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COMUNE DI CONTRADA (Provincia di Avellino) CARTA DELL USO AGRICOLO E DELLE ATTIVITA COLTURALI IN ATTO NELLE ZONE NON ANCORA URBANIZZATE

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COMUNE DI CONTRADA (Provincia di Avellino)

PIANO URBANISTICO COMUNALE

CARTA DELL’USO AGRICOLO E DELLE ATTIVITA’ COLTURALI IN ATTO NELLE ZONE NON ANCORA URBANIZZATE

(L.R. 20 marzo 1982 n. 14 – L.R. 2 gennaio 1987 n. 2 – L.R. 22 dicembre 2004 n. 16)

R E L A Z I O N E T E C N I C A

Realizzare un luogo come se fosse tutto un territorio agrario tutelato, pianificando e progettando il futuro partendo dal paesaggio. Una storia, una cultura, una tradizione agricola che i Contradesi non devono perdere.

Avellino, 10.12.2012

Il tecnico

(dott. agronomo Mario Spagnuolo)

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1. INCARICO.=

La presente relazione tecnica con la relativa carta dell’uso agricolo e delle attività colturali esistenti nelle zone non ancora urbanizzate, importanti allegati del Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.), sono stati elaborati in conformità alle disposizioni e agli indirizzi di cui alla Legge Regionale 20 marzo 1982 n. 14, alla Legge Regionale 2 gennaio 1987 n. 2 e alla Legge Regionale 22 dicembre 2004 n. 16, che promuovono il miglior utilizzo delle risorse e la riqualificazione del territorio comunale nel suo insieme tenendo presente le esigenze di sviluppo economico-sociale della comunità locale con una logica di salvaguardia dei valori urbani collettivi, di tutela dell’ambiente e della natura, nonché di valorizzazione delle vocazioni feconde dell’area comunale del settore produttivo primario sulla base dell’analisi dei risultati del recente Censimento Generale dell’Agricoltura. Infatti, alle aree agricole non possono più essere assegnate solo funzioni produttive: è evidente ormai la loro funzione di tutela ambientale. Risulta, pertanto, indispensabile perseguire la salvaguardia dell’azienda agraria, che rappresenta il cardine della funzione produttiva svolta dal territorio; è proprio conservando la vitalità economica e sociale dell’azienda che si preservano le risorse naturali ed ambientali presenti nel territorio di Contrada.

L’individuazione di zone omogenee da un punto di vista paesaggistico, integrata dallo studio degli elementi caratterizzanti del paesaggio (storici, climatici, geografici, idrologici, ecc.) e dall’analisi delle caratteristiche socio-economiche delle aziende, consente la definizione di priorità di tutela dei diversi ambiti in relazione alla vocazionalità dei terreni, limitando e vincolando il meno possibile lo svolgimento delle attività agricole.

Il Comune di Contrada con la realizzazione del presente lavoro della Carta dell’uso agricolo e delle attività colturali in atto viene a conoscere ed individua il carattere prevalente e reale delle qualità colturali esistenti sul tenimento comunale. Invero l’indagine ha lo scopo di

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inquadrare la situazione di destinazione dell’uso agricolo del territorio del Comune di Contrada a supporto della redazione del PUC. Evidenziando, altresì, che sul territorio contradese si svolgono tutte quelle attività agricole previste dall’art. 2135 del Codice Civile, così come indicate dall’art. 44 della Costituzione, definite da successive norme comunitarie, nazionali e regionali. A titolo indicativo le attività agricole sono relative a campi coltivati a nocelleto, castagneti da frutto, vigneti e frutteti, oliveti e seminativi arborati; seminativi vari, prato; pascoli e pascoli cespugliati, boschi d’alto fusto, boschi misti e boschi cedui. Pertanto, la carta è considerata obbligatoria ed è ritenuta da tutti opportuna per comprendere la evoluzione del territorio rurale; da essa è derivata l’attuale distinzione tra le zone maggiormente vocate all’esercizio della agricoltura produttiva e quelle invece più idonee ad ospitare usi diversi tra cui appunto quello legato a particolari gradienti percettivi (paesaggio od ambiti di particolare caratterizzazione del territorio cui vanno dedicate speciali attività di salvaguardia e di valorizzazione).

Il mandato relativo alla compilazione del presente lavoro per la redazione della relazione e della carta dell’uso agricolo e delle attività colturali esistenti nelle zone non ancora urbanizzate è stato conferito al sottoscritto dott. agronomo MARIO SPAGNUOLO con convenzione del 06.04.2012 prot. n. 0001852 l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione della carta dell’uso del suolo ai fini agricoli e forestali (studio agronomico) finalizzato alla redazione del P.U.C.

2. IL TERRITORIO.=

Il territorio del Comune di Contrada è molto articolato, complesso e variabile nelle sue forme più caratteristiche. In linea generale possiamo suddividere tale territorio in due parti morfologicamente collegate e allo stesso tempo molto diverse. Il settore settentrionale caratterizzato da rilievi montani, alto-collinari e collinari fino alla quota di circa 955 metri s.l.m.,

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con una idrografia torrentizia o valloni fortemente sviluppata e un tessuto vegetazionale spesso rigoglioso e il settore meridionale caratterizzato prevalentemente da aree di piana o conca, dolcemente ondulate dove l'attività antropica dominante è l’agricoltura a conduzione familiare; solo in località ”Polverate” sono presenti piccole realtà industriali collocate in zona P.I.P.

Contrada ha un'estensione territoriale di circa 10,31 Kmq. corrispondenti ad ettari 1.031 e comprende buona parte dell’ultima spezzettata propaggine della catena dei Monti del Partenio costituita dal monte Faliesi (m. 955 s.l.m.) con in cima ad un dosso la chiesetta- grotta di San Michele Arcangelo ubicata a m. 854 s.l.m. Questa parte del monte Faliesi è caratterizzata da una intensa e diffusa copertura forestale (cedui di castagno, cedui di cerri e quercia di specie diverse, cedui di faggio ed alto fusto) e corrisponde in sostanza alla bassa e media valle del bacino del fiume Sabato. Altri rilievi montani sono rappresentati dal Bosco Monsignore m. 790 s.l.m., monte Bufoni m. 625 s.l.m., Bosco m. 525 s.l.m., Selvetelle m. 500 s.l.m., Poggio Carbonaio m. 500 s.l.m. Inoltre, Il Comune di Contrada è caratterizzato da una policentricità di zone rurali, casali e centri abitati costituito dallo stesso “capoluogo” Contrada, frazione Ospedale, dalle località Puzzillo, Sanzani, Campi, Curti, Polverate, Vidicito, Cappelle, Pastinate, Cioppoli, Schiti, Serre, Bosco della Signora, Vigna.

Il tenimento di Contrada si estende su una superficie meno estesa rispetto ai seguenti Comuni confinanti: Avellino (ha 3.041), Aiello del Sabato (ha 1.083), Solofra (ha 2.193), Montoro Superiore (ha 2.044), Montoro Inferiore (ha 1.949), Forino (ha 2.049) e Monteforte Irpino (ha 2.670).

Quindi i punti estremi del territorio del Comune di Contrada sono:

• a nord con i rilievi montuosi di Avellino (fogli catastali 2-3-4 e 1);

• ad est con Aiello del Sabato e Montoro Superiore (fogli catastali 1-10 e 11);

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• a sud con il confine di Forino (foglio catastale 12 e 8) e il tenimento del Comune di Montoro Inferiore (fogli catastali 12 e 9);

• ad ovest con il confine di Monteforte Irpino e Forino (fogli catastali 2-5 e 8).

