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2. LE CAVE DI MARMO DI CARRARA

3.6 Proposte di differenti tipologie di verifica

Le tipologie di verifica della comprensione e apprendimento degli obiettivi prefissati con l’escursione sono diverse.

Quella senza dubbio più stimolante e produttiva è quella che prevede un’attività di approfondimento da parte degli studenti.

Sfruttando la divisione dei compiti della classe durante l’escursione si potrà assegnare a ciascun gruppo un tema da approfondire.

Questo compito permette agli studenti di lavorare autonomamente e arricchire il proprio bagaglio culturale. Le ricerche svolte a casa potranno poi essere esposte a scuola e gli alunni potranno essere interrogati singolarmente sia su quanto appreso durante l’uscita sia su quanto esposto dai compagni.

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In alternativa, per rendere più rapida l’attività di verifica per il docente, si possono sottoporre agli studenti una prova scritta.

La prova scritta può essere di due tipi: un questionario con domande a risposta aperta e un test a risposta chiusa su scelta multipla (in cui la risposta esatta è una soltanto)

Qui di seguito ho elaborato due possibili esempi di compiti scritti da poter offrire agli studenti, da far svolgere in un’ora :

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CLASSE… SEZIONE… DATA… ALUNNO….

1) Come si è formato il marmo?

2) Quale popolazione ha incominciato a lavorare ed estrarre il marmo di Carrara? In che periodo storico?

3) Come si sono evolute nel tempo le tecniche di estrazione e lavorazione?

4) Come è cambiato nel corso degli anni il trasporto dei blocchi di marmo?

5) Che mansione aveva il “tecchiaiolo”?

6) Che cosa era la Ferrovia Marmifera?

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8) Quali sono i rischi per i lavoratori delle cave?

9) Quali sono i rischi per l’ambiente?

10) Che ruolo ha il porto di Marina di Carrara all’interno dell’economia della provincia?

QUIZ A RISPOSTA CHIUSA SU SCELTA MULTIPLA

CLASSE … SEZIONE … DATA ……….

ALUNNO………

1) Il marmo si è formato:

a) attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, come il calcare o a Dolomia.

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c) dall'accumulo di sedimenti di varia origine, derivanti in gran parte dalla degradazione e dall'erosione di rocce preesistenti.

2) Il comprensorio marmifero di Carrara comprende i bacini di: a) Bedizzano, Bergiola, Codena e Gragnana.

b) Pescina-Boccanaglia, Torano, Miseglia e Colonnata c) Castelpoggio, Campocecina, Sorgnano, Lorano.

3) Quando iniziarono l’escavazione e la lavorazione del marmo a Carrara? a) Nel I secolo a.C.

b) Nel V secolo d.C. c) Nel XIX secolo.

4) In quale periodo storico l’escavazione e l’esportazione del marmo si interruppero?

a) Nel Rinascimento. b) Nell’Ottocento. c) Nel Medioevo.

5) Cosa prevedeva il primo metodo di estrazione del marmo?

a) L’inserimento in fatture naturali di cunei bagnati che dilatandosi rompevano la roccia.

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c) L’utilizzo di strumenti manuali.

6) Quale metodo di estrazione dei blocchi introdussero i romani?

a) Quello che prevedeva l’utilizzo della polvere da sparo per distaccare i blocchi.

b) Quello che prevedeva l’inserimento di cunei di ferro in scanalature della roccia che venivano percossi ripetutamente, ovvero la tecnica “a formella”. c) Quello che prevedeva l’utilizzo del filo elicoidale e della puleggia.

7) Qual è il tipo di marmo più pregiato che viene estratto dalle cave di Carrara? a) Il Bianco Statuario.

b) Il Venato Apuano. c) Il Bianco di Fantiscritti.

8) La “bancata” è:

a) Il luogo in cui vengono tagliati i blocchi di marmo.

b) Una grande porzione di roccia da cui vengono escavati i blocchi. c) Un grande blocco di marmo.

