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Il peso economico del settore agricolo in Friuli Venezia Giulia risulta piuttosto modesto (2% circa del Valore Ag- giunto nazionale), ed interessa una porzione di territorio piuttosto scarsa (solo il 38% del territorio risulta pia- neggiante). La SAU totale corrisponde a poco meno di 220 mila ettari, in diminuzione del 7,6% rispetto al 2000 (ISTAT, 6° Censimento Agricoltura), con un’incidenza su quella nazionale pari all’1,7%. Tuttavia, la contrazio- ne delle superfici coltivate risulta inferiore rispetto alla diminuzione del numero di aziende agricole (circa 22 mila in regione) che risulta, infatti, pari al 33% in meno rispetto al precedente Censimento. Il processo di con- centrazione dei terreni ha portato ad un aumento della dimensione media aziendale che si attesta intorno a 10 ettari/azienda. Secondo i dati dell’ultimo Censimento, circa tre quarti della SAU regionale è coltivata a semina- tivo: cereali, piante industriali e foraggere. Il 30% circa delle aziende ha superficie a vite (9% della SAU com- plessiva) ed il settore vitivinicolo rimane senza dubbio uno dei settori di punta della regione. Un altro settore particolarmente importante per il Friuli Venezia Giulia è quello zootecnico. Le aziende con allevamenti di be- stiame destinato alla vendita sono il 14% circa del totale delle aziende agricole regionali. Il comparto zootecnico più rilevante a livello regionale risulta quello dell’alle- vamento bovino (65% delle aziende zootecniche), se- guito da quello suinicolo. Anche in ambito zootecnico si registra una contrazione del numero di aziende ed un aumento della dimensione media: gli allevamenti bovini risultano dimezzati in dieci anni, mentre la loro dimen- sione media è passata da 27 a 43 capi per allevamento. Il sistema agricolo del Friuli Venezia Giulia risulta quindi caratterizzato da piccoli numeri, ma anche da alcune ec- cellenze agroalimentari che hanno ottenuto riconosci- menti di qualità (DOp, DOC, DOCG, IGT). Questo sistema si inquadra in un contesto rurale composito che ormai è chiamato a porre il territorio al centro del sistema: non solo attività produttive agricole o agroalimentari in senso stretto, ma anche ruolo sociale dell’agricoltura, produzione di beni pubblici, tutela dell’ambiente, inve-

stimenti che riguardano tutti i soggetti che insistono su una determinata area, opportunità che derivano dalle politiche comunitarie, nazionali, regionali. Oggi si pone la questione di come valorizzare la competitività del- le aree rurali piuttosto che guardare soltanto a quella di un singolo settore, seguendo un approccio di gover- nance multilivello (comunitaria, nazionale, locale) che coinvolge stakeholders pubblici e privati. Il processo di Riforma della politica Agricola Comune (pAC) è attual- mente in corso, pertanto si è aperta una nuova fase per lo sviluppo rurale dell’Unione Europea. La proposta di Regolamento da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) del 12 ottobre 2011 e succes- sive modificazioni, l’approvazione del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 europeo (QFp) del febbraio 2013, il dibattito ancora vivo a livello di Consiglio, parlamen- to e Commissione (trilogo), nonché le recenti evoluzioni politiche a livello comunitario e dei singoli stati membri, hanno generato un mosaico normativo molto articola- to. Contemporaneamente, a livello di amministrazione regionale, sono iniziate le attività per la predisposizione del nuovo programma di sviluppo rurale che si pone l’o- biettivo di coniugare le tematiche di maggiore rilievo per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia con le indica- zioni comunitarie e nazionali.

Numerose le questioni proposte dalla Commissione per il settennio 2014-2020 per quel che riguarda i program- mi di sviluppo rurale (pSR): la novità più importante è legata alla soppressione degli assi, i futuri i pSR si ba- seranno, infatti, su 3 obiettivi (competitività del settore agricolo; gestione sostenibile delle risorse naturali e azioni per il clima; sviluppo territoriale equilibrato delle zone rurali) e 6 priorità (Innovazione e sistema della co- noscenza; competitività/redditività; filiere/rischio; eco- sistemi; low carbon economy; diversificazione/occupa- zione/ruralità). Le misure si presenteranno in numero contenuto, saranno introdotte nuove misure e modifica- te alcune misure esistenti. L’innovazione e la gestione del rischio, insieme ad un approccio integrato dei Fondi

comunitari di finanziamento, rappresentano i principali mutamenti. Nella preparazione del pSR regionale sarà molto importante considerare la necessità di stabilire una disciplina comune ai 5 fondi del Quadro Strategico Comune (FEASR, FESR, FSE, FC, FEAMp)1 e una mag- giore elasticità nella distribuzione della spesa tra le pri- orità (a parte il Leader). Inoltre, la politica di sviluppo rurale regionale dovrà discendere dall’Accordo di parte- nariato (che sostituisce il vecchio piano Strategico Na- zionale) e tenere conto della Strategia Europa 2020 che indica la necessità di riconoscersi un un’Europa orienta- ta verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che si pone come obiettivi prioritari la lotta alla povertà e all’occupazione. Quali prospettive di sviluppo rurale si possono prevedere per il Friuli Venezia Giulia? Qualità, territorio e formazione. Sarà necessario promuovere le filiere, il biologico, un marchio unico e il coordinamento della promozione dei prodotti di qualità sui mercati, sen- za dimenticare di investire in processi innovativi (dall’e- nergia alla logistica). Favorire i giovani e le aggregazioni in generale, attraverso regole comuni, patti di filiera,

1 FEASR: Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale; FESR: Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale; FSE: Fondo Sociale Europeo; FC: Fondo di Coesione; FEAMP: Fondo Eu- ropeo per gli Affari Marittimi e la Pesca.

progetti integrati, valorizzando le produzioni di quali- tà esistenti, affinché portino ad una maggiore concen- trazione dell’offerta, anche grazie alla costituzione di organizzazioni di produttori. Sarà importante puntare sull’agroambiente, sull’energia, sulla protezione degli ecosistemi, sul rafforzamento delle infrastrutture per l’agricoltura (irrigazione), supportare le aree svantag- giate, le aree periurbane e l’agricoltura sociale, in una serie di interventi utili all’economia regionale nel com- plesso. Infine, per dare modo al settore agricolo e agro- alimentare di crescere in termini di conoscenza sarà indispensabile creare un sistema in grado di sostenere una formazione continua degli operatori dei consulenti e dei formatori stessi. Questo approccio potrebbe ri- spondere alle più moderne necessità di aggiornamento per quanto riguarda sistemi produttivi innovativi, so- stenibili, e di trasferire le conoscenze dal mondo del- le università o di altri enti di ricerca alle aziende, per esempio con progetti di start-up (partenariato Europeo per l’Innovazione), ma anche attraverso scambi e visite aziendali.

IL SISTEMA AGRICOLO DEL

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