Figura 1- Comune di Contrada: Quadro di Unione dei fogli catastali.

Invece l'ambito territoriale politicamente è compreso nella Regione Agraria VIII

<<Colline di Avellino>>, non ricade più nella Comunità Montana <<Irno-Solofrana>> a seguito dell’Ordinamento Regionale delle Comunità Montane essendo stata estromessa e non inserita in altra Comunità Montana in forza della nuova territorializzazione di cui alla L.R. n.

12 del 30.09.2008, appartiene al comprensorio turistico del “Terminio” e nel Consorzio di bonifica integrale <<Agro Sarnese - Nocerino>>.

Il tenimento di Contrada è costituito da grandi zone morfologiche assai diverse: da una

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grossa barriera montuosa (monte Faliesi) fiancheggiata da colline, fra le quali si incavano ampi pianori e da rilevante area pedemontana che degrada verso la valle sub-pianeggiante denominata valle del vallone Schiti (ubicato fra la quota 556 e la quota 400) e del vallone Polverate (ubicato fra la quota 560 e la quota 420). Nell'insieme il territorio di Contrada per la sua configurazione di medio altopiano rappresenta un lembo distaccato degli antichi massicci che formano la struttura della catena del monte Terminio (m. 1607). Il cuore del tenimento montuoso di Contrada è appunto la propaggine del monte Faliesi che conserva ancora suggestive testimonianze geologiche e risorse silvo-colturali di quel meraviglioso ambiente naturale: la vetta è rocciosa e quasi sempre scende lungo le pendici con ripidi costoni di bianco calcare, creando un forte e bel contrasto con il colore verde del manto boscoso.

Dunque la quota minima è di m. 500 s.l.m. (serbatoio), mentre quella massima -rappresentata per l'appunto dalla vetta del monte Faliesi- è di m. 955 s.l.m. Tutto questo, insieme all'ampiezza territoriale dei boschi comunali, può rendere fin da ora un'idea dell'estrema varietà di ambienti rinvenibili nello stesso territorio. Infatti, questa vasta area costituisce, per la sua posizione e per le sue caratteristiche intrinseche, un'area di grande interesse naturalistico, ambientale, economico e sociale, e una possibile cerniera dei rapporti tra le due parti principali del sistema produttivo del paese: la montagna, i faggi, i cedui e i castagneti da frutto. Come nei secoli passati quando il bosco ammantava la maggior parte dell'alta collina e dei monti di Contrada, mentre nei pianori e nella piana la forma di attività prevalente era l'allevamento; poi, con il graduale aumento della popolazione, le aree pianeggianti e collinari sono state conquistate dall'agricoltura (noccioleti, seminativi e fruttiferi promiscui), e la rimanente minima parte dall’industria.

Le formazioni geologiche riscontrabili nel territorio comunale di Contrada sono costituite da rocce sedimentarie: rocce cioè derivate dalla migrazione e dall'accumulo di detriti

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prodotti dal disfacimento, operato da agenti atmosferici, della parte più superficiale delle terre emerse e dai successivi fenomeni di sommovimenti orogenetici dell'Appennino che hanno determinato la dislocazione dal fondo marino degl'imponenti strati di rocce di dolomia e di rocce carbonatiche che emersero nei periodi Giurassico e Cretacico dell'era Secondaria. A queste due unità geologiche si devono aggiungere infine le rocce ignee la cui estensione areale è molto estesa, affiorando, però, solo in alcuni punti, specialmente nella coltre superficiale. Le rocce calcareo-dolomitiche di origine sedimentaria costituiscono il basamento strutturale del gruppo dei monti Picentini e hanno un'età molto antica riferibile al Secondario e al Terziario. La loro formazione è avvenuta entro un primitivo bacino marino dove si sono depositati i sedimenti trasportati dalle acque scorrenti sui rilievi circondanti il bacino stesso.

Questi sedimenti calcari, diffusi in modo significativo al di sopra di 600-1.500 metri di quota, si sono lentamente consolidati fino a formare delle vere e proprie bastionate rocciose e hanno contribuito a formare vasti territori a morfologia accidentata. Infatti nella parte più occidentale del comprensorio in esame, sulle bancate rocciose del Faliesi, la stratificazione delle formazioni calcaree è resa ben evidente dalle profonde incisioni prodotte dai canaloni torrentizi. Diverse sono le rocce calcaree rappresentate, da quelle compatte a quelle tenue, che danno dorsale e cima rilevata ed unita, come appunto la catena del monte Faliesi, dalle cui pendici scendono vari canaloni iemali o torrenti e su cui insiste una grande varietà di paesaggio e di ambienti forestali da salvaguardare dal punto di vista ecologico. Infatti, come abbiamo accennato, nel territorio di Contrada è presente l'importante fenomeno del carsismo, proprio dei terreni calcari, che fa penetrare l'acqua piovana nel sottosuolo, dando origine ad una idrografia sotterranea che è un autentico bacino carsico chiuso, con smaltimento sotterraneo che va ad alimentare diverse sorgenti cui hanno dato vita all’acqua della “fontana della Voccola” quest’ultima sistemata in località Ospedale.

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Nel Quaternario su tale complesso edificio calcareo e calcareo-dolomitico stratificato e molto fratturato, che forma l'ossatura del tenimento di Contrada, si ebbero notevoli depositi piroclastici di natura vulcanica che costituiscono una spessa coltre di terreno lavico, che si è sovrapposto durante le eruzioni al preesistente substrato di torba, ghiaia ed argilla: terra generosa che il lavorìo della natura e l'opera umana, nei secoli, hanno reso fra le più feraci della Campania. Nel deposito piroclastico prevalgono le ceneri vulcaniche con tessitura sabbiosa e presenta anche degli esiti alluvionali limo-sabbiosi. Attualmente tale coltre, rivestita da fitti boschi di faggi, di querce e di cedui di castagno, scende fino alla pianura, dove il contatto fra terreno calcareo-piroclastico permeabile e le argille impermeabili fa scaturire alcune sorgenti che hanno notevole valore per l'uomo e per le attività agricole.

Il tenimento Comunale di Contrada, a differenza di quello di altri Comuni, è solcato da una rete idrografica, in relazione al regime delle precipitazioni, alla morfologia e costituzione del suolo, caratterizzata soprattutto da corsi d'acqua di limitate dimensioni e quasi tutti hanno regime torrentizio noti in loco con i toponomi di torrenti, rio, canaloni iemali o valloni, ai quali sono legate la formazione della piana di Contrada e le continue, talvolta, modificazioni del paesaggio. Invero, il tenimento di Contrada, come tanti altri territori comunali della provincia di Avellino, è una vasta area in cui le forme di erosione assumono vistose proporzioni e si inseriscono come elemento caratteristico del paesaggio forestale della catena montuosa ed in particolare del monte Faliesi. Tali fenomeni di erosione e di smottamento del terreno sono stati favoriti anche dall'intenso disboscamento attuato nel passato per conquistare spazio alle colture erbacee, ai nocelleti e soprattutto ai castagneti da frutto. La realtà orografica mostra chiaramente come i diversi valloni torrentizi incidono buona parte dell'agro e particolarmente lo suddividono in tanti comparti, ad ognuno dei quali la tradizione locale ha attribuito curiosi toponomi, ancora oggi in uso, come Vallone Polverate, Vallone Curti, Vallone Rio Anitra,

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Vallone Salzani, Vallone Puzzillo, Vallone Costarelle, Vallone Visiero, Torrente Schiti, Rio d’Aiello, Torrente Schiti, Rio Anitra, Vallone Volla, Vallone Faiti, Vallone Belvedere, Vallone della Morte, Vallone Fontana, che sono i maggiori valloni per lunghezza, per bacino idrografico e per portata media. Quasi tutti ad alimentazione mista e discontinua nivale e pluviale, hanno piene primaverili ed autunnali minacciose, più temibili le prime, fin da epoca remota. Tali canaloni iemali hanno corso breve e nella maggioranza dei casi, sono semplici fiumare, che si gonfiano all'improvviso dopo le piogge intense, ma poi si riducono ad esili rigagnoli che con il caldo e con le stagioni asciutte si prosciugano completamente.

