Piazza Aldo Moro e le aree limitrofe si trovano al vertice di una storica matrice di penetrazione dal paesaggio murgiano, che da JESCE connette al tratturo di Castellaneta, e sulla direttrice storica di Viale Martiri del 1799 che si delineò come nuova direttrice di sviluppo urbano dal 1800 in poi.
Piazza Aldo Moro, è uno spazio pubblico collocato tra Viale Martiri del 1799 e Via Carpentino. Si tratta di uno spazio pavimentato in marmette, su cui si articolano le aiuole con bordature in cemento che ospitano le alberature. Da un punto di vista morfologico, la piazza ha una geometria rettangolare ed è separata da via Ugo Foscolo dalla porzione di superficie ricompresa tra Via Rovereto e Via Fiume.
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 31 di 46
Per affrontare le criticità dell’ambito urbano a cui appartiene l’area oggetto di intervento, anche il DPRU individua per l’ambito obiettivi, coerenti con la finalità dell’Asse XII di perseguire il miglioramento della vivibilità e della sostenibilità nelle Aree urbane attraverso la definizione di una strategia di azioni interconnesse volte a introdurre un miglioramento duraturo nelle condizioni economiche, ambientali, climatiche, sociali e demografiche dei territori:
• Realizzazione di nuovi spazi pubblici e di aggregazione, migliorare la fruibilità degli spazi pubblici esistenti;
• Riqualificazione e rigenerazione del verde esistente ed implementazione del verde;
• Riqualificazione delle pavimentazioni esistenti o integrazioni ove assenti, relativamente alle sedi stradali, pedonali ed al superamento delle barriere architettoniche;
Il quartiere è caratterizzato da un minor pregio e dall’assenza di qualità paesaggistica del contesto urbano, pertanto si punta a costruire una nuova qualità paesaggistica dell’insediamento, attraverso interventi discreti e diffusi nel tessuto, volti a trasformare i luoghi esistenti.
La strategia mira a trasformare i luoghi del degrado attuale (spazi pubblici, edifici pubblici dismessi, aree naturali degradate) in nuove polarità urbane, realizzando nuovi spazi di aggregazione e coinvolgendo le fasce di popolazione a maggior rischio di esclusione sociale in processi positivi di inclusione, restituendo così al quartiere una nuova centralità.
I principali obiettivi sono:
1. Innescare processi di riappropriazione, sia degli spazi urbani qualificandone e implementandone l’offerta, sia identitaria nel raccordo con le componenti territoriali naturali e culturali, elevando i livelli di accessibilità e fruizione del paesaggio urbano;
2. Riqualificare i viali di accesso alla città, come elemento di connessione tra le componenti identitarie urbane e quelle patrimoniali rurali, intervenendo sugli elementi che ne hanno compresso la riconoscibilità.
3. Innovare in senso ecologico il ciclo locale dell’acqua, attraverso la diffusione della cultura della conservazione e del riuso delle acque e la realizzazione di impianti di riuso delle acque meteoriche per l’irrigazione delle aree verdi attrezzate.
Il tema della continuità costituisce la chiave del progetto: la continuità dello spazio, della natura (la continuità ecologica), delle funzioni, dei percorsi lenti e la continuità percettiva.
I materiali sono declinati secondo i principi della eco-compatibilità ed eco-sostenibilità. Si è fatta una riflessione anche sulla modalità di gestione delle aree verdi e dei nuovi giardini, la cui sistemazione e la cura potrà essere eseguita con la collaborazione dei cittadini, stimolando un processo di ri-appropriazione e riconoscimento (inteso come nuova
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 32 di 46
conoscenza e presa di coscienza) dello spazio pubblico e dunque di costruzione di legami identitari. A questo scopo potrà essere definito, in collaborazione con le scuole, un calendario ludico-didattico di attività legate al fare e al sapere sui temi della natura e dell’ambiente.
