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Qe1. Riqualificazione di Piazza Santa Teresa

Nel documento RELAZIONE DI SINTESI DELL INTERVENTO (pagine 21-28)

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Qe1. Riqualificazione di Piazza Santa Teresa

La Piazza di Santa Teresa di Altamura è situata in corrispondenza di uno degli estremi del “decumano” della città antica che collega altri due importanti luoghi quali il Duomo e Piazza Matteotti, entrambi aventi una propria identità storica e vocazione funzionale entrambi manchevoli della dovuta valorizzazione.

La Piazza di S. Teresa risulta caratterizzata da componenti architettoniche e urbanistiche degli spazi pubblici di interesse storico, considerati beni culturali, ai sensi della lett. g del comma 4 dell’art. 10 del D. Lgs. 42/2004 e pertanto sottoposti alla tutela del citato decreto. L’area pubblica, classificata nel vigente PRG coma zona A2 – Area di rispetto al Centro storico, è localizzata in adiacenza al perimetro del borgo medievale di Altamura (zona Nord) ed è crocevia di diverse strade pubbliche. Strada S.

Teresa di collegamento con il centro storico; via Maggio 1648 coincidente con il tracciato delle antiche mura della città antica; Corso Vittorio Veneto che attraversa centralmente la Piazza suddividendola in due distinte zona e via Gian Battista Castelli che delimita la chiesa di S. Teresa (sec. XVII) e l’adiacente monastero dei Teresiani.

In alcune planimetrie storiche, in corrispondenza dell’incrocio tra via S.

Teresa e l’omonima Piazza, è riportata la presenza di una porta o varco di accesso al borgo medievale, denominata anche Porta Santa Teresa.

Attualmente la zona centrale della piazza risulta occupata per un’ampia superficie da un manufatto adibito a servizi pubblici, da un chiosco per la rivendita di giornali.

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L’immagine urbana appare compromessa per la presenza di tali manufatti che interferiscono con la percezione visiva dell’intero prospetto della chiesa di S. Teresa e della cortina edilizia che delimita il centro storico; la pavimentazione del tratto terminale di via Maggio 1648 è in asfalto per agevolare l’attività commerciale del mercato ortofrutticolo che sino a poco fa si svolgeva nella piazza.

La presenza dei manufatti (e degli ingombri del mercato) deturpano altresì il decoro dello spazio urbano e della vivibilità del luogo comune. La piazza allo stato attuale assolve principalmente a due funzioni urbane differenziate: quella relativamente più recente di parcheggio per i residenti del centro storico e quella di sosta per pullman che da Altamura portano a Bari ed agli comuni limitrofi.

Alla luce delle succitate impressioni si noti come la Piazza abbia la sua parvenza di “non luogo” dovuta alle numerose modifiche a cui è stata sottoposta nel tempo, che hanno svalutato l’importanza storica di ingresso alla città e reso carente sia il grado di accuratezza estetica necessario a risaltare la memoria del luogo, sia la praticità di quegli elementi funzionali necessari a ottimizzare la qualità della vita e l’utilità stessa del luogo come punto di approdo e scambio intermodale.

Tra le varie criticità vi è senza dubbio l’eccessiva invadenza del traffico veicolare che, anche incorrettamente, toglie spazio e fruibilità al transito pedonale e talvolta non si riesce a comprendere quale sia il limite fisico tra le parti ovvero fin dove può arrivare un’auto e dove può passare una persona. Oltremodo la presenza di importanti istituzioni (la Chiesa di Santa Teresa, il Museo etnografico, la Tenenza della Guardia di Finanza) non è dignitosamente esposta alla Piazza, mentre i volumi dell’edicola e degli ormai vetusti bagni pubblici affiancati da un “improvvisato”

parcheggio sottraggono la percezione del ricordo delle tracce del passato (il punto della Porta d’ingresso alla città e il percorso delle antiche mura lungo via Maggio) e ogni possibilità a far sì che il luogo abbia una sua identità urbana.

Nel progettare la nuova configurazione di Santa Teresa è stata stabilita l’armonia tra le percezioni emozionali dell’architettura e gli obiettivi programmatici di un corposo elenco di funzioni, e tale impostazione progettuale ha generato la nuova spazialità del luogo che si può sinteticamente descrivere come un “altare silenzioso”, posto alla quota più alta della piazza, al riparo dalla travolgente confusione che gli sta intorno.

Lo spazio rigenerato offre al fruitore un luogo dotato di molteplici servizi utili a favorire l’aggregazione sociale, a rendere piacevole e confortevole l’accoglienza al turista, a valorizzare i segni che la storia ha lasciato in eredità.