Tutto ciò comporta gravi danni al territorio per cui bisogna procedere alla regimazione delle acque e alla difesa del suolo che si ottengono anzitutto conservando in montagna la copertura boschiva, ma ciò nonostante è spesso indispensabile procedere anche a sistemare l'alveo dei canaloni con briglie, opere murarie poste trasversalmente al corso del torrente per ridurre la velocità dell'acqua e quindi annullare l'erosione e con muri e graticciate che impediscono i movimenti delle sponde dei valloni. Però, unitamente alle caratteristiche geo- morfologiche dei versanti, concorrono in modo rilevante anche i fattori antropici, come il fuoco, il pascolo e i tagli abusivi. Tuttavia, la presenza diffusa della vegetazione e del bosco, fino a quote particolarmente elevate su tutti i versanti comunque esposti, rende minimi i fenomeni erosivi e la formazione di frane e smottamenti.

I terreni dell’agro di Contrada sono in parte argillosi e sabbiosi, di medio impasto con prevalenza dell’uno o dell’altro. Nei terreni argillosi, le argille sono caratterizzate da grande superficie interna e pochi spazi vuoti. I terreni argillosi presentano notevole possibilità di attingere l’acqua, anche dagli strati profondi per l’alto grado di capillarità posseduto; per la loro struttura colloidale si prestano molto bene all’assorbimento delle sostanze nutritive sciolte nell’acqua. Possiedono un’elevata impermeabilità che riduce o annulla addirittura il

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dilavamento; per contro si prestano male ad essere lavorati asciutti ed ancor di più bagnati e per la scarsa porosità ostacolano la circolazione dell’aria. Nei terreni sabbiosi, le sabbie sono caratterizzate da scarsa superficie interna e molti spazi vuoti. I terreni sabbiosi presentano, pertanto, grande sensibilità alla siccità e conseguentemente, per la ridotta capillarità, scarsa possibilità di attingimento dell’acqua dagli strati sottostanti; mancano di potere assorbente, sono dotati di grande permeabilità, sono soggetti al dilavamento e richiedono dotazioni irrigue, ma sono sempre di agevole lavorazione. Nei terreni limosi, il limo è costituito da particelle di dimensioni medie.

2). Caratteristiche climatiche. =

Il clima che si riscontra nell’area di Contrada è, evidentemente a grandi linee, quello tipico del fondovalle dell’Irpinia, di tipo temperato umido, con precipitazioni ben distribuite nel corso della stagione vegetativa e temperature medie mensili sempre superiori allo zero. In particolare le precipitazioni totali annue sono in media pari a 1.300 mm, mentre la temperatura media annua è di 10 °C. Si riportano di seguito le medie mensili delle precipitazioni e le medie mensili delle temperature registrate nella stazione meteorologica di Montevergine (1200 m s.l.m.)

Dall'analisi dei dati che seguono emerge come il clima della verde Irpinia sia di tipo

mediterraneo un po' attenuato, fortemente influenzato dalla dorsale appenninica, sia per la protezione che questa esercita nei confronti delle masse d'aria provenienti dal mare Adriatico che per le caratteristiche dell'orografia. Anche in direzione del mare Tirreno la fascia collinare limita la circolazione delle masse d'aria, la direzione prevalente delle valli provoca l’incanalarsi dei venti che contribuisce a differenziare il trasporto di umidità e il regime pluviometrico. La topografia molto varia esercita un peso notevole anche sul regime

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termometrico che, pur nella tipicità delle condizioni mediterranee, fa rilevare marcate differenze nelle diverse aree provinciali.

Le condizioni climatiche dell’area territoriale di Contrada sono legate, come detto, alla posizione della provincia irpina che risente dell'influenza dell'orografia particolarmente tormentata, con le dorsali montuose mai orientate nella stessa direzione.

Il clima, se si eccettua la parte più interna del monte Faliesi, non privi di innevazioni, è in tutto il territorio di Contrada tipicamente temperato umido, con inverno rigido, specialmente nelle zone meno riparate dai venti freddi, primavera e tardo autunno piovosi, estate calda, siccitosa e prolungata. Particolarmente mite è il mese di settembre e, in parte, il mese di ottobre, per cui il vero inverno incomincia soltanto sulla fine di novembre-dicembre. La temperatura si aggira sui 14° - 16° C.; le minime di gennaio fra i 4° e i 5° C., ma nelle zone più elevate e nelle conche interne l'aria fredda ristagna a lungo; le massime estive di luglio- agosto oscillano tra i 25° e i 28° C., raggiungendo talvolta temperature di 37°-38° C.

Consultando il Piano di Sviluppo Economico-Sociale, datato aprile 1988, redatto a cura della Comunità Montana "ex- Serinese-Solofrana" si evince che la stazione termometrica di Avellino ha rilevato i dati che possono avere valori estremi nel periodo novembre-marzo temperature al di sotto di 0° C; mentre le temperature minime assolute a Contrada raggiungono e superano talvolta i 2° C; la tabella 1 evidenzia, in percentuale, il numero di anni in cui la temperatura si attesta al di sotto di 0° C per i mesi del periodo ottobre-aprile:

Tab. n. 1. Numero di anni in % in cui la temperatura è negativa _______________________________________

stazione ott. nov. dic. gen. feb. mar. apr.

________________________________________

Avellino 6 23 65 94 94 71 18.

Limitatamente ai mesi estivi le precipitazioni, intorno ai 1300-1100 mm. annui, sono

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minime nel trimestre giugno-agosto, massime da ottobre a febbraio. La primavera è abbastanza piovosa ed estremamente variabile. La piovosità aumenta dalla pianura di Pastene-Polverate verso le zone elevate di Faliesi. Fra questi sono anche i temporali con grandine soprattutto in primavera. La neve è copiosa sulle montagne interne e di rara e fugace apparizione in piano. Poco frequente la grandine, mentre la nebbia è presente talvolta in autunno nella piana. Un apporto di umidità utile alla pianta è dato nel bosco dalla rugiada, abbondante di notte e fino alle prime ore del mattino, soprattutto nelle radure. Le precipitazioni si distribuiscono in maniera irregolare nel corso dell'anno e denunciano un tipico clima mediterraneo, con massimi nelle stagioni invernale ed autunnale e minimo estivo. La massima piovosità si registra nell’area del monte Faliesi che risente degli influssi del monte Partenio, dove si raggiungono valori medi annui anche superiori a 1.300 mm, simili per esempio a quelli della catena del Terminio, con punte fino a 1.500 mm. La minima piovosità si riscontra nella fascia bassa delle valli ed altre con valori medi annui di 900 mm e punte minime fino a 800.

