare le attività selvicolturali e le attività connesse alla prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi; gli interventi volti alla stabilizzazione del fondo stradale, alla canalizzazione delle acque e alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere accessorie dovranno essere eseguiti nel rispetto dell’ambiente circostante, facendo attenzione a non alterare lo stato dei luoghi e garantendo la stabilità delle opere nonché la regimazione delle acque.
h) Sentiero C.A.I. (Club Alpino Italiano) proveniente da Serino, percorre Via Serre, Strada provinciale, un breve tratto della Strada Statale n. 88 e raggiunge la parte iniziale di Via Puzzone-Polverate che s’infila sullo stradello che punta verso la cima dell’area religiosa di San Michele di monte Faliesi, dove volge al termine. Valorizzazione del territorio contradese migliorando il sentiero con opere di manutenzione dell’itinerario, rinnovando la segnaletica orizzontale con segnalini bianco-rossi sugli alberi, sui muri, sulle pietre, ecc; liberando e decespugliando i percorsi da intralci naturali come rovi, arbusti, rami invasivi o caduti; effettuando scoli per l’acqua quando stagna lungo il sentiero, ed installando la segnaletica verticale agli incroci come pali con cartelli direzionali e toponomastica.
i) Previsione della conversione di una quota di ceduo di castagno in castagneto da frutto per recuperare la memoria, la storia e la coltura del castagneto da frutto in agro di Contrada quale pianta del territorio distrutta spietatamente dal cancro corticale negli anni sessanta del secolo scorso. E’ un paese in cui per tradizione e per competenza silvo-colturale conosce come trasformare un ceduo di castagno in castagneto da frutto. Prova ne è la miriade di grandi e piccoli castagneti da frutto nei quali campeggiano, a dispetto del passato
cancro, enormi e “monumentali” castagni da frutto che continueranno a svolgere le loro specifiche polifunzioni preminentemente protettive, produttive e paesaggistiche; nonché quelle turistico-ricreative, creando occasioni di occupazione direttamente nelle attività collegate alle filiere dei prodotti legnosi e non legnosi che “escono” dal bosco ceduo in conversione a castagneto da frutto.
l) Interventi di prevenzione dagli incendi nei territori forestali di monte Faliesi e previsione di efficaci interventi di rimboschimento. In questi ultimi anni gli incendi boschivi hanno messo in luce la trasformazione di un evento antico in una nuova frequente terribile emergenza con caratteri di protezione civile. Si ritiene opportuno inserire nei concetti di ottimizzazione dell’area boschiva piani di prevenzione antincendio boschivi (viali frangifuoco, punti di avvistamento fissi, vasche per contenere l’acqua, ecc.). Ma appare invece necessario prendere in considerazione l’esecuzione di particolare impegno relativo agli interventi colturali che possono aumentare le condizioni di sicurezza cioè ripuliture, sfollamenti, diradamenti, spalcature e potature. La caratteristica strutturale del patrimonio boschivo territoriale, fortemente disperso e frammentato, spesso in esteso contatto con le colture agrarie circostanti (nocelleti), determina aspetti particolari anche nella fenomenologia degli incendi. A parte il rapporto causa effetto nel caso degli incendi determinati dalle pratiche agricole, l’aspetto di fondo del fenomeno incendi risente, indirettamente, delle modeste superfici boscate. Il fenomeno è, quindi, caratterizzato da prevalenza di medi incendi, spesso contemporanei, che raramente però raggiungono grosse dimensioni.
Le zone interessate dal fuoco durante il periodo estivo sono le pendici del monte Faliesi ricoperte dai cerri, quindi la località Cerreta; I rilievi hanno evidenziato che il fuoco ha percorso diversi ettari di bosco. L'origine di questi incendi è dovuta senza alcun dubbio all'azione irresponsabile dell'uomo, che trova in due principali concause i fattori che ne
facilitano l'azione: lo stato vegetazionale in cui si trova parte della zona degradata, che con facilità prende fuoco; l'assenza di una recinzione che impedisca l'ingresso agli estranei; la mancata presenza di piste parafuoco e di servizio per i mezzi antincendio e di una fascia perimetrale parafuoco. Comunque, è noto che gli incendi boschivi non sono mai stati molto consueti nel territorio Comunale.