La piazza – altare, fiancheggiata da un largo marciapiede lungo via Vittorio Veneto e il rinnovato Sagrato della Chiesa divengono quindi la

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tela bianca su di cui si dispongono i tre grandi sistemi funzionali e compositivi: la Storia, la Natura e la Mobilità.

L’unica architettura che si staglia dalla superficie è composta dal volume dei servizi igienici costituiti dal parallelepipedo in cemento e Corten, entrambi poi sono protetti da una sottile e apparentemente volante copertura in alluminio opaco bianco. La composizione di un tale insieme di volumi così scomposti e dalle ridotte dimensioni (l’ingombro massimo L x P x H = 2.3 x 11.0 x 2.8 m) è stata condotta con l’intenzione di liberare il più possibile lo spazio della piazza.

Le parti storiche consistono nel tracciato urbano di via Maggio e via Santa Teresa che al loro incrocio evidenziano la suggestione della vecchia porta di ingresso creandone la sua immaginaria impronta, e nel Sagrato dove particolari porzioni di basolato segnalano gli accessi agli edifici, in particolare quello per il Museo etnografico è arricchito da una insegna (una grande M e la ruota di un carro da contadino) in Corten il cui colore bruno richiama e omaggia gli arrugginiti utensili da lavoro esposti all’interno. Due lunghe fioriere poi demarcano l’asse visivo di via Santa Teresa verso l’omonima Chiesa.

Ciò che contribuisce a rigenerare in maniera integrante e sostanziale il luogo è il sistema della mobilità, un insieme di elementi architettonici e di attrezzature in grado di fornire alla persona, chiunque essa sia (pendolare, turista, passante, ciclista, autista), il supporto necessario alla modalità di trasporto con cui sceglie di muoversi. La generosa pedonalizzazione degli spazi, resa possibile grazie al rinnovamento delle carreggiate stradali, consiste nel restringimento della sede carrabile (via Maggio 1648, via Carlucci e via Santa Teresa) al solo transito dei veicoli a vantaggio dell’allargamento dei marciapiedi pedonali.

Il sistema degli elementi naturali è costituito da filari di alberi, siepi e specchi d’acqua che seguono le strade in direzione parallela e le facciate degli edifici prospicenti la piazza in maniera ortogonale individuando nuovi assi visivi oltre che coni d’ombra, punti di fresco e ambiti funzionali tra cui l’ampio spazio vuoto sulla piazza e l’area ludico – ricreativa composta da due giochi disegnati a pavimento (il twister e la campana).

Gli specchi d’acqua inseriti tra le basole in pietra offrono una variegata articolazione dello spazio e mitigano la calura estiva. Le autoctone essenze vegetali richiamano il paesaggio campestre e consistono in lecci, che lungo la trafficata via Vittorio Veneto fanno da barriera acustico – visiva, e piante aromatiche di rosmarino e lavanda (quest’ultima impiegata esclusivamente per le fioriere di via Santa Teresa), l’impiego di un limitato numero di essenze contribuisce a fornire all’ambiente più uniformità.

Gran parte della Piazza e del Sagrato sono pavimentati in pietra calcarea (tipo Trani) a finitura bocciardata, e in presenza degli elementi storici da esaltare (ingressi degli edifici, via Maggio e impronta della Porta) i filari di

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pietra seguono una propria direzione rispetto al resto della pavimentazione e la stessa bocciardatura si infittisce maggiormente offrendo al passante due diverse sensazioni visive e tattili con lo stesso materiale. L’impiego di basole tradizionali con bocciardatura artigianale è previsto per le strade carrabili di via Maggio 1648 e via Santa Teresa.

Ad articolare maggiormente la diversità materica si aggiungono e contribuiscono anche dei piccoli vialetti in cemento dal colore ambrato e ghiaia calcarea a vista (le due fontanine e l’accesso ad un palazzo).

Le parti metalliche del progetto sono fatte principalmente di acciaio Corten che col suo colore bruno risalta sulle tonalità chiare dei materiali minerari e ben si accorda negli interventi in contesti storici, materiali come l’alluminio opaco di colore bianco utilizzato nelle pensiline e il vetro aiutano ad esaltare il senso di leggerezza.

Il progetto della nuova piazza si spinge sino al dettaglio degli elementi di arredo urbano, caratterizzati da sottili e leggeri elementi in Corten che ironicamente sfidano le leggi della gravità.

L’intera linea di arredo è composta da portabici con colonnina per bike sharing, fontanine, sedute, cestini per la raccolta differenziata, pensiline e paline per le fermate dell’autobus e pali per illuminazione che integrati con delle luci segna-passo a pavimento illuminano di notte la piazza facendo risaltare maggiormente quelli che sono gli elementi storici.