Tab. n. 2. Comune di Contrada: precipitazioni medie mensili (mm) e precipitazioni attese al 75%

___________________________________________________________

mesi precipitazioni medie mensili precipitazioni attese

____________________________________________________________

aprile 101.2 57.7 maggio 86.7 51.7 giugno 50.3 19.0 luglio 22.2 2.9 agosto 21.4 7.3 settembre 79.4 39.8

Seguono i dati pluviometrici del Comune di Contrada rilevati dall’ISTAT per la durata di un

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anno:

Tab. n. 3. Precipitazioni per mese

Mesi Quantità in mm. Frequenza_

Totale max in giorni ____________________________________________

Dicembre 480,8 72,4 21

Gennaio 26,0 5,2 9

Febbraio 76,4 38,4 12 Marzo 214,6 49,6 20 Aprile 39,4 20,4 9

Maggio 66,6 47,0 4

Giugno 14,4 6,6 3

Luglio 33,8 32,2 2

Agosto 43,4 22,0 4

Settembre 130,0 45,8 9

Ottobre 173,8 54,8 18

Novembre 163,2 62,8 9

Anno 1.562,4 72,4 120

La buona parte del territorio comunale di Contrada è sottoposto a vincolo idrogeologico regolato dalla legge forestale più importante del settore, tuttora in vigore, cioè il R.D.L. n.

3267 del 30.12.1923.

Tab. n. 4. Temperature estreme e medie per mese (Montevergine)

___________________________________________________________________________

Mesi Estreme Medie____________

max min. max min. media ___________________________________________________________________________

Dicembre 6,8 -5,8 3,6 0,9 2,3

Gennaio 9,8 -8,0 8,5 -0,8 3,9

Febbraio 5,6 -9,6 0,3 -3,6 -1,7 Marzo 12,8 -4,6 5,2 1,0 3,1 Aprile 17,4 -1,4 10,7 5,4 8,1 Maggio 21,6 3,0 13,5 8,3 10,9 Giugno 19,6 5,0 15,9 10,6 13,3 Luglio 28,2 11,0 22,0 16,8 19,4 Agosto 23,4 10,6 18,5 13,5 16,0 Settembre 21,2 4,2 16,4 11,4 13,9 Ottobre 16,6 1,8 12,0 7,3 9,7 Novembre 10,2 -1,8 6,5 5,7 6,1 Anno 28,2 -9,6 11,1 6,4 8,8

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Ovviamente il picco di piovosità si localizza sul monte Faliesi per la concomitante influenza della posizione geografica e del fattore orografico. Importanti sono anche i movimenti delle masse d'aria provenienti dal quadranti meridionali della catena del Partenio e del Terminio che generano durante l’autunno e l’inverno venti intensi lungo il crinale della faggeta.

Tab. n. 5. Umidità – Temperature – Ventosità -Piovosità

Stazione Data Min U. U.Max U.Med T.

Min T.Max T.Med

V.V.M/g m sec-

1

D.V.

M/g B.Fog. Prec Giorn

di (%) (%) (%) ° C ° C °C Min mm

15.01.2012 n.p. n.p. n.p. 1,1 10,6 6,8 1,7 66 131 0 CONTRADA

15.02.2012 39 100 73 -7 6,7 0,6 1,7 139 158 6,6

15.03.2012 21 100 71 1,8 22,9 11,1 1,2 338 641 0

15.04.2012 73 100 97 8,5 13,5 10,5 3,4 204 740 15,6

15.05.2012 38 100 68 6,3 21,6 13,4 1,8 312 37 0

15.06.2012 20 100 56 10,7 34,1 22,5 1,2 40 401 0

15.07.2012 25 100 58 17,5 35,7 26,1 2,6 258 34 0

15.08.2012 33 100 71 17,9 35,3 25,8 1,3 164 306 0

15.09.2012 50 100 88 12,5 25,7 17,9 1,3 216 580 0,2 15.10.2012 98 100 100 13,3 20,9 17,3 3,5 202 843 2,2

15.11.2012 66 100 94 13,9 21,7 16,2 1,3 n.p. 359 0

15.12.2012 58 91 78 2,7 11,9 6,2 1,6 42 57 0

3. STRUTTURA SOCIO-ECONOMICA DEL TERRITORIO DI CONTRADA .=

Una rilevante importanza nello studio del territorio assume anche la conoscenza della struttura socio-economica. Nell’ultimo centocinquantenario si è verificato, nel Comune di Contrada, uno sconvolgimento del tessuto sociale, simile a quanto è avvenuto in numerose altre aree del bacino del fiume Sabato e fiume Sarno.

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Tab. n. 6. Distribuzione della popolazione

Popolazione Contrada 2001-2010

Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Contrada dal 2001 al 2010. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

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Tab. n. 7. Abitanti residenti nel decennio 2001 – 2011:

Anno Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale

2001 2.868 - -

2002 2.896 +28 +0,98%

2003 2.935 +39 +1,35%

2004 2.984 +49 +1,67%

2005 2.986 +2 +0,07%

2006 2.988 +2 +0,07%

2007 3.015 +27 +0,90%

2008 3.017 +2 +0,07%

2009 3.027 +10 +0,33%

2010 3.020 -7 -0,23%

Variazione percentuale della popolazione

Le variazioni annuali della popolazione di Contrada espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Avellino e della regione Campania.

La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2010:

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Tab. n. 8. Particolare del comportamento migratorio dal 2002 al 2010:

Iscritti Cancellati

Anno

DA altri comuni

DA estero

per altri motivi

PER altri comuni

PER estero

per altri motivi

Saldo Migratorio

con l'estero

Saldo Migratorio

totale

2002 52 10 0 39 0 0 +10 +23

2003 56 21 0 43 1 0 +20 +33

2004 72 21 0 42 0 1 +21 +50

2005 65 8 1 73 3 0 +5 -2

2006 65 7 0 66 1 0 +6 +5

2007 83 12 6 55 1 10 +11 +35

2008 70 15 2 76 7 0 +8 +4

2009 51 6 0 45 3 2 +3 +7

2010 59 17 0 81 2 6 +15 -13

Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi che è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee:

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Tab. n. 9. Movimento naturale dei residenti:

Anno Nascite Decessi Saldo Naturale

2002 32 27 +5

2003 32 26 +6

2004 29 30 -1

2005 25 21 +4

2006 23 26 -3

2007 22 30 -8

2008 28 30 -2

2009 28 25 +3

2010 31 25 +6

20111 32 27 +5

Nel 2011, a giudicare da quanto è avvenuto nell’ultimo decennio, la popolazione residente di Contrada2 abitanti di cui 1545 maschi e 1491 femmine, non si discosta dai livelli dell’ultimo decennio precedente rilevati con il censimento dell’anno 2001. Le variazioni interessanti l’ultimo decennio sono riportate nella presente tabella n. 10 che evidenzia anche la consistenza totale dei residenti e la distribuzione in maschi e femmine:

1 Fonte Anagrafe Comune di Contrada: dati riferiti al 31.12.2011

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Tab. n. 10. Movimento residenti distinti per anno e genere (maschi e femmine):

Popolazione Contrada 2002-2012

Anno Residenti Maschi Femmine %Maschi %Femmine

2002 2.868 1.468 1.400 0,512 0,488

2003 2.896 1.488 1.408 0,514 0,486

2004 2.935 1.494 1.441 0,509 0,491

2005 2.984 1.521 1.463 0,510 0,490

2006 2.986 1.520 1.466 0,509 0,491

2007 2.988 1.518 1.470 0,508 0,492

2008 3015 1.530 1.485 0,507 0,493

2009 3017 1.544 1.473 0,512 0,488

2010 3.027 1.550 1.477 0,512 0,488

2011 30363 1545 1491 0,509 0,491

2012 30094 1544 1469 0,513 0,487

Sul breve-medio periodo la popolazione di Contrada è destinata ad aumentare come storicamente ha evidenziato il triennio 2009-2011 in cui i residenti contavano nel 2009 n.

