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Capitolo 2: Aspetti didattici dell’eLearning

2.7 Project-Based Learning

Il Project-Based Learning (PBL) si colloca nell’ambito del costruttivismo in quanto enfatizza il ruolo attivo degli studenti che lavorano alla realizzazione di un progetto cercando soluzioni a problemi e assumendo un atteggiamento autocritico nei confronti di quanto prodotto.

Decidiamo di trattare con maggiore dettaglio questa metodologia di impronta costruttivista poiché la ricerca effettuata è basata su un approccio PBL per la costruzione di contenuti didattici da parte degli studenti.

43 Partendo da problemi concreti, gli alunni vengono stimolati alla formulazione di ipotesi, alla costruzione di strumenti, ad apprendere abilità nell’osservazione dei fenomeni indagati, alla raccolta di dati e alla valutazione critica dei risultati, basando il processo di apprendimento sul metodo scientifico.

Riportiamo la definizione di Project-Based Learning del Buck Institute of Education: “L’apprendimento basato su progetto è un modello di insegnamento sistematico che impegna gli studenti a imparare a sviluppare competenze attraverso un processo di ricerca estesa, strutturato intorno a domande complesse e reali e intorno a prodotti e compiti attentamente progettati” [S8].

Il PBL è una metodologia orientata al problem solving (risoluzione di problemi) connotata in chiave progettuale.

Il presupposto di tale metodologia è la capacità dei discenti di lavorare in modo autonomo, quindi risulta adatto a un ambiente di apprendimento costituito da alunni dotati di una certa maturità cognitiva.

Le caratteristiche del PBL possono essere riassunte come segue: • Ambiente didattico basato sulla ricerca;

• Collegamento con la realtà; • Approccio multidisciplinare;

• Programma e processo fondati su criteri predeterminati; • Ausilio di molteplici fonti di informazione;

• Lavoro di gruppo;

• Tempi di realizzazione a lungo termine.

Il manuale operativo di PBL distribuito dal Buck Institute for Education [S8] suggerisce un format che comprende i seguenti elementi:

• Identificazione della durata prevista per l’attuazione della strategia didattica; • Eventuali indicazioni per allineare l’attività didattica proposta a standard

regionali o internazionali;

• Descrizione degli obiettivi del progetto;

• Identificazione e definizione del problema che dovranno affrontare gli studenti;

44 • Dettagli sulla strategia didattica;

• Identificazione dei prerequisiti necessari; • Identificazione del setting tecnologico; • Eventuali materiali per i docenti;

• Risorse utili agli studenti per inquadrare il problema; • Elenco di altre risorse utilizzabili per effettuare ricerche; • Pianificazione dettagliata delle modalità di lavoro; • Definizione degli strumenti di verifica;

• Scheda di pianificazione delle strategie di supporto che può attuare il docente. Nell’ottica metodologica del PBL il ruolo dell’insegnante può essere paragonato a quello di un manager che ha il compito di guidare, monitorare e valutare l’apprendimento, fungendo da coach metacognitivo. Il docente non deve interferire direttamente sull’operato degli studenti ma deve limitarsi a fornire un feedback sulle attività svolte.

Gli studenti, oltre a comprendere i contenuti, divengono risolutori attivi di problemi, responsabili del proprio apprendimento, organizzatori delle attività di ricerca, dei tempi e delle risorse; la forza trainante del processo di apprendimento è il prodotto finale, ma la chiave del successo sono le capacità acquisite durante la sua produzione.

Se si utilizza una tecnologia di supporto all’apprendimento, il lavoro diviene più efficiente; infatti, la capacità di usare le applicazioni informatiche è un aspetto fondamentale per la strutturazione e la produzione di materiale progettuale.

Pur considerando l’aspetto collaborativo del PBL, bisogna sottolineare come tale metodologia vada ben oltre la mera collaborazione tra pari, in quanto una didattica per progetti risponde all’esigenza di un riconoscimento e di una valorizzazione delle differenze individuali e in tal modo aiuta gli studenti a sviluppare le capacità di collaborazione, interazione e comunicazione. L’insegnamento è visto come opportunità di utilizzo di risorse, mezzi e stili cognitivi differenziati.

Nell’ambito di un’attività didattica realizzata in PBL è necessario organizzare l’iter da seguire, avere un quadro chiaro di come dovrà svolgersi il lavoro e fare in modo che l’ambiente di apprendimento sia adeguato alla situazione, cercando di

45 limitare lo sforzo necessario nell’ambito della zona di sviluppo prossimale in modo da non scoraggiare gli studenti e facendo leva sulla motivazione ad apprendere. La metodologia PBL avviene in un contesto di gruppo in cui ogni studente influenza l’apprendimento degli altri, quindi è essenziale proporre delle attività didattiche che rientrino nella zona di sviluppo prossimale, in modo che ogni studente possa contribuire all’accrescimento della conoscenza. Costruendo degli interventi educativi che mirano alla conquista della conoscenza potenziale, si pongono i discenti nella condizione di effettuare scoperte e di comunicarle ai coetanei.

Per quanto riguarda il confronto tra le metodologie didattiche tradizionali e l’approccio PBL menzioniamo la ricerca condotta da Woodward su degli studenti di medicina [88]. Woodward ha evidenziato che non vi sono differenze di performance professionale tra gli studenti con un curriculum di studi basato su metodi tradizionali e gli studenti formati con un approccio PBL, però risulta evidente che i medici abituati al problem solving, a differenza degli altri, hanno maturato le capacità di inquadrare e affrontare un caso.

In generale, dalle ricerche effettuate, non si riscontrano differenze significative nell’apprendimento tra studenti istruiti tradizionalmente e studenti abitualmente coinvolti in attività didattiche basate sul PBL [27, 43, 51, 61].

Effettuando una sintesi dei risultati delle ricerche in questo campo, possiamo elencare le seguenti osservazioni [14, 68, 77, 78]:

• L’approccio PBL in sé non migliora l’apprendimento degli studenti, ma può essere molto utile sul piano motivazionale e può aiutare ad affrontare rischi di abbandono e disinteresse, incrementando indirettamente il rendimento complessivo di una classe;

• L’approccio PBL non insegna necessariamente agli studenti come risolvere meglio i problemi, ma può essere una strategia utile per imparare a identificarli con più chiarezza e ad affrontarli più criticamente;

• L’approccio PBL può aiutare gli studenti a sviluppare la capacità di applicare concretamente le conoscenze acquisite e a riconoscere le situazioni in cui sono applicabili;

46 • L’approccio PBL può migliorare negli studenti la capacità di effettuare

ricerche ed esporne i risultati;

• L’approccio PBL in generale non porta ad un miglioramento della capacità degli studenti di interagire gli uni con gli altri e a organizzarsi come gruppo, per quanto riguarda l’aspetto collaborativo molto dipende da come il docente progetta e gestisce le attività.

La domanda che ci siamo posti nel corso della nostra ricerca è stata: è possibile utilizzare un approccio PBL in ambito universitario per produrre contenuti didattici usufruibili in un sistema di eLearning?