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9) Qual era la mansione del tecchiaiolo?

a) Quella di venire calato, legato saldamente ad una corda, lungo le pareti per distaccare i blocchi di marmo dalle parti pericolanti.

b) Quella di riquadrare i blocchi di marmo con subbia e martello.

c) Quella di preparare un letto di detriti e fanghiglia per attutire la caduta dei massi.

10) Che cosa è la “varata”?

a) Il trasporto di grandi blocchi di marmo. b) Un tipo di lavorazione del marmo.

c) L’abbattimento di intere porzioni di more, pratica molto pericolosa che lasciava i cavatori col fiato sospeso.

11) Che cosa è la “lizzatura”?

a) Il trasporto dei blocchi di marmo su rotaia.

b) Il trasporto dei blocchi di marmo tramite carri trainati da buoi.

c) Il trasporto dei blocchi di marmo attraverso una slitta che scorreva su travi di legno.

12) A che cosa serviva la Ferrovia Marmifera?

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b) A collegare le diverse cave.

c) A trasportare i marmi dalle cave ad Avenza e al porto di Carrara.

13) Che cosa è la “marmettola”?

a) La polvere di marmo e il fango provenienti dai ravaneti b) Uno strumento usato per la lavorazione del marmo.

c) Un mezzo adibito al trasporto dei blocchi di marmo dalle cave al porto.

14) Che cosa è un ravaneto?

a) L’insieme dei detriti che provengono dall’escavazione del marmo.

b) Il luogo in cui vengono raccolti i blocchi di marmo prima di essere spediti. c) Un luogo in pendenza dove si accumulano i detriti provenienti

dall’escavazione.

15) Il porto di Marina di Carrara all’interno del commercio del marmo:

a) Ha un’attività principalmente di esportazione dei marmi che vengono estratti nella provincia

b) Ha un’attività di esportazione e di importazione poiché nella provincia vengono lavorati anche marmi provenienti dall’estero

c) Ha un’attività principalmente di importazione poiché nella provincia vengono lavorati soltanto marmi provenienti dall’estero.

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Questi test possono costituire un mezzo efficace per verificare la comprensione di tutti quelle informazioni che sono state proposte nel corso dell’escursione e per apprendere se l’escursione stessa sia stata un mezzo efficace per sottoporre agli studenti quelle problematiche e quei fenomeni.

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CONCLUSIONE

Questa tesi vuole, innanzitutto, dimostrare quando sia importante l’osservazione diretta di ambiente e fenomeni nella didattica della geografia.

Ho scelto di approfondire questo aspetto dopo aver seguito il corso di Didattica della Geografia sperando, in futuro, di poter intraprendere il lavoro di insegnante ed essendo consapevole di quanto la geografia sia importante e di quanto invece venga, in un certo senso, considerata una materia secondaria, soprattutto a partire dagli ultimi anni.

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In una disciplina come questa poter osservare con i propri occhi quanto studiato prima sui libri dovrebbe essere fondamentale, ed anzi, lo studio dovrebbe essere conseguente all’esperienza sul campo.

L’osservazione di fenomeni locali, come già detto, permette di acquisire strumenti, metodo e una vera e propria forma mentis per affrontare lo studio su scala sempre maggiore fino ad arrivare alla comprensione di problemi e questioni globali e, nella società attuale, questo è un requisito essenziale.

Le realtà locali hanno infatti da offrire ben più di quanto si possa pensare, presentando numerosi problemi che gli studenti si troveranno poi a dover affrontare sui libri: l’inquinamento, l’intervento dell’uomo sull’ambiente, lo sfruttamento del territorio e l’insediamento umano sono fenomeni riscontrabili sui libri e nella vita ovunque che possono essere facilmente proposti agli studenti sottoponendo loro la realtà che li circonda e nella quale vivono quotidianamente. In particolare i ragazzi della scuola secondaria di primo grado si trovano a dover affrontare studio e problemi in maniera più consapevole cercando le connessioni tra un fenomeno e l’altro e lo studio della geografia che viene loro proposto non è più costituito soltanto da nozioni e nomi da imparare a memoria ma anche da questioni che devono essere studiate e soprattutto comprese, come per esempio l’ecosostenibilità o il surriscaldamento globale.