3.017 abitanti, nel 2010 n. 3.027 abitanti e nel 2011 n. 3.036 abitanti; sostenuto incremento si è avuto nel 2008 con il rialzo improvviso a n. 3.015 abitanti. Il ricambio sociale si accentuerà;

nel mercato del lavoro si presenteranno sia i soggetti qualificati per le attività più moderne, sia quelli a bassa qualificazione per i lavori tradizionali, agricoli e commerciali. Le previsioni demografiche al 2012 danno un aumento compreso fra un massimo di 7 abitanti (previsione a tassi costanti), ed un minimo di 3 circa (ipotesi legata a una fecondità decrescente e a una mortalità crescente), passando attraverso una ipotesi intermedia (immigrazione crescente) con una diminuzione di 10 abitanti. Il grafico in basso, detto piramide delle età, rappresenta la

2 Fonte ISTAT: movimento anagrafico della popolazione residente nel Comune di Contrada, anno 2011.

3 Fonte Anagrafe Comune di Contrada: dati riferiti al 31.12.2011

4 Fonte Anagrafe Comune di Contrada: dati riferiti al 31.10.2012

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distribuzione della popolazione residente a Contrada per età, sesso e stato civile al 1°

gennaio 2011. La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.

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Tab. n. 11. Distribuzione della popolazione 2011 – Contrada:

Maschi Femmine Totale

Età Celibi /Nubili

Coniugati /e

Vedovi /e

Divorziati

/e % % %

0-4 133 0 0 0 66 49,6% 67 50,4% 133 4,4%

5-9 154 0 0 0 80 51,9% 74 48,1% 154 5,1%

10-14 167 0 0 0 89 53,3% 78 46,7% 167 5,5%

15-19 179 0 0 0 94 52,5% 85 47,5% 179 5,9%

20-24 179 10 0 0 97 51,3% 92 48,7% 189 6,3%

25-29 172 58 0 0 127 55,2% 103 44,8% 230 7,6%

30-34 86 118 0 0 109 53,4% 95 46,6% 204 6,8%

35-39 66 177 0 2 128 52,2% 117 47,8% 245 8,1%

40-44 51 197 1 1 122 48,8% 128 51,2% 250 8,3%

45-49 43 200 1 3 130 52,6% 117 47,4% 247 8,2%

50-54 24 184 10 2 109 49,5% 111 50,5% 220 7,3%

55-59 17 166 6 0 99 52,4% 90 47,6% 189 6,3%

60-64 13 142 15 0 88 51,8% 82 48,2% 170 5,6%

65-69 2 115 13 2 68 51,5% 64 48,5% 132 4,4%

70-74 4 80 15 0 48 48,5% 51 51,5% 99 3,3%

75-79 6 57 24 0 46 52,9% 41 47,1% 87 2,9%

80-84 9 25 31 1 22 33,3% 44 66,7% 66 2,2%

85-89 4 10 34 0 16 33,3% 32 66,7% 48 1,6%

90-94 2 0 7 0 0 0,0% 9 100,0% 9 0,3%

95-99 0 0 1 0 0 0,0% 1 100,0% 1 0,0%

100+ 0 0 1 0 1 100,0% 0 0,0% 1 0,0%

Totale 1.311 1.539 159 11 1.539 51,0% 1.481 49,0% 3.020 100%

Pur nella diversità dei risultati, si prevede una crescita della popolazione della terza e quarta età e una diminuzione nelle classi d’età corrispondenti alla scuola media superiore e università. Naturalmente, se non vi sarà ripresa della fecondità anche le classi d’età corrispondenti alla scuola dell’obbligo subiranno un certo ridimensionamento.

Molti servizi dovranno quindi essere riorganizzati e ripensati in relazione ai mutamenti demografici e sociali prevedibili nelle diverse aree: il maggiore dinamismo nel cuore della città di Contrada, la regressione (più o meno compensata dall’emigrazione) nella frazione Ospedale.

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Non è nostra intenzione in questa sede discutere le cause del dinamismo demografico:

vorremmo limitarci a considerarne gli effetti macroscopici sui caratteri del paesaggio vegetale.

Un eventuale spopolamento si traduce, nel nostro caso, in una contrazione delle zone coltivate e, secondo quanto abbiamo notato, in un relativamente rapido ingresso della vegetazione arbustiva ed arborea di natura forestale. Comunque è molto probabile che nei prossimi anni il territorio comunale venga interessato da flussi migratori di origine extracomunale più consistenti di quelli attualmente in corso: la composizione di queste correnti migratorie (sotto il profilo della provenienza, dell'età e del sesso, del livello di qualificazione scolastica e lavorativa) rappresentano sicuramente una delle variabili che condizioneranno maggiormente il futuro assetto demografico e sociale.

Un primo elemento che permette una valutazione dell'importanza del comparto agricolo è quello della valutazione della superficie disponibile per le coltivazioni agrarie e boschive. Ciò risulta di particolare importanza in una zona montuosa e fortemente corrugata qual è il monte Faliesi. Quindi nel piano generale di sviluppo strettamente collegato al territorio, all'attività e ai servizi di carattere generale bisogna tenere conto non più delle linee programmatiche dell’ex-Comunità Montana ma quelle dell’Amministrazione Provinciale che favorisce il finanziamento delle relative iniziative. Quest'ultimo, in particolare, dovrà essere finalizzato e mirato e, quindi, non dispersivo all'obbiettivo unificante del sostegno e dello sviluppo dei redditi agricoli, attraverso il miglioramento dell'efficienza dell'impresa in un'agricoltura tesa ad assicurare un buon tornaconto ed orientata al mercato interprovinciale e regionale che è alla ricerca di un tipo di agricoltura che tuteli la salute del produttore, del consumatore e di non alterare o danneggiare l'ambiente. Queste norme di buona pratica agricola perseguono gli obiettivi di contenere i trattamenti antiparassitari e di ridurre l'uso di prodotti chimici di sintesi (concimi e fitofarmaci). Infatti, l'agricoltura biologica continua a

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diffondersi anche nel Comune di Contrada con un costante aumento sia nel numero delle aziende agricole che nella superficie investita specialmente a nocelleto. Nell'ambito di quest'ultimo progetto previsto dalle incentivazioni europee (PSR e Misure Europee), alcuni interventi di pratica agricola prevedono l'applicazione di tecniche a protezione dell'ambiente e con la cura dello spazio naturale. Dalla consultazione di esemplificazioni tabulari della Camera di Commercio di Avellino, dalla cartografia cromatica e dalle fondi ISTAT, oltre dalle osservazioni dirette sui luoghi si ricavano notevoli conoscenze sull'agricoltura, sui boschi, sull'evoluzione urbanistica della città di Contrada, sulla composizione sociale dei detentori della terra, sulla distribuzione della qualità d'uso e sul significato e sul peso delle attuali forme di conduzione. A ciò si aggiungono la estrema polverizzazione e frazionamento della proprietà privata (in montagna ed in collina misura mediamente 1,30 ettari, mentre in pianura supera il moggio e mezzo), la buona viabilità rurale e del bosco, che consente un uso razionale dei mezzi meccanici adatti al territorio e la ridotta professionalità degli agricoltori che è rappresentata da una popolazione attiva notevolmente invecchiata. L'invecchiamento risulta più critico nelle piccole aziende in cui, tra l'altro, la forza di ricambio raggiunge livelli insoddisfacenti e si verifica un'alta femminilizzazione tra gli operatori. Una popolazione che invecchia progressivamente mette a dura prova la rete dei servizi, la funzionalità e l’efficacia delle politiche.