Il nuovo disegno dello spazio pubblico vuole, semplicemente, attraverso la geometria del disegno delle superfici verdi e della pavimentazione di colore differente, riorganizzare le funzioni esistenti, migliorando la qualità delle superfici rendendole permeabili, differenziandone l’utilizzo e garantendone una maggiore flessibilità.
Nel disegno di progetto la nuova Piazza si dilata verso Est su via Rovereto attraverso una operazione di riconfigurazione complessiva e di connessione con l’area mercatale.
La costruzione di nuovi elementi di continuità, il miglioramento delle superfici in termini ecologici e spaziali, potrà sicuramente contribuire a rafforzare la valenza ambientale della Piazza del Mercato giornaliero esistente e del rapporto con le aree di pertinenza delle residenze e ad aumentare i livelli di qualità urbana dell’ambito e della città.
Il nuovo disegno delle aree esterne è accompagnato dalla riconfigurazione dei parcheggi e della viabilità carrabile anche in senso materico per cui saranno utilizzati materiali permeabili quali blocchi in masselli autobloccanti, drenanti e/o permeabili, riportando su una unica quota le superfici senza distinzione tra sezione carrabile e sezione pedonale e ciclabile.
Nella logica di rendere sostenibili gli interventi previsti e quindi di limitare i consumi di acqua, per il prato, sarà utilizzata una specie macroterma (Zoysia spp o Stenotaphrum spp) maggiormente resistenti all’ombra, alla salinità e con minori esigenze idriche e di manutenzione.
Le caratteristiche costruttive e i materiali di progetto rispondono alla doppia esigenza di “compatibilità ambientale” e di “durevole manutenibilità”, nel rispetto dell’ambiente naturale ed assolvono alle richieste prestazionali di ambienti esterni soggetti ad un uso intensivo.
Ogni componente edilizio introdotto nell’edifico storico è scelto secondo criteri di qualità, funzionalità, durevolezza e facile manutenzione cui un luogo di pubblica utilità deve conformarsi.
La scelta dei materiali è fortemente orientata su qualità eco-compatibili.
Materiali di origine vegetale o animale e materiali riciclati (per isolanti o sottofondi di pavimenti). Materiali pesanti (aggregati, sabbia) o di finitura (pitture e rivestimenti lapidei, ceramici, lignei, ecc.) di produzione locale per accorciare le distanze di filiera, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2.
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 33 di 46
Qe5. Completamento del Recupero tecnico funzionale dell’ex Monastero di Santa Croce (Via Falconi angolo Via Turco) da adibire ad Housing Sociale
Il Complesso ex monastero di S. Croce che è stato interessato dai fondi del PO FESR 2007/2013 asse IV azione 4.1.1 e si è proceduto al recupero tecnico funzionale e al consolidamento del complesso per la realizzazione di un ostello della gioventù e museo della pietra. L'intervento ha riguardato però solamente la rifunzionalizzazione del piano terra, il piano primo adibito interamente a camere di ostello e servizi e il piano copertura a falde inclinate. Per incapienza dei fondi non è stato interessato dai lavori di recupero l'intera superficie del piano secondo del complesso che pertanto, allo stato attuale, risulta dismesso. Altre porzioni di fabbricato sono occupate abusivamente da famiglie svantaggiate e ne costituiscono la loro residenza.
L’intervento proposto è relativo al completamento del Recupero Tecnico Funzionale del Complesso già in atto e configura alcuni aspetti potenziali futuri allo sviluppo del progetto. In primo luogo, la nascita di una rete auto-gestita da parte dei partecipanti, che attiveranno un canale parallelo attraverso cui gestire la condivisione di alcuni servizi/necessità, dando un corpo all’idea di “condominio diffuso” proposta dal progetto, attraverso un’organizzazione autonoma. In secondo luogo, il dibattito e le riflessioni sollevate dalla proposta di ambito, hanno dato la possibilità di recepire, in progetti successivi, attivati stavolta dal Comune di Altamura in collaborazione con soggetti del privato sociale, la necessità di focalizzare gli interventi su un carattere di temporaneità, intendendola
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 34 di 46
sia come una caratteristica della domanda di casa ma anche come una caratteristica dell’offerta, prediligendo forme di gestione che prevedano un’uscita non permanente di alcuni alloggi del Centro Storico di Altamura e dunque che privilegino l’affitto alla vendita.