Qe2. Valorizzazione di Via Vittorio Veneto-Via dei Mille-Viale Martiri

1799 mediante infrastrutturazione verde e percorsi ciclopedonali Per meglio comprendere lo schema direttore dei piani interessati dal

presente progetto si è preso in esame il “Piano del 1888 qui schematizzato, che rappresenta la sintesi progettuale di una idea di città moderna, adeguata alle nuove esigenze di igiene e di traffico veicolare.

L’ing. Calcaterra che lo progettò trasferì sulla pianta della città di Altamura, all’epoca ancora sostanzialmente chiusa all’interno delle mura, la prassi urbanistica vigente nella capitale, come in tutta Europa, prevedendo una alternanza di viali e slarghi organizzati su una struttura viaria anulare, così come stava avvenendo in altri centri limitrofi caratterizzati da una espansione a macchia d’olio.

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ll piano porta la data del 1888 e, pur essendo rimasto sostanzialmente inattuato, è un documento

di fondamentale importanza per una corretta interpretazione dello sviluppo urbanistico negli ultimi decenni del 1800 ad Altamura.

Il progetto pur confermando il rigido schema delle maglie di espansione, comune a tutti i centri limitrofi, ha il pregio di legare gli episodi urbani già esistenti in una sequenza di viali e piazze che ancora oggi si presenta come la parte più gradevole della città cresciuta fuori le mura.

A seguire verrà prevista la nuova direttrice di espansione: Viale Martiri del 1799 che si connetterà con l’attuale via Manzoni. ll piano porta la data del 1888 e, pur essendo rimasto sostanzialmente inattuato, è un documento di fondamentale importanza per una corretta interpretazione dello sviluppo urbanistico negli ultimi decenni del 1800 ad Altamura.

Il progetto pur confermando il rigido schema delle maglie di espansione, comune a tutti i centri limitrofi, ha il pregio di legare gli episodi urbani già esistenti in una sequenza di viali e piazze che ancora oggi si presenta come la parte più gradevole della città cresciuta fuori le mura.

A seguire verrà prevista la nuova direttrice di espansione: Viale Martiri del 1799 che si connetterà con l’attuale via Manzoni.

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La riqualificazione dei viali di attraversamento della città, Via Vittorio Veneto-Via dei Mille-Viale Martiri 1799, caratterizzati dalla presenza di elementi fisici o visuali connotanti il tessuto urbano (viali alberati, ville storiche, coni visuali, ecc…) mira alla salvaguardata, alla integrità e riconoscibilità degli ingressi e dei fronti urbani attraverso interventi di riqualificazione dei margini, alla salvaguardia e valorizzazione dei coni visuali e degli gli spazi pubblici, al rallentamento del traffico. In ciò anche utilizzando come riferimento progettuale le Linee guida per qualificazione paesaggistica e ambientale delle infrastrutture del PPTR.

L’intervento prevede la realizzazione di una rete di accessibilità e mobilità dolce, che accompagna la rete viaria carrabile e consente di raggiungere tutti i luoghi significativi delle città dell’area urbana da parte di tutte le utenze, diminuendo l’apporto del traffico automobilistico non attraverso i divieti, ma tramite un sistema di percorsi sicuri e attrattivi.

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Gli obiettivi dell’intervento da porre in atto sono:

- Riqualificare il viale storico, come elemento di connessione tra le componenti identitarie urbane e quelle patrimoniali, intervenendo sugli elementi che ne hanno compresso la riconoscibilità.

- Riconfigurare le sedi stradali urbane, con l’obiettivo della rìdistribuzione degli spazi strada a favore della creazione di percorsi pedonali e ciclabili; tale riorganizzazione della mobilità urbana attraverso percorsi sicuri e confortevoli, in grado di connettere le attrezzature e gli spazi pubblici ai tessuti residenziali, oltre a limitare l’inquinamento atmosferico, potrà rendere l’ambiente urbano più a misura degli abitanti.

Gli interventi saranno così articolati:

• realizzazione di una pista ciclabile;

• riconfigurazione e potenziamento delle partiture verdi e delle alberature;

• deimpermeabilizzazione superfici carrabili attraverso l’utilizzo di asfalto drenante e realizzazione di parcheggi verdi;

• deimpermeabilizzazione superfici pedonali con l’utilizzo di materiali minerali tipo masselli in cls;

• rain-garden nella definizione delle bordature tra fasce carrabili e fasce pedonali o ciclabili;

• illuminazione dedicata.

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Qe3. Recupero tecnico-funzionale dell’ex Palazzo dell’Acquedotto da destinare ad Hub di formazione digitale e condensatore sociale

L’ex palazzo dell’acquedotto si trova al vertice di una storica

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