4. CARTA DELL’USO AGRICOLO DEL SUOLO .=

Lo stato di fatto rilevato nei mesi di giugno-luglio-settembre-ottobre-novembre 2012 sia con l’osservazione della cartografia relativa che con l’osservazione diretta sui luoghi evidenzia la preminente destinazione d’uso agricolo del suolo alle attività antropiche ed industriali che sono:

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1. attività agricole a rotazione agraria su medie superfici a struttura omogenea per produzione di cereali (mais, foraggi), leguminose (fagiolo, fava, pisello, foraggi) e solanacee (pomodoro, patata), nelle aree della bassa e media piana;

2. orticoltura familiare specialmente nelle zone in prossimità della immediata periferia centro urbano e nelle aree poste nell’ambito dei fabbricati rurali dotati di pozzi;

3. attività frutticola (nocelleti, oliveti, vigneti, seminativi arborati) diffusa su tutto il territorio di Contrada. La minuta frammentazione evidenzia la presenza di piccole aziende agricole a conduzione diretta di tipo familiare. L’indirizzo frutticolo risulta più evidente nella zona di Curti, di Balzani, di Puzzone, malgrado nell’ultimo decennio esso risulta in leggera diminuzione.

Mentre quello castanicolo è intensamente diffuso nell’area di località “Polverate”, “Faliesi”,

“Bosco della Signora”, “Pastenate”.

Nello studio effettuato sono state riscontrate nove qualità d’uso del suolo restituite nella relativa “Carta dell’Uso Agricolo del Suolo e delle attività colturali esistenti nelle zone non ancora urbanizzate” qui acclusa con una tavola aerofotogrammetrica scala 1: 5.000.

L’esame ha consentito di rilevare che le superfici agricole sono decisamente predominanti; in particolare le aree agrarie a prevalenti colture forestali (castagneto da frutto 7%, cedui di castagno 32%, cedui di cerro 6%, fustaia di faggio 1%) rappresentano quasi 46% del totale, mentre quelle agricole a prevalenti colture legnose (seminativi arborati e frutteti 3% nocelleto 36%, oliveto 8‰, vigneto 6‰), delle quali la più diffusa è certamente quella a nocelleto, rappresentano circa il 40% del totale. I castagneti da frutto sono concentrati, come riferito, in gran parte sulle zone collinari e pedomontane del settore sud del Comune. Nell’area in esame tale forma di utilizzazione del suolo si è consolidata nel tempo in funzione delle condizioni pedo-climatiche prevalenti, che hanno favorito lo sviluppo di un numero limitato di tipologie colturali (uva da vino, olivo, melo, pero, noci, etc.). Invece le zone

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montane da tutelare per la conservazione del patrimonio ambientale e forestale sono utilizzate da piante boschive (ceduo di castagno, castagneto da frutto, ceduo di cerro e faggeta) che rappresentano, come predetto, circa il 46%; le zone scoperte e i suoli incolti sono relativamente estesi ed interessano circa l’8‰ del totale. La fotografia dell’uso del suolo del territorio di Contrada viene schematizzata qui di seguito nella presente tabella:

Tab. n. 12.

Uso del Suolo Agricolo e delle attività colturali Superficie Simboli esistenti nelle zone non ancora urbanizzate ha mq. %

Cf Castagneti da frutto 73.67.72 736.772 0,07

Cc Cedui di castagno 330.98.52 3.309.852 0,32

Ff Fustaia di faggio 13.29.00 132.900 0,01

Ce Cedui di cerro 63.57.00 635700 0,06

Sa Seminativi arborati 27.12.43 271.243 0,0263

V Vigneti 5.67.33 56.733 0,0055

O Oliveti 8.25.31 82.531 0,0080

N Nocelleti 369.45.78 3.694.578 0,3583

Vp Verde pubblico 0.25.57 2.557 0,0002

Rc Rimboschimenti di conifere 0.14.81 1.481 0,0001

Mr Macchia ripariale 11.14.79 111.479 0,0108

Ar Arbusti 1.41.04 14.104 0,0014

Ra Rocce nude ed affioramenti 0.18.11 1.811 0,0002

Sc Scoperto 5.37.58 53.758 0,0052

Cava 0.92.95 9.295 0,0009

Fascia del Metanodotto 9.50.02 95.002 0,0092

Dis Discarica 1.04.11 10.411 0,0010

Zona Urbana - centro storico - pertinenze - strade 1.089.793 1.089.793 0,105

TOTALE 1031.00.00 10.310.000 1,00

Viceversa la macchia mediterranea e ripariale, parte più traboccante e particolare del paesaggio agrario e forestale, è diffusa lungo le pendici collinari, il corso dei torrenti, dei rii, dei valloni e delle strade occupando un discreto corridoio pari all’1% del territorio che deve essere non solo salvaguardato, ma anche conosciuto, essendo nello stesso tempo una cospicua risorsa con valenza d’identità paesaggistica, naturalistica e storica-culturale. Le aree urbane, gli insediamenti infrastrutturali ed industriali, le reti cinematiche ed altre forme di

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utilizzazioni rappresentano più del 10% dell’intera superficie territoriale (compreso cava e fascia vegetazionale del metanodotto). In sintesi, dall’esame dei dati disponibili e dalle rilevazioni effettuate è emerso che il territorio comunale di Contrada denota, come era lecito attendersi, caratteri di forte intervento antropico. Infatti la copertura vegetale e l’attività umana rappresentano i due principali aspetti presi in considerazione nella realizzazione di questa carta. L’azione antropica, appunto, ha notevolmente inciso sull’ambiente modificando a volte profondamente l’equilibrio pedo-vegetazionale, spesso in senso negativo (disboscamenti, movimenti di terreno, asportazione delle parti più fertili del suolo, erosione dei versanti, ecc.), talvolta in senso positivo (rimboschimenti con conseguente consolidamento di pendici franose, conversione di ceduo di castagno in castagneto da frutto, regimazione delle acque, impianti di oliveti e frutteti, ecc). E’ basilare sottolineare che la Carta dell’Uso Agricolo così realizzata, attraverso la costruzione delle varie tipologie d’uso del suolo, ha consentito allo scrivente di individuare i seguenti principali nove ambiti territoriali:

Primo Ambito Territoriale utilizzato a Nocelleto (Corylus avellana Linneo):

località Selvetelle, Salzani, Fontana della Voccola, Contrada Sandulli, Schiti, Costarelle, Serre, Poggio Carbonaio, Polverate.