Il fabbricato occupa un intero isolato, di considerevoli dimensioni e forma pressoché triangolare, ubicato al limitare sud-ovest del centro storico di Altamura e delimitato fra le vie Santa Croce, Giandomenico Falconi, Candido Turco e Piazzetta Santa Croce.
Nella sua condizione attuale, risulta essere il risultato di continue trasformazioni ed accorpamenti, a cominciare dalle strutture quattrocentesche, di cui sono rinvenibili solo sporadiche tracce, fino alla definitiva sistemazione ottocentesca ed alle trasformazioni occorse negli anni ‘50 e ‘60 del ‘900. Il risultato è una organizzazione planimetrica piuttosto complessa caratterizzata dalla presenza all’interno dell’isolato dell’ampia chiesa dedicata alla Santa Croce, praticamente priva di prospetti sulla pubblica via.
La storia dell'edificio, con annessa chiesa, che ancora oggi è conosciuto come Conservatorio di Santa Croce, è intimamente connessa a quella dell'omonima confraternita, che fortemente ne volle la costruzione e che per circa tre secoli ne ha gestito le sorti.
L’antica chiesa di Santa Croce, ancora esistente con l’annesso Conservatorio, è una fondazione tra le più gloriose e ricche di storia della città di Altamura, voluta da un gruppo di laici, che, in detta cappella e nelle fondazioni ad essa aggregate, vollero esprimere la loro fede e il desiderio di fare del bene ai fratelli più bisognosi, offrendo le proprie ricchezze e la propria opera, in un clima di libertà, di atteggiamenti e di azioni, spesso in contrasto ed in conflitto con le varie autorità religiose e civili, che in essa cercavano d’inserirsi.
La chiesa, l’annessa confraternita, l’ospedale prima e poi il conservatorio ci rivelano in cinque secoli e più di storia una suggestiva visione sia delle opere ad essi connesse, che di tutta la vita cittadina, vista da angolature diverse, nei vari momenti che caratterizzano la vita dell’ente.
Di notevole importanza risulta essere il Cenno Storico del Conservatorio scritto nel 1866 dagli amministratori dello stesso (la gestione era già passata dalla confraternita al comune nel 1841), documento annesso allo Statuto approvato da Eugenio di Savoia, luogotenente di S.M. Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, con decreto firmato anche dal Ministro Ricasoli.
Però la storia descritta all’interno del Cenno Storico è molto incompleta e basata esclusivamente su quanto riferito dai pochi e preziosi documenti in possesso dell’Ente.
Attualmente una parte della volumetria situata a Nord dell’edificio è utilizzata per abitazioni private concesse in fitto dal comune, mentre il piano terra, in parte è occupato dalla chiesa, dai locali ad essa connessa, dall'archivio di Santa Croce, mentre la restante superficie è occupata da locali di natura commerciale e deposito, gestiti da privati, anch’essi in fitto. Solo alcuni locali al primo ed al secondo piano sono concessi dal
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 35 di 46
comune ad associazioni che ne fanno richiesta, a dispetto dell’enorme superficie a disposizione.
Il progetto prevede il recupero, consolidamento e la rifunzionalizzazione degli ambienti prospicenti via Falconi e via Candido Turco.
Il completamento del Recupero dell’ex Convento di Santa croce il cui progetto prevede la realizzazione di alloggi di social housing su un edificio vincolato per le sue qualità storico-artistiche e architettoniche, rappresenta un unicum nel panorama architettonico del Comune di Altamura.
Il progetto racconta il processo di cambiamento in atto nelle modalità di realizzazione di interventi di edilizia sociale, sotto il profilo economico-finanziario, procedurale, progettuale ed operativo.