m) Coltivazione della vecchia cava di località Bufoni. Ai piedi del monte Bufoni è presente una vecchia cava dismessa da coprire, da mascherare, da mimetizzare o meglio da recuperare. L’area deve essere migliorata non solo con la messa a dimora di piante autoctone ma deve essere affrontata la questione di un eventuale ripristino funzionale, ecologico e paesaggistico dell’intero ambito. L’attuale stato di cava, se pure dismessa, oltre ad aver procurato squilibrio sul microclima della zona e sul complesso sistema idrologico superficiale e sotterraneo, turba l’osservatore per il deciso cambiamento che procura lo scavo sul bel paesaggio circostante. Quel biancone sporco ha l’obbligo di diventare verde, funzionale ma soprattutto risorsa rinnovabile. L’uso del suolo e il paesaggio sono la memoria del territorio nel tempo, e l’uomo è il custode fedele di questa memoria. Egli lavora affinché le sue decisioni non dissolvano il territorio.
Nessuna cosa è più triste dell’aspetto della cava nuda e spoglia, che attualmente offre allo sguardo solo pietre, spuntoni, polveri e sabbia. Però l’ambiente cava una volta vivificata dalla natura e ammantata dalla sua vegetazione autoctona, offrirà all’uomo, nell’armonia della rinata qualità ambientale, uno spettacolo pieno di vita, d’interesse e di fascino. Saranno piantate tante querce e lecci in mezzo al luogo di tanti scavi e picchi calcarei reduci di tante esplosioni di dinamite. C'è poi l' aspetto più propriamente storico, culturale e tradizionale della questione, e cioè quello di aver prescelto la pianta del genere Quercus come elemento di
saldatura e di coagulo con lo stesso territorio che più volte si soprannomina “Cerza” e
“Cerreto”, ma soprattutto si rinviene e sventola un ramo della quercia (Quercus cerris), unitamente a quello del leccio (Quercus ilex), sul pennone più alto del paese come stemma municipale del Comune di Contrada.
n) Risanamento e tutela dell’area della discarica comunale. Accertati i livelli di inquinamento, disporre il rinnovo e il recupero della pianificazione ecologica di alcune aree degradate per la presenza di acqua dei rifiuti e fragili che insistono nella discarica di località Faiti.
I N D I C E
RR ee ll aa zz ii oo nn ee
1. Incarico pag. 2
2. Il Territorio pag. 3
3. Struttura Socio – Economica del Territorio di Contrada pag. 14
4. Carta dell’Uso Agricolo del Suolo pag. 23
• Primo Ambito Territoriale utilizzato a Nocelleto:
località Selvetelle, Salzani, Fontana della Voccola, Sandulli, Schiti,
Costarelle, Serre, Poggio Carbonaio, Polverate pag. 26
• Secondo Ambito Territoriale utilizzato a Ceduo di Castagno:
località Bosco di Monsignore, Bosco della Signora, Cioppoli, monte
Bufoni, Faliesi, Serre, Poggio Carbonaio, Cuponi, Belvedere, Polverate. pag. 30
• Terzo Ambito Territoriale utilizzato a castagneto da frutto: località
Cioppoli, Poggio Carbonaio, Polverate- Faliesi, Schiti, Bosco Signora. pag. 33
• Quarto Ambito Territoriale utilizzato a Cedui di Cerro: località monte
Faliesi e Bosco della Signora. pag. 35
• Quinto Ambito Territoriale utilizzato a Seminativi Arborati:
località Curti, Puzzone, Pastino, Salzani e Croci. pag. 40
• Sesto Ambito Territoriale utilizzato a Fustaia di Faggio:
vetta di località monte Faliesi. pag. 42
• Settimo Ambito Territoriale utilizzato a Oliveto località: Pastenate,
Schiti ed altre esigue zone del territorio. pag. 44
• Ottavo Ambito Territoriale utilizzato a Vigneto: località Salzani, Curti. pag. 45
• Nono Ambito Territoriale utilizzato a Cava: località monte Bufoni. pag. 47 5. Probabile valore del materiale legnoso ritraibile dai boschi e valore
delle P.L.V. delle colture arboree e seminativi arborati. pag. 47 6. Future proiezioni di sostenibilità del territorio agrario e forestale da
tutelare e riqualificare per fare paesaggio e conservare la biodiversità. pag. 52