Si tratta di una estesa zona del territorio del Comune di Contrada che interessa una buona porzione del vallone Salzani e Vallone Costarelle sino a raggiungere l’area pedo- montana di monte Faliesi; comprende al suo interno il territorio di ambienti diversi come località “Selvetelle”, “Salzani”, “Schiti”, “Costarelle”, “Serre”, “Poggio Carbonaio”, “Polverate”.

L’ambiente è caratterizzato prevalentemente dalla superficie agricola di ettari 369.45.78 coltivata a nocelleto specializzato e talvolta a seminativo irriguo a conduzione familiare. Infatti il nocelleto è coltivato con normali tecniche agrarie diffuse in queste zone che sono località vocate per la produzione corilicola. Tali superfici sono aperte, totalmente esposte a

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mezzogiorno, molto luminose, situate tra le quote 525 e 350 m. s.l.m., dalle piane della valle e ai piedi delle coste del monte "Faliesi". La felice posizione geografica, per la discreta esposizione e per le caratteristiche orografiche, oltre la presenza di una buona rete stradale, poderale e fertilità del terreno agrario, rendono località “Selvetelle”, località “Schiti”, “Salzani”,

“Costarelle”, “Serre”, “Poggio Carbonaio”, “Polverate” particolarmente vocate alla coltivazione del nocciuolo, in particolare alla cultivar "Mortarella", alla cultivar “San Giovanni” che sono le corilicole tradizionali e prevalenti grazie alla qualità e alla quantità del loro frutto, veramente eletto e ricercato dal mercato dell'industria dolciaria. La copertura vegetativa è costituita prevalentemente da piante di noccioli allevate a monocaule con sesto medio di 4 x 5 m. Di tanto in tanto nei giovani nocelleti insistono anche alcuni grossi esemplari di età centenaria di piante di castagno, di ciliegi o di noci. Sembrano queste piante secolari umili sentinelle che pattugliano e sorvegliano le singole contrade.

Qui la terra, sotto i giovani i nocelleti, non riposa quasi mai ed è verdeggiante e ricca di ortaggi diversi in tutte le stagioni dell'anno. La particolarità conferita ai fondi di questo ambito dalla fecondità della sua utilizzazione agricola risalta tanto più in quanto si è affermata attraverso le medie e piccole proprietà dei diretti coltivatori, ai fazzoletti di terra di semplici agricoltori, artigiani e commercianti. Nei piani i fertili campi sono utilizzati da specie orticole varie come le tradizionali brassicaceae: broccoletto di rapa (Brassica rapa L.), cavolfiore (Brassica oleracea L.), cavolo cappuccio (Brassica oleracea L.), cavolo verza (Brassica oleracea L.), cavolo broccolo (Brassica oleracea L.), ruchetta (Eruca sativa L.), ravanello (Raphanus sativus L.); come le locali chenopodiaceae: bietola da orto (Beta vulgaris L.), spinacio (Spinacia oleracea L.); come le primitive cucurbitaceae: cetriolo (Cucumis sativus) e zucchino (Cucurbita pepo L.); le diffuse leguminose: fagiolino e fagiolo da sgusciare (Phaseolus vulgaris L.), pisello (Pisum sativum L.), fava (Vicia faba L.); le estese coltivazioni

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di solanaceae: pomodoro (Lycopersicum esculentum Mill.), patata (Solanum tuberosum L.), melanzana (Solanum melongena L.); come molto curata è la coltivazione delle apiaceae:

sedano, carota, finocchio e prezzemolo, nonché delle asteraceae: scarola, endivia, lattuga, cicoria, delle amarillidaceae: cipolla, ed infine della labiata per eccellenza: basilico (Ocimum basilicum L.).

Quindi si tratta di zone senza sostanziali limitazioni all'uso agricolo, in cui l'attività corilicola assume diffusamente carattere dominante, sia rispetto al paesaggio legato al suolo che alla struttura socio-economica.

Foto n. 1=. Il nocelleto con le sue ceppaie e monocauli esprime paesaggio e tutela idrogeologica del suolo. Gli antichi terrazzamenti dotati di adeguate lunette e cigli di guida in terra costituiscono una vera e propria “rete drenante” per le lunghe pendici assestate in modo ordinato ed efficace.

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In queste contrade storiche, in cui l'insediamento agricolo è stato determinato principalmente dalle eccellenti qualità agronomiche e che accolgono un'agricoltura di piccole aziende, caratterizzata da ordinari investimenti fondiari, il legame ecologico fra caratteri del clima, del suolo e agricoltura è in genere antico e forte. I corileti sono un bene inestimabile per paesaggio e produttività. Infatti, Il noccioleto assume in Contrada, in funzione della particolare dislocazione delle sue aree di coltivazione, un ruolo di rilievo nell’ambito comunale dove rappresenta un utile strumento di valorizzazione e salvaguardia del territorio contribuendo nel contempo alla permanenza delle comunità locali. Inoltre, emerge una rilevante funzione paesaggistica con un apprezzamento anche economico di zone caratterizzate da delicati equilibri idrogeologici. Nonostante tutto, il nocelleto con le sue piante a monocaule o a ceppaia svolge un'importante funzione nella difesa del suolo ostacolando l’azione disgregatrice degli agenti atmosferici, fenomeno tipico delle precipitazioni, tramite azioni di tipo meccanico e di tipo idrologico.

Secondo Ambito Territoriale utilizzato a Ceduo di Castagno (Castanea sativa M.):

località “Bosco di Monsignore”, “Bosco della Signora”, “Cioppoli”, “monte Bufoni”,

“Faliesi”, “Serre”, “Poggio Carbonaio”, “Cuponi”, “Belvedere”,“Polverate”.

Il ceduo di castagno (Castanea sativa Mill.) rappresenta per il territorio di Contrada una importante risorsa economica ed ambientale per le vaste aree montane. Difatti il crescente costo delle fonti energetiche tradizionali e la precarietà del loro approvvigionamento, nonché il miglioramento tecnologico e gli incentivi a favore delle fonti energetiche alternative, hanno portato un notevole incremento della domanda di legna come combustibile. L’interesse verso questo prodotto riguarda principalmente i proprietari privati, ma anche quelli pubblici, stimolati a trovare nuove fonti di entrata e riduzioni di spesa a seguito dei pesanti tagli ai trasferimenti di fondi dalla Regione e dallo Stato.

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Dai rilievi eseguiti risulta che, alla data della presentazione della presente relazione tecnica, i cedui di castagno occupano nel Comune di Contrada un territorio della estensione netta di ettari 330.98.52 pari al 32% dell'intera area boscata del territorio comunale, di cui ben ettari 69.60 sono di proprietà del Comune di Contrada. Dai cedui di castagno si ottengono assortimenti di qualità (ottime caratteristiche meccaniche, tecnologiche, ecologiche, estetiche), rispondenti alle attuali esigenze del mercato, perchè da questo dipende la spinta al miglioramento e perfezionamento delle tecniche selvicolturali tradizionali finora applicate.

Il castagno è certamente tra le specie che più si adattano alla forma di governo a ceduo, come è dimostrato dalla longevità delle ceppaie, dalla abbondante e rapida emissione di polloni, dotati di grande vigoria vegetativa e dalla notevole densità che esso può mantenere.