Evidenzia come i temi dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza energetica risultino oggi strumenti indispensabili per coniugare la qualità progettuale e costruttiva con le trasformazioni in atto nei modi di abitare e di vivere.
Il caso-studio della residenza temporanea nel nucleo antico di un centro urbano e su un edificio vincolato è emblematico del cambiamento in atto nei modelli di intervento e dal ruolo centrale assunto, in questi anni, dal cluster di ricercatori sull’approccio metodologico-progettuale, finalizzato al coordinamento ed alla gestione di nuovi modelli di intervento nel campo della rigenerazione architettonica e della riqualificazione energetico-ambientale del patrimonio edilizio storico vincolato.
L’obiettivo specifico del progetto di recupero prevede la definizione di quadri metodologici per le fasi di conoscenza/diagnosi degli edifici preesistenti finalizzati alla individuazione di linee-guida per la riqualificazione energetica degli edifici stessi; la definizione di “protocolli speditivi” per la diagnosi dello stato di fatto energetico e la formulazione di scenari comparativi di rigenerazione e retrofit; la progettazione di interventi di retrofit su involucri e su unità spazio-funzionali mediante soluzioni tecnico/costruttive leggere, reversibili, adattabili ed a basso costo per garantire buoni livelli di flessibilità tecnologica e funzionale.
La strategia si pone l’obiettivo di dare una risposta alle condizioni di povertà abitativa, ovvero alle situazioni di disagio abitativo ivi comprese quelle di rischio abitativo e di esclusione abitativa o mancanza di dimora.
Con questo intervento si intende sperimentare, in sinergia con le attività che già vi si svolgono e negli spazi disponibili dell’ex Convento di Santa Croce. Gli interventi:
• Recupero e consolidamento delle facciate
• Efficientamento energetico
• Rifunzionalizzazione Social Housing con la realizzazione di 7 alloggi Al primo e al secondo piano troviamo residenze di varie tipologie e appartamenti destinati esclusivamente all’housing sociale. La suddivisione degli spazi è stata effettuata nel rispetto dell’impianto architettonico dell’edificio.
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 36 di 46
Qe6. Ristrutturazione edilizia di immobili comunali del centro storico per housing sociale diffuso (Corso Umberto 1° n.68, Corso Federico II n.10, Claustro San Vincenzo n.16/17/19/20)
Gli immobili sono localizzati nel nucleo antico e più precisamente due di essi sono prospicenti nel quadrante nord est del centro storico, l’immobile sito in C.so Federico II di Svevia n.10 e l’immobile sito in Claustro San Vincenzo n.16/17/19/20, mentre l’ultimo ne versante sud est lungo l’arteria extramurale in C.so Umberto 1° n.68.
L’immobile di proprietà comunale sito in Claustro San Vincenzo n.16/17/19/20 versa in condizioni di degrado. Oltre ad essere vistosamente ricoperto, in diversi punti, da vegetazione parietaria, è diventato ricovero di diversi volatili e roditori, che introducendosi nell'immobile contribuiscono a compromettere le condizioni igienico sanitarie presenti.
Si sviluppa su due livelli e un seminterrato ed è allocato all’interno di un
”Claustro” un esempio abitativo di piccole etnie e delle loro culture i claustri, dal latino “Claustrum” (spazio chiuso) o “Gnostre” in dialetto locale, sono il simbolo di una città poliedrica e ricca di storia millenaria come Altamura che pone le sue fondamenta nel 1232 quando l’imperatore Federico II di Svevia, il Puer Apuliae, con l’intento di ripopolare la città, concesse esenzioni fiscali a nobili feudatari e latifondisti greci, latini, ebrei e arabi che, inseguito al privilegio assegnato, confluirono tutti nel nostro territorio tanto da formare una comunità variegata e armoniosa, caratterizzata dalla simbiosi delle varie etnie.