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L’osservazione diretta ha il vantaggio di riuscire a mostrare concretamente questi problemi, le loro cause e i loro effetti e di spiegare queste connessioni in maniera più semplice ed evidente di quanto possa farlo un libro.

Senz’altro l’uscita sul territorio non è priva di rischi e difficoltà che però possono essere facilmente superate.

Innanzitutto un’escursione richiede un’organizzazione minuziosa che necessita di un grande impegno da parte del docente, sia nella progettazione che nella preparazione degli studenti alla visita. Inoltre non è sempre facile trovare docenti disposti ad accompagnare gli alunni, poiché una visita di istruzione comporta una grande responsabilità.

E’ certo che ci si debba assicurare che il luogo da visitare non sia pericoloso e che il luogo stesso sia facilmente raggiungibile. Inoltre la meta deve offrire elementi di reale interesse che siano collegati a quello che gli studenti stanno studiando o studieranno.

I mezzi a disposizione sono poi senz’altro scarsi, soprattutto per un’uscita sul territorio che abbia un’impronta geografica che richiede strumentazione specifica, come mappe topografiche, strumenti di osservazione e misurazione.

Tutti questi problemi, che spesso vengono presentati come insormontabili, vengono però messi da parte quando si tratta di proporre gite di istruzione all’estero.

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Questo dimostra come la realtà locale venga spesso messa in secondo piano, per favorire mete lontane, senz’altro ricche di posti da visitare, posti che però forse offrono problematiche meno attinenti al programma scolastico e a quello che i ragazzi stanno studiando.

Con il mio lavoro ho voluto mostrare l’importanza dell’osservazione diretta attraverso la proposta di una visita guidata nel territorio delle cave di Carrara e in luoghi strettamente collegati ad esse.

Una meta così vicina, per gli studenti della provincia, è infatti ricca di fenomeni che si possono facilmente osservare da vicino: lo sfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento causato dal loro utilizzo e lo sviluppo delle industrie e dell’insediamento umano intorno ad esse.

Una visita in questi luoghi riuscirà non solo in maniera molto chiara a spiegare come tutti questi elementi siano collegati tra loro ma potrà anche “riqualificare” agli occhi degli studenti il luogo in cui vivono, sottolineando non solo gli aspetti negativi della lavorazione del marmo.

Si potranno infatti mostrare la bellezza del paesaggio, le numerose opere d’arte che col marmo vengono create, la ricchezza di minerali, evoluzione storica del territorio lo stile di vita dei cavatori e degli altri lavoratori che molto spesso sono genitori o altri parenti degli studenti.

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Ogni città, ogni zona d’Italia, se pur con caratteristiche differenti, è ricca di spunti per offrire ai ragazzi un’osservazione concreta, più stimolante e interessante, di problematiche che al giorno d’oggi è indispensabile conoscere e affrontare. In seguito alla stesura del mio lavoro, vorrei proporre questo possibile itinerario alle scuole secondaria di primo grado della mia zona, non essendo solitamente le cave di Carrara contemplate tra le possibili mete di una visita di istruzione dalle scuole locali.

Questo progetto, inoltre, potrebbe essere proposto non solo come visita di istruzione per le scuole secondarie di primo grado ma anche come possibile itinerario da presentare agli studenti che si recano in visita nella città di Carrara anche attraverso scambi e gemellaggi o per seguire corsi o stage presso l’Accademia di Belle Arti, per mettere in luce gli aspetti positivi del territorio e mostrare quello che può offrire.

Il fine è quello, innanzitutto, di incentivare gli insegnanti ad adoperare lo strumento dell’osservazione diretta nella didattica della geografia, prestando particolarmente attenzione alle realtà locali ma anche quello di mostrare quello che la zona di Carrara può offrire agli studenti, sperando che le difficoltà che possono sorgere nell’organizzazione di un’escursione possano essere superate dall’arricchimento che i ragazzi, e non solo, potrebbero trarne.

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