Qui sui monti contradesi il castagno trova poi ottime condizioni di clima e di suolo per una rigogliosa vegetazione. Con la forma a ceduo il castagno non soggiace alla malattia dell'inchiostro ed è poco attaccato dal cancro della corteccia, malattia che risulta nella zona in fase di netta regressione. Inoltre, tra i numerosi tipi di boschi a taglio periodico destinati a riprodursi per via agamica, il ceduo di castagno è indubbiamente quello che fornisce ancora i prodotti di maggior valore ed i redditi più convenienti. Anche i cedui di ontano nero e di qualche altra latifoglia del luogo forniscono assortimenti di particolare pregio commerciale, ma la loro estensione è scadente e non vengono presi in considerazione nemmeno dalla statistica forestale. Ciò a prescindere dal fatto che qualche tipo di bosco atto a produrre legno da lavoro come, ad esempio, il ceduo di ontano, non ha più l'importanza di un tempo e, perciò, va gradualmente scomparendo.

Invece, sotto l'aspetto economico il ceduo di castagno fornisce, con turni relativamente brevi, incrementi elevati, sconosciuti ad altri tipi di bosco, ed una serie di assortimenti pregiati tuttora molto richiesti sul mercato. Dai cedui di castagno un tempo si ricavava principalmente

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carbone; altri assortimenti come paleria per viticoltura, per attrezzi agricoli, ecc., rappresentano una modestissima percentuale e trovano per lo più uso locale. Oggi la produzione del ceduo è destinata quasi esclusivamente alla paleria. In tal senso gli assortimenti che si possono ritrarre dai cedui di castagno sono molti, ma variabili a seconda delle richieste di mercato. Localmente i principali assortimenti sono: a> pali da vite uso vitigni Fiano, Greco di Tufo e Taurasi, vini a D.O.C.G., e per floricoltura; b> puntoni per filari, per staccionate; c> puntelli da miniera; d> paleria per industrie dell'imballaggio. Molto richiesto dalle industrie locali di trasformazione è il "tondame da trancia" intendendo con tale denominazione quei fusti atti a fornire con vera tranciatura sottili piallacci per decorazione, copertura di compensato di pioppo, di pannelli di truciolati per porte piane, mobili, ecc. Altro assortimento di modeste dimensioni fornito dai cedui di castagno è il "materiale di spacco"

destinato essenzialmente alla fabbricazione di ceste e recipienti vari da imballo di cui nel passato si faceva gran consumo per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli. L'artigianato relativo ebbe a suo tempo, e particolarmente nei primi lustri del secolo trascorso, un rigoglioso fiorire, ma è attualmente soppiantato in pieno dal più economico cassettame e dai vari contenitori di plastica. Dunque: il castagno è certo la specie legnosa indigena od ecotipo che offre la gamma più estesa di applicazioni da lavoro o da opera del suo legno, dall'età 1 o 2 anni a quella secolare, in tal senso essa può ben dirsi unica. Infatti, nell'ambito dei cedui atti alla produzione di assortimenti da lavoro e alla produzione di combustibile, il ceduo di castagno, sembra che usufruisca di condizioni stazionali favorevoli, è fra quelli che sono in grado di realizzare incrementi legnosi annui medi per ettaro di buona elevatezza, incrementi unitari che possono raggiungere punte dell'ordine di 15-20 metri cubi. Tutto ciò spiega il motivo del buon favore che i cedui di castagno hanno incontrato in ogni tempo fra i boscaioli di Contrada.

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Il ceduo di castagno, dotato di grandi potenzialità, può essere trattato coi turni più diversi, dai più brevi ai più lunghi, senza che con ciò il proprio vigore vegetativo subisca nessuna alterazione. In generale nel bosco ceduo di castagno non vengono effettuati interventi colturali come sfolli o diradi, ma si effettua il taglio raso con turno di 12 anni, rilasciando 60 matricine ad ettaro previsto dall’art. 24 delle "Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale" e come propone lo stesso Settore per il Piano Forestale Generale. D'altra parte il turno dei tagli previsto dalle "Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale" nella Provincia di Avellino per i boschi cedui di castagno non può essere inferiore ai 12 anni e corrisponde al turno tecnico, il quale consente la maggiore produzione in volume o in numero di assortimenti, quali paleria per usi agricoli e doghe da botte e tavolame. Chiaramente, questa maturità, basandosi sulle peculiarità merceologiche dei prodotti, anche se prescinde dal giudizio di convenienza, in un certo senso si avvicina alla categoria del turno economico, in quest'ultimo il ciclo produttivo rende massimo il reddito fondiario del bosco assestato a produzione annua.

Terzo Ambito Territoriale utilizzato a castagneto da frutto (Castanea sativa, Miller): località “Cioppoli”, ”Poggio Carbonaio”, “Polverate- Faliesi”, “Schiti”,

“Bosco della Signora”.

Le località in esame, legate agli inconfondibili castagneti da frutto terrazzati, livellati o sistemati a porche, rappresentano l’ambito più noto di tutto il territorio comunale: biotopi da tutelare, ove la natura e l’opera antropica, ancor più affascinante, sono riuscite nei secoli a fondersi in maniera esemplare. Il motivo della conservazione e della tutela non è puramente naturalistico o per il diffuso e specializzato uso agricolo delle zone, ma è legato alla struttura paesaggistica costruita dall’uomo nei tempi (anche recenti), e in particolare ai terrazzamenti con “muratura a spuntoni rocciosi” o con muri a secco o con terra che hanno permesso la

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coltivazione del castagno (Castanea sativa, Miller) sulle “costole” del colle Poggio Carbonaio, o sulle falde di Faliesi, talvolta scoscese ed inospitali, o sul falso piano di Schiti e sui dossi di Bosco della Signora. Il presente P.U.C. dovrebbe inserire la località Poggio Carbonaio o di Bosco della Signora nel patrimonio dei “biotopi castanili” del Comune di Contrada, cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) permettente. Qui insistono le radici antropiche più interessanti e forti della catena collinare e montuosa di Contrada, avendo il castagno già vinto la battaglia del famigerato fungo del cancro corticale (Cryphonectria parasitica Murr.). Le selve castanili, anche se di origine colturale, rappresentano un aspetto tradizionale di notevole importanza storica e paesaggistica che ha anche una buona valenza avi-faunistica.

La storia5 locale insegna che <<…In ogni casa, infatti, si parlava e si viveva direttamente o indirettamente di castagno…>>. Il castagno è sempre stato un componente naturale del bosco misto mesofilo di Contrada su substrati calcarei, ma com’è arcinoto, da sempre è stato anche favorito dall’uomo per ricavarne castagne e legname. A tal proposito racconta il prof. Gaeta Gaetano “…L’odore caratteristico del legno di castagno lavorato, da noi, lo respiravano anche i bambini appena nati e non lo dimenticavano mai…”. Molti boschi misti sono stati quindi trasformati in castagneti da frutto, ed il castagno è stato frequentemente impiantato anche in zone non idonee alle sue caratteristiche ecologiche, perché comunque molto generoso e ubiquitario o indigeno essendo presente su buona parte del territorio (oggi si dice autoctono). Il tipico castagneto da frutto (detto anche “selva castanile” che io chiamerei <<giardino castanile>>) subisce, o per meglio dire subiva, un’intensa azione dell’uomo: lo strato arbustivo era costantemente falciato per favorire la raccolta delle castagne, gli alberi erano tenuti molto distanziati con conseguente discreta illuminazione del suolo che favoriva un ricco strato erbaceo, spesso anche la lettiera di foglie

5 Contributo storico dal libro di Gaetano Gaeta “Contrada e i suoi abitanti” edizioni Pro-loco A. Vegliante -Contrada

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