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 37 di 46
L’insolito reticolato stradale del centro storico è una testimonianza viva di coesione multietnica che si costituisce a chi lo osserva, come un elemento di unicità, impreziosita dalla sua originalità architettonica. I claustri si donano alla vista come delle piazzette chiuse, più o meno ampie, delimitate dalle abitazioni che si aprono sulle vie principali del centro storico e che in precedenza, svolgevano non solo una funzione sociale ma anche un meccanismo difensivo per gli attacchi nemici.
Il centro conta circa 80 claustri contraddistinti tra loro dalla presenza di alcuni elementi architettonici come scale, archi, balconate, ballatoi, anelli di pietra e “pesule” ed elementi ornamentali scolpiti nel tufo tra cui i mascheroni, stemmi e figure votive.
La funzione svolta da questi particolari spazi del tessuto urbanistico di Altamura era principalmente quella di aggregazione di varie famiglie, ma anche funzione difensiva- motivo per cui i claustri hanno una sola entrata.
L’immobile sito in C.so Federico II di Svevia n.10, anche esso non utilizzato, definisce insieme agli immobili adiacenti della stessa tipologia il profilo dell’arteria principale che attraversa e taglia in due il centro storico, di grande valenza urbana.
Si sviluppa su tre livelli, più soffitta e sviluppa il tipo di “casa palazziata”
L’immobile sito in C.so Umberto 1° n.68, che si sviluppa su tre livelli, si inserisce nella quinta muraria della via extramurale che lambisce il nucleo antico, sul tracciato delle vecchie mura.
L’intervento proposto è relativo al Recupero e alla Rifunzionalizzazione di alcuni immobili nel centro storico del Comune di Altamura e configura alcuni aspetti potenziali futuri allo sviluppo di altri interventi che possano dar vita ad un nuovo percorso di rigenerazione. In primo luogo, la nascita di una rete auto-gestita da parte dei partecipanti, che attiveranno un canale parallelo attraverso cui gestire la condivisione di alcuni servizi/necessità, dando un corpo all’idea di “condominio diffuso”
proposta dal progetto, attraverso un’organizzazione autonoma. In secondo luogo, il dibattito e le riflessioni sollevate dalla proposta di ambito, hanno dato la possibilità di recepire, in progetti successivi, attivati stavolta dal Comune di Altamura in collaborazione con soggetti del privato sociale, la necessità di focalizzare gli interventi su un carattere di temporaneità, intendendola sia come una caratteristica della domanda di casa ma anche come una caratteristica dell’offerta, prediligendo forme di gestione che prevedano che privilegino l’affitto alla vendita.
Il progetto vuole raccontare un processo di cambiamento nelle modalità di realizzazione di interventi di edilizia sociale, sotto il profilo economico-finanziario, procedurale, progettuale ed operativo. Evidenzia come i temi dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza energetica risultino oggi strumenti indispensabili per coniugare la qualità progettuale e costruttiva con le trasformazioni in atto nei modi di abitare e di vivere.
L’obiettivo specifico del progetto di recupero prevede la definizione di quadri metodologici per le fasi di conoscenza/diagnosi degli edifici preesistenti finalizzati alla individuazione di linee-guida per la
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 38 di 46
riqualificazione energetica degli edifici stessi; la definizione di “protocolli speditivi” per la diagnosi dello stato di fatto energetico e la formulazione di scenari comparativi di rigenerazione e retrofit; la progettazione di interventi di retrofit su involucri e su unità spazio-funzionali mediante soluzioni tecnico/costruttive leggere, reversibili, adattabili ed a basso costo per garantire buoni livelli di flessibilità tecnologica e funzionale.
Gli interventi:
• Riqualificazione e rifunzionalizzazione del Claustro San Vincenzo
• Consolidamento strutturale e verifica sismica
• Recupero delle facciate
• Efficientamento energetico
• Recupero delle acque
• Rifunzionalizzazione, Social Housing con la realizzazione di 7 alloggi Nella definizione della tipologia delle residenze destinati esclusivamente all’housing sociale la distribuzione degli spazi è stata effettuata nel rispetto dell’impianto architettonico dell’edificio.
Relazione sintetica QuIDD Extramura
Pag. 39 di 46